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Storia sociale e teatro popolare a San Nicandro Garganico (152)

La tradizione del ditt

San Nicandro Garganico nei primi anni del ‘900 è centro promotore di un movimento anarchico protagonista di frequenti e decisi atti dimostrativi contro la prevaricazione dei potenti; è il paese natale di un leader socialista, Domenico Fioritto, instancabile organizzatore politico, e di Emanuele Gualano, indomabile capopolo di fede anarchica; è il teatro di scontri violenti fra opposte fazioni politiche ; è la sede di un movimento di dissidenza evangelica, intorno alla profezia neo-ebraica di Donato Manduzio, che raccoglie le aspettative e le speranze millenaristiche della protesta popolare. 
Questa realtà sociale e politica fa da substrato alle vicende e alle forme dell’espressività carnevalesca, grande rappresentazione collettiva che a San Nicandro ha assunto nel secolo scorso, sino agli anni ’50, la fisionomia di una partecipata drammaturgia di massa. Esperienza centrale e legame di questa connessione il ditt, una forma di drammaturgia popolare, che vedeva la partecipazione comunitaria nelle diverse fasi di creazione, rappresentazione e spettacolo. Scritta da contadini, pastori e artigiani (i poeti) questa forma drammatica ha continuato nel tempo a costituire un’insostituibile esperienza comunitaria non solo nei suoi aspetti ludici e socializzanti, ma quale pretesto di satira politica e sociale, di trasmissione di contenuti e valori. La ricerca, effettuata tra il 1977 e il 1980 in più missioni da Rinaldi e Sobrero, consentì anche il reperimento di una mole ingentissima di manoscritti teatrali della tradizione del ditt. Le registrazioni documentano quindi, oltre alle voci, ai suoni e al caos del partecipato carnevale che inonda le strade del paese ogni anno, anche le singole biografie, aneddoti storici e descrizioni di vita sociale, canti anarchici, politici e romanze o serenate, la storia della tradizione (con la recitazione di un intero testo) del ditt, l’intera sequenza di mascherate realizzate nell’arco di decine di anni dal duo Cosimicchio e Trippetta, che insieme all’amico Rignanese, sono il vero e proprio nucleo di memoria culturale e musicale del paese.

  • Genere Audio

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Incontro in un’abitazione con alcune anziane donne. Battere squillante delle castagnole (nacchere). Si parla dei costumi tradizionali, la Pacchiana e il Pastore. Durante il giro per le case alla coppia (Pacchiana e Pastore) sarà sempre offerto da bere. Raccontano che in passato durante il carnevale si suonava e si cantava per le strade.

  • Durata 04:08
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonime: voci
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Ritmi di castagnole e campanacci eseguiti da gruppi mascherati itineranti.

  • Durata 02:47
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: castagnole, campanacci
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Intervista a una ragazza che descrive il giro rituale nel paese, in abiti tradizionali, della Pacchiana e del Pastore. La sfilata di tutte le coppie si conclude con il premio alla più bella. I ragazzi dicono che a carnevale tutti a San Nicandro, giovani e vecchi, si mascherano e girano per le strade e nelle case. La domenica successiva al carnevale ci si diverte con la ‘pignata’. Descrivono i piatti tradizionali.

  • Durata 02:55
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonima: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Ragazzi e ragazze, che lavorano fuori paese, descrivono alcuni loro compaesani che in occasione del carnevale si mascherano in modo molto particolare.

  • Durata 01:25
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voci maschili e femminili
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Sequenza di registrazioni per cogliere in diversi punti del paese il caos sonoro prodotto dalle centinaia di persone in maschera che lo percorrono. Grida, chiasso, echi delle numerosissime maschere che si incrociano, spesso provocandosi l’un l’altra, per il paese. Lamenti in latino maccheronico, poi urla e strepiti. Cori improvvisati. Voci da altoparlanti e rumore di motore. Ragazze in maschera urlano con voci stridule come in una lamentazione funebre. Ritmi con campanacci e barattoli di latta.

  • Durata 11:24
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voci maschili e femminili
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Sequenza di registrazioni per catturare l’ambiente sonoro che avvolge le maschere che percorrono in lungo e in largo il paese. Rumore di campanacci, grida e risate. Echi di canti.

  • Durata 03:05
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voci maschili e femminili
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Intervista a un gruppo mascherato. Modalità organizzativa e preparazione, dall’idea alla realizzazione. Costruzione di una grande papera (allegoria per il gioco dell’oca), con scheletro di metallo rivestito di gesso. Gli autori sottolineano, senza sbilanciarsi, che sottostante all’idea del gruppo mascherato c’è un intento satirico nei confronti della politica locale, ma solo dopo aver chiesto ai ricercatori di spegnere il registratore.

  • Durata 01:58
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voci maschili
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Un gruppo di ragazzi prega, gridando, in latino maccheronico. Rappresentano il funerale di Carnevale. Dicono che più tardi, di notte, bruceranno un pupazzo di paglia, che rappresenta il carnevale. Intervista ironica al ragazzo che impersona Carnevale morto.

  • Durata 02:22
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voci maschili
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Un gruppo mascherato di ragazze canta, accompagnandosi con le castagnole, Quel mazzolin di fiori.

  • Durata 02:47
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonime: voci
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Un’anziana donna dice di conoscere centinaia di canti tradizionali. Intona Zomba cardilleTenghe nu belle cardille/ quanda cose che l’aj’ambara’. Canto popolare dell’800 spesso riadattato e rielaborato da autori napoletani.

  • Durata 03:15
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Carmela Russo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Un’anziana donna canta In mezz’a la via nova canzone satirica su tal Don Savino, tirchio e spilorcio, che non apre mai il portafoglio per regalare qualche soldo a chi glielo chiede per elemosina. Mentre canta le scappa da ridere.

  • Durata 00:52
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Carmela Russo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. La coppia intervistata spiega i costumi tradizionali, che indossano, della Pacchiana e del Pastore. Tradizione molto sentita nel paese. La gente viene da fuori per vedere i costumi. L’uomo descrive la maschera del Pastore (le ciabatte di cuoio, la panettiera, il bastone) e gli ori, autentici, indossati dalla Pacchiana: ori antichi raccolti dalle famiglie di lui e di lei. Almeno un giorno nella vita bisogna indossare questi costumi. Il vestito della Pacchiana è stato fatto in casa riprendendo il modello di quello della nonna. Il vestito dell’uomo è stato confezionato da un sarto. Portano i confetti che distribuiranno nelle visite alle case dei parenti.

  • Durata 06:26
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Michele Pirra, Silvana Ciavarella: voce
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Le ragazze dicono che si divertono a girare in maschera, gettando, non riconoscibili, acqua e farina contro i ragazzi che a loro piacciono. Alle ragazze non piacciono i costumi tradizionali della Pacchiana e del Pastore. Preferiscono il mascheramento come occasione di abbordaggio dei ragazzi.

  • Durata 02:28
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonime: voci
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Intervista volante a una ragazza in maschera. Intervista a una donna vestita da Pacchiana e ad un’altra vestita con vecchi abiti della nonna. Parlano del giro in costume, tra parenti e amici, nelle loro case, dove talvolta si balla. Descrivono la sfilata dei carri e le differenze col passato.

  • Durata 04:15
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Incoronata, Lucia: voce
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese. Campanacci, grida e saluti in dialetto.

  • Durata 01:19
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: campanacci, voci
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Nella sala da barba di Francesco Solimando, gli intervistati raccontano la tradizione teatrale de U ditt’. Per un mese prima del carnevale si concertava lo spettacolo da fare. Gli autori dei testi sono definiti dagli intervistati i poeti del posto. Col titolo U zingare e u pezzent’, si adattavano romanze, riviste e sceneggiate. C’era il dramma e la comica, e duravano un’ora e mezza circa. Sono descritte trame ricorrenti (lo zito e la zita, ecc.). La stessa messa in scena veniva chiamata anche U cuncertine e si svolgeva negli ultimi tre giorni di carnevale girando per le case del paese. Negli ultimi anni sono stati adattati anche testi stampati, barzellette ecc., in parte in dialetto e in parte in italiano "imbastardito".

