Matteo Salvatore. Quando la gente canta (26)
Sulla vita e l'opera di un geniale portatore della tradizione
Di notevole interesse, nel Fondo Profazio, le raccolte dedicate a Matteo Salvatore nelle quali è continuo lo scambio di commenti musicali e narrazioni autobiografiche tra i due protagonisti, entrambi sospesi tra tradizione e folk revival. Tre delle cinque raccolte presentano le registrazioni effettuate da Profazio nella veste di ricercatore e documentatore (“M. Salvatore” - “M. Salvatore e A. Doriani” - “M. Salvatore. Un progetto... licenzioso”), anche in vista di progetti discografici sulla musica popolare del Sud Italia. Le altre due (“M. Salvatore. Quando la gente canta” - “M. Salvatore. Il nostro sud”) contengono le registrazioni (quelle realizzate come prova o quelle messe poi in onda) delle due omonime trasmissioni radiofoniche proposte dalla Rai nei primi anni ’70 che vedono conduttore Otello Profazio e protagonista principale Matteo Salvatore. Alcune presentazioni di Profazio non sono seguite dai brani cantati da Salvatore, segno che in alcuni casi, non avendolo come ospite in studio, venivano mandate in onda le incisioni discografiche. Costante, in queste registrazioni, la presenza di Adriana Doriani (scomparsa nel 1973), che propone anche, da solista, le canzoni composte per lei da Matteo Salvatore.
La raccolta presenta conversazioni e brani musicali tratti dalle numerose puntate del programma radiofonico "Quando la gente canta. Musiche e interpreti del folk italiano", condotto da Otello Profazio e curato da Enzo Lamioni. Profazio motiva la scelta di Matteo Salvatore e la sua costante presenza nel programma, esprimendo la sua stima per questo geniale portatore, che non fa ricerca con magnetofono e taccuino, ma interpreta e crea, pur analfabeta, melodie e storie degne della tradizione popolare di maggior qualità, come un vero poeta. Matteo, secondo Profazio, è testimone e interprete di una memoria che ricorda condizioni di vita inumane, che lentamente vanno scomparendo. Discute inoltre sul modo particolare di Salvatore nell’usare la voce, in modo sommesso e delicato, diversamente da molti interpreti di canti popolari. Profazio indica inoltre, piuttosto ironicamente, alcuni testi nei quali - secondo lui - il poeta Salvatore “fa diventare vere con la sua poesia anche le cose non vere”.
Interessante il contrasto nel quale Salvatore si definisce autodidatta, non all’altezza dei 'paroloni' dell’intellettuale Profazio, il quale in ogni modo vuol presentare e ‘spiegare’ le canzoni del suo ospite. Si parla anche del periodo trascorso da Matteo Salvatore a Torino. Periodo nel quale, quando cantava nei salotti intellettuali, Matteo sentiva commentare le sue canzoni con riferimenti a canti simili di origine settecentesca, cinquecentesca o trecentesca. Matteo ricorda, ironicamente, che a sentire certi commenti pensava che questi personaggi avessero studiato troppo e non capivano le sue canzoni, spesso composte qualche giorno prima.
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Descrizione
In questa canzone Matteo ricorda quando era adolescente e giocava con l’aquilone. L’aquilone nel testo è denominato poeticamente “la cometa”. Ci voleva molto lavoro di preparazione per il gruppetto di ragazzini di cui lui faceva parte. La carta dei sacchi di cemento, il filo dai calzolai, la crusca per fare la colla. Nel testo descrive la gioia di vederlo salire nel cielo spinto dal vento e il dolore quando cadeva. Come la vita, ci si ammala e si cade.
Data: 1974
- Durata 03:17
- Luogo n.d.
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934): voce Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Matteo sottolinea il contrasto tra l'intellettuale Profazio e l'autodidatta Salvatore, dicendo che lui non può e non sa usare i 'paroloni' dell’altro per spiegare le sue canzoni. Spiega la canzone appena eseguita raccontando di quando era adolescente e per fare un'aquilone ci voleva molto lavoro per il gruppetto di ragazzini di cui lui faceva parte. La carta dei sacchi di cemento, il filo dai calzolai, la crusca per fare la colla. Descrive la loro gioia quando saliva nel cielo e il dolore quando cadeva. Come la vita, ci si ammala e si cade. Profazio lo sollecita poi a raccontare di sé, della sua origine, di Apricena, delle sue prime canzoni e così presenta La bicicletta.
Data: 1974
- Durata 03:55
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934) Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Canta Matteo Salvatore dal vivo in studio, con alcuni brevi commenti ironici di Profazio. Il testo della notissima canzone è tutto giocato sul doppio senso sessuale.
