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San Marzano sul Sarno 1975 (40)

Canti sul tamburo e lamentazioni per Carnevale con Zì Tore e Peppe Langella

Documenti sonori raccolti a San Marzano sul Sarno, cittadina della provincia di Salerno, il 12 gennaio 1975. Le registrazioni, i cui principali protagonisti sono zì Tore e Peppe Langella, comprendono in prevalenza canti sul tamburo (o tammurriate) nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese, spesso a voci alterne, con un particolare modo di procedere per 'ripetizione-cumulazione' e uno stilema ricorrente: l'omissione della prima sillaba nell'attacco sull'endecasillabo iniziale (ad esempio "Miezo mare è nata ‘na scarola" diventa "[…] mare è nata ‘na scarola", ricorrendo a un tema testuale riconducibile alla famosa canzone napoletana Michelemmà, tra i più diffusi nel canto sul tamburo dell'area). Sono documentate anche altre tipologie di canti sul tamburo: spicca l'esecuzione del brano conosciuto a livello tradizionale come Lamento di Donna Sabella, canti a distesa (tracce 24 e 25), ma anche canzoni napoletane, sia del periodo 'classico' (come ’Nu poco ‘e sentimento e Come facette mammeta) che quasi contemporanee alle registrazioni (’Na parola), a dimostrazione di come, a livello tradizionale, molto spesso non ci sia una netta distinzione tra repertori urbani della canzone e repertori rituali di area contadina. Nell'ambito di questi ultimi, di particolare interesse risultano le esecuzioni di alcuni canti di lamentazione per la morte di Carnevale (tracce 10 e 13), un canto di lavoro di tipo enumerativo eseguito più volte e un canto augurale di questua per Natale e Capodanno. Molti brani raccolti a San Marzano sul Sarno sono stati riproposti dai ricercatori del Teatrogruppo  nei due dischi pubblicati con la Albatros.

  • Genere Audio

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Breve esecuzione di un canto sul tamburo caratterizzata dall'inserimento di diverse stroppole o barzellette (interpolazioni testuali spesso costruite su ottonari). Il suonatore del tamburo interviene spesso anche con incitamenti vocali e ritmici, sovrapponendosi al canto principale, su scansioni mono o polisillabiche (ad esempio: "Uè marò, marò, marò!"). La registrazione non documenta l'incipit testuale dell'esecuzione.

  • Durata 01:24
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Lunga esecuzione di un canto accompagnato dal tamburo costruito su versi endecasillabi. Ciascun verso è scandito sulla recitazione del primo emistichio, ripetuta per due volte, prima dell'esecuzione dell'intero endecasillabo. Il testo del canto, carico di un genuino erotismo contadino, narra di un uomo, probabilmente anziano, che non vuole più amare le "femmene vecchie" ma una "bella giovinetta".

  • Durata 05:00
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Testo: Nun me chiammate cchiù Donna Sabella
    Chiammateme Sabella sventurata
    M'aggia jucate trentasei castelli
    Tutta la Puglia e la Basilicata

    L'autr' ieri m'accattaie 'na vigna
    Me 'nce accattai 'ncoppa a 'na montagna
    'Nso' chi passa se ne fa' na pigna
    Povera vigna mia chi coglie e magna
    Esecuzione di un canto con accompagnamento del tamburo, la cui prima quartina rimanda a versi diffusi in tutto il Meridione come Lamento di Donna Sabella. Quest'ultima è stata identificata da alcuni (in primis Vittorio Imbriani, che però ha cambiato interpretazione in un secondo tempo) con Isabella d’Aragona, moglie di Galeazzo Sforza, da altri (Minieri-Ricci, Prota-Giurleo e lo stesso Imbriani) con Isabella Villamarino, moglie di Ferrante Sanseverino, e da altri ancora (D'Ancona, Croce, Doria, De Simone e Leydi) con Isabella di Lorena, moglie di Renato D'Angiò. All'inizio del documento qualcuno presenta il brano come "celentana" (cilentana) e "Donna Sabella e ‘a vigna". L'esecuzione viene ripetuta due volte, la prima con le cadenze vocali che terminano in "i" (ad esempio Donna Sabelli) come sottolineato dal cantore stesso che dice: "'a facimme co' i" (la facciamo con la "i") e l'ultima con le cadenze in "a".

