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Sant'Antonio Abate (34)

I canti rituali di questua

Il calendario agricolo scandisce i momenti rituali tradizionali della civiltà contadina. Gli eventi rituali del mondo popolare, connessi al ciclo della natura che nasce, muore e rinasce, sintetizzano il ciclo vitale dell'uomo; su di essi e sul loro modo di manifestarsi il cristianesimo ha agito profondamente pur se elementi anteriori sopravvivono in alcuni riti nella loro configurazione arcaica. 
Nel calendario agricolo tradizionale si individuano le seguenti periodizzazioni: 
- ciclo del solstizio d'inverno (Natale, Epifania, Festa di Sant'Antonio Abate, Carnevale)
- ciclo della Settimana Santa
- feste di maggio e feste dell'estate
Nella scansione rituale si collocano anche le feste patronali e le feste dei vari santuari.
Il periodo invernale, che dalle feste solstiziali conduce all'equinozio primaverile, è caratterizzato da cerimonie di segno diverso: alcune orgiastiche, come il carnevale e la mezzaquaresima, altre purificatorie e penitenziali come la Candelora, il mercoledì delle Ceneri e la Quaresima; altre che rammentano, come Sant'Antonio, antichi riti per propiziare gli dèi preposti alla fecondità e alla fertilità.
Riti ed usanze che, provenienti dalle arcaiche religioni italiche, celtiche ed orientali, sono sopravvissuti all'opera di evangelizzazione della Chiesa. Il lungo periodo che preludeva alla primavera, ovvero all'antico capodanno nell'arcaica religione romana, era segnato da cerimonie per purificare uomini, animali e campi e per favorire, propiziando gli dèi, il rinnovo del cosmo.

La festa di Sant'Antonio Abate, 17 gennaio
Il 17 gennaio, con la festa di Sant'Antonio Abate, si apre il ciclo di carnevale e le rappresentazioni, che ancora oggi si svolgono in Abruzzo, evidenziano una genuina testimonianza della tradizione giullaresca legata al periodo del carnevale. La figura di santo anacroneta presentataci dai motivi agiografici e religiosi, anche per la concomitanza con l'apertura del carnevale, viene stravolta dalla letteratura burlesca di origine e gusto popolaresco. Le vicende della vita agiografica, le leggende medievali a lui connesse con gli elementi del fuoco e del maialino ed il ciclo del carnevale, formano il momento rituale tradizionale più sentito nella civiltà contadina abruzzese; una celebrazione collettiva di valori riconosciuti in cui risalta il carattere non trascendente ma umano della religiosità popolare.

La questua
La pratica questuante, ossia l'atto di portare la questua di casa in casa dalle squadre (gruppi) di cantori e suonatori, rappresenta uno degli aspetti rituali tra i più vivi e radicati in Abruzzo attraverso cui si celebrano il capodanno, l'epifania, Sant'Antonio Abate ed il giovedì santo.
Un tempo la questua per Sant'Antonio, che durava cinque-sei giorni sino al 17 di gennaio, rappresentava per la squadra l'occasione di raccogliere beni alimentari di reale valore economico; in pratica vi era lo scambio tra i poteri magico-propiziatori portati dalle squadre di suonatori e l'offerta di beni alimentari (salsicce, formaggio, uova e galline), oggi mutata in piccole somme di denaro, elargita dai padroni di casa oltre ad un rinfresco.

I testi poetici e le musiche dei canti per Sant'Antonio Abate
I motivi tematici presenti nel canto E la donna bonë cristianë - brano tra i più rappresentativi del repertorio dedicato al santo - ci rimandano alla Historia Sancti Antoni, storia medievale che, contenuta nel Codice Corsiniano del 1485 e pubblicata dal Monaci, forse composta agli inizi del trecento da un giullare della Lombardia per edificazione e diletto dei conterranei suoi, giunse in Abruzzo.
Da qui derivano le analogie con i motivi comici e burleschi inerenti i sotterfugi con cui Sant'Antonio sconfigge il diavolo. La Historia Sancti Antoni risulta da una contaminazione della biografia classica con le leggende medievali appartenenti al ciclo delle novelle e dei fabliaux; il diavolo travestito da donzella, il bambino concepito nel peccato e promesso a lo nemico, le vicende da portinaio dell'inferno, i diavoli che piangono per le percosse e tutte le altre furberie del santo, sono gli elementi che ritroviamo ancor oggi nei testi largamente diffusi in E la donna bonë cristianë.
La figura del santo che emerge nei diversi canti è pervasa da sentimenti religiosi di grande devozione e di rispetto, come pure da un clima tipicamente giullaresco che rimanda alla cultura popolare medievale dove spesso valori ed immagini della cultura religiosa ufficiale volgono al grottesco e alla parodia.
Alcuni canti, invece, ci rimandano all'orazione In onore di Sant'Antonio diffusa dai diasillari di Campli lungo il versante orientale del Gran Sasso (zona teramano-pescarese) o all'orazione de Il miracolo del glorioso Sant'Antonio da Padova il cui testo trovò diffusione su foglio volante stampato dal Premiato Stabilimento Tipografico Giuseppe Campi di Foligno. Nell'immaginario contadino le due figure religiose (S. Antonio Abate e S. Antonio da Padova) si sovrappongono: alcune squadre, infatti, per l'occasione del 17 gennaio eseguono indistintamente i canti riferiti all'uno o all'altro santo.
Vi sono poi canti in cui si omette la narrazione o si fanno brevi cenni all'eremitaggio o si descrivono unicamente gli aspetti burleschi.
La quasi totalità dei canti presenta nel testo poetico una traccia cronologica esecutiva/espositiva così schematizzata: 
- saluto della compagnia e presentazione del fatto che si sta per narrare; 
- illustrazione della vita penitente e contemplativa del santo
- tentazioni e vittoria del santo
- questua con richiesta di beni alimentari
- commiato con benedizione, saluti ed auguri

