Nel paese dei cupa cupa (29)
I suoni della tradizione lucana a cinquant’anni di distanza dalle spedizioni demartiniane
Di seguito i brani del cd allegato al volume che, rimandando nel titolo a un’espressione utilizzata da Diego Carpitella per indicare la Basilicata, voleva offrire, a cinquant’anni di distanza dalle spedizioni demartiniane, una più estesa ed aggiornata ricostruzione della musica tradizionale della regione, esito di una pluriennale ricerca sul campo. Evitando facili esotismi e distaccandosi da raffigurazioni stereoripate di un meridione in costante ritardo sui processi di modernizzazione e dunque più autentico e incontaminato, Nicola Saldaferri e Stefano Vaja sono partiti dall’attualità di un contesto sociale disgregato e frammentario dove la presenza contadina e pastorale è ormai sempre più marginale.
Lamenti funebri, giochi di mietitura, canti di lavoro e ninne nanne risultano pressoché scomparsi dalla prassi ordinaria così come è scomparsa la Lucania consegnata nelle foto di Pinna, Zavattini e Gilardi. Questi repertori sopravvivono nei ricordi delle persone più anziane per cui figure eccezionali, depositarie della memoria collettiva, possono ancora eseguirli su richiesta, animando non senza ironia "sceneggiate" utili ad evocare le cose di una volta. Si tratta però di sopravvivenze di un passato che non fa più parte delle manifestazioni sonore condivise dalla popolazione. In Lucania, come altrove, gli ambienti domestici e lavorativi sono saturi di suoni di altro genere, per lo più di provenienza radiotelevisiva: le ninne nanne sono state sostituite da musica per bambini riprodotte industrialmente, le attività lavorative non sono più accompagnati dai canti alla pisatura e le feste da ballo e i pranzi di nozze sono allietate da musiche da discoteca.
In un quadro musicale estremamente composito e fortemente condizionato dalla cosiddetta globalizzazione, si registrano però processi di rivitalizzazione e riappropriazione di alcuni fenomeni musicali agitati spesso, non senza contraddizioni, come veicoli di affermazione identitari dalle comunità locali. I repertori di strumenti come il tamburello, la zampogna e l’organetto, meno legati a specifici momenti occasionali o rituali, sono oggetto di una forte attenzione da parte di giovani esecutori che, formatisi talvolta in conservatorio, rimettono in circolazione strumenti e musiche dei "nonni" trascurati dai "padri", mentre si registra anche la ripresa di una tradizione artigianale che si riteneva prossima a scomparire. Più che da appartenenze territoriali, etniche o sociali, la produzione musicale lucana è oggi vissuta tramite processi che si attuano in un sistema di pratiche che coinvolgono la memoria e gli affetti. I momenti più significativi risultano quelli che registrano grandi aggregazioni collettive, come le feste calendariali e religiose, in cui si creano comunità temporanee dove persone di diversa provenienza trovano la ragione del loro stare insieme proprio nella condivisione dell’esperienza musicale e dove avviene la trasmissione di repertori musicali dai vecchi musicisti ai giovani esecutori.
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Descrizione
Il Campanaccio di San Mauro Forte è la più nota di un gruppo di feste lucane dove si fa uso di campanacci in occasione della vigilia di S. Antonio Abate. Oltre a quelli solitamente usati per gli animali, vengono utilizzati anche strumenti costruiti appositamente per l'occasione, come i campanacci di Rocco Giammetta. Decine di squadre mascherate di scampanatori percorrono per ore le vie del paese e compiono tre giri rituali intorno alla chiesa di S. Rocco, dove è custodita la statua di S. Antonio Abate. Ogni squadra cerca di suonare i campanacci in modo sincronico; un caposquadra, spesso con un fischietto, un tamburo, un grappolo di campanelli, scandisce ritmi assai cadenzati.
- Durata 02:20
- Data Venerdì, 16 Gennaio 2004
- Luogo San Mauro Forte
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
- Autore Steven Feld
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Descrizione
Il canto della cupa cupa (al femminile), nella città di Matera, è tipico delle serate del periodo di carnevale: viene eseguito da gruppi di musicisti che compiono visite e giri di questua nelle case di amici e conoscenti. Oltre al tamburo a frizione (costruito con un vaso di terracotta, una membrana di stoffa e una canna) si usano anche strumenti moderni come fisarmonica e chitarra. Il canto presenta una linea melodica che se da un lato rispetta la struttura ritmica e fraseologica del canto tradizionale (brano 18), dall'altro è chiaramente tonale e in modo minore. Il testo verbale, in distici, comprende versi di saluto e di circostanza, ma anche frammenti di canti narrativi.
