P. Apolito, Castel San Giorgio 1973 (7)
Il primo maggio dei contadini
Le registrazioni sono state effettuate da Paolo Apolito a Castel San Giorgio (Sa) il Primo Maggio del 1973 in occasione della festa dei lavoratori, quando nello stesso paese era prevista anche una manifestazione e un comizio dei sindacati. Si tratta, in particolare, di interviste rivolte a contadini (dalla traccia 02 alla 06) che, nonostante si trattasse di una giornata festiva e ci fosse la manifestazione in paese, stavano lavorando duramente nei campi. Dalle interviste viene fuori uno spaccato umano e sociale di chi a quei tempi e in quelle zone, l'agro-nocerino, lavorava nell’ambito agricolo avendo grandi difficoltà a sopravvivere e a sostenere un lavoro tanto duro (molti sono anziani e peraltro malati o invalidi) quanto poco remunerativo. Tali condizioni non potevano non allontanare dal settore le nuove generazioni, spesso spingendole a cercare fortuna all’estero (in Germania, in Svizzera ecc.) o a trovare, se possibile, altri lavori, ad esempio nelle fabbriche. Tra tutte spicca l’intervista fatta ai De Benedettis (tracce 04 e 05), una famiglia di contadini con sei figli a carico che racconta la fatica di sopravvivere, e persino la difficoltà di provvedere al minimo sostentamento. La raccolta si apre con un’intervista ad un sindacalista, presumibilmente, che parla di alcuni progetti e proposte per migliorare le condizioni di lavoro dell’area, definita "zona alta" dell’agro-nocerino (traccia 01).
(96, 108749)
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Descrizione
L’intervistato, non identificato, ma presumibilmente un sindacalista, parla di un convegno "d’area" tenuto poco tempo prima, nel corso del quale, pur sostenendo la necessità di allargare la zona dell'"agro nocerino" comprendendovi anche il montorese fino a Scafati-Castellammare, territori connessi sotto l'aspetto produttivo e per problematiche ambientali, si rivendicano le peculiarità di un’area più ristretta definita "zona alta" e comprendente i paesi di Bracigliano, Mercato San Severino, Nocera Superiore, Roccapiemonte, Siano e Castel San Giorgio. Si parla poi di alcuni fenomeni in atto: la femminilizzazione del lavoro agricolo e la tendenza verso un'agricoltura di sussistenza. Si propone infine, come possibile motore di sviluppo e di creazione di posti di lavoro nell’area, di realizzare, sull’esempio del mercato del bestiame di Nocera Superiore, nuovi insediamenti di zootecnia dove più contadini possano cooperare creando delle "stalle sociali".
- Durata 04:19
- Data Martedì, 01 Maggio 1973
- Luogo Castel San Giorgio
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimo: voce
- Autore Paolo Apolito
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Descrizione
L’intervistato è un contadino che sta lavorando nei campi pur essendo il Primo Maggio, festa dei lavoratori (ha approfittato del fatto che la figlia non lavorasse per farsi aiutare). Lui, come molti altri, lavora un piccolo pezzo di terra (mezzo moggio) non di sua proprietà ma preso in affitto da un avvocato di Napoli. Racconta di essere "malato di guerra" e di portare un apparecchio all’orecchio senza il quale non potrebbe sentire. Descrive la difficile situazione di chi lavora nei campi duramente anche per quattordici ore al giorno e va incontro a spese fisse (fitto, concimi, ecc.) e vendite sempre incerte. Ciò ha spinto le nuove generazioni ad allontanarsi dal lavoro agricolo, a cercare lavoro nelle fabbriche o all’estero (in Germania, Svizzera ecc.).
- Durata 14:06
- Data Martedì, 01 Maggio 1973
- Luogo Castel San Giorgio
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimo: voce maschile
- Autore Paolo Apolito
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Descrizione
Intervista ad un contadino di settantun'anni, intento a lavorare nei campi nella giornata del Primo Maggio. Racconta di lavorare sempre, a parte le domeniche e quando piove, pur avendo una pensione di quindicimila lire al mese, perché costretto da necessità economiche. Ha preso in affitto tre moggi di terreno sui quali coltiva piselli, pomodori e altro. Lamenta un duro lavoro a fronte di un esiguo guadagno.
- Durata 04:25
- Data Martedì, 01 Maggio 1973
- Luogo Castel San Giorgio
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimo: voce maschile
- Autore Paolo Apolito
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Descrizione
Intervista a una famiglia di contadini che lavora nei campi nella giornata del Primo Maggio. Il capofamiglia è Antonio (Totonno o ‘Ntonio) De Benedettis, di quarantacinque anni, sposato con una donna coetanea con la quale ha avuto sei figli, alcuni lavorano con i genitori, altri non possono a causa delle precarie condizioni fisiche in cui vertono, dovute a un'alimentazione carente. antonio, pur essendo malato (si è ammalato nei campi) e avendo una pensione di diciottomila lire, è costretto a lavorare sia nella terra che come manovale, altrimenti non ce la farebbe "neanche a comprasi le sigarette". Con la moglie e i figli, lavora su tre moggi di terreno, tra l’altro non vicini e presi sempre in affitto. Secondo lui i padroni se ne fregano della terra, vogliono solo che gli sia pagato l’affitto dovuto, altrimenti non esitano a cedere la terra ad altri lavoratori. La moglie racconta che un loro figlio si era diplomato da tornitore meccanico e aveva trovato lavoro, era però pagato talmente poco (mille lire al mese) che aveva deciso di smettere; aveva fatto anche il "maccaronaro" (lavoratore nella fabbrica di maccheroni)dove gli davano qualcosa in più (duemila e cinquecento lire al giorno) ma il tipo di lavoro lo faceva ammalare e quindi aveva dovuto abbandonarlo.
- Durata 08:05
- Data Martedì, 01 Maggio 1973
- Luogo Castel San Giorgio
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Antonio De Benedettis: voce, moglie: voce
- Autore Paolo Apolito
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Descrizione
Continuazione dell’intervista alla famiglia di contadini De Benedettis (traccia 04). La moglie parla del fatto che con quel poco che guadagnano non riescono a mangiare come dovrebbero, soprattutto i "secondi" e in particolare la carne, che il marito dovrebbe mangiare spesso perché malato, riescono invece a comprarla soltanto ogni quindici giorni. Dato che sono otto persone in famiglia ci vorrebbero almeno duemila lire al giorno per un’alimentazione base ma con le sole sedicimila lire al mese della pensione del marito non ce la fanno a vivere. Tra l’altro Antonio, il capofamiglia, ha anche una mano "invalida" (da quel che si intuisce, ha probabilmente delle dita mancanti) a causa di un incidente, che lui stesso racconta, nell'usare la ruota che serve per innaffiare i campi, quando aveva solo tre anni. Una loro figlia, invece, da piccola stette molto male e secondo i medici c’erano poche possibilità che sopravvivesse, al che loro si rivolsero a San Valentino, a cui sono devoti e fece loro la grazia di salvarla. Da allora vanno spesso a San Valentino Torio, altro paese del salernitano, per portare qualche offerta in denaro o doni al santo. Nell’intervista intervengono brevemente anche un altro contadino e la figlia minore dei De Benedettis, Maria, di soli tre anni.
- Durata 15:36
- Data Martedì, 01 Maggio 1973
- Luogo Castel San Giorgio
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Antonio De Benedettis: voce, moglie: voce, anonimo: voce, Maria De Benedettis: voce
- Autore Paolo Apolito
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Descrizione
Intervista ad un altro contadino, di cinquantadue anni, che lavora nei campi pur avendo una pensione in quanto invalido di guerra (ha una sordità cronica per cui deve portare sempre un apparecchio acustico, e fratture in varie parti del corpo). Non potrebbe lavorare ma è costretto a farlo per "non scomparire". Racconta di aver fatto quattro anni di guerra e per due anni di aver dormito per terra (addirittura per diciassette giorni in una buca scavata tre metri sotto terra). Ha quattro figli, un maschio che studia come elettricista navale a Salerno e tre femmine di cui solo una sposata. Solo quest'ultima è riuscita a sistemarsi grazie all’aiuto di un avvocato, che era stato candidato anche al Parlamento, il quale l’aveva "sistemata" a Nocera. Anche lui, come nelle altre testimonianze contenute nel fondo, sostiene che ormai il lavoro agricolo non rende più perché le spese sono troppe (solo l’acqua costa undicimila lire al moggio) e le vendite poche e incerte. Se un agricoltore produce centocinquanta quintali di pomodori e li vende a venti lire ricava soltanto trecentomila lire con le quali però deve coprire anche i costi di fitto, concime, acqua, ecc., per cui, alla fine, rimane come guadagno poco o nulla.
- Durata 12:51
- Data Martedì, 01 Maggio 1973
- Luogo Castel San Giorgio
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimo: voce
- Autore Paolo Apolito