  • Durata 03:32
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Raffaele Mascolo nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Giuseppe Russo (Trippetta) racconta una delle sceneggiate recitate l’anno precedente da lui e Francesco Solimando (Cosimicchio): L’ingegnere, il contadino e il ciuccio. Gioco di doppisensi in cui il ciuccio rappresenta il territorio campestre, con l’ingegnere che spiega al contadino quale terra è da considerare migliore indicando le varie parti anatomiche dell’animale (ognuna con termini dialettali di località note delle campagne circostanti). A un certo punto l’ingegnere mostra il disegno di una donna nuda e indica anche su questo le diverse località dove il contadino potrà coltivare con buoni frutti su terreni fertili (come la donna, appunto).

  • Durata 03:13
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio), Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio e Trippetta raccontano i circa cinquant'anni di loro mascherate. Prima recitavano nei ditt, poi ebbero l’idea della mascherata a soggetto. Nel 1937 recitarono la mamma che portava il bambino con i panni sporchi di cacca. Un’altra fu, nel ’38-’39, I pisciature(vasi da notte che avevano riempito di birra con alcuni pezzi di salsiccia dentro). Trippetta mimava un enteroclisma a Cosimicchio che così si liberava. Il contenuto dei vasi veniva da loro mangiato davanti ai compaesani a passeggio.

  • Durata 03:00
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio); Giuseppe Russo (Trippetta); Antonio Gravina (Rignanese); Raffaele Mascolo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio e Trippetta raccontano la mascherata de I manichini. La mascherata si svolgeva all’interno della vetrina di un negozio di abbigliamento. Cosimicchio vestito da sposa, con i fiori d’arancio, e Trippetta che pubblicizzava reggiseni e biancheria intima, con una calzamaglia color carne, tanto da sembrare nudo. Tra le gambe una lampadina accesa. Per tre ore non si mossero e rimasero in mostra tra i commenti dei passanti.

  • Durata 00:41
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio); Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio e Trippetta raccontano la mascherata La fregatura a tutta la popolazione. Chiesero al sindaco le chiavi del Municipio e fecero girare per il paese il banditore che annunciava la mascherata dal balcone del Comune. La folla riempì la piazza e dopo due ore Cosimicchio e Trippetta si presentarono sul balcone illuminato dicendo: "L’anno scorso abbiamo fatto noi i manichini per due ore, oggi i manichini li avete fatti voi".

  • Durata 01:02
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio), Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio e Trippetta raccontano come preparano le loro mascherate. Cosimicchio è l’ideatore. Poi elaborano insieme. Un anno hanno fatto Il carro di Tespi. Su un furgone fingevano di parlare e cantare con i microfoni, ma avevano tutto registrato precedentemente. Annunciavano quindi brani di opere liriche che loro fingevano di cantare, mentre andava il disco originale.

  • Durata 01:45
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio), Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Trippetta racconta di un anno in cui Cosimicchio era emigrato in Germania. Allora lui recitò la mascherata da solo. Con un piccolo meccanismo di pompette e tubicini faceva sgorgare zampilli di lacrime, mentre piangeva e si lamentava guardando la foto dell’amico "scomparso". Sulla foto una scritta "Torna Francesco se no le mie lacrime allagheranno San Nicandro!".

  • Durata 00:45
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio), Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. L’anno successivo alla mascherata solitaria di Trippetta, allestiscono un intero set di valige e lo caricano sopra un asino. Sull’asino Cosimicchio, lamentoso (“Portami a casa”), col passaporto ben in vista e Trippetta, tutto stracciato per il lungo viaggio, ad accompagnarlo raccontando di esserlo andato a prendere fino in Germania con l’asino.

  • Durata 00:45
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio): voce Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Trippetta descrive la mascherata Lo spogliarello: lui vestito da Capitano, innamorato della bella signora Cosimicchio. Prima il capitano spinge la signora a spogliarsi, per poi sottomettersi allo stesso gioco, ma rimanendo seminudo con una camicia "sporca di cacca" messo alla berlina dalla signora.

  • Durata 01:05
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Trippetta descrive la mascherata Le nozze d’oro di Pasquale e Maddalena dopo cinquant'anni di matrimonio. I due sposi girano per il paese rievocando i luoghi che hanno visto nascere il loro amore. Ad ogni posta il marito chiede alla moglie di togliersi un indumento. Alla fine rimasta nuda la moglie chiede al marito che sorpresa le riserva e lui tira fuori dal vestito un pesce gridando "Pesce d’aprile!".

  • Durata 00:58
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Giuseppe Russo (Trippetta), dopo aver sfogliato alcuni testi di Salvatore Di Giacomo, recita A livella di Totò.

  • Durata 04:40
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Russo (Trippetta): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio dice che nell’anno in corso lui è in lutto e non ha organizzato mascherate. L’anno successivo invece i ricercatori potranno organizzarsi per documentare dal vivo una di queste loro mascherate. Inoltre lui stesso potrà fare ascoltare tante canzoni ed altri repertori già registrati. In base alle fotografie, poi, si potranno riscrivere bene i soggetti delle diverse mascherate eseguite negli anni. Raccontano di far parte della Compagnia dello Staffile.

  • Durata 03:29
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Trippetta recita una sua poesia, Ognune e vuje scritta con il gruppo Lo staffile, legata alle tradizioni goliardiche degli universitari.

  • Durata 00:57
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Intervista a Cosimicchio e Trippetta sulla genesi delle mascherate: basate unicamente sulla novità e sulla originalità, non replicano lo stesso tema e si tengono all’oscuro anche i familiari prima della loro esecuzione in pubblico. Nel caso della mascherata del Carro di Tespi dove cantavano in playback, la stessa moglie di Cosimicchio pensò che aveva imparato a cantare davvero. I temi si riferiscono sempre ad episodi e aneddoti locali. In passato il carnevale aveva uno diverso svolgimento ed era più partecipato: tutti scendevano in strada, a recitare, cantare e suonare mascherati.

  • Durata 04:43
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio racconta la mascherata del Fotografo. Lui girava con una macchina fotografica antica, col treppiede. All’interno della macchina avevano preparato delle caricature, "specie di mostri", raffiguranti diverse tipologie di soggetti (coppie, singoli, giovani, vecchi, uomini e donne). Fermavano le persone proponendo di scattar loro le fotografie e, dopo una serie di indicazioni sulla posa, scattavano la foto presentando poi la caricatura corrispondente e commentando ironicamente la cattiva riuscita espressiva dei soggetti.

  • Durata 03:17
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio racconta dei ditt, gli spettacoli teatrali tradizionali che si recitavano nel periodo carnevalesco. Parla dei poeti, che ne scrivevano o riscrivevano i testi, spesso in forma di contrasti tra contadino e medico, tra lo zingaro e il signore. Lo spettacolo si concertava nella casa del regista e poi si recitava nelle case prescelte. Era un onore ospitare le rappresentazioni negli ultimi tre giorni di carnevale. Ne conservano ancora una scritta: Lo zingaro e il pezzente. C’erano gli adattatori di testi a stampa (come La sepolta viva) e si cominciò a fittare delle case. Gli ultimi, prima della Seconda Guerra, li rappresentarono proprio loro, preparando addirittura un palco con le quinte di carta. In alcuni casi si prendeva ispirazione da canzoni e si realizzavano delle sceneggiate. Poi si organizzò un gruppo folkloristico in costume e si girò anche fuori paese. Nei ditt si recitava in costume. Cosimicchio ricorda la sua interpretazione de Il Conte di MontecristoFioravante e Rizieri (I Paladini di Francia). Raffaele Mascolo ricorda i testi più arcaici e più originali con le dispute tra il vignaiuolo e l’ortolano, tradizioni di poesia contadina che andrebbero riscoperte e ristudiate.

  • Durata 06:10
  • Data Martedì, 22 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Raffaele Mascolo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese, nella domenica successiva al martedì grasso, durante ilCarnevaletto. Campanelle, altoparlanti. Un gruppo sceneggia una vedova che piange la scomparsa del marito. Al microfono dell’altoparlante un ragazzo canta Il funerale (ironico e dissacrante testo composto da Matteo Salvatore): "Marite mie m’ha lassate/ come l’haja cumbenaje/ che delore marite mie// Tenghe 15 figghje ‘n mezz’alla vija/ tutte scalz’e affamete/ …”. Al termine del canto, il Requiem e le grida.

  • Durata 04:34
  • Data Domenica, 27 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voci
  • Autore Giovanni Rinaldi

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese, nella domenica successiva al martedì grasso, durante ilCarnevaletto. Campanelle, altoparlanti. Un gruppo sceneggia una vedova che piange la scomparsa del marito. Al microfono dell’altoparlante un ragazzo canta La bicicletta, composta da Matteo Salvatore.

