Canti sociali (68)
Una trascurata tradizione di canto sociale e politico
Per molti anni negli studi italiani di etnomusicologia si è ritenuto che il Mezzogiorno fosse rimasto impermeabile alla diffusione di canti sociali e politici di estrazione colta (nei testi e nelle melodie). Si è ritenuto, a torto, che nelle regioni settentrionali fosse avvenuto un intreccio e forme di contaminazione tra la cultura ufficiale (sia pure di opposizione) e le varie forme di culture popolari, mentre al Sud le culture popolari fossero rimaste del tutto isolate nelle forme arcaiche e nella sostanziale autonomia linguistica e musicale.
Molta ricerca sul campo ha espresso raccolte importantissime per l’Italia del nord, mentre al Sud le ricerche effettuate fino agli anni ’70 hanno quasi sempre evidenziato il canto popolare "autoctono", "etnico", "originale". Si finiva quindi spesso per non accorgersi o non dare valore ai canti in lingua italiana (sia pure adattata e reinterpretata) e a quelli che, su melodie già note a livello nazionale (di estrazione napoletana o di canti politici della parte avversa), costruivano testi più vicini alla propria condizione culturale e sociale.
Già nelle campagne del Tavoliere (e non solo), nei momenti dello sfruttamento più aspro, agli albori del secolo scorso, i braccianti cantavano, al calar del sole, strofette isolate, per lo più in sequenze libere e non organizzate in senso narrativo, che possiamo definire canti sociali, sia pure nella loro funzione di canti eseguiti sul lavoro. Alcune di queste esprimevano una contrapposizione radicale al padrone, in cui l’ironia dei versi, e talvolta la violenza verbale espressa, era causa e contemporaneamente effetto di una presa di coscienza, allora appena avviata. Al termine della giornata, i braccianti di Cerignola cantavano: U sol'o fatt' russ'/ u patroun' appenn'u muss' (il sole diventa rosso e il padrone mette il broncio). In alcuni casi la violenza verbale si faceva invettiva e promessa di vendetta e rivolta per quanto si era subito in precedenza. In questo contesto anche i versi di Padrone mio, ripresi dalla tradizione orale e ormai famosissimi nella rielaborazione di Matteo Salvatore, apparentemente segnata da un senso di sottomissione e arrendevolezza, assumono una valenza simbolico-allegorica di tutt’altro segno in alcune varianti delle braccianti di Orsara di Puglia.
Ma è nei canti di rivolta e in quelli nati all’interno o a posteriori di sommosse popolari, che il canto orale assume il ruolo di documento storico, vera e propria "fotografia" o "radiocronaca" di quanto avvenuto e di come è stato vissuto dai protagonisti. In questi canti gli anonimi autori perdono la leggerezza dell’ironia e dell’allegoria e passano a narrare, con nomi e cognomi, il capovolgimento avvenuto: le vittime diventano vendicatori, i vecchi oppressori fuggono dinanzi alla massa inferocita. Uno degli esempi più interessanti è la ballata, raccolta a Minervino Murge, che descrive la rivolta popolare per il pane del 1898, contro i fornai e i loro trucchi per rendere sempre più costoso questo alimento fondamentale per la sopravvivenza.
Registrazioni di Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero e Alberto Vasciaveo, raccolte nel territorio della Puglia Settentrionale (Capitanata e Minervino Murge in particolare) dal 1976 al 1979 e selezionate dai nastri magnetici originali da Giovanni Rinaldi.
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale che si eseguiva al termine della giornata lavorativa che coincideva col tramonto del sole.
U sol'o fatt' russ'
u patroun' appenn'u muss'
Curatele e curatloune
mann'a mmett'u calarouneIl sole si è fatto rosso/ il padrone mette il muso// Curatolo manda a mettere il pentolone [sul fuoco]
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).
- Durata 00:22
- Data Lunedì, 18 Luglio 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Alberto Vasciaveo
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale che si eseguiva al termine della giornata lavorativa che coincideva col tramonto del sole.
U sol'o fatte russ'
u patron'appenn'u muss'U sol'o calaite
appundangill' la sciurnateU sol'o fatt' bianghe
u patrone vè sopr'a la bancheGardeme sol'e strusceme vinde
Il sole si è fatto rosso…// Il sole è calato/ segnaci la giornata [di lavoro]// Il sole si è fatto bianco/ il padrone va alla banca// Ardimi sole e accarezzami vento
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).
- Durata 00:35
- Data Mercoledì, 09 Novembre 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Giuseppe Murgolo (n. 1923 a Cerignola) bracciante, Emanuele Monaco (n. 1926 a Cerignola) bracciante: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Antonio Talia
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale eseguito durante i lavori di trebbiatura del grano.
Curatele e curateloun'
la pagghi' o fatt' a sumeloune
Uè l'ariaroule
a vuletè la pesatoure
Curatolo e curatolo/ la paglia si è staccata dai chicchi [del grano]// Ehi ariarolo [vai] a smuovere il mucchioLa registrazione è stata pubblicata nel disco Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio (DS 316/18), Milano, 1978. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).
- Durata 00:17
- Data Domenica, 20 Giugno 1976
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Rosa Laguardia (n. 1909 a Cerignola) casalinga: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale (frammento).
Lagnan'e Lagnanidde
alz' main'o fiaschidd'Il fiaschetto era quello dell’olio che il soprastante usava per sgocciolare quel poco d’olio sul pezzo di pane che i braccianti inzuppavano nell’acquasale.
La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 00:33
- Data Martedì, 21 Agosto 1973
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Vincenzo Debono (n. 1914 a Cerignola) bracciante: voce
- Autore Franco Coggiola
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Descrizione
Canto sociale e di lavoro. Una delle tante strofette del ‘calasole’. La ripetitività serviva a spingere il soprastante o il padrone a dare fine alla lunga giornata lavorativa.
U sé che disse u pòdece alla furmèich
u sé che disse u pòdece alla furmèich
Che nou ce n'amm'a scej
ch'am'a scapelèjo
Lo sai cosa disse la pulce alla formica?// Che noi ce ne dobbiamo andare/ perché è finito l'orario di lavoroLa registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.
- Durata 00:20
- Data Martedì, 21 Agosto 1973
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Vincenzo Debono (n. 1914 a Cerignola) bracciante: voce
- Autore Franco Coggiola
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Descrizione
Canto di lavoro e sociale in cui si denunciano le durissime condizioni di lavoro in campagna.
Mej'e po meje
u Fuggianidd'a fateghè
Mamma mamma
mmo m'aviss'a dda vedej
pe na raganedde 'ngoule
a fateghè cume nu mule
Mej'e po meje
u Fuggianidd'a fateghè
Mamma mamma
mmo m'aviss'addà vedej
pe na raganedde 'ngoule
a fateghè cume nu mule
Mej'e po meje
u Fuggianidd'a fateghè
Mai e poi mai/ il Foggianello a lavorare// Mamma mamma/ mi dovresti vedere ora/ con la raganella sulle spalle/ a lavorare come un mulo [la raganella è il telone per la raccolta delle olive]Strofe che si eseguivano sul lavoro, in particolare durante la raccolta delle olive e la zappatura. La strofa mamma mamma... si riferisce alla condizione dei bambini soprattutto durante la raccolta delle olive da delinquente locale dedito allo sfruttamento della prostituzione.