  • Durata 03:58
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Testo: Io me ne voglio ì…
    I me ne voglio ì….
    Io me ne voglio ì e tu me tiene
    Cu na catena m’i…
    Cu na catena m’i…
    Cu na catena m’ite ‘ncatenate
    M’ha ncatenate do…
    M’ha ncatenate do…
    M’ha ncatenate e mmane e ppiere
    Nu passo non me fa…
    Nu passo non me fa…
    Nu passo non me face allontanare
    Vieneme a sciuoglie de…
    Vieneme a sciuoglie de…
    Vieneme a sciuoglie de mmane toie
    Si nun me sciuoglie tu…
    Si nun me sciuoglie tu…
    Si nun me sciuoglie tu me scioglie n’ata
    Nun me fa dice ca…
    Nun me fa dice ca…
    Nun me fa dice ca sul’io more
    [...]
    E nenne comm’a vuie…
    E nenne comm’a vuie…
    E nenne comm’a vuie ‘e lasse e trove
    Nu ninno comm’a me…
    Nu ninno comm’a me…
    Nu ninno comm’a me nun ‘o truove maie

    Canto d'amore accompagnato dal tamburo. Ciascun verso è scandito sulla recitazione del primo emistichio, ripetuta per due volte, prima dell'esecuzione dell'intero endecasillabo (si tratta della stessa struttura testuale e melodica della traccia 02). Talvolta nella cadenza finale, dove si riscontra quel particolare stilema fonico per il quale tutte le vocali si tramutano in "a", si aggiunge la voce del suonatore di tamburo, che accenna anche, in sottofondo, ad un canto di tradizione romana ("E dagli di tacco e dagli di punta/ e comm’ è bbona ‘a sora Assunta!").

  • Durata 02:49
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Testo: Bonasera signure bonasera,
    V''o voglio dicere a’ napulitana
    miette 'nu poco d'uoglio int"a cannela
    ca i' stasera nun m'aggia cuccane
    ca t'aggia tene 'na nuttata tonna

    Canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese che si caratterizza per un modo particolare di procedere, verso dopo verso, con un gioco sottile di ripetizione-cumulazione. E' tra i brani riproposti dai ricercatori del Teatrogruppo nel loro primo disco, Musica popolare del salernitano (cfr. traccia 05).

  • Durata 01:17
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    anto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese che si caratterizza per un modo particolare di procedere, verso dopo verso, con un gioco sottile di ripetizione-cumulazione. E' tra i brani riproposti dai ricercatori del Teatrogruppo nel loro primo disco, Musica popolare del salernitano (cr. traccia 05). L'incipit testuale del canto, "I’ vulesse addeventà nu marvizzo" ("Io vorrei diventare un tordo"), è largamente diffuso nella tradizione campana (documentato anche nella celebre raccolta di Molinaro Del Chiaro in una variante del verso precedente rilevato da Scherillo nel 1879: "Vurria addeventare nu marvizzo"). Il "Vurria addeventare…" come desiderio di trasformazione magico-simbolica in animali (ricorrenti le formule: "nu sorecille", "nu pesce d’oro", ecc.) o semplicemente in altro da sé ("na valanza", "nu picciotto", "na verdaspina", ecc.) è un topos letterario con profondità storica nella tradizione campana e meridionale.

  • Durata 01:20
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Testo: 'Mmiezo a 'stu mare è nata ' na scarola
    li turche se la jocano a primera

    Chi si joca la cimma e lu perone
    biato a chi s"a vence 'sta figliola

    Chesta figliola è figlia re nutaro
    ncia porta 'a vestulella tutta sciuri

    'Mpietto nce tene 'na stella riana
    stella riana quannu cumparisti

    Stella riana tu mi rischiaraste
    chillo pizzillo ca te nce mettisti

    'Na fonta d'acqua santa nce criasti
    chi s"o bò veve l'acqua 'e chesta fonta

    Ch'i sicchietielle mie so' leste e pronte
    chest'acqua i' m'aggia veve mente campo

    Canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese che si caratterizza per un modo particolare di procedere, verso dopo verso, con un gioco sottile di ripetizione-cumulazione. E' tra i brani riproposti dai ricercatori del Teatrogruppo nel loro primo disco, Musica popolare del salernitano (cfr. traccia 05). La parte testuale iniziale è attestata in diverse varianti sia in fonti scritte (a partire dal '700) che nella tradizione orale in più regioni dell'Italia meridionale: in Campania è eseguito anche come canto di mietitura, in Basilicata come canto a cupa-cupa, in Sicilia come storia, ecc. Da una delle molte varianti circolanti a livello popolare trasse probabilmente ispirazione Guglielmo Cottrau per la versione rielaborata in forma di canzone pubblicata nel 1824 col titolo Michelemmà nella raccolta dei Passatempi Musicali (cfr. R. Di Mauro, I Passatempi Musicali di Guglielmo Cottrau: matrici colte e popolari di un repertorio urbano, in P. Scialò & F.Seller, Passatempi Musicali. Guillame Cottrau e la canzone napoletana di primo ‘800, Guida editore, 2013).

  • Durata 02:33
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese che si caratterizza per un modo particolare di procedere, verso dopo verso, con un gioco sottile di ripetizione-cumulazione. E' tra i brani riproposti dai ricercatori del Teatrogruppo nel loro primo disco, Musica popolare del salernitano (cr. traccia 05). L'incipit testuale del canto, "Oh cielo quant’è gàuto stu palazzo" ("Oh Cielo com’è alto questo palazzo"), rimanda ad un topos letterario diffuso nel mondo popolare, non solo in Campania, nel canto sul tamburo (cfr. R. De Simone, Son sei sorelle, Squilibri, 2010) ma in tutta l'area meridionale, ad esempio in Basilicata dove è stato raccolto nel 1952 da Carpitella e De Martino come canto all'altalena o ninnanicula (cfr. G. Adamo, Musiche tradizionali in Basilicata. Le registrazioni di Diego Carpitella ed Ernesto De Martino 1952, Squilibri, 2013).

  • Durata 01:39
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Un'altra esecuzione del canto sul tamburo, il cui testo è stato in larga parte già eseguito precedentemente.

  • Durata 02:54
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Testo: Nè carnuvà 'pecchè si' muorto ca nce vogliono 'e sorde belle p"e schiattamuorte che ggioia! I'aggio sentut'o rummore r"re campanielle mo se me vene 'o cavallo 'e puleciello che ggioia! I' nun m"e chiagn'e sorde p"e vruoccule 'e rapa m"e chiagn'e purpette belle dint'o tiano che ggioia! I'aggio sentut'o rummore r"e carrettelle mo se me venene 'e femmene co’ ‘e canestrelle che ggioia!

    Lamento rituale per la morte di Carnevale eseguito nella prima parte a distesa e senza accompagnamento da una voce solista, con l'intervento corale sulla cadenza finale (sullo stereotipo "Che ggioia!") quando interviene anche il tamburo con un breve accompagnamento ritmico. Il brano, uno dei pochi documenti sui canti di lamentazione per il Carnevale in Campania (cfr. E. Bassano, S. Marzano sul Sarno 1974 ma anche M. Russo, Marcianise 1972 e Maddaloni 1972, e R. De Simone e A. Rossi, Somma Vesuviana 1976), è stato riproposto dai ricercatori del Teatrogruppo nel disco che prende il nome proprio da questo canto..

  • Durata 01:46
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Testo: E quanno è 'o lunnerine
    jurnata di lavoro
    me face male 'a capa
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è 'o marterine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e spalle
    e nun pozzo faticà' .

    E quanno è 'o miercurine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e braccia
    e nun pozzo faticà' .

    E quanno è 'o gioverine
    sgarrupo d"a semmana
    me fanno male'e mmane
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è 'o viernarine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e piede
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è'o sabato a ssera
    jurnata 'e pavamento 
    me fanno male 'e llente
    jammuncenne a faticà'
    (variante) e nun te pozzo manco pavà'

    E quanno è la dummeneca
    me mecco a lu puntone
    'specco lu mio patrone
    p"o fà' venì' a pavà'

    (variante) 
    E quanno è la dummeneca
    è muorto'o mio patrone
    è muorto'o mio patrone
    e jammolo a' ccumpagnà'

    Canto di lavoro accompagnato dal tamburo riproposto dai ricercatori del Teatrogruppo nel loro primo disco, Musica popolare del salernitano, dove viene così presentato: "Canto numerativo ascoltato in varie occasioni presso i braccianti di San Marzano. La sequenza dei giorni della settimana scandisce la protesta del braccianti nei confronti del padrone che si esplica nel non lavorare per lui". Il brano è costituito da una serie di quartine, per lo più di versi settenari, ciascuna per ogni giorno della settimana; una voce solista esegue la prima quartina, alla quale segue la 'risposta' del coro che intona e ripete gli ultimi due versi di ciascuna strofa.