  • Durata 01:51
  • Data Domenica, 27 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voci
  • Autore Giovanni Rinaldi

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Per le strade del paese, nella domenica successiva al martedì grasso, durante il Carnevaletto
    Un gruppo di maschere gira per le strade con chitarra, tamburelli, fisarmonica tra le grida dei giovani che li seguono. Un giovane, gridando, offre il vino ai passanti. Eseguono diversi brani musicali lungo il loro tragitto.

  • Durata 03:36
  • Data Domenica, 27 Febbraio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voci
  • Autore Giovanni Rinaldi

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Francesco Solimando (Cosimicchio), sulla base dell’osservazione delle fotografie conservate, descrive minuziosamente il soggetto e le modalità di alcune mascherate. La prima che descrive è quella de L’ingegnere e il contadino.

  • Durata 04:54
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio, Trippetta e Rignanese raccontano la tradizione teatrale del ditt. Partono dall’allestimento dei costumi (realistici), che era fatto in base ai personaggi della recita (cita Fioravante e Rizieri), con i "ricchi" che erano rappresentati con più particolari degli altri. I Cavalieri del Medioevo avevano lance e spade e spesso duellavano. Erano recitati sempre in dialetto locale e quelli più vecchi erano costruiti su contrasti tra figure di contadini, il vecchio e la vecchia, il padrone. Rignanese ricorda di averne visti parecchi da quando era bambino. Ne ricorda uno, ridendo, La bianca cipolla, in cui i protagonisti erano tutti contadini. In chiusura della recita si diceva "Al suono della trombetta alzatevi e preparate la sacchetta” (preparatevi per andare a lavorare). Trippetta è stato protagonista (primo attore) di molti ditt. Altri soggetti furono "I Reali di Francia, “Fioravante e Riziero” (Rizieri),"Guerin Meschino""Il Conte di Montecristo”, "Zingaro”.

  • Durata 04:40
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Al termine del ditt La figlia del Cardinale, si svolgeva un bozzetto napoletano cantato: Baghill’o zambarille (il protagonista era un guappo). Trippetta recita alcuni versi in napoletano ricordando l’aneddoto del duello rusticano in cui uno dei duellanti, non controllando il gesto, tagliò con la sciabola la giacca dell’altro, il quale, sorpreso, rispose con parolacce ed epiteti in dialetto, facendo ridere tutti. Andavano in tanti ad assistere al ditt, perché prima non c’erano altri divertimenti.

  • Durata 01:51
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio racconta che il ditt si preparava dal mese precedente mese, quaranta giorni prima della rappresentazione pubblica. Era un onore ospitare, invitare un ditt nella propria casa. Talvolta fu rappresentato anche all’aperto su richiesta della gente. Erano dei poeti locali che inventavano i soggetti del ditt: lo zingaro e il contadino, il professionista e il contadino. Si trattava sempre di contrasti. Nel tempo smisero di andare nelle case e iniziarono a fittare dei locali invitando le famiglie a partecipare, con veri e propri biglietti per entrare. Ogni carnevale c’erano più compagnie che recitavano. Poi arrivò l’allestimento di un palco con delle quinte, un panneggio, e diventò alla fine un vero e proprio palcoscenico come un teatro. C’era prima la recita, poi le danze, la farsa o la comica, si finiva col canto. Si partiva già con i costumi andando nelle case dove si doveva recitare. I primi allestimenti prevedevano solo un lenzuolo teso tra due aste dietro il quale si nascondevano gli artisti che uscivano per la loro parte. Poi arrivarono le scene. Le spade erano di legno. Un anno si recitò Genoveffa, altri Pia de’ Tolomei, “Francesca da RiminiLa sepolta vivaIl bacio della mortaRondini (un bozzetto drammatico). Gli autori delle recite (i registi) erano appassionati che leggevano i romanzi e li adattavano. Gli attori erano sempre uomini. Le donne confezionavano i costumi. I primi ditt si chiudevano con i personaggi della vecchia che filava e del diavolo.

  • Durata 08:19
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) n. 1909, bracciante: voce, Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Cosimicchio racconta che nei primi ditt al termine della recita si chiudeva con i personaggi della vecchia che filava e del diavolo. Spesso erano inseriti nella storia: la vecchia si comportava da ruffiana e poi interveniva il diavolo. A chiusura di tutto c’era sempre la quadriglia e nel centro il Pulcinella che la comandava.

  • Durata 01:22
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Il Pulcinella era il personaggio comico che chiudeva lo spettacolo. Comandava la quadriglia finale a cui partecipava il pubblico presente. Cosimicchio e Trippetta raccontano aneddoti legati ai comandi del ballo, spesso stravolti e variati ironicamente, ai quali i ballerini si assoggettavano, comprese le donne. Il ballo diveniva quindi un gioco collettivo. I comandi potevano diventare, per esempio: "cavalieri date un calcio alla dama!""mettete un dito nell’occhio della dama""una mano in c…". Ognuno recitava a proprio modo, spesso ripetendo pedissequamente quanto indicato dal suggeritore: "pausa!" e l’attore: "pausa!". La recitazione talvolta era di tipo realistico, altre volte epica e simbolica. Uno dei personaggi era il Diavolo Nero. Si recitò Otello. Gli attori più richiesti erano gli uomini sessuali (omosessuali): erano cinque o sei in paese, richiesti dalle varie compagnie. Erano bravi, intrepretavano i ruoli femminili, cantavano, danzavano. In alcune delle recite degli ultimi anni erano inserite canzoni nel testo. Si cominciarono ad adottare libretti stampati di opere e altri soggetti. Dopo il dramma, c’era il varietà e poi la farsa. Riprendono a descrivere il contrasto tra vecchia e diavolo. Il diavolo era dipinto di nero, anche sul volto, con la coda e le catene, quando parlava sembrava grugnire.

  • Durata 13:23
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Gli spettacoli si svolgevano lungo i quaranta giorni di carnevale. Gli spettatori organizzavano vere e proprie cene: chi portava il vino, chi le pupuràt’, dolce tipico del paese. Poi si cominciarono a fittare delle case per le rappresentazioni introducendo un biglietto d'ingresso; i biglietti venivano distribuiti presso le famiglie invitate allo spettacolo: non si pagavano, l’unico obbligo per chi li riceveva era di portare la cesta piena di lampascioni (cipolline selvatiche), carne, dolci. A fine recita, verso mezzanotte, si mangiava, e dopo mangiato si ricominciava a cantare e ballare. Non tutti ricevevano il biglietto, quindi ottenerlo veniva considerato un onore.

  • Durata 03:27
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Gli spettacoli venivano preparati subito dopo Natale. Si provava a casa di uno dei componenti della compagnia. Ci si associava per conoscenze, in base ai personaggi da interpretare, fino a quindici-venti. In contemporanea potevano operare tre o quattro compagnie, con un gruppo di circa quaranta attori ormai esperti che si alternavano nei personaggi, anno dopo anno. In base alle affinità si creavano dei gruppi quasi stabili con alcuni artisti che facevano da riferimento per i rispettivi gruppi. Nelle rappresentazioni c’erano due o tre attori principali, accompagnati da altri in ruoli secondari o di sola comparsa. Peppino Rizzi, un elettricista, recitava meglio di altri il ruolo di Pulcinella, alla napoletana. Spesso il dramma si trasformava in comica, a causa dello stravolgimento di parole che venivano erroneamente pronunciate o adattate al dialetto (specie quelle in italiano aulico). Un poeta si chiamava Daniele Bonfitto e fu autore dei ditt più antichi basati sul contrasto tra due personaggi, su una trama di fantasia. Meola racconta di un ditt intitolato La bella Isolina (Fioravante e la bella Isolina), in cui in una scena si doveva sparare. Si usò un arnese per creare lo sparo con un po’ di polvere da sparo: l’aggeggio era dietro le quinte, si accese, ma il colpo arrivò in ritardo spaventando i presenti e riempendo di fumo nero l’intera sala. Ricordano un altro titolo: I tre moschettieri e alcuni versi recitati nei duetti.