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia 1981). - Durata 00:35
- Data Venerdì, 26 Maggio 1978
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Giuseppe Diploma (n. 1906 a Cerignola) bracciante e sindacalista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
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Descrizione
Canto di lavoro e sociale (frammento). Vedi brano precedente brano 6.
mamma mamma
mmo m'aviss'addà vedej
pe na raganedde 'ngoule
a fateghè cume nu mule
La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. - Durata 00:08
- Data Lunedì, 25 Aprile 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Savino Totaro (n. 1906 a Cerignola) contadino: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale.
Chi vuo' venì a fategà vin'a Curnite
è aria fin'e non si cad' malat'
quande figliole venn' tutt' zite
all'ulteme se ne vanne maritato
Aria aria de stu pagliare bell'
a fategà ch' stu patrun' ghè nu dann'
fatiga assai e poch' vol' spenn'
la ggend' com' nind' se ne vanno.
Chi vuol venire a lavorare venga a Curnita (una masseria)/ l'aria è buona e non ci si ammala/ quante ragazze vengono tutte libere/ alla fine se ne vanno maritate// Aria di questo bel pagliaio/ lavorare per questo padrone è un danno/ si lavora molto e poco vuole spendere/ la gente se ne va appena puòCfr. Saverio La Sorsa, Tradizioni popolari pugliesi, Bari-Roma, F. Casini e figlio Editori, 1934, vol. III (1937), p. 98 n. 2357; Raffaele Nigro, Tradizioni e canti popolari lucani: il melfese, Bari-Melfi, Interventi Culturali /Arci-Uisp, 1976, p. 134 n. 199. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.
- Durata 00:41
- Data Martedì, 21 Agosto 1973
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Vincenzo Debono (n. 1914 a Cerignola) bracciante: voce
- Autore Franco Coggiola
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale.
Facce de craparella salvagg'
a fategà che stu patrune ghè nu dann'
fatj' assai e poco vole spenn'
la ggende cume ninde se ne vanne
Che vole venì a fategà ven'a Curnì(ta)
a fategà che stu patrune ghe nu dann'
fatj' assai e poco vole spenn'
la ggende cume ninde se ne vanne
Facce de craparella salvagg'
tena la casetta a la vj de Fogg'
quanda passaggjre passene tutt'allogg'
tjne la facc'e solde craparelle.
Faccia di capretta selvatica/ lavorare per questo padrone è un danno/ si lavora molto e poco vuole spendere/ la gente se ne va subito// Chi vuole lavorare venga a Curnita/ lavorare per questo padrone è un danno/ si lavora molto e poco vuole spendere/ la gente se ne va appena può// Faccia di capretta selvatica/ hai la casetta sulla via di Foggia/ tutti i passeggeri che passano li alloggi/ hai un sacco di soldi craparella.Cfr. Saverio La Sorsa, Tradizioni popolari pugliesi, Bari-Roma, F. Casini e figlio Editori, 1934, vol. III (1937), p. 98 n. 2357; Raffaele Nigro, Tradizioni e canti popolari lucani: il melfese, Bari-Melfi, Interventi Culturali /Arci-Uisp, 1976, p. 134 n. 199.
- Durata 01:06
- Data Sabato, 26 Giugno 1976
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Angelo Debono (n. 1910 a Cerignola) bracciante: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale. Durissima invettiva contro il padrone.
Patrone te la lasse la cunzegn'
pigghj' i chigghiuni e ti li mett''n maine
m'ha’ fatt' mangè lu ppain' di li caine
m'ha’ fatt' veve l'acque du pantaino
Oh menenna no
oinè che bella cosa
La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. - Durata 00:29
- Data Martedì, 21 Agosto 1973
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Vincenzo Debono (n. 1914 a Cerignola) bracciante: voce
- Autore Franco Coggiola
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale.
E cume vogghie fè
e ghej la nott' non dorme
me coreche u sunn' perse
e ghei ch'i scarpe rott' ue menenna mej
Po' pigghj'e faceve quidd': Calaim'e non meteime!E cume vogghie fèj
e la fertuna mej
me I'anne carcerate a llu mio bell'
ue menenna mej
E ue madonn' dureite e ue madonn' durej
se nonn'agghj'a quidde vagnoune
e ghej non me mareite
ghej non me mareite
Calaim'e non meteime!
E ue madonn'e cCriste e ue madonn'e cCriste
non vogghie lu cafoune
j vogghie l'artist'
j vogghie l'artiste
Calaim'e non meteim'uagnò!
E cume vogghie fej e cume vogghie fej
e preime 'n galeire
e moue a sserv'o rre
moue a sserv'o rreE ue madonna de l'Addulureite
a preime gheve bunn'
e moue so scargerreite
moue so scargerreiteCalaim'e non meteim'uagnou!
E ue madonn' e de l'Addulurej(te)
e scansamille toue
da li suldaite
uè da li suldaiteE ue madonn' madonn' de la Salett'
la feine de la guerr'
e ghej t'aspett'
e ghej t'aspett'Calaim'e non meteime!
E come posso fare/ io la notte non dormo/ mi metto a letto senza sonno/ e con le scarpe rotte ragazza mia// Poi piglia e faceva quello [il soprastante]: Ci pieghiamo e non mietiamo!// E come posso fare/ è la mia sorte/ me l'hanno carcerato/ il mio bello ragazza mia// Oh madonna dorata oh Madonna dorata/ se non posso avere quel ragazzo/ io non mi sposo/ io non mi sposo// Ci pieghiamo e non mietiamo!// Oh madonna e Cristo oh Madonna e Cristo/ non voglio il cafone/ io voglio l'artigiano/ io voglio l'artigiano// Ci pieghiamo e non mietiamo ragazzi!// E come posso fare e come posso fare/ prima in galera/ e ora a servire il re [in guerra] ora a servire il re// Oh Madonna dell'Addolorata/ era meglio prima/ di ora che sono scarcerato/ di ora che sono scarcerato// Ci pieghiamo e non mietiamo ragazzi! // Oh Madonna dell'Addolorata/ evitami tu/ di andar soldato/ di andar soldato// Oh Madonna Madonna della Saletta/ alla fine della guerra/ io ti aspetto/ io ti aspetto// Ci pieghiamo e non mietiamo!Si cantava sul lavoro, in particolare durante la mietitura del grano. Lo evidenzia il grido del soprastante ('Ci pieghiamo e non mietiamo') incluso da Totaro tra le strofe e memorizzato come parte integrante del canto. La registrazione è stata pubblicata nel disco "Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).
- Durata 01:46
- Data Domenica, 28 Maggio 1978
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Savino Totaro (n. 1906 a Cerignola) contadino: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Antonio Talia, Alberto Vasciaveo
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Descrizione
Canto sociale e di emigrazione.
Addej mareite mej
a l'Amereche te ne vu scej
se tu vu fateghè
Mereche è quej e mMereche è ddè
U sineche cchiù purche
i dett'u passapurte
la mamma cchiù cundende
ca li dett' l'accunsende
Addej mareite mej
a l'Amereche te ne vu scej
se tu vu fateghè
Mereche è quej e mMereche è ddè.
Addio marito mio/ te ne vuoi andare in America/ se vuoi lavorare/ America è qua America è là// Il sindaco più porco/ gli ha dato il passaporto/ la mamma più contenta/ gli ha dato il permesso...Cfr. Saverio La Sorsa, Tradizioni popolari pugliesi, Bari-Roma, F. Casini e figlio Editori, 1934, vol. II, pp. 228-229 n. 1752.
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 00:28
- Data Venerdì, 19 Maggio 1978
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Giuseppe Diploma (n. 1906 a Cerignola) bracciante e sindacalista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
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Descrizione
Canto sociale e di emigrazione.