- Durata 04:13
- Data Mercoledì, 10 Marzo 2004
- Luogo Matera
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
- Esecutore Franco Di Lena: voce principale e cupa cupa, Saverio Pellegrino: fisarmonica e voce, Giuseppe Larato: chitarra e voce
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
A Barile hanno luogo alcuni dei riti della Settimana Santa più noti della regione. La processione della Madonna Addolorata del Giovedì Santo - alla quale partecipano soprattutto le donne - e la Sacra Rappresentazione del Venerdì, sono aperte dagli squilli del corno. Nel primo caso sono i ragazzi a suonarlo nelle strade annunciando l'arrivo della processione; nel secondo caso i centurioni a cavallo che aprono il corteo dei figuranti.
- Durata 00:37
- Data Giovedì, 08 Aprile 2004
- Luogo Barile
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Michele Circasso Corbo: corno
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Si tratta di un frammento del canto della Passione, eseguito durante la processione dell'Addolorata la sera del Giovedì Santo a Barile. Una persona intona il canto, strutturato su una libera alternanza di distici e strofe di tre versi; questi vengono di volta in volta ripetuti, all'unisono, dai fedeli che partecipano alla processione. L'episodio del testo, presente nei canti della Passione di varie parti d'Italia, è quello della maledizione rivolta alla zingara, che fa fabbricare i chiodi per la crocifissione, e che per questo dovrà vagare senza fissa dimora.
- Durata 02:50
- Data Giovedì, 08 Aprile 2004
- Luogo Barile
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Chiarina Paternoster: voce femminile con microfono, coro femminile
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Tra la grande varietà di suoni del Maggio di Accettura, la presenza più caratteristica è quella dei complessi di bassa musica, che suonano ininterrottamente durante tutta la festa. Oltre a gruppi di professionisti (con uno o due ottavini e percussioni), di provenienza pugliese, che eseguono marce e brani adattati al repertorio bandistico (brano 09), vi sono gruppi locali, più o meno estemporanei, come quello di questo brano; essi eseguono tarantelle, ballabili, canzoni assai note, o semplicemente sequenze ritmiche puramente percussive, chiamate šcasciatammorr.
La registrazione è avvenuta in occasione del taglio del cerro durante la festa del Maggio.
- Durata 01:43
- Data Giovedì, 20 Maggio 2004
- Luogo Accettura
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
- Esecutore Bassa musica di Accettura U' Fr(u)sc' (ottavino, saxofono, rullante, grancassa, piatti)
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Altri elementi portanti della festa di Accettura sono i canti all'organetto e, soprattutto, quelli a zampogna, che hanno larga diffusione tra i giovani. Gli esecutori registrati sono un gruppo di ragazzi che cantano a contrasto dei versi di circostanza. Il modulo melodico discendente, tipico dei canti a zampogna, presenta qui delle caratteristiche proprie, soprattutto nelle modalità di ornamentazione e nelle interiezioni che lo accompagnano. Il testo verbale è composto da distici.
La registrazione è avvenuta durante il trasporto della cima durante la festa del Maggio.
- Durata 02:25
- Data Domenica, 08 Giugno 2003
- Luogo Accettura
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
- Esecutore Alberico Larato: zampogna di 2,5 palmi; Domenico Palermo, Giuliano Moles, Domenico Fanuele e altri non identificati: voce
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
La Madonna del Pergamo, che si festeggia nei giorni 11 e 12 giugno, è un momento di grande coinvolgimento per la popolazione di Gorgoglione, anche per la presenza di un rito arboreo. Tra i vari eventi musicali che la caratterizzano (dalla banda ai suonatori di organetti e fisarmoniche), si segnalano soprattutto i canti femminili devozionali, eseguiti in chiesa e durante la processione, che presentano una struttura polifonica per terze parallele e una vocalità assai tesa. I testi verbali sono assai simili a quelli dei numerosi canti mariani che si possono ascoltare in tutta la regione.