  • Durata 09:23
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Meola spiega il termine ditt: quando una ragazza fidanzata si lascia col fidanzato le rimane il ditt, il marchio. Quella signorina non troverà più altri fidanzati: "quella tene u ditt in ghèpe"
    Parla poi di una filodrammatica che operava in ambito parrocchiale e sostenuta da un monsignore. Cita uno spettacolo molto triste, Il convegno dei morti, che trattava di storie di guerra, forse scritto dal giornalista Valerio Grana. Un altro dramma, Resurrezione, fu composto da Emanuele Gualano, militante di sinistra di origini anarchiche, ed era un testo politico, ma in forma larvata: i protagonisti erano Albore e Aurora. Fu recitato sotto il fascismo con notevole affluenza di pubblico.

  • Durata 05:14
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Si parla del dramma Resurrezione di Emanuele Gualano, recitato durante il periodo fascista. La resurrezione era il socialismo che doveva arrivare. Emanuele Gualano fu perseguitato e confinato politico. Tornato dal confino aprì un chiosco di gelati, sempre controllato dai fascisti. Poi passò dai comunisti al partito socialdemocratico, saragattiano. Vestiva sempre con uno scialle nero, all’anarchica. Si racconta poi di Giovanni Mascolo, bracciante, autore di numerose poesie. Confinato anche lui come Gualano. Raccontano delle schedature politiche durante il fascismo: Gualano era l’unico schedato come "pericoloso politico".

  • Durata 08:40
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Emanuele Gualano guidò, nel 1919, l’invasione dei terreni liberi demaniali e la raccolta abusiva delle olive sui terreni di alcuni proprietari locali. Era seguito da un'ampia fascia di popolazione, la gente dopo la guerra era affamata. Il giorno stabilito si radunarono tutti in una campagna. Il segno prestabilito era il suono della tromba, il corno. E la folla si recò, guidata da Gualano, per diversi giorni in vari oliveti a raccogliere le olive. Il primo anno tutto proseguì senza incidenti, mentre l’anno successivo ci fu un morto, tra i lavoratori, negli scontri che seguirono una di queste occupazioni. Da quell’anno il fascismo impose il suo potere. Gualano fu inviato al confino. Al suo rientro in paese, nel tentativo di ucciderlo, i fascisti spararono, scambiandolo per Gualano, a un lavoratore che usciva dalla casa del popolo.

  • Durata 05:45
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Quando era il Primo Maggio, durante il fascismo, venivano arrestati giorni prima tutti gli antifascisti. Ma il giorno della festa, ogni anno, si trovava sempre una bandiera rossa in cima alle colline di Montevergine, a San Giuseppe.

  • Durata 00:40
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Trippetta racconta le modalità di corteggiamento con la donna che sarebbe diventata sua moglie: le lunghe attese nei pressi dell’abitazione sperando che uscisse e l’episodio nel quale lui, all’insaputa dei genitori di lei, irruppe nell’abitazione e le stracciò il vestito per poi scappare. I genitori nei giorni successivi lo fecero cercare e gli fu anche sparato contro. Cosimicchio racconta che questo rientrava negli usi locali. Un giovane che voleva sposare una ragazza, se fosse riuscito a entrare in casa e rubarle un pettine o un fazzoletto o solo dimostrare che l’aveva toccata, sarebbe stato costretto, di conseguenza, a sposarla per non disonorarla. Un proverbio locale recita "Ha messo un piede oltre la porta e la sposa ti tocca". L’altro uso era quello di scappare con la fidanzata per obbligare i genitori a concedere il matrimonio. Le uniche occasioni per incontrarsi con le signorine erano le feste da ballo e Cosimicchio e Trippetta, suonatori, avevano così l’occasione di incontrare molte ragazze. Trippetta racconta alcuni aneddoti legati alle feste da ballo; tra gli altri il rifiuto, da parte dei genitori della ragazza, di farla ballare con lui.

  • Durata 05:45
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Sala da barba di Francesco Solimando. Ciro Michele Meola racconta quando, dopo la guerra, si ballava solo la tarantella. Il maestro di ballo diceva per esempio: "sei e una sette l’omo abballa e a femmina s’assetta". Si ricorda un aneddoto: il maestro porge il fazzoletto a un giovane permettendogli così di ballare con l’amata e viene aggredito dal genitore per lo sgarbo commesso.

  • Durata 01:50
  • Data Domenica, 20 Marzo 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: voce; Giuseppe Russo (Trippetta) nato nel 1910, muratore: voce; Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce; Ciro Michele Meola, nato nel 1916, impiegato comunale: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. Con Raffaele Mascolo si sfogliano giornali socialisti dell’epoca e si commentano alcuni avvenimenti di storia sociale e politica locale. L’importanza della festa del Primo Maggio a San Nicandro. La Lega socialista fu tra le prime costituite della provincia. Il Primo Maggio sulla collina di Montevergine si riunivano i socialisti mentre in altra località si riunivano i liberali moderati. La mattina in paese c’era la parte sindacale, nel pomeriggio si andava, come in una scampagnata, a Montevergine. Tradizione rimasta viva fino agli anni ’60. C’era un militante, tale Bonfitto, che quel giorno si vestiva di rosso; improvvisava anche dei versi in dialetto, spesso proprio sul tema del Primo Maggio. Fu composta, dal padre di Raffaele, Giovanni, anche una canzone sui gravi fatti del Primo Maggio 1919. Giovanni era bracciante analfabeta e imparò a scrivere parole e musica al confino di polizia. Compose anche un adattamento del canto Vieni o Maggio, originariamente sull’aria del Nabucco, che ancora si canta allo stesso modo in paese. Poi, sotto il fascismo, si disperse questa tradizione. Segni di resistenza ci furono ancora per qualche anno: le bandiere rosse che si trovavano la mattina del Primo Maggio sulla cima di Montevergine, le scritte sui muri in paese. Poi andarono al confino sia Mascolo che Gualano, leader antifascisti del paese, e rimasero solo alcune iniziative clandestine.

  • Durata 08:25
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. Mascolo parla del leader anarchico Emanuele Gualano e delle occupazioni delle terre da lui guidate nel 1919-20. Era un uomo coraggioso, i fascisti gli incendiarono la casa e spararono contro di lui e la moglie. San Nicandro aveva un’affinità politica con Cerignola. La vena anarchica del movimento si distingueva da San Severo dove primeggiavano più i socialisti. Già nel 1873 a San Nicandro c’era una federazione anarchica (con Cagnano Varano e Carpino). A Cagnano c’era una personalità anarchica di spicco come Carmelo Palladino, che aveva rapporti epistolari con Malatesta ed anche con Engels. Mascolo non esclude un nesso tra tradizione anarchica e brigantaggio (come movimento politico di contadini e braccianti). Il passaggio da una forma di lotta all’altra secondo Mascolo è evidente.
    A Cerignola, in parallelo, ci fu l’anarcosindacalismo di Giuseppe Di Vittorio. Questi leader infondevano nella popolazione principi politici ed educativi, un processo unico nella cultura popolare. Un’altra grande personalità politica fu Domenico Fioritto, poi segretario del PSI nei primi anni ’20. Mascolo prosegue nel confronto tra la tradizione socialista di San Severo e quella anarchica di San Nicandro e Cerignola, nel periodo delle prime amministrazioni rosse in Capitanata dal 1914 in poi.

  • Durata 13:33
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. Mascolo descrive le modalità organizzative e simboliche delle occupazioni delle terre negli anni che precedettero il fascismo. La notte stabilita girava per il paese il trombettiere con un corno, di quelli pastorali. Questo era il richiamo per la massa a mettersi in cammino, dopo l’adunata in un luogo del paese chiamato i pozzi, per poi dirigersi verso i terreni accompagnati sempre dal suono del corno. Si tornava con i tronchi e i rami d’albero, con donne e bambini come in una festa popolare. Come per il Primo Maggio, si cantavano anche canti popolari in dialetto. Scene così si sono ripetute nel 1956, con migliaia di contadini sulle terre dell’istmo del lago di Lesina.

  • Durata 04:05
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. mascolo racconta del testo scritto dal padre Giovanni: Il cafone all’inferno, ripreso nel libro di Tommaso Fiore (Il cafone all'inferno, Torino, Einaudi, 1955). Mostra alcuni manoscritti del padre sulle condizioni dei lavoratori nelle masserie. Il padre rimase orfano a soli dieci anni e fu costretto quindi ad andare a lavorare in questi "inferni". Sfogliando le pagine del libro parla della lotta per introdurre il chinino di stato e consentire di battere la malaria imperante nelle campagne. Dice di essere intenzionato a scrivere qualcosa prendendo spunto dai testi del padre o raccogliendoli. In alcune pagine si descrive tutta la gerarchia a cui erano soggetti i braccianti. In altre pagine la descrizione del primo sciopero per l’abolizione del lavoro notturno. Sono citati i nomi di molte masserie.