Le musiche
Una particolarità dei canti di questua di Sant’Antonio - come per il canto del giovedì santo - è quella di poter intonare le strofe su due differenti modi esecutivi: la doppië e la sdoppië. Il modo doppië si caratterizza per l'andamento più lento e per lo sviluppo strofico con ripetizioni degli ultimi due versi o distici; il modo sdoppië si basa su un ritmo terzinato più veloce e la strofa poetica non subisce dilatazioni nella fase esecutiva. Le squadre scelgono il modo esecutivo da adottare in base al tempo che vogliono dedicare di volta in volta alle visite: "cchiù facemë prestë a candà e cchiù casë ggiremë!".
I canti sono eseguiti su ritmi binari puntati o su ritmi ternari. Le strofe subiscono nell'esecuzione delle dilatazioni con le ripetizioni dei versi; le voci all'unisono o per terze procedono omoritmicamente; l'esecuzione vocale predilige i toni acuti, l'emissione è di solito a gola chiusa con timbro nasale. Nell'area teramana, pescarese e chietina i canti sono accompagnati dall'organetto diatonico ddù bbottë, o dalla fisarmonica supportati ritmicamente da grancassa, tamburo, crolla, acciarino, tamburo a frizione detto vurravurrë, battafochë, bërrëconë.
Nell'area aquilana si rileva, nel caso specifico del rituale di Sant'Antonio, una minore conservazione dei canti di tradizione orale; gli organici strumentali ci rimandano alla formazione bandistica: alla fisarmonica si uniscono strumenti a fiato come la tromba, il trombone e il clarinetto.
I canti sono musicalmente costruiti sulla tonalità maggione ad eccezione dell'orazione Il miracolo di Sant'Antonio eseguita in tonalità minore da Maria Salzetta senza accompagnamento strumentale.

Le drammatizzazioni del Sant’Antonio Abate

Diffuse maggiormente nelle province di Pescara e Chieti, si svolgono nelle abitazioni private o in locali più ampi come le sale dei ristoranti. Le rappresentazioni si basano sulla riproposta in dei motivi tematici della Historia Sancti Antoni e quindi de La donna bbonë cristianë con l'aggiunta di alcuni episodi burleschi. Le scene si susseguono attraverso l'alternarsi di parti cantate - voce narrante (coro) e personaggi - e di parti recitate a volte anche improvvisate.
I personaggi in scena sono: Sant'Antonio, Antonio bambino, la madre di Antonio, l'angelo, l'angelo finto, la donzella tentatrice, quattro eremiti, San Michele, i diavoli, le bestie feroci e l'avvocato del diavolo.

I luoghi della ricerca

Le fonti sonore e le testimonianze raccolte in Abruzzo sul rituale del Sant'Antonio provengono per lo più dalle zone collinari e pedemontane poste a ridosso del massiccio del Gran Sasso d'Italia, delle montagne della Maiella e del Morrone. In queste realtà l'economia tradizionale agro-pastorale basata sulla sussistenza ha lasciato spazio alla coltivazione intensiva con la nascita di forme di cooperazione. Nuovi nuclei artigianali, sorti in questi ultimi decenni là dove le linee di comunicazione sono risultate più agevoli, hanno favorito la vivibilità e la conservazione dei piccoli paesi. I luoghi meno fortunati hanno subìto il fenomeno dell'emigrazione o dello spostamento dei residenti verso le valli e la costa.