  • Durata 02:16
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo; anonimi: voci
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto sul tamburo a voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese. La registrazione non documenta la parte iniziale dell'esecuzione. Il primo cantore restituisce un'immagine letteraria diffusa in diverse ballate o canzoni narrative (il tema del 'marito giustiziere'): un cavaliere che bussa alla porta di una giovane donna di notte, ma lei non vuole aprire perché l’ora è tarda. Interviene poi una seconda voce, quasi sovrapponendosi al primo cantore che si interrompe; in sottofondo anche fischi e grida di accompagnamento dei vari partecipanti.

  • Durata 03:18
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo; anonimi: voci
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Testo: E carnuvale vuleva vuleva
    vuleva 'a mugliera che n"a teneva
    CORO: Carnuvale!

    E mm'he dditto 'o miedeco 'e Valentino
    pe chiagne carnuvale nce vole 'o vino
    CORO: Carnuvalone!

    E chillo ha dditto 'o miedeco 'e Nola
    c'a carnuvale 'e fanno male 'e mole
    CORO: Carnuvalone!

    Aggio menato ' na connola a viento
    aggio truvato duie carnuvalielli
    CORO: Carnuvalone!

    E chesta connola a viento

    Peppe ‘e farenella faccio pure ‘o cumpariello
    CORO: Carnuvalone!

    E carnuvale vuleva vuleva
    vuleva 'a perteca chiena chiena
    CORO: Carnuvalone!

    E chillo tanno è carnuvale
    quanno stanno 'e sasicce e 'e superzate
    CORO: Carnuvalone!

    Canto rituale per la morte di Carnevale (cfr. traccia 10). Come per i canti a figliola, alla voce solista si unisce un coro all'unisono nella cadenza conclusiva di ogni strofa, intonata su uno degli stereotipi usati per questi canti, vale a dire: "Carnuvalone!" (in altri casi si usa: "Che ggioia!", o anche "Ih gioia so'"). Il cantore solista dopo la prima cadenza corale invita le voci del coro ad "accordarsi" ("Guagliù, ite accurdà!"). Lo stesso brano è stato riproposto dai ricercatori del Teatrogruppo nel disco Musica popolare del salernitano.

  • Durata 03:04
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella, Zì Tore, anonimi: voci
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Lamentazioni in morte di Carnevale con la cadenza corale sullo stereotipo "Carnuvalone!" (cfr. traccia precedente).

  • Durata 00:52
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella, Zì Tore, anonimi: voci
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Esecuzione di un canto sul tamburo nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese. Il suonatore del tamburo interviene spesso anche con incitamenti vocali e ritmici, sovrapponendosi al canto principale, su scansioni mono o polisillabiche (come "Uè marò, marò, marò!"). La registrazione non documenta la parte iniziale dell'esecuzione.

  • Durata 02:45
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella, Zì Tore, anonimi: voci
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto sul tamburo nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese. Nella prima parte si riprende un testo già eseguito; il cantore inserisce frequentemente stroppole e barzellette.

  • Durata 04:30
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto sul tamburo nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese. I partecipanti all'esecuzione intervengono con incitamenti ritmici (in sottofondo si distingue qualcuno che percuote un bicchiere o una bottiglia di vetro) o vocali, spesso sovrapponendosi al canto principale, su scansioni mono o polisillabiche (come "Uè marò, marò, marò!", oppure "Chella vo’ fà, vo fà, vo’ fa", "Jette ‘o sanghe! Jette ‘o sanghe!"). All’inizio del documento c’è una breve interruzione, il canto poi riprende proseguendo fino alla conclusione.

  • Durata 06:13
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice; anonimi: voci
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    E quanno è 'o lunnerine
    jurnata di lavoro
    me face male 'a capa
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è 'o marterine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e spalle
    e nun pozzo faticà' .

    E quanno è 'o miercurine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e braccia
    e nun pozzo faticà' .