  • Durata 13:30
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. Mascolo legge alcune pagine dai manoscritti del padre Giovanni: il primo sciopero per l’abolizione del lavoro notturno, come fu organizzato, i "segni convenzionali" ripresi dalla simbologia cristiana, come i carbonari, intorno a cui organizzare momenti di lotta collettiva. Appena il sole tramontava, quando il curatolo si accendeva il sigaro bisognava cominciare la lotta. In un’altra masseria il segno era "lisciarsi i baffi", in un’altra il sottocuratolo (che faceva parte della Lega) faceva finta di levarsi il cappello e grattarsi la testa… "su leviam alta la fronte o curvati del lavoro, già sul culmine del monte ci saluta e se ne va". La lotta partiva, sospendendo immediatamente il lavoro, e i padroni non riuscivano ad individuare chi la provocava.
    Legge altre pagine dove si descrive un secondo sciopero, l’abolizione del pane nero e dei pesi e misure antiche, la lotta per la salute e l’igiene nelle masserie. Alberto Vasciaveo legge altre pagine: un altro sciopero fu fatto per imporre l’orario di lavoro e comprare una sveglia. I militanti comprarono la sveglia la portarono in masseria sotto il ritratto di Karl Marx. Forme primordiali di lotta, ma efficaci. I manoscritti di Mascolo sono distribuiti su quattro quaderni, più fogli vari. Musiche, testi di economia e qualche dramma, poesie sul Gargano. Giovanni Rinaldi dialoga con Raffaele Mascolo sull’opportunità di una pubblicazione che raccolga gli scritti del padre. I quattro quaderni hanno per titoli: "Lotte agricole in Puglia", "Puglia agricola com’è", "La lotta tra lavoratori e agricoltori""La grande illusione della svolta storica". I primi tre quaderni vanno dal 1901 al 1910-12.

  • Durata 10:51
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. Giovanni Rinaldi e Raffaele Mascolo dialogano sul tipo di ricerca svolta e da svolgere tenendo conto di materiali autobiografici sul modello dei manoscritti del padre di Raffaele, Giovanni. Mascolo parla di Domenico Fioritto, figura originale, socialista borghese, fondatore di numerosissime Leghe contadine in tutto il Gargano. Parla del ritardo storiografico sull’analisi dei primi anni del ‘900 nel territorio provinciale. Si domanda come si possa fare politica senza una riflessione storica. Mascolo parla dell’importanza dei moti contadini alla fine dell’800 in Capitanata (dal Gargano al Subappennino), ancora poco conosciuti e indagati, delle Società Operaie, circa quaranta nella provincia, del movimento radicale a Cerignola; cita un giornale radicale di Cerignola L’amico dell’operaio (1886); racconta dello scontro politico a Cerignola tra Pavoncelli e la Salandra.

  • Durata 10:40
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. Si riprende dalla descrizione del canto del Primo Maggio di Pietro Gori, rimusicato dal padre di Raffaele, Giovanni, partendo dall’originale sull’aria del Nabucco. Parla della difficoltà, nel lavoro di ricostruzione storiografica, dell'utilizzo delle testimonianze orali, secondo lui poco attendibili. A suo giudizio negli anziani rimane sempre un po’ di leggenda nel raccontare fatti e aneddoti, mentre chi fa storia deve attingere a documenti "inconfutabili".

  • Durata 02:40
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. Mascolo parla della tradizione teatrale locale del ditt. Cita Michele Vocino, che ne ha parlato in alcuni suoi scritti. I ricercatori poi dialogano con Mascolo sull’importanza di tutte le fonti e su quanto sta emergendo da queste nuove ricerche, più attente a materiali disparati e non scritti, citando esempi di lavori svolti in altre località.

  • Durata 07:32
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Raffaele Mascolo. Mascolo parla dei testi manoscritti del padre, Giovanni, e dell'intenzione di pubblicarli, per la loro composizione, con note e sulla base di tematiche coerenti. Parla del partito comunista sotto il fascismo, dell’attività svolta anche in clandestinità fino al ’30, per poi scemare fino alla Guerra. Cita Emanuele Gualano che, sotto il fascismo, si manteneva con un chiosco dei gelati. Il suo passaggio dall’anarchismo alla socialdemocrazia. Gualano scontò il confino a Perignano, Ponza e Ustica. Al confino conobbe i fratelli Rosselli.

  • Durata 04:45
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Raffaele Mascolo, nato nel 1925, dottore veterinario, insegnante, deputato PCI (dal 1968 al 1972), autore di saggi storico-politici: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. La banda rossa (socialisti) e la banda dei Gialloni (democratici/moderati). Episodio del 1909 in occasione del Primo Maggio, quando i socialisti andavano a fare festa sulla collina di Montevergine, come tradizione, con musica, canti e baldoria, la riempivano di bandiere rosse. Al tramonto si rientrava in paese con la banda verso la casa del popolo. I due cortei (socialisti e gialloni) si incontrarono in un punto stretto e cominciarono a provocarsi l’un l’altro. Finì con botte e scontri. Antonio Gravina dice di essere nato proprio quel giorno. Fu composta anche una canzone su quei fatti, da Emanuele Gualano.

  • Durata 04:42
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante; Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Con l'avvento del fascismo San Nicandro divenne un luogo altamente simbolico in quanto terra natale di Domenico Fioritto, leader socialista locale e nazionale. Nel 1922 ci fu una riunione alla casa del popolo, alla Lega. I fascisti volevano uccidere Emanuele Gualano. I carabinieri bloccarono le vie intorno e aspettarono l’uscita dei lavoratori dalla riunione. Sbagliando persona, confondendola con Gualano, spararono e uccisero Matteo Iannone, che somigliava a Galuano per statura nel modo di vestire.

  • Durata 05:35
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante; Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Giuseppe Russo (Trippetta) racconta un episodio riguardante Emanuele Gualano del 1918: secondo una antica legge demaniale i cittadini potevano raccogliere le olive su alcuni terreni vicini al paese fino al primo giorno di novembre, oltre non era più possibile. Gualano invitò la popolazione ad andare in massa a raccogliere le olive anche dopo questa data: si riunirono migliaia di persone con quell'intenzione. Zincone, con centinaia di fuochi, e Gualano alla testa. Arrivano degli squadroni di carabinieri. Gualano salì su un monticello di rocce e gridò ai carabinieri: "ve ne potete andare, perché questo è il nostro pane!". Allora non esisteva, per i più poveri, nemmeno il pane. A casa di Trippetta il pane non si vedeva mai, anche durante il fascismo: racconta che una volta, con degli amici, camminarono per quattro giorni per trovare lavoro e non avevano con sé nemmeno un po' di pane. Arrivarono fino a Torremaggiore dove trovarono un agricoltore che li fece lavorare. Solo con le lotte dei comunisti si è arrivati almeno "a campare".

  • Durata 03:50
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Trippetta racconta che lostesso episodiodella raccolta abusiva delle olive fu ripetuto l’anno successivo, nel 1919, ma i carabinieri intervennero duramente uccidendo un lavoratore. Trippetta era allora un bambino di 9 anni. Con la sua sacchetta piena di olive, che mai avrebbe abbandonato, scappò per non farsi prendere attraverso sentieri poco conosciuti, fino in paese. Per portare poche olive a casa. Non c’era coscienza, si era ignoranti. La mattina all’alba si andava a lavorare e si smetteva solo al calar del sole. E la notte si era aggrediti da pulci e cimici. Trippetta ricorda di aver lavorato sempre insieme ad Antonio Gravina, ma loro due si facevano rispettare. Non c’era pietà per gli operai.