  • Genere Audio

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    L'organico di questa squadra (del tipo bandistico-militare) è composto da strumenti a percussione (grancassa, tamburo e piatti) e dall'organetto a due bassi, ddù bbottë, che ha la funzione di accompagnare il canto e rafforzare la parte melodica; la chitarra folk, inserita successivamente, ha funzione ritmico-armonica. I suonatori di Befaro sono conosciuti in zona perchè portano su commissione la serenata nostalgica La partenza della sposa.

  • Durata 09:56
  • Data Giovedì, 17 Gennaio 1991
  • Luogo Befaro
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Squadra di Befaro. Gianfranco Ciotti (32 anni): voce solista e piatti, Gino Ciotti (74 anni): voce del coro, Nazareno Ciotti (46 anni): organetto e voce, Claudio Cacciatore (30 anni): chitarra, Antonio Trignani (57 anni) tamburo, Francesco Francia (73 anni): grancassa
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Il canto è diffuso nella zona di Farindola (valle del Tavo), nelle valli del Fino e del Vomano e nella valle Siciliana. Tale versione, ripresa successivamente dalle squadre di Befaro, San Massimo, Piane Vomano, Cellino, a detta dei più anziani, veniva eseguita sin dai primi del Novecento dai diasillari: famiglie di cantori girovaghi provenienti da Campli (Te) che di casa in casa, spingendosi sino alla valle del Tavo (Pe), recitavano li diasillë ricevendo in cambio dei beni alimentari.
    Considerando alcuni elementi come la larga diffusione di questo canto nel repertorio femminile, la mancanza nel testo di strofe che richiamino la questua, l'uso dell'impianto melodico in tonalità minore nella versione eseguita da Maria Salzetta, il fatto che il canto venga comunemente chiamato dalle donne l'urazziune di Sand’Andonje, il brano può essere attribuito al repertorio narrativo extra-liturgico delle orazioni. Il testo evidenzia il carattere magico attribuito alla figura del santo posto a protezione degli animali. La vicenda narrata funge d'ammonimento per chi l'ascolta: "... E se grazia noi vogliamo, Sand'Andonio ricorreremo e se a lui sarem devoti non ce lo negherà".

  • Durata 07:10
  • Data Domenica, 16 Gennaio 2000
  • Luogo Cermignano
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore La formazione questuante di Cellino Attanasio (Te) presenta un organico vocale strumentale di moderna concezione con l’inserimento del sax e delle voci femminili. La formazione è così composta: voci maschili e femminili, chitarra, sax, fisarmonica, organetto, cembalo.
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Descrizione

    Ad eseguire il canto sono dei giovani di Cermignano e Penna Sant'Andrea (Te) di età compresa tra i dieci ed i quindici anni. Nei paesi collinari della bassa valle del Vomano, dove la pratica rituale del Sant'Antonio è ancora fortemente sentita, i giovani sono attratti dal richiamo delle tradizioni per continuità culturale trasmessa attraverso le generazioni. Il canto popolare rappresenta per loro un'occasione per socializzare e per far musica. In zona molti ragazzi suonano l'organetto diatonico prediligendo la versione più moderna rivestita in celluloide.
    Il canto eseguito, di tipo numerativo, prende in considerazione gli accadimenti politici attraverso un linguaggio comunicativo satirico di denuncia sociale. Il brano viene eseguito anche dalle squadre di Poggio delle Rose e Penna Sant'Andrea; in questa versione, tra una strofa e l'altra, viene declamato ritmicamente il nome di Antonio ed a seguire i numeri del gioco della morra.

  • Durata 06:13
  • Data Domenica, 16 Gennaio 2000
  • Luogo Cermignano
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore La squadra è composta da giovani cantori e suonatori di organetto, tamburo, cembalo, la zucca, tamburo a frizione, sonagli e la crolla.
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    A Collelongo, la sera della vigilia di Sant'Antonio Abate, un gruppo di musici e cantori percorre le strade del paese intonando il canto di Sant'Antonio: si tratta di un canto monodico eseguito da un coro di voci miste. La musica, in tempo ternario, viene eseguita su uno schema di tipo bandistico: gli ottoni - tromba e sax - ora raddoppiano il canto, ora eseguono melodie di riempimento tra un verso e l'altro; il basso tuba segna il tempo assieme ai rullanti mentre le fisarmoniche, con accordi ora tenuti, ora ribatturi, fanno da tappeto armonico. Nel testo poetico, a firma di Pasquale Cianciusi, ricorrono i temi della devozione, della protezione degli animali, del fuoco e della benedizione; mancano i riferimenti alle tentazioni del diavolo e gli elementi della questua. Tema principale è comunque il cibo con le cuttore, le panette e i cicerocchi.