- Durata 01:55
- Data Giovedì, 12 Giugno 2003
- Luogo Gorgoglione
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
- Esecutore Coro di voci femminili (Giuseppina Morelli, Lucia Abbondanza, Rosa Leone, Maria Antonia Romeo, Filomena Ambrico e altre non identificate) e scoppio di petardi
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
La festa della Madonna di Pollino si svolge in tre momenti: la salita al santuario della Madonna (prima domenica di giugno), la festa al santuario (il sabato che precede la prima domenica di luglio) e la discesa a San Severino Lucano (seconda domenica di settembre).
E' l'evento che probabilmente raccoglie il maggior numero di suonatori, sia lucani che calabresi, che nella festa di luglio bivaccano per più giorni nei pressi del santuario con zampogne, organetti, tamburelli, fisarmoniche. Oltre alle performance estemporanee di musica e danza che si susseguono senza sosta in tutta l'area del santuario, e coinvolgono persone di varia provenienza che spesso non si conoscono, caratteristiche sono soprattutto le suonate a devozione davanti allla Madonna.
Nel brano, registrato in chiesa, si ascolta l'avvicendamento di due gruppi di esecutori. Il primo frammento è un canto a zampogna eseguito in modo estemporaneo da due musicisti che si sono incontrati e conosciuti sul posto (Salamone è lucano, mentre Serra è calabrese); il secondo è una tarantella eseguita da una squadea di pellegrini di Terranova che arrivano interrompendo gli esecutori precedenti. Singolare l'uso dell'organetto a 8 bassi, che consente dei passaggi melodici in modo minore (anche se l'accompagnamento è realizzato sempre in maggiore). Le tarantelle con l'organetto con parti in minore sono piuttosto frequenti nell'area del Pollino, soprattutto tra gli esecutori di Alessandria del Carretto; negli ultimi tempi stanno avendo una maggiore diffusione anche grazie a iniziative di gruppi musicali locali (come quella del gruppo I Suoni di Terranova) che le hanno incluse nelle loro realizzazioni discografiche.La registrazione è avvenuta durante la notte.
- Durata 02:57
- Data Venerdì, 04 Luglio 2003
- Luogo S. Severino Lucano, santuario della Madonna del Pollino
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Nel frammento di canto a zampogna Giuseppe Salamone: zampogna di 3,5 palmi, Antonio Serra: voce Tarantella con organetto (Raffaele Cirigliano: organetto a 8 bassi), bottiglia, tamburello e battiti di mani (gruppo di pellegrini di Terranova del Pollino)
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
La bassa musica di Grottole, composta dai membri della famiglia Fanelli, è l'unico complesso della regione attualmente in attività. Fondamentale la presenza del gruppo alla festa della Bruna a Matera. Il complesso percorre e anima le strade cittadine già nei giorni precedenti; svolge un ruolo importante soprattutto all'alba del 2 luglio nella processione dei pastori, ma sfila anche assieme alle bande durante le altre processioni della lunga giornata, che si concluderà la sera con l'assalto della folla al carro che ha trasportato la Madonna. Il repertorio musicale del gruppo comprende adattamenti di musiche bandistiche e canzoni celebri; in questa esecuzione è riconoscibile un'adattamento della marcia Squinzano di Nino Ippolito.
La registrazione è avvenuta durante la festa della Madonna della Bruna.
- Durata 02:35
- Data Mercoledì, 02 Luglio 2003
- Luogo Matera
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
- Esecutore Bassa musica di Grottole di Giovanni Fanelli (due flauti traversi in ottone a 6 fori, piatti, due rullanti e grancassa)
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Il culto di S. Rocco di Tolve è uno dei più importanti della regione e richiama numerosi pellegrini anche dalla Puglia; la presenza del santo e i numerosi miracoli sono testimoniati da una quantità enorme di ex voto. La mattina del 16 agosto, la statua di legno e argento di S. Rocco, interamente "vestita" con monili d'oro donati nel corso dei secoli dai devoti, viene portata in processione; in testa vi sono i fedeli che eseguono il lungo canto, accompagnato solitamente dalla fisarmonica, sulla vita del santo. Il testo eseguito nel brano musicale narra uno dei suoi miracoli.
La registrazione è avvenuta durante la processione di S. Rocco.