    E quanno è 'o gioverine
    sgarrupo d"a semmana
    me fanno male'e mmane
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è 'o viernarine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e piede
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è'o sabato a ssera
    jurnata 'e pavamento 
    me fanno male 'e llente
    jammuncenne a faticà'
    (variante) e nun te pozzo manco pavà'

    E quanno è la dummeneca
    me mecco a lu puntone
    'specco lu mio patrone
    p"o fà' venì' a pavà'

    (variante) 
    E quanno è la dummeneca
    è muorto'o mio patrone
    è muorto'o mio patrone
    e jammolo a' ccumpagnà'

    Canto di lavoro accompagnato dal tamburo (cfr. traccia 11).

  • Durata 03:37
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Esecuzione con accompagnamento del tamburo di una canzone napoletana, carica di allusioni sessuali, in cui si narra di una donna di Mariglianella, molto 'focosa', che si lamenta di un marito, invece, poco caloroso e abbastanza 'sbrigativo'. Il brano, assai diffuso a livello popolare, è intitolato Nu poco ‘e sentimento, ed è stato scritto da Peppino Villani su musica di Gaetano Lama nel 1925.

  • Durata 01:49
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Esecuzione di un canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese. L'incipit testuale del canto recita: "Ammore mio rammence ‘na pena/I’ nun me ‘nzoro e tu nun te mmarite" (Amore mio diamoci una pena/ Io non mi sposo e tu non ti mariti). Nella parte finale dell'esecuzione si accenna di nuovo al famoso motivo testuale del "Miezzo ‘o mare è nata ‘na scarola" (cfr. tracce 07 e 09) molto diffuso in quest'area.

  • Durata 03:45
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tammorre
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'agro nocerino-sarnese. Dopo un'interruzione il canto sul tamburo riprende sull'incipit testuale "Na sera me ne jette ciummo ciummo" (Una sera me ne andavo lungo il fiume). Anche in questo documento (cfr. tracce 07, 0920) nella parte finale dell'esecuzione si accenna al ricorrente motivo testuale "Miezzo ‘o mare è nata ‘na scarola" molto diffuso nella stessa area.

  • Durata 04:56
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Breve frammento di un canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 00:37
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 04:42
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto a distesa, senza accompagnamento strumentale (anche se di tanto in tanto il tamburo accenna un accompagnamento), eseguito a più voci che si alternano. I cantori ad un certo punto si fermano perché non ricordano bene il testo, qualcuno di loro confessa di 'non farcela' a cantare.

  • Durata 03:02
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella, Zì Tore, anonimi: voci
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto a distesa, senza accompagnamento strumentale, eseguito a due voci che si alternano. Si tratta probabilmente della continuazione del canto documentato nella traccia precedente.

  • Durata 01:05
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Accenno, cantato e fischiato, del motivo della nota canzone napoletana "Comme facette mammeta" del 1906 (testo di Giuseppe Capaldo, musica di Salvatore Gambardella.

  • Durata 01:32
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 03:35
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Frammento di un canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 01:03
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Breve frammento di un canto sul tamburo nel tipico stile dell'agro nocerino-sarnese. Anche in questo caso (cfr. tracce 07092021) si accenna al ricorrente motivo testuale "Miezzo ‘o mare è nata ‘na scarola" molto diffuso nella stessa area.

  • Durata 00:36
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Breve frammento di un canto sul tamburo nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 00:26
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Testo: Aprimmo ll'anno nuovo
    cu tricchetracche e botte
    spariamo in questa notte
    in allegria

    Coro:
    (in allegria
    spariamo in questa notte
    in allegria)

    E quanno accumparette
    la luminosa stella
    'na bella gruttecella
    e li pasturi

    Nascette lu messia
    avvenne puveriello
    co voie e l'aseniello
    pe vrasera

    Dicite 'o papa a Roma
    ca 'e prievete so' fetienti
    ca ogni letania
    so mille lire

    'Na vecchia fattucchiera
    addetta a li fatture 
    le dettero 'ncunzegna
    'na criatura

    Stasera che giochiamo
    sul tavolo rotondo
    difendimi padrone
    di tutto il mondo

    Chi arape e' sette e mmeza
    chi chiude ell otto e mmeza
    se face miezejuorno
    senza fà' 'a spesa

    E 'stu patrone 'e casa
    è overo 'nu signore
    ca pe ll'occasione
    nu scumparisce

    E 'a ccà nun ce ne iammo
    c"a faccia è troppo tosta
    simmo venute apposta
    e ll'aspettammo

    Si 'stu patrone 'e casa
    va abbascio a la cantina
    portasse 'o fiaschiello
    chino 'e vino

    Si m"a vuò fà' 'na 'nferta
    fammella de nucelle
    ca puozze fà 'nu figlio
    mariunciello

    Si m"a vuò fà' 'na 'nferta
    fammella 'e capitone
    ca pozza 'nturzà' 'ncanna
    'o valanzone

    Si m"a vuò fà' 'na 'nferta
    fammella 'e purtualle
    ca puozze fà' 'nu figlio
    senza palle

    Si m"a vuò fà' 'na 'nferta
    fammella de limone
    ca puozze fa' 'nu figlio
    sarchiapone

    Si m"a vuò fà' 'na 'nferta
    fammella 'e tutte cose
    ca puozze fà' 'nu figlio
    chino 'e 'mbroglie

    Nui nun vulimmo niente
    castagne fiche e noce
    e ll'ate cose doce
    e 'o susamiello

    Comme 'o principio 'e ll'anno
    cu tricchetracche e botte
    spariamo in questa notte
    in allegria

    Canto di questua (o di ’nferta) per il periodo di Natale e Capodanno, eseguito a più voci e con l'accompagnamento del tamburo. Questo brano, diffuso in tutta l'area campana e conosciuto anche come Canzone di Capodanno, è presente anche in diverse varianti tradizionali della Cantata dei Pastori dove viene eseguito come canzone finale cantata da Razzullo, Sarchiapone e tutta la compagnia. Sia De Simone che Annibale Ruccello ne raccolsero alcune lezioni sul campo a Castellamare di Stabia nel 1976 (si veda a tal proposito R. De Simone, La cantata dei pastori, Einaudi, 2000) che a Pimonte nel 1974 (si veda A. Ruccelllo, Il sole e la maschera. Una lettura antropologica della Cantata dei pastori, Stamperia del Valentino, 2008). Lo stesso canto è stato riproposto anche dal Teatrogruppo nel disco Musica popolare del salernitano, dopo averne raccolte alcune varianti tra Scafati e San Marzano.

  • Durata 04:51
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice; anonimi: voci
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Frammento di un canto sul tamburo nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 00:48
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Frammento di un canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 01:22
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 04:42
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce, Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Frammento di un canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 00:57
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce, Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Frammento di un canto sul tamburo nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 01:04
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Esecuzione di una canzone napoletana, quasi contemporanea al periodo dell'indagine sul campo, dal titolo ’Na parola, scritta da Pasquale Gallifuoco su musica del cantante e autore Sergio Bruni. Quest'ultimo la portò al successo incidendola nel 1970 su disco 45 giri Sound 20020 (era il retro di ’Na bruna, altro celebre brano dello stesso autore).

  • Durata 02:30
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella, Zì Tore: voce
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Frammento di un canto sul tamburo a due voci alterne nel tipico stile dell'area dell'agro nocerino-sarnese.

  • Durata 00:50
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Testo: E quanno è 'o lunnerine
    jurnata di lavoro
    me face male 'a capa
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è 'o marterine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e spalle
    e nun pozzo faticà' .

    E quanno è 'o miercurine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e braccia
    e nun pozzo faticà' .

    E quanno è 'o gioverine
    sgarrupo d"a semmana
    me fanno male'e mmane
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è 'o viernarine
    jurnata di lavoro
    me fanno male 'e piede
    e nun pozzo faticà'

    E quanno è'o sabato a ssera
    jurnata 'e pavamento 
    me fanno male 'e llente
    jammuncenne a faticà'
    (variante) e nun te pozzo manco pavà'

    E quanno è la dummeneca
    me mecco a lu puntone
    'specco lu mio patrone
    p"o fà' venì' a pavà'

    (variante) 
    E quanno è la dummeneca
    è muorto'o mio patrone
    è muorto'o mio patrone
    e jammolo a' ccumpagnà'

    Canto di lavoro accompagnato dal tamburo (cfr. tracce 11 e 18).

  • Durata 02:36
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1975
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Salerno
  • Regione Campania
  • Esecutore Peppe Langella: voce; Zì Tore: voce, tamburo a cornice
  • Autore Teatrogruppo di Salerno