Data: 1974
- Durata 01:34
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Canta Matteo Salvatore accompagnandosi con la chitarra. Canzonetta in forma di serenata tra due innamorati, alla maniera delle musiche da tabarin.
Data: 1974
- Durata 00:52
- Luogo n.d.
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Profazio nota il miglioramento di Matteo nel suonare la chitarra. Matteo ricorda i momenti trascorsi nel collegio di 'Sora Maria' dove per passare il tempo si esercitava con la chitarra. Lì compose Arracunète, che racconta dei bambini in strada accovacciati ad aspettare che un lembo di sole riscaldasse la giornata, ma anche speranzosi di trovare un pezzo di pane. Matteo dice di essere accusato di cantare canzoni di fame, ma per lui il tema dominante è proprio la fame, il pane. Non è un vestito la prima cosa necessaria. Il vestito nero serviva per il proprio matrimonio, ma anche per portare a spalla la bara di un ricco, perché serviva un becchino 'di lusso' in quella occasione. Poi lo si indossava una terza volta, da morto. “I ricchi erano difficili a morire. Morivano sempre i poveri”. Matteo dice che veniva invidiato chi aveva la pancia, perché così sembrava ricco. E torna a presentare Arracunete.
Data: 1974
- Durata 02:55
- Regione Puglia
- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934): voce Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Arrucunète racconta dei bambini in strada accovacciati ad aspettare che un lembo di sole riscaldasse la giornata, ma anche speranzosi di trovare un pezzo di pane.
Data: 1974
- Durata 01:50
- Regione Puglia
- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Matteo canta dal vivo in studio. Una coppia di amanti in contrasto con i pettegolezzi del vicinato.
Data: 1974
- Durata 01:36
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Il contrasto tra l'anonimato della città e l'essere sempre al centro dell'attenzione nel paese natale. Lo sparlare diventa, forse ironicamente, un modo per darsi, l'un l'altro, importanza. Passa poi a presentare Rocco, personaggio tirchio e strano, amante del baccalà, che in punto di morte vuole che nella bara venga deposto del baccalà. San Pietro sentendone il cattivo odore non lo farà entrare in Paradiso.
Data: 1974
- Durata 01:44
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934) Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Rocco, personaggio tirchio e strano, amante del baccalà, che in punto di morte vuole che nella bara venga deposto del baccalà. San Pietro sentendone il cattivo odore non lo farà entrare in Paradiso.
Data: 1974
- Durata 01:29
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
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Descrizione
Matteo canta dal vivo in studio. Tante lettere dell'innamorato alla sua amata e nessuna risposta. Scoppia quindi l'ira contro la donna del rifiuto.
Data: 1974
- Durata 01:45
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Profazio e Salvatore commentano la canzone Brutta cafona appena eseguita e presentano la successiva, Il carrettiere.
Data: 1974
- Durata 02:04
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934) Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
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Descrizione
Matteo suona e canta dal vivo in studio. Presenta e canta Il carrettierearpeggiando la chitarra sin dalle prime parole in cui dice che è la sua canzone preferita. Nel testo il carrettiere copre, per proteggerlo dal freddo, il cavallo con la sua giacca.
Data: 1974
- Durata 02:34
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Il bracciante, legato al padrone dal filo della sopravvivenza, è disposto a tutto pur di non essere licenziato. Il padrone gode di tanta sottomissione e spera che lavoratori del genere ce ne siano sempre in abbondanza.
Data: 1974
- Durata 02:19
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Profazio traduce il testo e chiede a Matteo se non siano frottole quelle raccontate in questa canzone. Matteo dice che sono parole che vengono dall'antichità, ma che è tutto vero. Il bracciante, legato al padrone dal filo della sopravvivenza, è disposto a tutto pur di non essere licenziato. Il padrone gode di tanta sottomissione e spera che lavoratori del genere ce ne siano sempre in abbondanza. Profazio passa poi a chiedere a Matteo notizie riguardanti Apricena. Matteo ricorda, tra gli altri, un aneddoto relativo al timore del lupo mannaro.
Data: 1974
- Durata 03:37
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934) Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Canta Matteo Salvatore accompagnandosi con la chitarra. Descrizione della notte del piccolo paese con i timori, la paura del lupo mannaro, e lo scroscio dell’acqua delle fontanelle che fa compagnia.