- Durata 01:55
- Data Sabato, 16 Agosto 2003
- Luogo Tolve
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Voci miste (tra cui Maria Romano, Rosa Cataldo e Maria Inserrato), Tonino Saracino: fisarmonica
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Tra i suonatori che accorrono a Viggiano per la festa della Madonna, e da qualche anno anche per il raduno dei suonatori di dicembre, che si conclude con la benedizione delle zampogne nella basilica, un ruolo di primo piano è quello dei suonatori di Caggiano, da sempre uno dei pilastri musicali dell'evento. I caggianesi suonano alla mancina, cioè con i chanter della zampogna invertiti. In occasione delle visite a Viggiano, essi giungono in squadra, con due zampogne, ciaramelle e coppia di ciaramelle (cucchia). I loro repertori musicali comprendono musiche processionali (come quella qui registrata), novene, ma anche pezzi virtuosistici, dove è sempre la ciaramella solista a svolgere un ruolo guida. L'accordatura degli strumenti a squadra dà vita a una vera e propria orchestra di strumenti ad ancia, coprendo un'estensione sonora assai vasta. Le due zampogne, accordate ad ottava (una è quasi il doppio delle dimensioni dell'altra) svolgono soprattutto un supporto armonico; la ciaramella ha un ruolo trainante da solista e può essere accompagnata anche da altre ciaramelle (suonate talvolta anche a contravoce, cioè in ambiti diversi da quelli che sono usuali); la cucchia svolge soprattutto una funzione di accompagnamento ritmico con note ribattute (vedi anche il brano 17).
- Durata 02:15
- Data Domenica, 14 Dicembre 2003
- Luogo Viggiano
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Squadra dei suonatori di Caggiano (Sa): Gennaro Carucci: zampogna di 6 palmi con 3 bordoni, Pasquale Azzeo: zampogna di 2,5 palmi, Giovanni Mignoli: coppia di ciaramelle (cucchia), Giovanni Casale: ciaramella solista
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Tra gli elementi musicali di grande interesse riscontrabili nei paesi arbëresh, vi è la liturgia di rito bizantino. Sia la celebrazione liturgica moderna in lingua albanese che quella tradizionale in lingua greca, si presentano interamente cantate dall'officiante e dai fedeli secondo moduli di tradizione orale appresi per imitazione. La struttura musicale è polifonica. Nel caso di questo brano, registrato durante la celebrazione, si può osservare una distinzione dei ruoli vocali dei partecipanti: il parroco esegue la melodia principale, raddoppiata e armonizzata a terze dalle voci femminili, mentre le voci maschili eseguono il bordone (ison).
- Durata 01:57
- Data Domenica, 27 Giugno 2004
- Luogo San Paolo Albanese
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Papas Francesco Mele: voce principale, voci femminili e ison di voci maschili
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Il brano, che riporta un frammento delle Lodi eseguite dalla Confraternita di Rampone, oltre a documentare una delle pratiche più singolari attive oggi nella regione, offre una testimonianza concreta di come si svolgessero le celebrazioni in lingua latina nei decenni scorsi, prima del Concilio Vaticano II. L’uso dell’armonium, l’alternanza di sezioni solistiche e sezioni corali, la disposizione dei membri della confraternita secondo precise coordinate spaziali (l’armonium e il solista si trovano infatti nella cantoria, mentre i confratelli sono disposti lungo le pareti della navata, venendo completamente così a circondare e avvolgere nella musica i fedeli presenti) conferiscono alla celebrazione una sontuosità musicale che la rende un vero e proprio concerto spirituale. Se per il testo verbale i confratelli rispettano scrupolosamente quello ufficiale in latino del Liber usualis, i moduli melodici, di ispirazione gregorianeggiante, vengono trasmessi invece per tradizione orale.
- Durata 02:42
- Data Mercoledì, 02 Giugno 2004
- Luogo Rapone
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Confraternita del SS. Rosario (priore: Michele Sacino), voci maschili, Antonio Rocco Tozzi: voce solista e armonium
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Il flauto di canna, assai diffuso in tutta la regione, viene usato da solo o in combinazioni strumentali che comprendono zampogne e organetti, o strumenti a percussione, come quelli presenti in questa registrazione. I tre suonatori sono tra i più attivi oggi nell’area del Pollino; Salamone e Valvano svolgono anche attività di costruttori.
- Durata 02:59
- Data Domenica, 04 Luglio 2004
- Luogo Terranova di Pollino
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Giuseppe Salamone: flauto di canna, Domenico Miraglia: tamburello, Quirino Valvano: bottiglia con chiave
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Domenica Lisanti, una delle più straordinarie voci di Ferrandina, esegue i canti che in passato si potevano ascoltare durante la raccolta delle olive; canta sia la melodia delle donne che quella, di risposta, degli uomini che stavano sull’albero, dando anche la spiegazione di come questo avveniva.
- Durata 02:59
- Data Giovedì, 04 Settembre 2003
- Luogo Ferrandina
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
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Descrizione
Vincenzo e Antonio Forastiero sono due dei musicisti più importanti della regione. Antonio (1930) è un costruttore di zampogne a chiave e ciaramelle, erede del famoso costruttore di Polla Carmine Trimarco; Vincenzo (1919), che suona dall’età di tredici anni, è cantore e suonatore di zampogna e ciaramella. I fratelli Forastiero vivono nella zona del monte Sirino, Antonio nel comune di Lauria e Vincenzo in quello di Moliterno. Il brano eseguito è un canto con un testo formalizzato; il cantore si alterna con la ciaramella secondo un modello che riflette una consuetudine nelle zone limitrofe della Campania, diverso dunque dai modelli di canto a zampogna che si possono ascoltare in altre aree della Basilicata (brano 06). La grande zampogna di 6 palmi, preferita da Vincenzo per l’accompagnamento al canto, fa risaltare la voce in maniera più nitida. Questo brano, e quello successivo, sono stati registrati a Campomaggiore, nello studio di registrazione Little Italy, in occasione delle riprese per il documentario di Rossella Schillaci Pratica e maestria.
- Durata 02:43
- Data Martedì, 29 Aprile 2003
- Luogo Campomaggiore
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Vincenzo Forastiero: ciaramella e voce, Antonio Forastiero: zampogna di 6 palmi
- Autore P. Trivigno
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Descrizione
Nell’esecuzione di questa tarantella, ai fratelli Forastiero si aggiunge come suonatore di ciaramella Agostino Carlomagno, originario di Lagonegro ma da due anni residente a Matera. La tessitura assai grave della zampogna di 6 palmi fa percepire con molta chiarezza il ruolo melodico della ciaramella solista e soprattutto quello della cucchia, con il caratteristico accompagnamento ritmico fatto di note ribattute in controtempo e sincopi.
- Durata 01:43
- Data Martedì, 29 Aprile 2003
- Luogo Campomaggiore
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Agostino Carlomagno: ciaramella, Antonio Forastiero: coppia di ciaramelle (cucchia), Vincenzo Forastiero: zampogna di 6 palmi
- Autore P. Trivigno
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Descrizione
Giuseppe Verzica (1914) è cantore e suonatore di organetto ancora in piena attività. Vive ad Aliano, nei pressi della casa di confino di Carlo Levi, e ai turisti che vanno a visitarla racconta ancora di quando la sua mula stava per travolgere il medico torinese. Esegue qui, con accompagnamento del cupa cupa, la più celebre delle canzoni narrative lucane, oggetto degli studi di Bronzini e ancora oggi assai diffusa e nota anche alle nuove generazioni. La struttura melodica, rispetto a quella ascoltata nel brano 02 (cupa cupa materana) si presenta meno formalizzata e più fluida, con delle irregolarità che sono tipiche del canto a cupa cupa.
- Durata 06:15
- Data Mercoledì, 28 Agosto 2002
- Luogo Aliano
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
- Esecutore Giuseppe Verzica: voce, Alberico Larato: cupa cupa
- Autore E. Piria
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Descrizione
Questo brano, come i due che seguono, è stato registrato durante il concerto di musiche tradizionali lucane promosso a Potenza da Francesco Giannattasio nel 1991. Leonardo Lanza, uno dei maestri della zampogna lucana, nonché importante costruttore, è originario di Terranova di Pollino e attualmente vive a Sibari (Cs); qui esegue la Passeggera, un brano lento chiamato così perché eseguito dai suonatori camminando; il brano è strutturato su un basso ostinato del chanter sinistro su cui il chanter destro realizza delle variazioni continue.