  • Durata 08:07
  • Data Domenica, 16 Gennaio 1994
  • Luogo Collelongo
  • Provincia L'Aquila
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore La formazione strumentale, in quest'occasione, comprende sette fisarmoniche a piano, una tromba, un trombone, un basso tuba, un sax, tre rullanti, piatti, un cembalo ed una grancassa. Il canto è eseguito dal corteo.
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Due zampognari di Villa Latina (Fr) sono giunti a Collelongo per portare il loro canto di questua per le case del paese. In alcune di esse si preparano le cottore(grandi pentole di rame) in cui si fanno bollire i cicerocchi (granturco) offerti e consumati dai passanti in segno di devozione a Sant'Antonio.
    La zampogna suonata è una "28" a campana aperta. Le strofe, eseguite in modo frammentario, descrivono nella loro essenzialità gli aspetti tematici più ricorrenti: il saluto dei suonatori, la protezione del santo contro il demonio e la dimensione burlesca.

  • Durata 02:17
  • Data Domenica, 16 Gennaio 1994
  • Luogo Collelongo
  • Provincia L'Aquila
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Zampognari di Villa Latina
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Il canto, eseguito da D'Alanno Amerigo, originario di San Valentino in Abruzzo Citeriore, paese collinare che si affaccia sulla valle del Pescara, narra pur se in modo incompleto il miracolo di Sant'Antonio da Padova la cui ricorrenza è il 13 giugno. Nell'immaginario popolare le figure dei due santi (l'uno detto di lu purcellë e l'altro gijië jiucondë) si sovrappongono in un'unica figura. La storia del miracolo di Sant'Antonio da Padova si diffuse tra i devoti grazie al foglio volante stampato dal Premiato Stabilimento Tipografico Giuseppe Campi di Foligno.

  • Durata 01:47
  • Data Venerdì, 20 Aprile 1984
  • Luogo San Valentino in Abruzzo Citeriore
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Amerigo D'Alanno: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Descrizione

    Gli esecutori sono tutti componenti della famiglia Salzetta residente a Fiano, contrada di Farindola (Pe), nell'alta valle del Tavo alle pendici del massiccio del Gran Sasso d'Italia. Maria Salzetta dispone di un vastissimo repertorio che spazia dal lirico-monostrofico all'epico-lirico: canti devozionali, orazioni, storie, ballate e stornelli intonati sulle diverse arie di lavoro. 
    Lo stile esecutivo è di estrema finitezza popolare ed i moduli melodici impiegati sono tra i più arcaici e privi di contaminazione dotta, romantica e moderna.
    L'orazione del miracolo di Sant'Antonio viene qui eseguita da Maria in tonalità minore intonando il primo verso di ogni strofa; le voci di Bambina e Gaetano entrano di seguito all'unisono sino a concludere la strofa. La loro impostazione vocale è di tipo tradizionale ed è caratterizzata da un'emissione contenuta a gola stretta che rifiuta ogni forma di enfasi; nell'esecuzione l'espressione facciale è di intimo coinvolgimento.

  • Durata 06:44
  • Data Giovedì, 06 Febbraio 1992
  • Luogo Fiano (Farindola)
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Maria Salzetta e i figli Gaetano e Bambina Miraglia
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    L'orazione Il miracolo di Sant’Antonio (il cui capoverso è: "In onore di Sant’Antonio") è qui eseguita dalla squadra di Piane Vomano: un nutrito gruppo di cantori di età compresa tra i trenta e i settant'anni. Franco, figlio del noto maestro di organetto Fanciullo Rapacchietta, coordina le prove, organizza le uscite e stabilisce, in base all'occasione, il repertorio caratterizzato da ballate, stornelli dispettosi a tempo di saltarella, canti a serenata, come la Partenza della sposa, o più generici eseguiti a tempo di valzer e di polca.
    Le voci cantano all'unisono o per terze e sono accompagnate dal ddù bbottë(organetto) che raddoppia il canto ed esegue passaggi melodici a volte virtuosistici tra una strofa e l'altra; la parte ritmica è composta da grancassa, rullante, crolla, acciarino e tamburo a frizione.

  • Durata 07:27
  • Data Domenica, 16 Gennaio 2000
  • Luogo Piane Vomano
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore La squadra di Piane Vomano è composta da Pietro Narcisi, Ferruccio Iannone, Angelo Di Gregorio, Edmondo Candeloro, Renato Candelori, Rino Iannone: tamburo a frizione, Alberto Iannone: acciarino, Franco Rapacchietta: organetto a due bassi
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Cantori e suonatori di Poggio delle Rose e di Penna Sant'Andrea, località limitrofe situate sui colli della valle del Vomano, condividono la festa di Sant'Antonio eseguendo il Sant'Antonio "politico" per le cantine di lu Pujë(Poggio). Trattasi, come il brano 03, di un canto numerativo che prende in considerazione i fatti negativi della politica italiana: un canto sociale satirico in cui il nome del santo viene inneggiato con funzione liberatoria.