  • Durata 03:40
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante; Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Gravina racconta che nelle cafonerie facevano recitare il rosario prima di dormire. Lo recitavano gli anziani, mentre i giovani avevamo sempre con loro chitarra e mandolino. La moglie di Gravina ricorda che si dicevano certe barzellette. Anche se c’era miseria, per i giovani era come se non ci fosse e trovavano il modo di reagire divertendosi e cantando. Trippetta ricorda quando lavorava, da ragazzo, da don Carlo Zaccagnino. Il padrone chiamava Giuseppe Russo "Nerone" per via della pelle scura. Il suo divertimento era mettersi lì sul balcone, con una sigaretta (le Macedonia), davanti a quaranta, cinquanta operai. Faceva chiamare Nerone e gli diceva di mettersi con gli altri. Gettava la sigaretta dal balcone, sul gruppo di uomini e si divertiva a vederli accapigliarsi per conquistarla. Una volta Trippetta era con un suo amico, discosti dal gruppo, con una chitarra, e Zaccagnino gli gridò di buttarsi nella mischia e buttò un pacchetto intero. Il pacchetto cadde sul capo di un operaio e finì tra le mani di Trippetta. Zaccagnino gridò "No, tavolo e gioco!", cioè non vale: il pacchetto se lo dovevano guadagnare lottando. E lo riportarono indietro. Come se non bastasse il padrone continuò chiedendo a Nerone di cantare una canzone e lui, stanchissimo, cantò Don Carluccio martellucc.

  • Durata 04:11
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante; Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Trippetta ricorda quando lavorava in masseria. Il padrone, don Carlo Zaccagnino, chiese a Nerone di cantare una canzone e lui, stanchissimo per il lavoro, cantò, anche per provocazione, Don Carluccio martellucc. Trippetta ne recita i versi: "Ij songh don Carlucce Martellucce/ e v’aggia dice ca songh u prime ciucce// Na matina pe na cantate e galle/ è menute na signurina e m’ha squacciat’u call...". Zaccagnino sbottò: "Licenziato! Via via!", e dal guardiano lo fece accompagnare fuori dal recinto della masseria, di notte. Poi lo rincorse un altro operaio e gli disse che poteva tornare. Tutte le sere doveva dargli soddisfazione, ora col "gioco" della sigaretta ora cantando, prima ancora che avesse finito di mangiare quel poco che c’era.

  • Durata 02:02
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante; Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. La sera nelle masserie non si dormiva quasi. Gravina racconta che loro giovani si mettevano un po’ da parte dai vecchi per potersi divertire. Si facevano macchiette, cantavano canzoni. Trippetta ricorda una poesia di quando aveva quindici anni: Omicida, scritta da Salvatore Di Giacomo (Napoli 1860-1934), poeta, drammaturgo e saggista. Allora Trippetta era analfabeta e la imparò solo ascoltandola. Imparò a leggere e scrivere da solo, a diciotto anni, senza essere mai andato a scuola. Il suo cervello era un registratore. Trippetta recita la poesia Omicida.

  • Durata 07:05
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Trippetta declama una poesia in napoletano, scritta da E. A. Mario, nome d'arte di Giovanni Ermete Gaeta (1884 – 1961), poeta e paroliere.

  • Durata 01:10
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Russo (Trippetta), noto nel 1910, muratore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Giuseppe Russo (Trippetta) racconta aneddoti della sua giovinezza, trascorsi assieme all’amico Antonio. Erano analfabeti ma si chiedevano continuamente come fare a cambiare la loro vita. Ricorda quando andavano a mietere, la fatica del lavoro bracciantile. Gravina ricorda un episodio durante la pungèim (estirpazione di erbe dannose nel campo di grano). Arrivava un acquazzone e il caporale non voleva sospendere il lavoro. I due amici si allontanarono comunque, a piedi, da Rignano a San Nicandro, pur di non subire l’umiliazione. La moglie di Antonio commenta: "ricordi tristi ma anche belli", perché allora si cantava e rideva, anche se il lavoro era duro. Si era allegri perché ignoranti, oggi si è meno allegri perché si comprendono i problemi: "così è fatto il mondo. Noi non sapevamo il male da dove veniva, chi lo faceva". Poi si parla dell’attualità, del governo democristiano insensibile ai problemi del Paese.

  • Durata 04:15
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante; Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Gravina canta Vieni o Maggio scritta da Pietro Gori, nell’adattamento musicale di Giovanni Mascolo fatto sull’originale aria del Nabucco di Verdi.

  • Durata 01:21
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Gravina dice che questo canto è l’inno di San Nicandro Garganico. Negli altri paesi lo cantavano, ma sull’aria del Nabucco, che Giovanni Mascolo adattò, in modo che tutti potessero cantarla. E a sentirla cantata da migliaia di persone, emozionava. Tra le canzoni di lotta più cantate: "Bandiera rossa" e "Su fratelli e su compagni" (Inno dei lavoratori), "Uscite pezzenti dalle umide tane" (Inno dei pezzenti). Di quest’ultima Gravina intona alcuni versi.

  • Durata 02:56
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Gravina canta la prima strofa di Uscite pezzenti dalle umide tane (Inno dei pezzenti), da una poesia di Carlo Monticelli, poeta e drammaturgo, primo segretario della Camera del Lavoro di Venezia, nel 1881 circa. Ricorda poi che cantava tanti canti anarchici, ripresi da un canzoniere a stampa.

  • Durata 01:18
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Gravina canta alcune strofe di Schiavo secolar paria del servaggio meglio conosciuta col titolo Sorgiamo. Il testo di questo canto appare in molti canzonieri di inizio del XX secolo e viene pubblicato per la prima volta nel 1903 ne Il canzoniere dei ribelli, tipografia della "Cronaca Sovversiva", Barre, Vermont (USA).

  • Durata 01:14
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    l'Inno della Rivoluzione. Noto anche con il titolo La Rivolta, viene erroneamente fatto risalire agli anni della rivoluzione russa, tra il 1917 e il 1921; in realtà il testo appare già nel “Canzoniere dei Ribelli” stampato in lingua italiana a Barre, nel Vermont (senza data ma probabilmente del 1905) dalla tipografia della "Cronaca Sovversiva", è quindi plausibile una datazione alla fine dell'Ottocento.

  • Durata 00:52
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante; Maria, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Gravina canta l’ultima e la penultima strofa di Amore ribelle (testo di Pietro Gori sull’aria de L’inno nichilista, 1895).

  • Durata 00:31
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese) n. 1909, bracciante; Maria, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Antonio Gravina. Gravina e la moglie parlano di vari esecutori di canti politici a San Nicandro. Ricordano Daniele Bonfitto, autore e improvvisatore di poesie in dialetto, che al Primo Maggio vestiva tutto di rosso.

  • Durata 02:00
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina (Rignanese), nato nel 1909, bracciante; Giuseppe Russo (Trippetta), nato nel 1910, muratore, moglie di Antonio Gravina: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Nardella dice di possedere un nastro su cui è registrato un intero ditt. Lo declamò in campagna, in località San Giuseppe. Nardella, mostrando un suo testo manoscritto, parla della tradizione dei ditt, le rappresentazioni teatrali tradizionali di carnevale. Racconta che nel 1912 assistette, a San Severo, al dittU zingare e u pezzent. Descrive le condizioni degli zingari, in quel tempo molto simili ai pezzenti. Nel testo si dimostrava che allora era il pezzente a stare un po’ meglio dello zingaro. Nardella, ancora ragazzo, partecipò a numerose repliche tanto da impararne a memoria il testo. I due protagonisti litigavano tra loro. Il terzo personaggio era una donna. nardella sostiene di non ricordare i modi della recitazione per ogni personaggio, ma che proverà a leggere il testo ugualmente esprimendosi al meglio.

  • Durata 04:20
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Nardella legge il suo testo manoscritto U zingare e u pezzent:
    Vi riverisco cari miei signori, gente di questa strada e cittadini, mettetevi tutti quanti in paragone, ognuno al suo… si avvicina, venite uomini di ogni condizione, venite ascoltare questa... fine, vedete chi è state… tra u zingare e u pezzente
    L’introduzione serve a presentare i protagonisti, invitati ad entrare in scena. Dopo l’introduzione in italiano il testo prosegue in dialetto misto a termini in un italiano aulico. La prima scena vede il pezzente corteggiare la donna, Rosa, che lo rifiuta sprezzante. Lui risponde che con la sua sacchetta riesce a vivere. Se chiederà un’offerta ai presenti ognuno darà un soldo per il pane, se girerà per le cantine riceverà del vino. Rosa risponde che non ha bisogno né di pane né di vino e che non si sporcherà le mani a fargli da moglie. La seconda scena vede il corteggiamento dello zingaro. Rosa si domanda chi dei due amanti dovrà preferire. Dice che forse è da preferire il pezzente, meglio vestito e al quale mai mancherà la carità, mentre lo zingaro sembra essere un malandrino e non vuol correre rischi. I due contendenti ora si fronteggiano criticando la condizione dell’altro e provocandosi a vicenda. Arrivano quasi alle mani. Arriva a dividerli e a mettere pace un uomo dotto, don Matteo. Il pezzente chiede nuovamente la mano di Rosa. Rosa impressionata dalle belle parole del pezzente chiama il dottore per essere aiutata nella decisione. Lo zingaro interviene sparlando del pezzente e maledicendo la possibile unione. Il dottore ferma lo zingaro dando la sua preferenza al pezzente. Lo zingaro reagisce in malo modo, ma il dottore non si lascia spaventare. Lo zingaro, battuto, chiede di poter andar via dopo aver ricevuto qualcosa in cambio "salsicce maccheroni…". Il pezzente, soddisfatto, bacia Rosa e termina la commedia. Poi seguiva la quadriglia, che poteva durare pure qualche ora, e si ballava.