All'Amereca all'Amereca
e lu cafone che la sciammereca
e se l'artiste lu ssapeve
j all'Amereca non gi eve
E la mugliere du 'mericane
sceva alla messe che ssette suttane
s'inginocchia e prega dDie
manne quatrine marite mie
E li quatrine ca m'hai mannate
me l'aggie mangiate ch'o 'nnamurato
me l'aggie mangiate che bbona salute
manne quatrine chernute fettute.
In America in America/ il cafone con il frak/ e se sapevo [lavorare come] artigiano/ in America non ci andavo// La moglie dell'americano [emigrato]/ andava a messa tutta coperta/ s'inginocchia e prega Dio/ manda quattrini marito mio// I denari che mi hai mandato/ me li sono spesi con l'innamorato/ me li sono spesi con buona salute/ manda quattrini cornuto fottutoDi probabile origine campana. Cfr. Saverio La Sorsa, Tradizioni popolari pugliesi, Bari-Roma, F. Casini e figlio Editori, 1934, vol. II, p. 235 n. 1780; A. Virgilo Savona-Michele L. Straniero, Canti dell'emigrazione, Milano, Garzanti, 1976, p. 153. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Lecce, Aramirè, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).
- Durata 00:27
- Data Venerdì, 19 Maggio 1978
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Rosa Laguardia (n. 1909 a Cerignola) casalinga: voce
- Autore Giovanni Rinaldi
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Descrizione
Canto sociale anticlericale.
A me me chiammane don Cicce Cappille
che j non tenghe tre tirze de cerville
a me me chiammano lu prevete guaste
so' lli bezzoche che me fanne pazziàVecine o Pregatorie
non me facite rjde ah ah ah ah
appicc'a luc' elettech'
e non pozze cchiù passaE jurn' e verità
e jurn' e cumbessà
non sacce u paravise
a quale pizze stà.
Mi chiamano don Ciccio Cappello/ perché sono senza cervello/ mi chiamano il prete guasto/ sono le bigotte che mi fanno divertire// Vicino al Purgatorio [la chiesa del]/ non mi fate ridere/ si accende la luce elettrica/ e non posso più passare// Giorno di verità/ giorno di confessione/ non so il paradiso/ dov'è
Canto satirico riguardante un sacerdote cerignolano. Lo schema melodico è di origine napoletana.
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 00:32
- Data Lunedì, 15 Novembre 1976
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Francesco Borrelli (n.1916 a Cerignola) bracciante: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Alberto Vasciaveo
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Descrizione
Canto sociale di carcere di provenienza napoletana.
U lunodì o trallallà
u lunodì o trallallà
past'e fasoule ai carcerate ai carcera'
e in miezz'o mare ste na fontana
do vann'a bevere i carcera'
E chi so' sti carcerate
so gende de malavite
vaglione de primm'uscite
ca non curene a libbertàU lunodì o trallallà
u lunodi o trallallà
past'e patane ai carcerate ai carcera'
e in miezz'o mare ste na fontana
do vann'a bevere i carcera'
E chi so' sti carcerate
so gende de malavite
uaglione de primm'uscite
ca nen curene a libbertà.
past'e fasoule: pasta e fagioli; vaglione: ragazzo; past'e patane: pasta e patate
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 01:05
- Data Lunedì, 18 Luglio 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Alberto Vasciaveo
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Descrizione
Canto politico. Dalla testimonianza di Alfredo Casucci (militante del Circolo giovanile di Giuseppe Di Vittorio, nei primi anni del ‘900): “La canzone di Caserio… e la polizia, di questo, non voleva che si cantasse:
Il sedici di agosto
sul fare della mattina
il boia era [avea] disposto
l'arrendo [l'orrenda] ghigliottina.
Mentre Caserio dormiva ancor
senza pensare al triste orror.
Benchè che morte sia
prego questo biglietto
…
portatelo a mamma mia.
So ben sicuro che lei l'avrà
mi raccomando per carità.
Spettacolo di gioia
la Francia oh manifesta
gridando viva al boia
che gli troncò la testa.
Gente vigliacchi e senza cuor
senza pensare al triste orror
e poi [si rivolge] alla mamma. Erano quattro strofe. E allora quelli più vecchi di noi, gli anziani: "Badate che andate in galera!".Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).
- Durata 02:10
- Data Lunedì, 18 Luglio 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce e chitarra
- Autore Giovanni Rinaldi, Gabriella Rinaldi, Paola Sobrero, Antonio Talia, Alberto Vasciaveo
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Descrizione
Canto politico dedicato a Caserio. Vedi il precedente brano 16.
La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. - Durata 00:48
- Data Lunedì, 18 Luglio 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce, Alberto Vasciaveo: chitarra
- Autore Giovanni Rinaldi, Gabriella Rinaldi, Paola Sobrero, Antonio Talia, Alberto Vasciaveo
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Descrizione
Canto politico anticlericale.
La matina di 'llezione
steve n'aria acchessì bell'
se ne scì nu prevetuzz'
che vutè a Pavungell'
Se vultè nu sucialiste
e ttu cummouv' e pregh'a cCriste
alzett' lu bastoune
bum bum u cappelloune
Madonn'e cche mm'a fatt'
Pasquale Ciacioule
La mattina delle elezioni/ c'era un'aria così bella/ arrivò un prete / per votare Pavoncelli// Disse un socialista/ 'piangi e prega Cristo'/ alzò il bastone/ [e glielo picchiò] sul cappello// 'Madonna, cosa mi hai fatto/ Pasquale Ciaciola'.Canto satirico composto da alcuni aderenti al Circolo Giovanile Socialista intorno al 1910. I1 motivo musicale si basa su di un'aria dell'operetta inglese del 1896 La Geisha (L'Istoria di una Casa da Thè), testo di H. Halle e musica di Sidney Jones. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 00:13
- Data Mercoledì, 14 Aprile 1976
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Alfredo Casucci (n. 1896 a Cerignola) bracciante, operaio e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico (frammento).
La Russia più potente
non ha paur di niente
perchè la communità
la guerra vincerà
Strofa, probabilmente non isolata, composta da Balducci sull'aria di Piemontesina bella.
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 00:19
- Data Lunedì, 18 Luglio 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
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Descrizione
Con la falce e col martello
noi vinceremo questa guerra
con la nostra opinione
vogliamo far rivoluzione
Con la nostra gloria
viva Giuseppe Di Vittorio
viva Giuseppe Di Vittorio e abbasso Caradonn'
Giovinezza giovinezza
il primo maggio di bellezza
il socialismo è la salvezza della nostra libertà
e per Giuseppe Di Vittorio eia eia alalà
Canto politico composto sull'aria della canzone fascista Giovinezza.
Frequentissimo nel canto popolare l'uso di preesistenti melodie (vedi anche i due canti precedenti br.19, br.18) per la creazione di nuovi testi che spesso capovolgono il significato del canto base.