  • Durata 03:16
  • Data Domenica, 17 Gennaio 1993
  • Luogo Poggio delle Rose
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Visciotti Alessandro: grancassa, Serrani Silvio: fisarmonica, Fabri Antonio: acciarino, Fabri Augusto: tamburo, Spitilli Gianfranco: cembalo con piattini, Marsili Biagio, Di Lorenzo Domenico, Sperandii Giorgio: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto eseguito esclusivamente dalla squadra di Montegualtieri; incerta è la provenienza, da collocare forse nelle Marche (Villasciano Saverio di Fermo).

  • Durata 05:00
  • Data Sabato, 16 Gennaio 1999
  • Luogo Montegualtieri
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Squadra di Montegualtieri: Vincenzina, Patrizia e Manuela Di Battista, Pio Misantone, Maria Rosaria e Loriana Cavallo, Marino Di Giorgio, Mario, Luigi, e Giovanni Cardelli, Italo e Iole Feliciani, Antonietta Luciani, Sabrina Di Lorenzo: voci; Silvino e Giuseppe Cardelli: organetto; Felice Misantone: grancassa; Dante Vascioli: tamburo a frizione.
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Il canto riassume, pur se in modo frammentario, elementi ricorrenti quali il saluto, l'eremitaggio, la questua ed il commiato. La terza strofa è mutuata dal canto Sant'Antonio del giglio (Sant'Antonio da Padova).

  • Durata 02:17
  • Data Domenica, 12 Gennaio 1997
  • Luogo Pineto
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Domenico Nardi: voce, Gabriele Foschi: fisarmonica
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Immagine
  • Audio

  • Descrizione

    La signora Speranza Cacetti, di anni ottanta, abita a San Massimo, un piccolo borgo posto sul versante orientale del Gran Sasso d'Italia, alle pendici del monte Camicia, tra Castelli ed Isola del Gran Sasso (Te). Speranza ricorda di aver ascoltato ed appreso da bambina questo canto portato per le case dalle squadre questuanti provenienti dai paesi limitrofi. Il testo qui recitato presenta molti elementi tematici e personaggi propri della Historia Sancti Antoni. Nella traccia 30 la signora Speranza canta la presente orazione.

  • Durata 03:22
  • Data Sabato, 18 Febbraio 1995
  • Luogo San Massimo di Isola del Gran Sasso
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Speranza Cacetti: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Giulio Cirone, risidente a Farindola (Pe), nell'alta valle del Tavo, esegue il canto numerativo dedicato a Sant'Antonio a modo di litania. Trattasi di una versione devozionale non utilizzata per la questua.

     

  • Durata 04:03
  • Data Mercoledì, 20 Marzo 1996
  • Luogo Farindola
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Giulio Cirone: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Fara Filiorum Petri (Ch) è situata nella vallata del fiume Foro e qui gli abitanti celebrano il Sant'Antonio Abate accendendo le farchie, grandi fascine di canne (arundo donax) che raggiungono la circonferenza di un metro e l'altezza di oltre dieci. Le farchie, dodici di numero come le contrade del paese, si contraddistinguono per la loro imponenza dai fuochi accesi in questo periodo in tutto il Mediterraneo. Ciascuna contrada, la vigilia del 17 gennaio, traina la propria farchia a suon di organetto nel piazzale della chiesa dedicata al santo e, mentre vengono innalzate ed accese, i suonatori animano la festa con canti e suoni.
    Il canto di questua E la donnë bbonë cristianë, molto diffuso in questa zona, è caratterizzato dal testo poetico tratto dalla Historia Sancti Antoni.

  • Durata 02:44
  • Data Domenica, 16 Gennaio 2005
  • Luogo Fara Filiorum Petri
  • Provincia Chieti
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Cantori e suonatori faresi
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    A Villavallelonga (Aq), che si erge su un colle della pianura del Fucino, Giambattista Coccia - alias L'avvocato - dopo aver recitato le preghiere canoniche della novena a Sant'Antonio esegue O gran Dio onnipotente. Gli elementi tematici presenti sono: la presentazione dei cantori, l'eremitaggio del santo, citazioni di passi riguardanti Sant'Antonio da Padova, la tentazione del diavolo trasformatosi in donna bella, i dispetti, la protezione degli animali, la favata e la panetta (cibi augurali offerti dalle famiglie alle squadre questuanti); il canto si chiude con il commiato.
    La sera del 16 gennaio a Villavallelonga si svolge il rituale della Panarda che consiste in un banchetto allestito in onore a Sant'Antonio. "L'aspetto più spettacolare della Panarda sta nella quantità delle portate che possono superare anche il numero di cinquanta e nella etichetta che impone ai commensali di onorare la tavola comsumando tutte le vivande portate in tavola" (M. C. Nicolai, Calendario abruzzese).