  • Durata 10:36
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Nardella descrive i costumi: lo zingaro vestiva da calderaio, così come si usava in quei tempi, quando questo era il loro lavoro principale. Ricorda che venivano vicino al paese, "riuniti in tribù" con le loro tende e riparavano caldaie, pentole in rame. Avevano con loro delle piccole fucine da fabbro per forgiare attrezzi in metallo (così come viene ricordato nel testo del ditt). La donna vestiva da campagnola, con la gonnella, simile al costume della pacchiana. Nardella andò a San Severo con Domenico Malizia, Nicola Rago e altri, ma solo lui riuscì a imparare il testo tutto a memoria. Altri titoli di ditt elencati: Il calzolaio e il negozianteIl giovane celibe e l’ammogliato. Diversi poeti analfabeti del paese ne inventavano proprio di originali, per poi metterli in scena a carnevale, nelle case o anche nelle strade.

  • Durata 02:20
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Nardella racconta di essere andato a a San Severo con Domenico Malizia, Nicola Rago e altri, ma solo lui riuscì a imparare integralmente il testo de Lo zingaro e il pezzente, dice pure di non averlo mai recitatoDiversi poeti analfabeti del paese inventavano ditt originali, per poi metterli in scena a carnevale, nelle case o anche nelle strade. Rocco Cristino era uno di questi poeti; c'era Angelo Russo, il fornaio, che da piccolo recitava la parte dell’angioletto. Un altro era Barbanera, che non faceva testi paesani, ma di diversa ispirazione, come Il conte di Montecristo. Uno dei temi dei contrasti era l’uomo che non riuscendo ad ottenere l’amore della donna amata vendeva l’anima al demonio, Caronte. Il demonio era vestito di pelle, con le catene tra le mani, famelico. Allora usciva l’angelo che lo fermava. Ogni carnevale si alternavano da una a tre compagnie. Nardella ricorda un altro poeta analfabeta che inventava versi in ottava rima, in dialetto: era pastore, durante il tempo del lavoro si concentrava sulla costruzione il testo, poi a Natale organizzava la compagnia e distribuiva le parti. Altro personaggio costante era la vecchia che filava, che svolgeva il ruolo di "ruffiana" tra i fidanzati. Nardella recita alcuni versi del personaggio della vecchia. Naturalmente i ruoli femminili erano sempre interpretati da uomini.

  • Durata 12:35
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Antonio Gravina sollecita Nardella a ricordare le parole del canto anarchico di cui lui ricorda solo alcune parole Uscite pezzenti dalle umide tane. Nardella ne declama alcune strofe. Ricorda anche un’altra strofa che iniziava: Son nostri i palagi superbi e dorati”. Nardella possedeva diversi libretti e canzonieri, distrutti però sotto il fascismo.

  • Durata 02:24
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore; Antonio Gravina (Rignanese): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Quando recitavano i ditt all’aperto, lo facevano di giorno, e il pubblico, liberamente, si disponeva intorno. Quando invece si svolgevano nelle case si facevano gli inviti: gli invitati, raccogliendo denaro a gruppi, facevano i complimenti agli attori (tipicamente offerte di prodotti gastronomici). Nardella dice di aver imparato a memoria circa cinquanta parti da giovane. Il costume della pacchiana era il vestito d’occasione che ancora si indossava fino agli ultimi anni dell’800, prima di cadere in disuso. Dal secondo dopoguerra è stato ripreso come costume tradizionale del periodo di carnevale o in occasioni particolari come la cerimonia di fidanzamento. Il costume del pastore’ era in uso quotidiano fino alla prima guerra mondiale. Le strisce di colore sul vestito della Pacchiana indicavano il livello della dote della giovane (la fascia celeste rappresentava una dote di cento ducati, quindi due fasce duecento ducati, ecc.). Chi aveva una dote di migliaia di ducati indossava la gonnella col bordo di oro.

  • Durata 09:00
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. A San Nicandro erano quasi tutti pastori, pochi contadini, pochissimi gli artigiani. C’era più di un centinaio di caprai. Molti ricchi proprietari avevano parte dei loro terreni dedicati al pascolo, possedendo capre, pecore e vacche. Un po’ di storia di San Nicandro Garganico, liberamente interpretata da Nardella, dall’originale collocazione insediativa più a valle fino all’attuale collocazione, più in alto (per difendersi da possibili aggressioni), nel nucleo della "Terra vecchia".

  • Durata 07:41
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore; Antonio Gravina (Rignanese): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Nardella racconta la storia del lago di Lesina e della possibilità per i pescatori di lavorare in spazi demaniali, a partire dal 1400 e dagli Angioini che ottennero, con Margherita di Durazzo, il contado di Lesina, attraversando i secoli fino al socialismo con Domenico Fioritto, nel 1908, quando fu data facoltà ai pescatori di poterci lavorare. Sostiene che ancora lo si fa arbitrariamente perché è ancora aperta la causa sulla proprietà, tra proprietari storici, Comune di Lesina e Comune di San Nicandro.

  • Durata 05:45
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Nardella racconta di quando faceva il pescatore e poi il contadino con una piccola vigna. Si pescava a "ciurme", in cinque o sei pescatori con le paranze e le reti. Il prodotto poi si vendeva e si facevano i conti settimanalmente. Era meglio fare il pescatore che il bracciante. Nelle masserie c’era la schiavitù. Il pescatore guadagnava di più ed era libero. Nelle masserie i padroni si permettevano di bastonare i lavoratori. I primi sindacati faticavano a difendere i lavoratori non avendo la legge dalla loro parte. Spesso si facevano dei contratti settimanali e il giorno di paga il padrone non riconosceva il pattuito.

  • Durata 04:48
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Nardella racconta di quando faceva il pescatore. La pesca è comandata dal vento, quando non soffia non si pesca. In autunno si pescava molto, soprattutto anguille. Si pescava anche di notte, con le reti, con i mattovelli, alla luce delle lampare. Tra il mare e la laguna i pescatori di San Nicandro, circa duecento, e quelli di Lesina, circa cinquecento, avevano delle capanne. In primavera si pescavano le pantanìne, in autunno le marètiche, quando era freddo si pescava il pesce. Proprio nelle sere burrascose il pescatore deve uscire, di notte, a pescare. Col movimento dell’acqua e il torbido della fanghiglia i pesci e le anguille finiscono più facilmente nelle reti e nelle trappole.

  • Durata 05:27
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Giovanni Nardella. Nardella e la moglie parlano dei rapporti tra fidanzati e del pegno d’amore: bastava che il giovane riuscisse a sottrarre un fazzoletto dalla casa della giovane e da quel gesto scaturiva l’obbligo di matrimonio altrimenti la ragazza non avrebbe più trovato marito.

  • Durata 02:28
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Nardella, nato nel 1897, pescatore; moglie di Nardella: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Tradizioni di carnevale e storia del ditt. L’ultima notte di carnevale tutti i pastori suonavano i campanacci gridando: "E’ morto Carnevale!". Si descrive la tavola dei prodotti tipici nel periodo carnevalesco. Per le strade del paese il giro rituale della coppia del Pastore e della Pacchiana. Le montagnole: donne (giovani e vecchie) che giravano in gruppi danzanti. Una delle donne descrive il costume tradizionale. Parlano poi della coralità nel mettersi in maschera giovani e vecchi del paese e della tarantella come danza principale.