Cfr. E. Jona-S. Liberovici, Canti di protesta. Giovinezza, in "Il Contemporaneo", a. III, n. 32 (dic. 1960-genn. 1961); L. Settimelli, L. Falavolti (a cura), Canti socialisti e comunisti, Roma, Savelli, 1973, pp. 79-82; L. Mercuri e C. Tuzzi (a cura) Canti politici italiani 1793-1945, Roma, Editori Riuniti, 1973, p. 270; Sergio Boldini, Il canto popolare strumento di comunicazione e di lotta, Roma, Editrice Sindacale Italiana, 1975, p. 129 n. 2; R. Leydi (a cura) Bergamo e il suo territorio, in Mondo popolare in Lombardia, Milano, Silvana Editoriale d'Arte, 1977, pp. 333-335. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 00:40
- Data Venerdì, 22 Aprile 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Ripalta Buonomo (n. 1906 a Cerignola) casalinga e dirigente UDI: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
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Descrizione
I privete so’ ‘na razza de fetint’
Chi tene ‘a mandenute e chi fa’ ammore
E chi fa’ ammore
A mme me l’hanne ditte tutte quande
U partite comuniste o sci’ ‘nnanz’
Sta camorr’s’ha dda fenìGiovanotti gridiamo tutti
noi vogliamo la libertà
viva i comunisti
bandiera rossa trionferà
Canto politico legato alle vicende della scomunica e della sconfitta elettorale del Fronte Democratico Popolare nel 1948.
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 00:26
- Data Lunedì, 18 Luglio 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anna Di Modugno (n. 1927 a Cerignola) sarta e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Gabriella Rinaldi, Antonio Talia, Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico registrato in funzione durante lo svolgimento della manifestazione per il Primo Maggio. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).
Con gioia noi aspettiamo il Primo Maggio
è la riscossa dei lavoratori
ed è il più bel mese dei fiori
che portano tanta libertà
Bandiera rossa è un bel colore
e più la guardi si commuove il cuore
è la bandiera della libertà
è la salvezza dell'umanità
Evviva la festa del Primo Maggio!
[o comunisti] E pure i socialisti
giustizia noi farem dei sfruttatori
laviamo le camice dei fascisti
che han ridott' l'Italia tutti traditor
C'avevano messa la musserola
non si poteva più dire una parola
è giunta l'ora della libertà
distruggeremo la malvagità
Che cosa mi diranno o Matteotti
che i barbari... furono assassini
la civiltà... fu tutto Mussolini
che c'ha ridotto in questa povertà
E arriva un giorno della riscossa
tutto saremo con la bandiera rossa
è la bandiera d'la libertà
è la salvezza dell'umanità
Viva la libertà!
[bandiera rossa] E' un bel colore
più la guardi e mi commuove il cuore
bandiera rossa della libertà
è la salvezza dell'umanità
che cosa mi diranno o Matteotti
… furono assassinati
la civiltà fascista dei complotti
che uccidevan senza aver pietà
E da quel giorno lunga vittoria
tutto saremo con la bandiera rossa
è la bandiera della libertà
distruggeremo la malvagità. - Durata 01:12
- Data Domenica, 01 Maggio 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anna Di Modugno (n. 1927 a Cerignola) sarta e militante comunista, Maria Petrolla (n. 1925 a Cerignola) bracciante e militante comunista, Ripalta Loconte, Maria Pugliese, Giuseppina Sardaro: voce
- Autore Paola Sobrero
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Descrizione
Canto politico, rielaborato nel testo dal portatore.
Avanti giovani con gran coraggio
gridiamo viva al Primo Maggio
Il Primo Maggio dei lavorator
noi lo festeggiamo con tutt' il cuor
Avanti giovani alla riscossa
bandiera bianca bandiera rossa
Un pezzettino di quella verde
per noi la speranza mai si perde
Avanti giovani con l'allegria
anche i giovani della polizia
avanti giovani con l'allegria
rispettiamo la polizia
I poliziotti son lavorator
son lavoratori della polizia
sono per l'ordine e per la democrazia
Anche il Papa s'ha fatto un concetto
il Primo Maggio festa di precetto
Il Primo Maggio festa di precetto
e noi lo facciamo con grande effetto - Durata 02:00
- Data Sabato, 28 Maggio 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Savino Totaro (n. 1906 a Cerignola) contadino: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico composto dalle parole di Giuseppe Angione e musicato da Giovanni Rinaldi. Strofe tratte dal lungo poema (ca. 100 strofe di 4 versi) scritto da Giuseppe Angione (n. 1895 a Cerignola) bracciante, militante comunista, e intitolato Gli antifascisti a Cerignola. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.
Data: gennaio 1977
- Durata 03:30
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Filippo Compierchio, Gianni Bufano: chitarra, Lucio Cioffi, Ciro D’Abdon, Giovanni Rinaldi: voce solista, Vittorio Ruocco, Paola Sobrero: seconda voce, Alberto Vasciaveo: violino
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
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Descrizione
Testo e musica di Giuseppe Angione (n. 1895) bracciante, militante comunista.
Manoscritto dell'agosto 1973. Titolo originale Musica e versi veritieri di Giuseppe Angione su Giuseppe Di Vittorio undicenne. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978; la variazione del titolo in Inno a Di Vittorio è stata proposta da Angione. Testo pubblicato in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).
Testo Raccolto da G. Rinaldi e A. Vasciaveo a Cerignola nel 1974.
Di Peppino Di Vittorio
gli episodi sono tanti
mai terminerà la storia
sono assai e chissà quanti
Egli fu autodidatta
imparò da sé le cose
da una vita assuefatta
tanto a spine quanto a rose
L'Internazionale futura umanità
Io leggev' scorrevolmente
Di Vittorio sillabava
io non ci capivo niente
Di Vittorio a me spiegava
tutto il buon significato
di quel bel 'Fra contadin'
libriccin proprio indicato
per far sviluppar Peppin
L'Internazionale futura umanità
Lesse un altro libro bello
ch'era la 'Città del Sol'
di Tommaso Campanella
questo libro mi consol'
Descriveva l'avvenire
d'una nuova società
né sfruttati e sfruttatori
né ricchezza e povertà
L'Internazionale futura umanità
Tu Peppino Di Vittorio
non è vero che sei morto
tu sei vivo e vivi sempre sai perché
perché il proletariato
del terracqueo nostro mondo
pianse e mai si può scordar di te
L'Internazionale futura umanità - Durata 02:57
- Data Sabato, 05 Novembre 1977
- Luogo Cerignola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Michele Marinacci: tamburello, Giovanni Rinaldi: voce solista e mandolino, Vittorio Ruocco: chitarra, Paola Sobrero: seconda voce, Alberto Vasciaveo: violino e voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
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Descrizione
Canto narrativo e sociale. Memorizzato dalla testimone nel 1938-'39, mentre era ricoverata in ospedale.
- Durata 03:46
- Data Domenica, 30 Aprile 1978
- Luogo Minervino Murge
- Provincia Barletta-Andria-Trani
- Regione Puglia
- Esecutore Grazia Balice (n. 1924) casalinga di Minervino Murge (BAT): voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Popolarissima ballata, di cui esistono moltissime lezioni. L'originale Maledizione della madre, databile al 1850, è la storia di una giovane che, per amore, abbandona la casa materna per poi fare una misera fine. Molte versioni hanno come protagonista una ragazza. Successivamente al testo originale fu adattato quello di arruolamento o di emigrazione.
- Durata 01:29
- Data Domenica, 30 Aprile 1978
- Luogo Minervino Murge
- Provincia Barletta-Andria-Trani
- Regione Puglia
- Esecutore Grazia Balice (n. 1924) casalinga di Minervino Murge (BAT): voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico comunista (frammento).
