Canti narrativi e ballate (16)
Storie in musica su fatti e persone
Sotto la dizione di canti narrativi si raccolgono canzoni della tradizione popolare italiana che raccontano vicende di persone oppure fatti in una sequenza di strofe più o meno lunga con un ritmo disteso, narrativo appunto.
Nell’Italia del nord assumono il nome di ballate facendo riferimento ad analoghi canti diffusi nei paesi nordici mentre nel Sud assumono il nome di storie. Molte delle ballate del Nord sono presenti però anche nel Sud spesso reinventate o adattate dal cantore in forma nuova ed autonoma.
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Descrizione
E’ una canzone narrativa diffusa in gran parte d’Italia, soprattutto nell’Italia settentrionale e centrale. Si conoscono versioni a stampa piuttosto antiche. A pag. 45 del volume Egeria di Wilhelm Muller e O.L.B. Wolff pubblicato a Lipsia nel 1829 con il titolo La bella Ninetta appare una prima versione di questo canto raccolto a Venezia. Poi in Chants populaires de l’Italie raccolti e tradotti da J. Caselli e pubblicati a Parigi nel 1865 appare con il titolo di Barcarolle una variante sempre raccolta a Venezia del medesimo canto. Seguono poi le varianti romanesca, napoletana e pistoiese pubblicate da Comparetti e Imbriani in Canti delle province meridionali nel 1871. E quindi, non ultime, le varianti del Nigra del 1888.
Data: maggio 1978
- Durata 01:58
- Luogo Scorrano
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Annunziata Giannotta: voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Canzone narrativa probabilmente ricollegabile a La bevanda sonnifera (Nigra 77). Qui troviamo però il solo incontro alla fonte. La canzone, se l’ipotesi è esatta, ha trovato nel Salento una compiutezza ed una autonomia notevoli tanto da farne un testo a parte.
Data: gennaio 1978
- Durata 02:46
- Luogo Castro
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Elvira Valguarnera: voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Un giovane innamorato parte soldato lasciando in paese il suo amore: Giulia. Quando ritorna in licenza lei è morta. Disperazione e dolore. Il ritratto della bella Giulia non consola il giovane che vorrebbe morire.
Data: marzo 1970
- Durata 04:53
- Luogo Zollino
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Canzone narrativa diffusa un po' ovunque in Italia. Questa versione appare contaminata nell’ultima strofa con altra il cui tema è il convegno amoroso.
- Durata 06:01
- Luogo Cutrufiano
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Antonio Bandello: voce, Luigi Vergari: voce, Antonio Aloisi: voce e tamburello, Antonio Melissano: mandolino, Roberto Angelelli: fisarmonica, Giuseppe Luceri: chitarra
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Canzone narrativa corrispondente alla medesima ballata diffusa in Italia settentrionale con il titolo El fiol del signor conte, ma anche in Abruzzo e nel Lazio. La lezione salentina non rispetta la logica del testo. La memoria del cantore evidentemente comincia ad affievolirsi. Il figlio del signor conte vuole sposare un’inglese figlia di un cavaliere. La chiede in sposa e la mattina alla buonora partono per la Francia. Dopo un po' di cammino l’inglesina comincia a sospirare. Nella redazione corretta sospira per nostalgia della madre, qui sospira per la sua bella. Chiede al figliolo del conte la spada per tagliare un ramo da un albero e far ombra al cavallo ma appena avuta la spada in mano l’uccide e torna a casa dalla madre. Costantino Nigra pubblica varie redazioni di un testo raccolto a Lanzo Torinese dettatogli da una contadina e intitolato Un’eroina. Se si confrontano le due versioni si scopre che il nostro è semplicemente un frammento di un canto molto più ampio e diffuso in gran parte d'Europa. Notare le due bellissime voci.
Data: maggio 1978
- Durata 02:19
- Luogo Seclì
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi: voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Questa canzone è popolarissima in tutta l’Italia settentrionale. In qualche modo deve però essere arrivata fino in Salento. Il Nigra la cataloga al n. 77 con il titolo La bevanda sonnifera.
- Durata 04:46
- Luogo Calimera
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Lucia De Pascalis, Lucia Rizzo: voce; anonime: coro femminile
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Questa canzone è conosciuta e diffusa in tutta Italia tranne che in Sardegna. E' una delle canzoni più contaminate e adattate dalla fantasia popolare. La sorte di Cecilia dopo la morte del marito cambia quasi in tutte le versioni conosciute. Di essa ne parla già Cesare Cantù ma la canzone era stata segnalata ancor prima a Palermo nei primi anni dell'Ottocento. Alessandro D’Ancona ritiene che la canzone abbia tratto origine da un fatto storico avvenuto in Piemonte nella prima metà del Cinquecento. Costantino Nigra la segna con il numero 3 della sua raccolta di Canti popolari del Piemonte. All’episodio di una donna che, per salvare la vita al suo innamorato (marito, amante a seconda delle redazione) che è in galera e rischia di morire, si concede inutilmente al carnefice si sono ispirate molte opere di diversi generi non ultima Tosca, opera lirica di Giacosa e Puccini. Cecilia è una donna straordinaria certo, ma non aveva ancora l’uso della parola. La sua coscienza non aveva ancora trovato il giusto mezzo d’espressione per venire a galla ed affermare la propria presenza al mondo. Quelle della tradizione popolare sono spesso donne mute ed umili, pronte al sacrificio. Vivevano per l'uomo che il destino aveva dato loro, volenti o nolenti, unico e per tutta la vita.