  • Durata 08:20
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Russo parla dei poeti improvvisatori, contadini che all’impronta parlavano in versi. Ricorda qualche frammento in versi di un poeta ateo che così rispose alla moglie che lo pregava, in punto di morte, di confessarsi: "Oh Dio se tu ci stai/ i falli miei tu sai/ cosa vuol dir il mio segreto/ a un corvo nero impostore/ che vive senza affanni e senza lavoro// Perdona me perdona lui/ se peccator puoi dir che so’ stato io". Ricorda alcuni tipi di contrasto alla base dei ditt più antichi. Recita una strofa di apertura di Pulcinella: "E voi gentili signori…". Le donne descrivono alcune mascherateche ancora si svolgono durante il carnevale, ricordano la canzone: Noi siamo le zingarelle venute da lontano. Ricordano anche alcune maschere del carnevale tradizionale (Pastore, Pacchiana, la vecchia, le zingarelle, le montagnole) rispetto alla varietà delle nuove maschere che girano in paese.

  • Durata 12:43
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Russo descrive il Pulcinella che faceva da annunciatore nei ditt e ogni tanto interveniva con poche parole durante la rappresentazione. Ricorda uno dei ditt in cui lui recitava la parte dell’angioletto, lo svolgimento della trama: una signorina, Annunziata, doveva decidere tra sposare un massaro o un falegname. Poi c’era il demonio che contrastava il matrimonio. L’intervento dell’angelo (il piccolo Angelo Russo) metteva a tacere il demonio. L’angioletto indossava ali ed elmo, quasi a voler rappresentare la figura di San Michele Arcangelo. Ricorda alcuni versi del contrasto tra demonio e angelo. Queste erano figure costanti nei ditt, mentre variavano i protagonisti del contrasto principale. Nei contrasti si evidenziavano anche le peculiarità di ogni mestiere, mettendo in evidenza quello che dava più soddisfazioni o guadagno. Tra il falegname e il massaro, il contrasto indicava il secondo quale miglior partito.

  • Durata 03:54
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Angelo Russo ricorda i preparativi per il ditt, che duravano quindici-venti giorni, per imparare le parti sotto la dettatura del poeta/regista. Qualche volta si recitava in strada di fronte al carcere, così i carcerati dalle finestre potevano assistere. Il testo recitato poteva essere talvolta interrotto da una canzone, mentre al termine si chiudeva sempre cantando. La moglie di Angelo accenna una canzone: Che fai bello pastore/ che fai così soletto.

  • Durata 01:47
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. La moglie di Angelo accenna una canzone: Che fai bello pastore/ che fai così sul letto, che si cantava durante o al termine dei ditt.

  • Durata 01:14
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Molti ditt avevano il copione scritto e le parti separate per ogni attore. Gli informatori dicono che è difficile trovare ancora qualche testo scritto, sono troppi anni che non vengono più recitati. Angelo comincia a parlare della sua vita, dal soprannome Angelo il fornaio, al rispetto di cui gode presso tutto il paese: "stimo l’umanità". Da giovane ha lavorato come bracciante, cafoncello, presso le campagne di San Severo, Foggia. Ha undici figli. Dal 1920 divenne fornaio. Ha anche fatto tanti altri lavori: "solo uno no: non ho mai rubato". In campagna si lavorava dall’alba al tramonto. Poi il progresso ha portato la giornata di lavoro a sette ore. Russo interloquisce con la moglie sul lavoro del forno e le differenze tra passato presente: prima il pane non si buttava mai e si mangiava anche quando era diventato duro, oggi i clienti non lo vogliono, appena qualche ora dopo l’infornata. Racconta alcuni episodi legati alla chiesa locale. Dice che il prete è bugiardo, perché fa credere in quello che non esiste. Dice che Gesù Cristo dev’essere pazzo: al nord pioggia e alluvioni e nel sud al contrario siccità e fame. Russo infine ricorda il poeta ateo e le sue parole in punto di morte, Angelo Melchionda era un altro di questi poeti.

  • Durata 12:44
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Le altre feste calendariali. A Pasqua in campagna si cantava. Poi c’erano i canti all’altalena, i 'ndrandele (dal movimento dell’altalena legata a un albero (cfr. Fondo De Carolis, Carpino e San Nicandro, e le varianti di Biccari, dette Nzammaruchele): canti a distesa eseguiti con due voci, dove la prima enuncia il verso e la seconda risponde. Si eseguivano anche sull’ingresso delle case, l’altalena entrava e usciva dalla porta, e si cantava.

  • Durata 02:13
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Il suo costume da Angelo glielo confezionò Salvatore Meola (padre di Ciro Michele), un sarto. Si andava già in costume a recitare nella casa prescelta. Non c’era scena né altro, ma non mancava il suggeritore. Gli attori erano tutti uomini: tempo addietro gli uomini stavano con gli uomini e le donne con le donne, così pure i pastori tra stavano tra loro, i cafoni e gli artigiani anche, i professionisti lo stesso. Oggi invece c'è promiscuità, ed è meglio: il medico ora saluta per primo, un tempo invece avrebbe preteso il saluto.

  • Durata 04:39
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Russo racconta del padre che nel 1900 fu tra i primi ad iscriversi alla sezione socialista. Era per il progresso dei popoli, perché la schiavitù era insostenibile. Allora si mandavano i bambini a lavorare in masseria a dieci o undici anni. Erano anche in cinquanta, i ragazzi, intorno a una fornace di paglia a cuocere solo un po’ di pane, con un po’ di cicoria. Da allora a oggi la differenza è dovuta al progresso dei popoli, al socialismo. Prima si mangiava carne cinque o sei volte all’anno, si camminava scalzi, macilenti. Oggi i bambini mangiano meglio, prima miseria e botte. Russo dice di aver letto un po’ di marxismo, mentre il padre era analfabeta. Di essere diventato comunista nel 1921. Racconta di aver rifiutato di cambiare tessera politica per avere un terreno in cambio; di aver subito tredici arresti. Ogni Primo Maggio veniva arrestato per quattro giorni. Racconta alcuni episodi di contrasti violenti con i fascisti, ricorda un incontro nel 1924 a Napoli in via Chiaia, con Allegato di San Severo e Antonio Bonito di Cerignola. Conobbe anche Di Vittorio.

  • Durata 10:08
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Il Primo Maggio a San Nicandro, la scampagnata nel pomeriggio sulla collina di Montevergine e i canti. Si cantava tutto, canti politici e d’amore. In paese c’era la musica rossa (la banda dei socialisti, vestiti alla garibaldina) e la musica bianca (la banda dei liberali, i gialloni). Russo ricorda le origini della festa e i martiri di Chicago.

  • Durata 03:13
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Durata 00:55
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, n. 1894, fornaio: voce, Maria Russo, moglie di Angelo: voce, Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Angelo Russo. Angelo racconta episodi della vita da militare, quando venne identificato come ateo dal cappellano della caserma e trattato da sovversivo per le sue idee. Un episodio lo fece apprezzare: trovò nelle campagne vicine alla caserma una vacca e la portò dentro. Così potette fornire per diversi mesi il latte fresco ai superiori. Condannato per diserzione e poi amnistiato nel 1919, ha ricevuto però anche una medaglia al valor militare.

  • Durata 11:05
  • Data Venerdì, 27 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Russo, nato nel 1894, fornaio; Maria Russo, moglie di Angelo; Assunta Russo, figlia di Angelo: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

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  • Descrizione

    Abitazione di Francesco Solimando. Francesco Solimando alla chitarra. Antonio Gravina canta: Mamma mamma me moro me moro. Canto lirico narrativo molto diffuso sia in questa versione dell’ortolano, che in quella del marinaio e dei pesci.

  • Durata 03:07
  • Data Lunedì, 23 Gennaio 1978
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: chitarra, Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

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  • Descrizione

    Abitazione di Francesco Solimando. Francesco Solimando alla chitarra. Antonio Gravina canta una romanza sul tema dell’innamorato respinto.

  • Durata 01:21
  • Data Lunedì, 23 Gennaio 1978
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: chitarra, Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Abitazione di Francesco Solimando. Francesco Solimando alla chitarra. Antonio Gravina canta una romanza sul tema dell’innamorato respinto che ripropone con forza il suo corteggiamento all’amata "che sa leggere e scrivere ma non comprende l’amore".

  • Durata 03:10
  • Data Lunedì, 23 Gennaio 1978
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Solimando (Cosimicchio) nato nel 1910, barbiere: chitarra, Antonio Gravina (Rignanese) nato nel 1909, bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero