Fondo Anselmi (29)
Tra Bologna, Creta e l'Abruzzo, una rilevante esperienza etnomusicologica
Alla fine degli anni Settanta Maurizio Anselmi, seguendo le evoluzioni del folk-revival italiano, si avvicina alla ricerca etnomusicologica per raccogliere materiali di prima mano utili alla propria esperienza di musicista. Con Paolo Speca si reca nella primavera del 1979 a Scapoli (Is) e poi a Villa Latina (Fr), dove conosce Gerardo Guatieri, Cesare Perilli e numerosi suonatori e costruttori di zampogne e ciaramelle, realizzando le prime registrazioni e fotografie sul campo. Iscritto all’università di Firenze, lascia la città toscana per trasferirsi al DAMS di Bologna, dove conosce già nei primi mesi di permanenza Roberto Leydi preparando il primo esame di Etnomusicologia. Anselmi porta Leydi a conoscenza delle proprie ricerche sulla zampogna, e l’etnomusicologo gli offre subito la possibilità di una collaborazione per l’organizzazione dell’Autunno Musicale di Como del 1979, per la sezione di musica popolare dedicata alla zampogna che prevede l'allestimento di una mostra dal titolo La zampogna in Europa, e numerosi concerti e seminari con suonatori di tradizione provenienti da varie località d’Europa e della penisola. Rientrato a Bologna, Leydi offre ad Anselmi la possibilità di lavorare all’interno del nuovo Laboratorio di Etnomusicologia dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, appena fondato, del quale sarà responsabile sotto la guida di Leydi e in collaborazione con Tullia Magrini per avviare una attività di documentazione, ricerca e archiviazione delle culture musicali dell’Emilia-Romagna. Con Leydi e Magrini Anselmi compirà in quegli anni anche un viaggio di ricerca a Creta, durante il quale si occuperà di realizzare la documentazione fotografica e accompagnare i due etnomusicologi agli incontri con i suonatori nelle montagne dell’isola.
Nei primi anni Ottanta collabora nuovamente alle edizioni dell’Autunno Musicale di Como, in particolare quella del 1982 dedicata nella sezione sulla musica popolare alla tradizione musicale greca, allestendo una mostra fotografica degli scatti realizzati a Creta. Nell’estate dello stesso anno partecipa all’organizzazione di una rassegna alla Civica Scuola d’Arte di Milano, curata da Leydi, alla quale prendono parte alcuni dei più significativi suonatori di zampogna, ciaramella e launeddas della penisola, occupandosi in prima persona delle documentazioni sonore degli eventi che vedono protagonisti Ciccio Crudo e Michele Monteleone, suonatori di ciaramella e zampogna a mezza chiave di Rombiolo (Cz), Ciccio Currò, suonatore di zampogna a paro siciliana, Alfredo Durante detto Raffone, suonatore di zampogna zoppa amatriciana (Ri), Sebastiano Davì, suonatore di zampogna a chiave di Monreale (Pa), Damiano e Luigi Palazzo, suonatori di zampogna 25 e ciaramella di Esperia (Fr), Giuseppe Russo, Rocco Carbone e Michele Strollo, suonatori di zampogna a sei palmi e ciaramelle di Colliano (Sa), Dionigi Burranca, Luigi Lai e Aurelio Porcu, suonatori di launeddas sardi.
Parallelamente a queste dense esperienze formative, Maurizio Anselmi continua la sua attività di ricerca sul campo in Emilia Romagna, documentando il Carnevale di Benedello in provincia di Modena nel 1983, in Abruzzo e nel Lazio, interessandosi in particolare ai repertori dei cosiddetti tamurre, squadre di percussioni di derivazione militare, e a quelli per zampogna e organetto.
Le registrazioni presenti nel fondo, purtroppo in buona parte compromesse da una cattiva conservazione, interessano le seguenti località: Basciano, Piano Roseto, Forca di Valle, Faieto, Torricella Sicura e Floriano di Campli, dove Anselmi registra repertori per organetto; Corropoli, dove documenta un eccezionale suonatore di organetto e cantore, Silvio Di Filippantonio detto Silviucce; Cesacastina, raggiunta assieme a Giuseppe Savini di Nerito di Crognaleto con cui rileva i repertori locali interpretati da due manovali incontrati in un’osteria; Cerqueto e Pietracamela, paesi in cui, sotto la guida di don Jobbi, registra numerosi stornelli, canti di questua, canti narrativi; Tossicia, dove documenta il repertorio per bande; Teramo, dove intervista il vecchio costruttore di organetti a due bassi Raffaele Pistelli presso la sua fabbrica; Casale San Nicola, documentati per i repertori delle squadre di tamurre. Sono tutte località, prevalentemente montane, della provincia di Teramo.
A Cavagnano in provincia dell’Aquila, Anselmi registra invece il suonatore di zampogna zoppa e organetto Donato Corrieri, mentre a Turrita di Amatrice in provincia di Rieti, incontra il leggendario suonatore di zampogna zoppa Alfredo Durante, detto Raffone .
I materiali raccolti nell’area montana, in particolare, dovevano confluire in una pubblicazione assieme a Leydi nella collana Albatros, dedicata alla montagna teramana e mai realizzata per il fallimento della casa editrice. Le registrazioni di Anselmi si esauriscono nel corso del 1983, quando chiude il Laboratorio di Etnomusicologia di Bologna presso il quale lavorava. L'ultima attività come etnomusicologo sarà la partecipazione ad alcune pubblicazioni dedicate alla Valle Siciliana e all’Alta Valle del Vomano, edite dalla Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, che vedranno il coinvolgimento in prima persona dello stesso Roberto Leydi: nel disco allegato al secondo dei due volumi troveranno spazio alcune delle documentazioni realizzate da Anselmi negli anni dedicati alla ricerca etnomusicologica nell’area del Gran Sasso.
Il Fondo Anselmi è composto da 57 nastri, custoditi presso il Museo delle Genti d'Abruzzo di Pescara (14 nastri) e l'Associazione Culturale Bambun (43 nastri), che sta acquisendo anche i documenti fotografici.