- Durata 06:16
- Data Giovedì, 23 Febbraio 1978
- Luogo Melendugno
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Niceta Petrachi detta "La simpatichina": voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Altra redazione del canto.
Data: febbraio 1974
- Durata 02:41
- Luogo Calimera
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Eleonora Saracino: voce; Cosimino Surdo, Lucia Gabrieli, Liborio Stella: coro
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
E' la storia della bella Rosina che va al mulino per macinare e lì incontrando il mugnaio perde la sua verginità.
Data: febbraio 1974
- Durata 04:24
- Luogo Calimera
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Antonietta Surdo, Eleonora Saracino, Gino Roma, Lucia Gabrieli: voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Una fanciulla mentre va al lavoro incontra un cavaliere che le offre denaro per fare all’amore con lei. La fanciulla, senza batter ciglio, va a chiedere alla madre se può. La madre acconsente perché con il denaro che avrà potrà farle la dote. La mattina, dopo l’incontro, la fanciulla maledice la madre che per trecento scudi le ha levato l’onore. Costantino Nigra raccoglie molte redazioni di questo canto e molto più complete di questa che intitola La bevanda sonnifera.
Data: febbraio 1974
- Durata 04:46
- Luogo Calimera
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Antonietta Surdo, Eleonora Saracino, Lucia Gabrieli, Addolorata Maggiore, Gino Roma: voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Altra redazione della Bevanda sonnifera. Un cavaliere è disposto a pagare trecento scudi per "dormire" con una bella fanciulla. La madre escogita il trucco del sonnifero per prendere il denaro e salvare la figlia. Il cavaliere, svegliandosi la mattina dopo, si scopre gabbato e piangendo se ne va.
Data: febbraio 1974
- Durata 01:38
- Luogo Calimera
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Cosimino Surdo, Lucia Gabrieli, Eleonora Saracino, Addolorata Maggiore: voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Questa canzone appartiene ad un tipo di cultura che potrei definire paesana, artigiana e della disperazione. In poche strofe è descritta la situazione di una donna che per vivere vende il proprio corpo a chi può permettersi di pagare mille lire. Storia emblematica forse di una vedova bianca vittima dell’emigrazione. Questa per la fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento è stata una piaga dura da sopportare ma necessaria per la sopravvivenza. Molti abbandonavano i loro paesi, le loro famiglie, i figli e partivano per terre a loro sconosciute, tra genti che non li sopportavano e che parlavano lingue diverse dalla loro.
Tra il 1891 e 1911 l’Italia vide partire in massa per l’America la parte migliore di se stessa. E non solo in America. Con il tempo gli italiani, in gran parte meridionali, si sparsero ovunque: Australia, Belgio, Francia, Germania, Svizzera. La speranza di poter ritornare presto ad abbracciare i loro figli, i loro cari li tenne in vita. Ma circa 10 milioni di quelli che emigrarono in quel tempo non faranno più ritorno. L’Italia, da poco madre e già matrigna, li ha perduti per sempre.
Dall’inizio del Novecento fino al 1975, secondo i dati forniti dall’ISTAT, altri 20.470.280 sono gli italiani che hanno lasciato la patria in cerca di lavoro. Nello stesso periodo ne sono rientrati 8.436.230. Ma cosa è successo degli altri 12 milioni di italiani?
E cosa succederà di tutti quelli che, anche se in termini diversi, lasciano oggi l’Italia?
L’emigrazione ha generato moltissimi canti quasi sempre intrisi di profondo dolore. - Durata 05:59
- Data Sabato, 04 Febbraio 1978
- Luogo Cutrufiano
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Antonio Bandello, Luigi Vergari: voce; Antonio Aloisi: voce e tamburello; Antonio Melissano: mandolino; Roberto Angelelli: fisarmonica; Giuseppe Luceri: chitarra
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Un marinaio ammira una ragazza che è la più bella della città ma la madre di lei gliela nega perché è troppo piccola e perché lui è marinaio. Sono pochi versi. La canzone si rifà a una ballata emiliana diffusa in gran parte dell’Italia centrale. Si intitola Il marinaio ed è segnata con il numero 77 nella raccolta di Roberto Leydi I canti popolari italiani.
Data: febbraio 1974
- Durata 00:56
- Luogo Calimera
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Cosimino Surdo, Gino Roma, Eleonora Saracino, Lucia Gabrieli, Addolorata Maggiore: voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
Tipico canto non più della tradizione contadina ma di una tradizione ormai urbana.
Data: dicembre 1975
- Durata 01:38
- Luogo Calimera
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Antonietta Surdo, Eleonora Saracino, Lucia Gabrieli, Addolorata Maggiore: voce
- Autore Brizio Montinaro
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Descrizione
E' una canzone sicuramente di origine settentrionale. Si tratta di una versione piuttosto incompleta de La rondine importuna (Nigra 64). Qui è assente proprio il motivo della rondine che interrompe il convegno amoroso. E’ nota in Italia settentrionale, centrale ma è presente anche in raccolte a stampa calabresi, lucane, molisane e laziali.
Data: agosto 1977
- Durata 01:57
- Luogo Melendugno
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Esecutore Niceta Petrachi detta "La simpatichina": voce, Roberto Licci: chitarra
- Autore Brizio Montinaro