  • Durata 01:52
  • Data Giovedì, 16 Gennaio 1997
  • Luogo Villavallelonga
  • Provincia L'Aquila
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Giambattista Coccia, alias L'avvocato: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Franco Di Giammatteo è stato un vero e proprio cuntastorie e lo ricordano in molti per il suo bel canto e per li diasillë satirici che recitava. Conosciuto dalle genti della bassa valle del Vomano (Te) con lo pseudonimo di lu diasillarë, Franco negli anni Trenta era solito intrattenere le famiglie che lo ospitavano cantando serenate, stornellate e raccontando aneddoti e storie.

  • Durata 01:52
  • Data Sabato, 14 Gennaio 1984
  • Luogo Miano
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Franco Di Giammatteo: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Immagine
  • Audio

  • Descrizione

    A Palmoli, paese posto su un colle lungo la valle del Trigno (Ch), si eseguono i canti rituali di questua in occasione della Pasquetta (epifania) e per Sant'Antonio Abate. La tradizione questuante risale, al ricordo dei più anziani, agli inizi del novecento ma le sue radici sono ben più remote. La squadra di Palmoli è composta da soli uomini.
    Gli elementi tematici del canto descrivono l'eremitaggio del santo, Gesù che lo chiama dalla croce assieme alla Madonna che prega San Michele, la benedizione del santo alla famiglia visitata, la richiesta di doni alimentari. L'esecuzione lenta ed in forma corale all'unisono ricrea un clima di grande meditazione e coinvolgimento religioso. Di particolare rilievo sono le cesure a metà parola poste a fine verso, elemento esecutivo ricorrente nel canto tradizionale.

  • Durata 10:43
  • Data Giovedì, 04 Gennaio 1996
  • Luogo Palmoli
  • Provincia Chieti
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Venanzio Tilli, Angelo Marulli, Claudio De Sanctis, Ferrara Marco, Donato Ferraina, Andrea Ferrara: canto, Felice Meo: fisarmonica, Rodolfo De Sanctis: grancassa, Massimo Ricci: piatti
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Emidio Di Giovanni racconta che la rappresentazione, sospesa per trent'anni, è stata ripresa da circa otto sulla base di testimonianze e ricordi delle persone anziane di Piana delle Castagne, piccola contrada di Roccamorice (Pe) posta alle pendici del versante settentrionale della Maiella. 
    La squadra che esegue la rappresentazione è composta da dieci persone tra suonatori e personaggi. Di particolare interesse sono i travestimenti, la mimica, le grida e la gestualità che accompagnano il canto dando alla rappresentazione grande enfasi. La scena si svolge nelle case visitate per la questua. Il testo poetico, che presenta tracce tematiche appartenenti alla Historia Sancti Antoni, è composto da una successione di strofe cantate dai vari personaggi su una medesima melodia. La scena si apre subito con la comparsa della donzella che tenta Sant'Antonio; il santo chiede aiuto all'Angelo che gli porge una spada per difesa; il diavolo interviene a sua volta per dimostrare la propria supremazia. I quattro personaggi citati si alternano sulla scena mentre i due eremiti ed altri tre diavoli non prendono parte al canto. I primi restano immobili vicino a Sant'Antonio, gli altri lo provocano con i forconi girandogli attorno. La scena si conclude con il canto collettivo di richiesta di doni alimentari legata alla grazia del santo.

  • Durata 09:19
  • Data Mercoledì, 12 Gennaio 1994
  • Luogo C.da Piana delle Castagne di Roccamorice
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore L'angelo è interpretato da Sergio Di Matteo di Roccamorice; Sant'Antonio da Rocco D'Angelo di Piana delle Castagne; la donzella tentatrice da Gino D'Angelo di Roccamorice; i tre diavoli da Giuseppe Di Millo di Colle Cavuto, Giuseppe Datri e Tommaso Fonte di Roccamorice; i due eremiti da Pasquale Nunzio e Donato Palumbo di Roccamorice; i suonatori sono Emidio Di Giovanni all'organetto e Umberto Palumbo al tamburello con sonagli
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    I più anziani di Colledoro, piccolo borgo poco distante da Castelli (Te), ricordano che nel 1947 il Sant'Antonio è stato rappresentato da Albino Di Massimo e, sospeso in seguito per dieci anni, ripreso nel 1957. La compagnia, come da tradizione, porta per le case la rappresentazione di Sant'Antonio (unica testimonianza nel teramano) iniziando la questua già alcuni giorni prima del 17 gennaio. L'ambito territoriale in cui la squadra si muove comprende Castelli, Isola del Gran Sasso e Colledara. L'organico di questa squadra, di stampo bandistico, rispecchia quello diffuso nella zona sud-teramana caratterizzato da strumenti ritmici come la grancassa, il tamuro, il rullante ed i piatti che fanno da cornice all'organetto diatonico a due bassi ed alla fisarmonica. Caratterizza la vicenda il tema essenziale della lotta del santo contro il demonio. Grazie alla croce mandata da Dio tramite un angelo Antonio riesce a sconfiggere il diavolo tentatore.