Sì la bandiera di Lenin s'innalzerà
nel cielo e nella terra
Questo frammento dimostra la diffusione anche nel sud d'Italia del canto Viva Lenin, testo di Spartacus Picenus (Raffaele Offidani). Ecco il testo completo:
Fuggite o schiavi la malinconia
Perché incomincia la felicità
Sullo sfacelo della borghesia
Nasce l'aurora della libertà
Si la bandiera di Lenin s'innalzerà
E nella terra e nel cielo
La legge di Lenin trionferà
L'imboscato guerrier nazionalista
Innaffia i suoi tartufi col Bordeaux
Il povero soldato trincerista
Son tanti mesi che non si sfamò
Si grida il soldato si Lenin verrà
E i vili pescicani
Colpisce con la spada del destin
La pallida figliola della via
Sui marciapiedi il corpo trascinò
La vile e lussuriosa borghesia
Per un tozzo di pane la comprò
Si geme l'afflitta si verrà Lenin
Che mi darà il mio pane
E punirà l'infamia del destin
Nei pressi della lurida galera
Il figlio dell'ergastolano va
E al soffio della rossa primavera
Implora che gli renda il suo papà
Si grida il bambino si viva Lenin
Perché Lenin soltanto
Ritorna l'innocente al suo piccin
Venite libertari e socialisti
Le turbe degli oppressi a liberar
Il santo gonfalone dei comunisti
Sventoli vittorioso in ogni mar
Si grida la folla si Lenin verrà
Viva Lenin ch'è amore
Ch'è faro do giustizia e libertà
Si la bandiera di Lenin s'innalzerà
Nella terra e nel cielo
La legge di Lenin trionferà - Durata 00:09
- Data Domenica, 30 Aprile 1978
- Luogo Minervino Murge
- Provincia Barletta-Andria-Trani
- Regione Puglia
- Esecutore Grazia Balice (n. 1924) casalinga di Minervino Murge (BAT): voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale.
Padrone mij te voglie arricchì
cume nu cane voglie fatjà
M'e fatte veve l'acqua a llu geloun'
m'e fatt fa' la vit' cum'a nu cane
Patrone mij t' vurrie fa' capitano
al posto mio avessi capita' tu
Questi stornelli sono estremamente diffusi in tutta la tradizione contadina centro-meridionale. Di seguito riportiamo la versione registrata da Franco Coggiola e Azia Ferrari il 20 giugno 1969 a Vercelli: Padrone mio te voglio arrecchire/ come 'no cane voglio fatigare/ quanno vado alla tavula a mangiare/ la vita mia voglio straziare// S'è fattu notte e lu patruni suspira/ dici ch'è stata curta la jurnata/ nun curà tanto lu pane e lu vinu/ conta la cincu rana [grani: moneta spagnola] chi m'hai da dari.
Le informatrici sono un gruppo di donne, al lavoro in risaia, provenienti da Sanza (SA). I primi due versi sono eseguiti, in una rielaborazione, da Matteo Salvatore nel disco "Il lamento dei mendicanti", I Dischi del Sole, 1967. Altre numerose versioni sono state raccolte in Lazio (soprattutto in Sabina) e in Abruzzo, ma esistono anche versioni (pubblicate) in Romagna e Marche. Si trova anche in "Italia. Le stagioni degli anni '70", a cura di Sandro Portelli, I Dischi del Sole, 1971.
Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi-Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981). - Durata 00:20
- Data Venerdì, 10 Febbraio 1978
- Luogo Orsara di Puglia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Antonia Del Priore (n. 1936 a Orsara di Puglia) bracciante: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico riferito alla Riforma Fondiaria degli anni '50.
E l'Ente Riforma c'ha dato la casa
La pampanelle de la cerase
Lu 'ì lu 'ì lu 'ì ca mo se ne vene
U sfatijate 'o paiese se va 'lla Puglie - Durata 00:15
- Data Venerdì, 10 Febbraio 1978
- Luogo Orsara di Puglia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Antonia Del Priore (n. 1936 a Orsara di Puglia) bracciante:voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico comunista cantato soprattutto nel periodo delle elezioni del 1948 con lo scontro tra Democrazia Cristiana e Fronte Popolare.
- Durata 00:24
- Data Giovedì, 21 Settembre 1978
- Luogo San Marco in Lamis
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Caterina Schiena: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Miriam Castiglione
- Genere Audio
-
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Descrizione
Canto politico con un nuovo testo che sostituisce il precedente Faccetta nera.
E' frequentissimo nel canto popolare l'uso di preesistenti melodie (vedi anche i due canti precedenti) per la creazione di nuovi testi che spesso capovolgono il significato del canto base. Cfr. E. Jona-S. Liberovici, Canti di protesta. Giovinezza, in "Il Contemporaneo", a. III, n. 32 (dic. 1960-genn. 1961); L. Settimelli, L. Falavolti (a cura), Canti socialisti e comunisti, Roma, Savelli, 1973, pp. 79-82; L. Mercuri, C. Tuzzi (a cura), Canti politici italiani 1793-1945, Roma, Editori Riuniti, 1973, p. 270; S. Boldini, Il canto popolare strumento di comunicazione e di lotta, Roma, Editrice Sindacale Italiana, 1975, p. 129 n. 2; R. Leydi (a cura), Bergamo e il suo territorio, in "Mondo popolare in Lombardia", Milano, Silvana Editoriale d'Arte, 1977, pp. 333-335. - Durata 00:28
- Data Giovedì, 21 Settembre 1978
- Luogo San Marco in Lamis
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Caterina Schiena: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Miriam Castiglione
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico diffuso nel periodo fascista e relativo alla conquista dell'Etiopia e dell'Abissinia.
- Durata 00:55
- Data Giovedì, 21 Settembre 1978
- Luogo San Marco in Lamis
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Caterina Schiena: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Miriam Castiglione
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico.
Viva Basile
Deputato di Benevento
Perché il popolo lo vuole
Deputato al ParlamentoIl popolo lo vuole
Il popolo lo chiama
Il popolo lo chiama per suo difensor
Cantata il Primo Maggio 1913 a San Marco La Catola dai componenti della banda di Pietrelcina (Bn) per festeggiare l’elezione a deputato di Luigi Basile.
Luigi Basile è un coraggioso avvocato beneventano, che già dal 1893 opera per dare sbocco politico alle istanze socialiste in una provincia nella quale scarseggiavano i fondamentali presupposti per lo sviluppo della "lotta di classe". Non c’erano a quel tempo a Benevento fabbriche e, conseguentemente, una classe operaia tale da intimorire, se organizzata, i potentati locali; nè era possibile attingere consensi dalle masse contadine, costrette a sopravvivere in stato di semi-schiavitù. La violenta repressione sabauda, inoltre, si abbatteva su coloro che professavano idee rivoluzionarie. Basile, anticipando i tempi, comprende che nel Beneventano l’idea socialista non potrà mai attecchire senza il coinvolgimento dei piccoli imprenditori e degli artigiani, anch’essi, come gli operai e i contadini, messi ai margini della società dell’epoca. Nel 1913 l’elezione quale deputato al Parlamento. - Durata 00:15
- Data Giovedì, 13 Luglio 1978
- Luogo San Marco La Catola
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Giuseppina Mattia (nata a San Marco La Catola) sarta: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Salvatore Lembo
- Genere Audio
-
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Descrizione
Canto politico.
Don Dumineche Fioritte
belle giuvene e deritte
Don Dumineche Fioritte
belle giuvene e diritte
Ch' la calma e ch' la manera
sventolande la bandiera
Bin dambu bin dambù
Domenico Fioritto, la figura politica più importante che abbia mai avuto San Nicandro Garganico. Oltre ad essere stato deputato della Costituente e primo presidente della Provincia di Foggia é stato anche il segretario nazionale del Partito Socialista Italiano. - Durata 00:14
- Data Domenica, 28 Maggio 1978
- Luogo San Nicandro Garganico
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Antonio Gravina detto Rignanese (n. 1909 a San Nicandro Garganico) bracciante: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
-
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Descrizione
Canto politico della tradizione anarchica.
Vieni o Maggio t’aspettan le genti
ti salutano i liberi cuori
dolce Pasqua dei lavoratori
che risplende alla luce del sol
Disertate o falange di schiavi
dai cantieri e dall'arse officine
su dai monti fino alle marine
tregua tregua all'eterno sudor
Innalziamo le mani incallite
con lo sguardo rivolto all'aurora
è la forza che dura e lavora
nei riguardi dell'ozio e dell'or
Di seguito il testo completo del canto scritto da Pietro Gori sull'aria del Nabucco di Giuseppe Verdi:
Vieni o Maggio t'aspettan le genti
ti salutano i liberi cuori
dolce Pasqua dei lavoratori
vieni e splendi alla gloria del sol
Squilli un inno di alate speranze
al gran verde che il frutto matura
a la vasta ideal fioritura
in cui freme il lucente avvenir
Disertate o falangi di schiavi
dai cantieri da l'arse officine
via dai campi su da le marine
tregua tregua all'eterno sudor!
Innalziamo le mani incallite
e sian fascio di forze fecondo
noi vogliamo redimere il mondo
dai tiranni de l'ozio e de l'or
Giovinezze dolori ideali
primavere dal fascino arcano
verde maggio del genere umano
date ai petti il coraggio e la fè
Date fiori ai ribelli caduti
collo sguardo rivolto all'aurora
al gagliardo che lotta e lavora
al veggente poeta che muor! - Durata 01:09
- Data Martedì, 24 Maggio 1977
- Luogo San Nicandro Garganico
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Antonio Gravina detto Rignanese (nato a San Nicandro Garganico) bracciante: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico comunista. Autore: Spartacus Picenus (Raffaele Offidani). Anno 1919.
- Durata 02:20
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico delle donne di San Severo.
Dalla testimonianza di Mollica Soccorso Foschini:
"L'abbiamo inventata il 23 di marzo e l'abbiamo inventata nel carcere. Rubammo un pezzo di gesso dalla scuola, dove andavamo alla scuola, andavamo a un gabinetto che c'era, stava un paravento che si chiudeva e si apriva. Noi mentre che facevamo quel servizio, piglia e facevamo scrivevamo: 'Il 23 di marzo'. Veniva un'altra: 'Che giornata di coraggio', e abbiamo composto la canzone:
Il 23 di marzo che giornata di coraggio
uomini e donne siamo stati torturati
Alli dieci in punto eravamo in sezione
e gli scelbini salirono per balcone
con i mitra ci hanno fatt'alzar le mani
noi comunisti siamo stato coraggiosi
Siamo forti e lor lo sann
e la lotta continuerà
alla fine bandiera rossa trionferà
Con i camion pronti avanti alla sezione
alla caserma ci hanno portato
in fila ci hanno messo come gli schiavi
ci hanno imputato per insurrezione armà
jn fila ci hanno messo come gli schiavi
le fotografie ci hanno tirà
dopo nove ore che ci hanno insultati
di parole siamo stato provvocati
Coll'autoblind'e carrarmati
ci hanno subito accompagna'
alle carceri di Lucera ci hanno porta'
A li sette aprile siamo stati chiamati
davanti al presidente ci hanno portati
Signor presidente noi siamo innucende
sono stati i fascisti ad infamar'
...Se ci condannate non ci spaventiamo
siamo comunisti e non lo neghiam
alla fine bandiera rossa trionferà
questa è quella che abbiamo inventato nel carcere. L'abbiamo composta noi, andavamo a scuola a scrivere e allora prendevamo dei pezzetti di gesso e chi diceva una parola, chi diceva un'altra e l'hanno organizzata loro sull'aria di Villa Borghese". - Durata 02:06
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico della tradizione anarchica.
Testo originale:Schiavo secolar, paria del servaggio,
che alla fine ognor ti forza l'oppressor;
la sorte lieta sta nel tuo coraggio,
non più mendicanti, non più sfruttator!
Il pingue fannullon, non vuol capir ragion,
gavazza col sudor, frutto del tuo lavor:
morte ai ladron! non vogliam più padron,
perché non han pietà dell'umanità!
Sorgiamo, sorgiam, sorgiamo!
Orsù lavorator, che spunta già l'albor,
il diritto affermiamo all'esistenza
e nell'avvenir il sole risplenderà d'indipendenza!
Se uniti noi sarem, da forti pugnerem,
la vile tirannia disperderem;
corriamo ad espugnare i troni e gli altar
pel grande ideal dell'Anarchia!
Il politicante che promette ognora
è un vile menzogner, mai sazio di poter;
leggi sopra leggi ei ti die' finora
sol per affamarti e farti massacrar!
Giura fede al re, non si cura di te,
spergiuro e mentitor è uomo senza onor;
ministri e senator, deputati e signor,
crudeli son con noi, dell'orgia son gli eroi.
Sorgiamo, sorgiam, sorgiamo!
Orsù lavorator, che spunta già l'albor,
il diritto affermiamo all'esistenza
e nell'avvenir il sole risplenderà d'indipendenza!
Popolo oppresso da quest'orda infame
vano è il tuo ciarlar: impugna, orsù! l'acciar!
Vittima sei sempre delle inique brame
dei mistificator, che ti dicon malfattor!
Non devi più servir, non devi più soffrir!
E' questo l'ideal, lo scopo tuo final!
Per te sarà l'onor, la gioia, lo splendor,
se da oggi in poi combatterai con noi!
Sorgiamo, sorgiam, sorgiamo!
Orsù lavorator, che spunta già l'albor,
il diritto affermiamo all'esistenza
e nell'avvenir il sole risplenderà d'indipendenza! - Durata 01:06
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Canto politico della tradizione anarchica e sindacalista.
Compagni su sorgiamo
sorgiamo uniti tutti in fila schiera
che presto sventoliamo
al gran partito la rossa bandiera
Andiamo uniti in calle in calle
passiamo monti colline e valle
Sorgi e risorgi tu
il vero fiore della gioventù
la primavera bella di splendor
il Primo Maggio dei lavoratori
Sende un'iziatura
all'oppressore lo daremo guerra
perchè c'è di natura
e con quei diritto della madre terraE noi faremo rivoluzione
diritto e simbolo della ragione
Sorgi e risorgi tu
il vero fiore della gioventù
la primavera bela di splendor
il Primo maggio dei lavoratori
Sende una favella
sento una voce tremola diletto
sono i nostri fratelli
che nelle tombe gridano vendetta
Divendichiamoli che sono morti
sorgiamo noi più feroci e forti
Sorgi e risorgi tu
il vero fiore della gioventù
la primavera bella di splendor
il Primo Maggio dei lavoratori - Durata 02:07
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Canto politico in forma di contrasto, collocabile nel periodo delle elezioni del 18 aprile 1948, e di propaganda per il Fronte Popolare.
