Canto monodico, senza accompagnamento strumentale, eseguito da una voce maschile e definito dall’esecutore "scavacanapa" (oppure "scavatore"): si tratta probabilmente di brani eseguiti durante la lavorazione della canapa, lavoro assai diffuso nella zona di Marcianise; sulla cadenza finale c’è l’intervento di una voce femminile (Chicchinella) che emette una particolare "risposta" sul testo di bellacapepè! (probabilmente bella capa ‘e pezza ovvero "bella testa di pezza").

Canto "scavacanapa".

Intervista ad Alfredo Ordano che dichiara di avere ottanta anni e che definisce i due canti precedentemente eseguiti come scavacanapa oppure scavatore, secondo quanto suggerisce un’altra voce presente all’intervista. Ma Ordano preferisce usare il termine scavacanapa, dicendo che "così si capisce", riferendosi probabilmente al legame dei canti con la lavorazione della canapa durante la quale essi venivano eseguiti. Segue la dettatura del testo del primo brano cantato, Tu 'Ngiulina de lu Paraviso. Nella registrazione dell’intervista ci sono purtroppo alcune interruzioni.

Canto scavacanapa.

Dettatura del testo del brano Oh cielo quant’è aveto stu palazzo.

Dettatura del testo del brano Anema santa do primme marite.

Canto "scavacanapa", si tratta di una nuova esecuzione del brano già cantato in precedenza.

Dettatura del testo del brano E nu juorne me ne jette fuosse fuosse.

Racconto di un episodio di vita capitato ad una certa Teresina e dettatura del testo di Luna che staie 'ncielo e te ne trase, che però Ordano non ricorda bene.

L’intervistatore chiede a Ordano se conosce qualche serenata "antica"; Ordano dice di aver cantato a volte con l’accompagnamento di chitarre e mandolini, ma mai "serenate".

Canto a voce femminile su distici di endecasillabi: per il primo endecasillabo viene sempre ripetuto il secondo emistichio, talvolta con l’aggiunta all’inizio di oje, oh ecc; il secondo endecasillabo, invede, termina sempre con una cadenza sullo stereotipo ohè. Nella registrazione manca purtroppo l’incipit testuale del canto e ci sono alcune interruzioni.

Filastrocca cantata a ritmo di tarantella.

Canto a due voci femminili su distici di endecasillabi: il primo endecasillabo viene sempre ripetuto, del secondo endecasillabo viene eseguito solo il primo emistichio seguito dallo stereotipo Aitano Aitano (Gaetano, Gaetano) e successivamente è recitato per intero; anche in questa registrazione manca purtroppo l’incipit testuale del canto e ci sono alcune interruzioni.

Canto a voce femminile su distici di endecasillabi: per il primo endecasillabo viene sempre ripetuto il secondo emistichio, talvolta con l’aggiunta all’inizio di oje, oh, ecc; il secondo endecasillabo termina invece sempre con una cadenza sullo stereotipo ohè. Si segnalano nel brano la presenza di altre espressioni stereotipe tipo mare e core oppure mare e niente; anche qui sulla cadenza finale c’è l’intervento di una voce femminile (Chicchinella) che emette una particolare "risposta": bellacapepè! (probabilmente bella capa ‘e pezzaovvero "bella testa di pezza").

Canto a voce femminile su distici di endecasillabi: per il primo endecasillabo viene sempre ripetuto il secondo emistichio, talvolta con l’aggiunta all’inizio di oje, oh, ecc; il secondo endecasillabo, invece, termina sempre con una cadenza sullo stereotipo ohè.

Canto "scavacanapa" con "risposta" sulla cadenza.

Canto "scavacanapa". Nella registrazione manca purtroppo l’incipit testuale che però dovrebbe essere E tutta pelosa, visto che il distico di endecasillabi di riferimento crediamo sia il seguente: E tutta pelosa me l’apprumettiste/ e torca cana me la carusaste (si veda De Simone, Son sei sorelle, Squilibri 2010).

Canto "scavacanapa" concluso con un’espressione stereotipa talvolta usata da Alfredo Ordano (si veda De Simone, Son sei Sorelle, Squilibri 2010) e cioè Janca ja, e sempe nera ‘a tiene! (ovvero "Bianca bianca, e sempre nera ce l’hai!") con una chiara allusione sessuale.

Si tratta probabilmente di una canzone napoletana di cui però si ignorano al momento titolo e autori.