  • Durata 07:17
  • Data Venerdì, 17 Gennaio 1997
  • Luogo Colledara
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Compagnia di Colledoro: De Gregorio Michele: fisarmonica, Cotogno Giovanni: organetto, Russi Paride: organetto, De Dominicis Biagio: tamburo, Amicone Gino: rullante, Di Mercurio Franco: piatti. I personaggi sono interpretati da Di Gaetano Gaetano (Sant'Antonio), Leone Biagio e Leone Fiorindo (gli eremiti), Di Gabriele Giancarlo (il diavolo), De Dominicis Angela (l'angelo del Signore).
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    La rappresentazione del Sant'Antonio Abate di Civitella Casanova (Pe), paese dell'area vestina poco distante da Penne, eseguita il 14 gennaio 1992 è stata voluta da Antonio Pomponio che ha ricostruito un canovaccio basandosi sui ricordi della rappresentazione di Roccamontepiano, suo paese di origine.
    La vicenda presenta elementi tematici propri del testo medievale della Historia Sancti Antoni. La rappresentazione presenta sia parti cantate dalla voce narrante (coro) e dai personaggi, sia parti recitate scritte o improvvisate da questi ultimi.
    In scena sono: Sant'Antonio (non canta), Antonio bambino, la madre di Antonio, l'angelo, i quattro eremiti, il diavolo, l'avvocato del diavolo.

     

  • Durata 20:00
  • Data Martedì, 14 Gennaio 1992
  • Luogo Civitella Casanova
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore La sezione vocale-strumentale è composta da Giuliano Mandrone: fisarmonica, Adriano Di Zio: flauto traverso, Franco Silverio: tamburo a frizione, Antonio Pomponio: voce narrante
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    La rappresentazione del Sant'Antonio Abate di Roccamontepiano eseguita il 17 gennaio 1993 è stata messa in scena da Marinelli Venturino. La compagnia, composta da circa venti persone, prima di iniziare la rappresentazione si presenta cantando sull'uscio di ogni casa chiedendo il permesso di entrare. La voce narrante (coro) fa da prologo ed accompagnerà le varie scene anticipando gli accadimenti che si svolgeranno. Il motivo musicale presenta una semplice melodia che intonata dai vari personaggi: Antonio bambino, la madre, l'avvocato del diavolo, San Michele, la Croce, la donzella, l'angelo del diavolo, diavoli e diavoletti, tre eremiti e Sant'Antonio. La trama è quella della Historia Sancti Antoni.

  • Durata 25:00
  • Data Domenica, 17 Gennaio 1993
  • Luogo Roccamontepiano
  • Provincia Chieti
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Compagnia di Roccamontepiano
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Frammento eseguito da Serafina e Maria Carmine sulla leggenda di Sant'Antonio da Padova che, per salvare il padre ingiustamente condannato per omicidio, chiede al giudice di poter sentire il morto. Interrogato da Antonio, quest'ultimo risponde che non è stato suo padre ad ucciderlo ridandogli così la libertà.

    Data: 1992

  • Durata 00:37
  • Luogo Montebello di Bertona
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Serafina e Maria Carmine Iannacci: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Questa versione appartiene al filone goliardico e carnascialesco in cui i temi poetici esulano dalla narrazione più complessa della vita leggendaria del santo e trattano, invece, i dispetti del diavolo ed argomenti eno-gastronomici. L'esecuzione è monodica senza l'accompagnamento strumentale dell'organetto che, in canti come questo, è sempre presente. La melodia è poco diffusa tra le squadre dei questuanti.

  • Durata 01:26
  • Data Lunedì, 23 Novembre 1992
  • Luogo Montebello di Bertona
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Serafina e Maria Carmine Iannacci: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Breve frammento eseguito dalla signora Giuditta che presenta la medesima melodia della versione Nel deserto dell'Egitto rilevata a Cerqueto di Fano Adriano (Te) e pubblicata da Roberto Leydi in I canti popolari italiani ed incisa su Italia, vol.1 (Albatros VPA 8082).
    La melodia, tra le più arcaiche, è oggi sconosciuta alle squadre questuanti abruzzesi.