Due sposi fanno quistione
Paraponziponzipo
A ragione dell'opinione
Paraponziponzipo
Lui è rosso a tutto spiano
E lei è democristiana
E comunist'oilì comunist'oilà
E dopo il 18 aprile
Paraponziponzipo
Questa sposa ha un nuovo stile
Paraponziponzipo
Per potersi divendicare
Lei si è messa a scioperare
E comunist'oilì comunist'oilà
E la sera quand'erano a letto
Paraponziponzipo
Lei diceva al poveretto
Paraponziponzipo
Per De Gasperi hai votato
E ora sei disoccupato
E comunist'oilì comunist'oilà
Il marito democristiano
Paraponziponzipo
Allungava un po' la mano
Paraponziponzipo
E lei poi con un doppietto
E l'ha buttato giù dal letto
E comunist'oilì comunist'oilà
E tu caro Fernando
Paraponziponzipo
Se ti accetti la mia domanda
Paraponziponzipo
Ti lo giuro che son pentito
E voglio entrare nel tuo partito
E comunist'oilì comunist'oilà
E primo le ha dato un bacio
Paraponziponzipo
Forte forte l'ha abbracciato
Paraponziponzipo
Vieni vieni o mio tesoro
Nella Camera del lavoro
E comunist'oilì comunist'oilà
Ora non fanno più quistione
Paraponziponzipo
Per la socializzazione
Paraponziponzipo
Ora lavorano con gran passione
Per aumentar la produzione
E comunist'oilì comunist'oilà - Durata 02:29
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista, Teresa Foschini (n. 1929 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico che descrive le violenze seguite alla sconfitta elettorale da parte dei comunisti del Fronte Popolare nelle elezioni del 18 aprile 1948.
Mò ch'è trasciute l'anne nouve
L'amme cacciate na bella canzoune
U quanne ca je belle
E sop'a don Giuannine Castelle
E magnatille sucatille stu limoune
E ij lu sacce ca te piece
C' l'ana fa na menda capece
Ca lu limoune c' l'ann'a magnè
Alli ‘lezion’ du quarantott’
Nu sime jute tand’ fort’
E p’ la Vergine Mariì
E c’ha fr’chet’ la Democrazij
E magnatill’ sucatill’ stu limoun’
Tu lu sa’ ca te piec’
E ti hann’a fa ‘na mend’ capece
Che i comunist’ hann’a cumanda’
A lu pizz’ d’ la port’ de Fogg’
Amme scupert’ ‘na vita casin’
Nu amm’a ji ‘ngoul a mast’ Michel’ Rubbin’
Colla sua settema società
Amm'angappeit’ ‘n’ata pecherucce
Amme pigghiete u maresciall’ Iannucc’
U ma tand’ ch’è stete bell’
U sime jut’a pigghià fine a lu macell’
Nu sime state li perditour’
Amme caccete u senatour’
E duje vout’ e chi ‘ngann’ teu
E nnenn è sciute debbutet’
Annand’ a cumba’ Foschin’
E nu ‘m fatt’ ‘na bella fest’
Amme ‘ngappeit’a Salvatour’ Tembest’
Ind’u tavout’ l’amm’a f’cca’
Addrete Sanda Mariì
Amme menete a don Mattei Nijr’
E ‘a mugghiere chiagneve fort’
Non me lu cundannete a mort’
A lu pundoun’ de la stazioun’
hanne menete tanda mazzete
E Gennarin’ tu pecchè si rre’
I comunist’ vann’ menann’ mazzete
E chi ‘na mazz’ e chi nu bastoun’
hann’ menete a Laurioun’ - Durata 02:52
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto di lavoro e canto sociale, definito dalla portatrice un 'canto contro i padroni'. Fa parte delle tante varianti del 'calasole': canti che i braccianti eseguivano alla fine della giornata lavorativa.
- Durata 00:37
- Data Domenica, 28 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico comunista di propaganda elettorale.
È sciute n'ata specie e malatie
Quelle ci chiama freve do partite
A chepe jè sbagliete a tutte quande
U partite comuniste a dda ij annanz'
E sta camorr'a ddà finì
Giovinotti gridiamo tutti
Che vogliamo la libertà
Evviva i comunisti
Bandiera rossa trionferà
Giuvenott' nu 'mm'a esse tutte eguale
Avimm'a fa u sciopere generale
Vui vidite a guerr' che c'ha combinate
Chi è arreccute e chi è mutilate
E sta camorra a dda finì
Giovinotti gridiamo tutti
Che vogliamo la libertà
Evviva i comunisti
Bandiera rossa trionferà
E i prevete so' na mass' d'empustore
Chi tene a mantenute e chi fa ammore
O pozz' dice ij ca l'egge vist'
E i cchù singere sim'ei comunist'
E sta camorra a ddà finì
Giovinotti gridiamo tutti
Che vogliamo la libertà
Evviva i comunisti
Bandiera rossa trionferà - Durata 01:40
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Canto politico delle donne comuniste, di propaganda a favore del Fronte popolare per le imminenti elezioni del 18 aprile 1948.
Oggi le donne la politica la sanno
sanno girare tutto li rione
vann'a trovare i pacchi dove stanno
(e specialmente….)
approfittando fino all'elezioni
Che poi noi dicevamo
me pare ch'a dda venì Baffoune
Ogni paese fanno la loro discussione
cercano pane e pasta fino all'elezione
ma chi mai potrà pensar per chi dovrà votar
per il 18 aprile ci sta poco da pensar
Ci siamo malamente combinato
cu na famiglia senza comprensione
a tutti i partiti si so' segnata
per evitare ogni discussione
Me pere ch'a dda venì Baffoune
Mia moglie è di sinistra
mia suocera è di destra
c'ho una sorella monica
e un'altra ch'è maestra
chi mai potrà pensar per chi potrà votar
fino al 18 aprile ci sta tempo da pensar - Durata 01:36
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Canto politico comunista sull’aria della canzonetta fascista Faccetta nera.
Bandiera è un bel colore
E più la guardi e più ti commuove il cuore
È la bandiera della libertà
È la salvezza dell'umanità
O socialisti o pure i comunisti
Giustizia noi faremo agli assassini
La colpa è stata tutta di Mussolini
Che c'ha portato a questa povertà
È giunta l'ora della riscossa
Gridiamo sempre evviva la bandiera rossa
È giunta l'ora della libertà
Distruggeremo la malvagità
Come Di Vagno e come Matteotti
Giustizia noi faremo agli assassini
La colpa è stata tutta di Mussolini
Che c'ha ridotto in questa povertà
C'avevano messo la museruola
Non ci si poteva dir neppur una parola
È giunta l'ora della libertà
Distruggeremo la malvagità - Durata 01:12
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Maria Grazia Foschini in Vicciantuoni (n. 1921 a San Severo) bracciante e militante comunista, Teresa Foschini (n. 1929 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Audio
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Audio
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Descrizione
Uno dei più noti canti politici, meglio conosciuto come Inno dei lavoratori. Composto nel 1886 da Filippo Turati su musica di Amintore Galli.
- Durata 01:07
- Data Giovedì, 25 Maggio 1978
- Luogo San Severo
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero
- Genere Testo
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Descrizione
Canto politico su foglio volante a stampa, raccolto nell’abitazione di Raffaele Mascolo a San Nicandro Garganico il 24 maggio 1977 da Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero e Alberto Vasciaveo.