Data: 1974
- Durata 01:48
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Matteo Salvatore racconta a Otello Profazio di quando lasciò Apricena per trovare fortuna a Roma, col “trajnestop” (autostop fatto con i calessi che percorrevano brevi tratti sul percorso Foggia-Campobasso-Roma). Uno dei trajneri di questo viaggio, che gli racconta la sua misera vita, diventerà il protagonista della canzone Il carrettiere. A Roma pensava di trovar fortuna subito, ma trovò la baracca 110 in Via del Prato della Rondinella (l'attuale Villaggio Olimpico).
- Durata 01:26
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934) Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Il carrettiere si preoccupa per la salute del suo cavallo, perché, nel caso dovesse morire, non potrà più lavorare. Nel testo, infatti, il carrettiere copre, per proteggerlo dal freddo, il cavallo con la sua giacca.
Data: 1974
- Durata 02:18
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Profazio motiva la scelta di Matteo Salvatore come costante presenza nel suo programma. Conferma la sua stima nei confronti di questo geniale portatore, che non fa ricerca con magnetofono e taccuino, ma interpreta e crea, pur analfabeta, melodie e storie degne della tradizione popolare di maggior qualità, come un vero poeta. Matteo è anche testimone e interprete di una memoria che ricorda condizioni di vita inumane, che per fortuna vanno lentamente scomparendo.
Data: 1974
- Durata 01:34
- Luogo n.d.
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Canta Matteo Salvatore. Un bracciante dice alla sua innamorata, che lavora con lui sull'aia, che, finita la stagione, dovranno sposarsi e farsi una casa piena della loro passione. Struggente serenata d'amore.
Data: 1974
- Durata 00:58
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Otello Profazio chiede a Matteo Salvatore considerazioni sul suo modo di usare la voce, sommesso e delicato, diversamente da molti interpreti di canti popolari. Matteo risponde ricordando le condizioni di lavoro bracciantile che consentivano di cantare, ma senza provocare la rabbia del soprastante che, anche con una frusta, imponeva ai braccianti di non alzare troppo il tono di voce. Conclude dicendo che anche oggi, appena alza il tono della voce durante l'esecuzione di un canto, teme che una frustata possa ancora percuoterlo. Profazio stenta a credergli dicendogli che sembrano fantasie, ma Matteo ribatte che sta raccontando solo verità della sua terra. Profazio conclude, in maniera piuttosto ironica, che il poeta Salvatore fa diventare vere con la sua poesia anche le cose non vere.
Data: 1974
- Durata 01:58
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934) Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Canta Matteo Salvatore. Prima dell'apertura delle cave ad Apricena si coltivava la terra e quando c'era da mietere venivano anche i lavoratori 'forestieri', così venivano chiamati anche se venivano da paesi vicini. Dormivano sull'aia, coperti dai teloni per il trasporto della paglia, le racanelle, e per cuscino utilizzavano le sacchette per la biada dei cavalli.
Data: 1974
- Durata 02:32
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
- Autore Otello Profazio
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Descrizione
Profazio, come spesso in altre occasioni, provoca Matteo sull'affidabilità e sulla verità delle storie che racconta. Matteo gli risponde confermando che le sue sono 'storie vere'.
Data: 1974
- Durata 01:07
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934) Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005)
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Descrizione
Tragica storia di una donna condannata da un signorotto a morire con un supplizio atroce: appesa a un albero e profanata da animali che spolperanno le sue carni fino all'osso. Il guardiano incaricato di questa tristissima azione si sparerà due colpi di pistola per il rimorso.
Data: 1974
- Durata 01:41
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
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Descrizione
Profazio ricorda quanto raccontato dallo stesso Salvatore sul periodo trascorso a Torino. Periodo nel quale, quando cantava nei salotti di illustri intellettuali, sentiva commentare alcune sue canzoni con riferimenti a canti simili di origine settecentesca, cinquecentesca o trecentesca. Matteo ricorda come, di fronte a simili commenti, pensava che certi personaggi avevano studiato troppo, e non capivano che le sue canzoni spesso erano state composte due soli giorni prima. A queste riflessioni segue la presentazione de Le fontanelle, il cui testo e la cui melodia riprendono, quasi a ricalco, uno dei più diffusi canti tradizionali del Gargano e della Puglia.
Data: 1974
- Durata 03:14
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- Esecutore Otello Profazio (Rende 26 dicembre 1934): voce Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce
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Descrizione
Matteo Salvatore canta Le fontanelle, il cui testo e la cui melodia riprendono, quasi a ricalco, uno dei più diffusi canti tradizionali del Gargano e della Puglia.
Data: 1974
- Durata 02:03
- Luogo n.d.
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- Esecutore Matteo Salvatore (Apricena 16 giugno 1925 – Foggia 27 agosto 2005): voce e chitarra
- Autore Otello Profazio