  • Durata 01:04
  • Data Venerdì, 27 Settembre 1996
  • Luogo Rufiano di Bisenti
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Giuditta Di Girolamo (1909): voce, e il figlio Domenico Di Martino (1932): organetto a due bassi
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    La melodia ed il testo sono gli stessi riproposti in forma di drammatizzazione dalla squadra questuante di Colledoro.

  • Durata 01:22
  • Data Martedì, 22 Ottobre 1996
  • Luogo Colledoro di Castelli
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Angela Dea Sacchetti (1907): voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    La signora Di Giovanni ricorda in modo frammentario il canto di Sant'Antonio giglio giocondo che veniva eseguito dai cantori di Miano e dice di conoscere meglio altre versioni, alcune più divertenti (di tipo carnascialesco) che cantava ai suoi figli, altre più simili a preghiere.

  • Durata 01:16
  • Data Lunedì, 03 Gennaio 1994
  • Luogo Miano
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Germana Di Giovanni (83 anni): voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Il canto di Sant'Antonio giglio giocondo viene eseguito dalle squadre questuanti durante la festa di Sant'Antonio Abate (17 gennaio). Le figure dei due santi, pur se ben distinte nei canti attraverso diverse narrazioni agiografiche, vengono celebrate come se fossero un'unica entità.

  • Durata 02:33
  • Data Mercoledì, 09 Marzo 1988
  • Luogo Miano
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Claudio Pirocchi: voce, Lucio Ruggeri: organetto diatonico a due bassi
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Frammento che rimanda alla melodia eseguita dai cantori di Colledoro: l'unica forma di drammatizzazione attestata nel territorio teramano.

  • Durata 00:13
  • Data Lunedì, 03 Gennaio 1994
  • Luogo Miano
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Stella Di Pasquale (83 anni): voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Il canto eseguito dalla signora Lidia narra la legenda di Sant'Antonio da Padova che, come detto, nell'immaginario popolare diventa una figura unica assieme a Sant'Antonio Abate. La melodia che accompagna il testo dedicato al santo è quella ricorrente.

  • Durata 02:51
  • Data Domenica, 30 Novembre 1997
  • Luogo Penne
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Lidia (in Ciarcelluti): voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    La signora Speranza, di ottanta anni, abita a San Massimo, un piccolo borgo posto sul versante orientale del Gran Sasso, alle pendici del monte Camicia, tra Castelli ed Isola del Gran Sasso (Te). Speranza ricorda di aver ascoltato ed appreso da bambina questo canto portato per le case dalle squadre questuanti provenienti dai paesi limitrofi. 
    Il testo presenta molti elementi tematici e personaggi propri della Historia Sancti Antoni.
    Il medesimo testo viene recitato dalla signora Speranza nella traccia 12.

  • Durata 04:04
  • Data Sabato, 18 Febbraio 1995
  • Luogo San Massimo di Isola del Gran Sasso
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Speranza Cacetti: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Drammatizzazione del Sant'Antonio Abate di matrice colta in cui i testi e le musiche sono composti in modo originale. La rappresentazione si caratterizza dall'alternarsi di parti soliste e parti corali, momenti di grande enfasi con dolci melodie e momenti di azione dove il ritmo si fa incalzante. Raffinata è l'esecuzione vocale sorretta dall'accompagnamento della chitarra e dalla diamonica che raddoppia il canto.

  • Durata 10:42
  • Data Domenica, 22 Aprile 1984
  • Luogo San Valentino in Abruzzo Citeriore
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Vittorio Gigante (S. Antonio), Valentino De Ascentiis (diavolo), Cacciatore (angelo), Amerigo D'Alanno (il gigante), Pretara e Montepora (eremiti), anonimi: diamonica e chitarra
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Versione del Sant’Antonio appartenente al filone carnascialesco eseguita da Amerigo D’Alanno di San Valentino in Abruzzo Citeriore, paese collinare che si affaccia sulla valle del Pescara. Dopo la prima strofa dedicata all’eremitaggio del santo seguono unicamente strofe sul tema della questua con riferimenti legati ai beni alimentari. Il testo poggia su una melodia con ritmo binario a tempo di saltarello.

  • Durata 02:20
  • Data Venerdì, 20 Aprile 1984
  • Luogo San Valentino in Abruzzo Citeriore
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Amerigo D'Alanno: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Versione tradizionale del canto Lu Sant’Andonie che, riscritto ed armonizzato da Ettore Montanaro ed eseguito da vari cori folkloristici abruzzesi, presenta in più il ritornello "din don dan, aprite a Sand’Andonie".

  • Durata 03:32
  • Data Domenica, 17 Gennaio 1988
  • Luogo Pineto
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Squadra di Miano: Claudio Pirocchi (voce), Lucio Ruggeri (organetto diatonico a due bassi), suonatori di rullante e piatti
  • Autore Carlo Di Silvestre