Il bracciante Giovanni Mascolo compone e stampa su un foglio volante nel 1909 il canto, sull’aria de La ciociara, stornello romanesco, che descrive lo scontro avvenuto tra i socialisti e i loro avversari, i 'gialloni':
Signori avete inteso avete visto
Il 1° Maggio e la festa dei socialisti
E tutti quei vigliacchi dei gialloni
Anch’essi se ne son fatti padroni
Quest’anno a Sannicandro
A largo chiesa madre
È successo è successo
Una rivoluzione
Tra socialisti e gialloni
Sono venuti per insultarci
E noi l’abbiamo rotto la faccia
Mentre ci ritirevamo da montevergine
I gialloni ci aspettavano per insultarci
L’abbiamo veduti e non gli abbiamo dato retta
Eravamo ad invitar l’Avv. Fioritto
Sotto al suo palazzo, ci siamo fermati
Tutti quanti abbiamo gridati
Scendete scendete
Ti vogliamo nei libero cuori
A festeggiar un’ora con noi
Non appenna finito gridare
I gialloni abbiamo visto arrivare
Tutti sapete chi erano i caporioni
Michele Mascolo Giuseppe Titto e Tardiolo
Come arrivarono a noi socialisti
Gridarono lasciateci passare sangue di Cristo
Aprite le righe dobbiamo passare
Se non le aprite vi ammazziamo
O minchioni o minchioni
Voi forse non lo capite
Facciamo per abbattere il vostro partito
Siamo pretetti dai Signori
Non abbiamo paura delle prigioni
La rivoluzione fu alla sei di sera
Primo colpo si ruppe la bandiera
Appena l’hanno veduto a terra spezzata
I gialloni si son messi tutti a scappare
Tutti quelli che erano restati
Di rivoltella erano armati
I socialisti, i socialisti
Nessun erano armati
Fecero la rivoluzione colle bottigliate
Il guardia campestre Filiullo
Fece il guappo colla rivoltella
Signore sapete che avuto delle belle
Tombola Giuseppe Titto e Filicello
Piangevano e pregavano Gesù Cristo
Non ci date più ci facciamo socialisti
Siamo venuti per insultare
Tutti a noi ce li vogliono dare
Poveri noi, poveri noi
Malidetto i capi gialloni
Che ci hanno mandato alla rivoluzione
I nostri capi che ci hanno mandato
Dalla rivoluzione se ne sono scappato
Per i capi gialloni fu una bella grazia
Si chiudettero nella cantina di Orazio
La disgrazia fu del tenente
Avette un colpo in testa per senza niente
Se non era per i gialloni
Non succedeva la rivoluzione
O gialloni o gialloni
I vostri capi che vi hanno imparato
Vi danno un bello insegnamento
Ammazzare i fratelli per senza niente.
S. Nicandro Garganico
Giovanni Mascolo - Data Martedì, 24 Maggio 1977
- Luogo San Nicandro Garganico
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Giovanni Mascolo (n. a San Nicandro G.) bracciante e militante anarchico: autore del testo
- Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo
- Genere Testo
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Descrizione
Ricostruzione (del 1978) di Giuseppe Di Benedetto da testimonianze orali raccolte a Lucera. Il canto si riferisce alla rivolta popolare del 23 aprile 1917.
Il 23 aprile 1917, infatti, una sommossa di popolane portò alla caduta del governo cittadino. Le donne, a centinaia, invasero palazzo Mozzagrugno per protestare conto l’introduzione di una tessera che restringeva a poche centinaia di grammi la razione di pane e di farina. Contro questa imposizione, dettata dalle ristrettezze determinate dalla Prima guerra mondiale, le donne allestirono il moto di protesta spontanea. Un centinaio le donne arrestate e messe sotto processo. Un evento rimasto nella memoria orale collettiva di intere generazioni dei lucerini. Il sindaco dell’epoca - che le cronache giornalistiche ricordano essere stato leggermente ferito al capo - secondo voci popolari, fu costretto addirittura a rifugiarsi in un armadietto per sfuggire all’ira delle popolane, come recitano le strofe in dialetto lucerino del testo riprodotto più avanti. L’episodio non è stato mai affrontato con uno studio apposito sulle fonti storiche dell’epoca. Ecco il testo:
U pane ch'i tessere
Ne puteve esse
I femmene ustenate
U munucipie hanne sfasciate
U ventitre d'aprele
È succisse 'na ruine
I femmene ustenate
U munucipie hanne sfasciate
U sineche de Lucere
S'è chiuse 'nd'o stepone
Ha parlate o telefone
E venete u battaglione
E 'n ce ha fatte 'mpressione
E venete a cavallerie
Ce ha fatte cumpagnie
U pane ch'i tessere
Ne puteve esse
I femmene ustenate
U munucipie hanne sfasciateData: 1978
- Luogo Lucera
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Autore Giuseppe Di Benedetto
- Genere Audio
-
Audio
-
Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi.
- Durata 00:48
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
-
Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi.
- Durata 00:41
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
-
Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale.
Intervista a Enrico Rossetti, operaio di Foggia, impiegato al Campo Sportivo. Commenti sulla manifestazione e sulla condizione sociale dei lavoratori. - Durata 01:46
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Enrico Rossetti operaio di Foggia
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
-
Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, grida.
- Durata 01:01
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
-
Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanacci, grida ritmate.
- Durata 01:30
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanelli, voci maschili “Lavoro!”, “I padroni sono tutti cornuti”, “Vogliamo il pane e il lavoro, per sempre”, “U sanne e nun u vonne capì”, “Va fa ‘n mocche ei murt ca tenene”.
- Durata 02:10
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
-
Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, gruppo operai della Frigodaunia: “Frigodaunia Frigodaunia”.
- Durata 00:39
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanacci, “Il posto di lavoro non si tocca”, “Frigodaunia Frigodaunia”.
- Durata 01:37
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanelli.
- Durata 01:33
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
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Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Voci da altoparlanti e megafoni, rumore motori dei camion, “Scuola, lavoro, società/ si vince solo con l’unità”, fischi, tamburi in sottofondo, voci femminili “E ora, e ora, potere a chi lavora”, “Ministri carogne tornate nelle fogne”, “A fatica ci sta e nun c’a vonne dà”, “Operai studenti uniti nella lotta… contro i figli di mignotta!”, “Acqua terra occupazione”, “Nu amma magnà e i solde addò stanne?!”, “Lotta dura senza paura”.
- Durata 04:28
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, mazze, “Lotta dura senza paura”, campanacci.
- Durata 02:44
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, mazze, “Frigodaunia”.
- Durata 00:35
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Voci femminili “Lotta dura senza paura”, “Frigodaunia”, “Aeritalia”, tamburi, “A fatica ce sta e nun c’a vonne dà”, “E ora, e ora, potere a chi lavora”, “Operai studenti uniti nella lotta”, “Ministri carogne tornate nelle fogne”, “Uno due tre e quattr u firmate stu cundratt/ cinque sei sette ott’ qua succede un quarandott”.
- Durata 02:22
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore non identificati
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanacci, “Lotta dura senza paura”, “Lotta lotta lotta/ contro i figli di mignotta”, “Il posto di lavoro non si tocca”.
- Durata 02:16
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanacci, “Lotta dura senza paura”, “Frigodaunia”.
- Durata 01:26
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
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Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, “Il posto di lavoro non si tocca”.
- Durata 01:18
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
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Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, “Ministri carogne tornate nelle fogne”, “Bisaglia… boia!/ Andreotti… boia!”, “Il posto di lavoro non si tocca”, “Frigodaunia”.
- Durata 01:25
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero
- Genere Audio
-
Audio
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Descrizione
Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanelli, “Il posto di lavoro non si tocca”.
- Durata 02:49
- Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
- Luogo Foggia
- Provincia Foggia
- Regione Puglia
- Esecutore Anonimi
- Autore Paola Sobrero