- Durata 01:42
- Data Giovedì, 19 Settembre 1991
- Luogo Potenza, Teatro Stabile
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Leonardo Antonio Lanza: zampogna a chiave di 3,5 palmi
- Autore P. Modugno (ADA-Archivio Demoantropologico, Università della Basilicata)
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Descrizione
Rocco Rossetti, di Corleto Perticara, soprannominato a Tosca, è stato l’ultimo suonatore di arpa viggianese collegabile direttamente all’attività dei musicanti girovaghi; aveva iniziato a suonare nel 1932 sotto la guida di Pasquale Capobianco, rientrato dagli Stati Uniti dove aveva svolto l’attività di suonatore tradizionale. L’arpa diatonica di Rossetti era stata ottenuta assemblando parti di strumenti diversi, con delle modifiche che gli consentivano di portarla con una cinghia e di suonare anche camminando. Il suo repertorio comprendeva musiche di vario genere: dai ballabili (come la polca qui eseguita), alle canzoni napoletane, dalle tarantelle alle fantasie per da opere liriche; esso ben rispecchiava lo spirito "internazionale" dei girovaghi viggianesi, che nella loro attività, soprattutto all’estero, cercavano di offrire un’immagine globale della musica italiana.
- Durata 02:04
- Data Mercoledì, 19 Settembre 2001
- Luogo Potenza, teatro F.Stabile
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Rocco Rossetti (1926-2003): arpa diatonica
- Autore P. Modugno (ADA-Archivio Demoantropologico, Università della Basilicata)
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Descrizione
La pastorale, diffusa principalmente nell’area del Pollino, è una specie di tarantella lenta e cadenzata, suonata soprattutto da zampogne e surduline e danzata prevalentemente in coppia, con un passo assai pesante. Carmine Salamone è stato l’ultimo dei grandi suonatori tradizionali di surdulina; originario di San Paolo Albanese (paese che ha vantato un’importante presenza di zampogne), ha vissuto per molti anni a Terranova di Pollino.
- Durata 03:25
- Data Giovedì, 19 Settembre 1991
- Luogo Potenza, teatro F. Stabile
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Carmine Salamone (1927-2001): surdulina
- Autore P. Modugno (ADA-Archivio Demoantropologico, Università della Basilicata)
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Descrizione
Rosa Nappi, figura di riferimento nella tradizione musicale di Tolve, è la depositaria di un vastissimo repertorio vocale che comprende una grande varietà di canti, da quelli narrativi alle tarantelle, ai canti religiosi. Questa ninna nanna, eseguita in un registro grave, esalta la ricchezza timbrica della voce dell’esecutrice.
- Durata 02:39
- Data Mercoledì, 03 Settembre 1997
- Luogo Tolve
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Rosa Nappi: voce
- Autore A. Giordano
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Descrizione
La presenza di repertori polifonici a due parti, strutturati sui principi del canto ad accordo, con un solista e un piccolo coro che accompagna, costituisce una delle manifestazioni musicali più significative emerse nel corso della ricerca; per quanto forme simili siano state documentate in passato in diverse località, sono ancora poco studiate. L'area di Avigliano e Ruoti al momento risulta essere quella dove questi canti sono maggiormente in uso. I testi verbali sono strutturati in distici improvvisati da un solista. Ogni verso viene cantato due volte: la prima volta è eseguito per intero dal solista, con delle interiezioni, in corrispondenza del primo emistichio, da parte del coro (che sta quasi a segnalare così la presenza e la partecipazione); la seconda volta viene eseguito dal solista insieme al coro, che canta le parole del verso che ha appena ascoltato, su delle note lunghe e secondo un modulo discendente. Il ruolo da solista, a rotazione, viene ricoperto da diversi cantori. L’esecuzione di questi canti, che possono dilungarsi per parecchio tempo, talvolta viene intercalata anche da frammenti suonati dall’organetto.
- Durata 03:03
- Data Venerdì, 07 Gennaio 2005
- Luogo Possidente, frazione di Avigliano
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Vincenzo Sabia, Giuseppe Romaniello, Vito Possidente: voce (parti sole); Leonardo Gerardi, Vito Lorusso, Giorgio D'Andrea: coro
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
Donato Beneventano, assai attivo nella valle del Melandro e nelle vicine aree della Campania, oltre a un’intensa attività di suonatore per feste e matrimoni, ha anche inciso diverse cassette che ancora oggi si trovano nelle bancarelle musicali durante le fiere. Il suo repertorio musicale comprende tarantelle, ma soprattutto brani ballabili come valzer, polche e mazurche. Il brano qui registrato è una polca che presenta un uso caratteristico dei colpi di mantice al fine di ottenere particolari effetti di staccato e di ribattuto.
- Durata 02:41
- Data Giovedì, 06 Novembre 1997
- Luogo Sasso di Castalda
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Donato Beneventano: organetto a 8 bassi
- Autore Nicola Scaldaferri
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Descrizione
La tradizione musicale dei paesi arbëresh, fondati da popolazioni giunte in Italia dall’Albania nel XV secolo, è principalmente vocale e ad impianto polifonico; questo costituisce certamente un retaggio delle complesse forme a più voci delle zone d’origine. Il seguente canto propiziatorio, eseguito a quattro parti, presenta una struttura melodica e testuale rigidamente formalizzata. Esso veniva cantato soprattutto durante i lavori campestri della mietitura e nel mese di settembre, quando all’arrivo dell’autunno si accendevano per consuetudine i fuochi all’aperto nei vari rioni.
La registrazione è del gennaio 1998
- Durata 03:10
- Luogo San Costantino Albanese
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Antonietta Brescia, Giulia D'Amato, Teresa Scutari (principale), Rosina D'Amato: voce
- Autore P. Trivigno
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Descrizione
Vallja, che letteralmente vuol dire danza, è una delle forme musicali più caratteristiche degli arbëresh. Si tratta di una danza cantata, eseguita lungo le strade, diffusa presso tutti i paesi che hanno ancora mantenuto le tracce della loro origine, ed ha soprattutto un carattere celebrativo. Le musiche e le modalità della danza sono assai diverse da paese a paese. A San Costantino questa danza era eseguita durante i riti di nozze, la festività pasquale o per onorare l’arrivo di personaggi importanti. Oggi la danza non è più in uso, mentre il canto si è conservato. La struttura melodica è a due voci, e stilisticamente segnata da passaggi in falsetto, talvolta veri e propri jodel; la presenza di frasi asimmetriche rende questo brano assai singolare dal punto di vista ritmico-fraseologico. La vallja di San Costantino, grazie a numerose registrazioni del passato, è piuttosto conosciuta ed è stata oggetto di arrangiamenti e manipolazioni (che non sempre ne hanno dichiarato la provenienza) anche da parte di noti musicisti.
La registrazione è del gennaio 1998.
- Durata 02:26
- Luogo San Costantino Albanese
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Antonietta Brescia, Giulia D'Amato (intona), Rosina D'Amato, Teresa Scutari: voce
- Autore P. Trivigno
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Descrizione
Il mandolino e la chitarra, così come il violino e la fisarmonica, sono strumenti assai presenti nei paesi lucani; essi venivano e vengono ancora oggi utilizzati prevalentemente nel contesto degli artigiani e nella realtà urbana, mentre risultano pressoché estranei al mondo agropastorale. I repertori comprendono soprattutto pezzi ballabili, eseguiti durante feste e serenate. Queste musiche spesso in passato venivano apprese, e trovavano circolazione, anche grazie ai grammofoni e ai dischi 78rpm. Questa polca per mandolino fa parte di un vasto repertorio di musiche suonate sia in famiglia, sia durante incontri con amici e suonatori; Pasquale Scaldaferri, maestro di musica e polistrumentista, l’ha appresa dal padre, anche lui musicista, emigrato in America nei primi del '900. In questa esecuzione è accompagnato dal figlio Lorenzo.
- Durata 02:07
- Data Giovedì, 08 Luglio 2004
- Luogo San Costantino Albanese
- Provincia Potenza
- Regione Basilicata
- Esecutore Pasquale Scaldaferri: mandolino, Lorenzo Scaldaferri: chitarra
- Autore Nicola Scaldaferri
- Genere Audio
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Audio
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Descrizione
Si tratta di un montaggio di due esecuzioni della stessa tarantella, cantate a cinquant’anni di distanza da Paolina Luisi, una delle voci più straordinarie della tradizione musicale di Tricarico.
Le registrazioni sono avvenute l'11 giugno 2003 (27 ottobre 1952).
- Durata 01:51
- Luogo Tricarico
- Provincia Matera
- Regione Basilicata
- Esecutore Paolina Luisi (all'anagrafe Teresa Lotito, 1908-2005): voce
- Autore Nicola Scaldaferri (D. Carpitella ed E. De Martino)