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Canti sociali (68)

Una trascurata tradizione di canto sociale e politico

Per molti anni negli studi italiani di etnomusicologia si è ritenuto che il Mezzogiorno fosse rimasto impermeabile alla diffusione di canti sociali e politici di estrazione colta (nei testi e nelle melodie). Si è ritenuto, a torto, che nelle regioni settentrionali fosse avvenuto un intreccio e forme di contaminazione tra la cultura ufficiale (sia pure di opposizione) e le varie forme di culture popolari, mentre al Sud le culture popolari fossero rimaste del tutto isolate nelle forme arcaiche e nella sostanziale autonomia linguistica e musicale. 
Molta ricerca sul campo ha espresso raccolte importantissime per l’Italia del nord, mentre al Sud le ricerche effettuate fino agli anni ’70 hanno quasi sempre evidenziato il canto popolare "autoctono", "etnico", "originale". Si finiva quindi spesso per non accorgersi o non dare valore ai canti in lingua italiana (sia pure adattata e reinterpretata) e a quelli che, su melodie già note a livello nazionale (di estrazione napoletana o di canti politici della parte avversa), costruivano testi più vicini alla propria condizione culturale e sociale. 
Già nelle campagne del Tavoliere (e non solo), nei momenti dello sfruttamento più aspro, agli albori del secolo scorso, i braccianti cantavano, al calar del sole, strofette isolate, per lo più in sequenze libere e non organizzate in senso narrativo, che possiamo definire canti sociali, sia pure nella loro funzione di canti eseguiti sul lavoro. Alcune di queste esprimevano una contrapposizione radicale al padrone, in cui l’ironia dei versi, e talvolta la violenza verbale espressa, era causa e contemporaneamente effetto di una presa di coscienza, allora appena avviata. Al termine della giornata, i braccianti di Cerignola cantavano: U sol'o fatt' russ'/ u patroun' appenn'u muss' (il sole diventa rosso e il padrone mette il broncio)In alcuni casi la violenza verbale si faceva invettiva e promessa di vendetta e rivolta per quanto si era subito in precedenza. In questo contesto anche i versi di Padrone mio, ripresi dalla tradizione orale e ormai famosissimi nella rielaborazione di Matteo Salvatore, apparentemente segnata da un senso di sottomissione e arrendevolezza, assumono una valenza simbolico-allegorica di tutt’altro segno in alcune varianti delle braccianti di Orsara di Puglia.
Ma è nei canti di rivolta e in quelli nati all’interno o a posteriori di sommosse popolari, che il canto orale assume il ruolo di documento storico, vera e propria "fotografia" o "radiocronaca" di quanto avvenuto e di come è stato vissuto dai protagonisti. In questi canti gli anonimi autori perdono la leggerezza dell’ironia e dell’allegoria e passano a narrare, con nomi e cognomi, il capovolgimento avvenuto: le vittime diventano vendicatori, i vecchi oppressori fuggono dinanzi alla massa inferocita. Uno degli esempi più interessanti è la ballata, raccolta a Minervino Murge, che descrive la rivolta popolare per il pane del 1898, contro i fornai e i loro trucchi per rendere sempre più costoso questo alimento fondamentale per la sopravvivenza.
Registrazioni di Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero e Alberto Vasciaveo, raccolte nel territorio della Puglia Settentrionale (Capitanata e Minervino Murge in particolare) dal 1976 al 1979 e selezionate dai nastri magnetici originali da Giovanni Rinaldi.

  • Genere Audio

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale che si eseguiva al termine della giornata lavorativa che coincideva col tramonto del sole.

    U sol'o fatt' russ' 
    u patroun' appenn'u muss' 
    Curatele e curatloune 
    mann'a mmett'u calaroune

    Il sole si è fatto rosso/ il padrone mette il muso// Curatolo manda a mettere il pentolone [sul fuoco]

    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:22
  • Data Lunedì, 18 Luglio 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale che si eseguiva al termine della giornata lavorativa che coincideva col tramonto del sole.

    U sol'o fatte russ'
    u patron'appenn'u muss' 

    U sol'o calaite 
    appundangill' la sciurnate

    U sol'o fatt' bianghe 
    u patrone vè sopr'a la banche 

    Gardeme sol'e strusceme vinde

    Il sole si è fatto rosso…// Il sole è calato/ segnaci la giornata [di lavoro]// Il sole si è fatto bianco/ il padrone va alla banca// Ardimi sole e accarezzami vento

    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:35
  • Data Mercoledì, 09 Novembre 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Murgolo (n. 1923 a Cerignola) bracciante, Emanuele Monaco (n. 1926 a Cerignola) bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Antonio Talia

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale eseguito durante i lavori di trebbiatura del grano.

    Curatele e curateloun' 
    la pagghi' o fatt' a sumeloune 
    Uè l'ariaroule 
    a vuletè la pesatoure 

    Curatolo e curatolo/ la paglia si è staccata dai chicchi [del grano]// Ehi ariarolo [vai] a smuovere il mucchio

    La registrazione è stata pubblicata nel disco Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio (DS 316/18), Milano, 1978. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:17
  • Data Domenica, 20 Giugno 1976
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Rosa Laguardia (n. 1909 a Cerignola) casalinga: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale (frammento).

    Lagnan'e Lagnanidde
    alz' main'o fiaschidd'

    Il fiaschetto era quello dell’olio che il soprastante usava per sgocciolare quel poco d’olio sul pezzo di pane che i braccianti inzuppavano nell’acquasale.
    La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:33
  • Data Martedì, 21 Agosto 1973
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Vincenzo Debono (n. 1914 a Cerignola) bracciante: voce
  • Autore Franco Coggiola

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sociale e di lavoro. Una delle tante strofette del ‘calasole’. La ripetitività serviva a spingere il soprastante o il padrone a dare fine alla lunga giornata lavorativa.

    U sé che disse u pòdece alla furmèich
    u sé che disse u pòdece alla furmèich
    Che nou ce n'amm'a scej
    ch'am'a scapelèjo

    Lo sai cosa disse la pulce alla formica?// Che noi ce ne dobbiamo andare/ perché è finito l'orario di lavoro

    La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.

  • Durata 00:20
  • Data Martedì, 21 Agosto 1973
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Vincenzo Debono (n. 1914 a Cerignola) bracciante: voce
  • Autore Franco Coggiola

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e sociale in cui si denunciano le durissime condizioni di lavoro in campagna. 

    Mej'e po meje 
    u Fuggianidd'a fateghè

    Mamma mamma 
    mmo m'aviss'a dda vedej 
    pe na raganedde 'ngoule 
    a fateghè cume nu mule 

    Mej'e po meje 
    u Fuggianidd'a fateghè 

    Mamma mamma 
    mmo m'aviss'addà vedej 
    pe na raganedde 'ngoule 
    a fateghè cume nu mule 

    Mej'e po meje 
    u Fuggianidd'a fateghè 

    Mai e poi mai/ il Foggianello a lavorare// Mamma mamma/ mi dovresti vedere ora/ con la raganella sulle spalle/ a lavorare come un mulo [la raganella è il telone per la raccolta delle olive]

    Strofe che si eseguivano sul lavoro, in particolare durante la raccolta delle olive e la zappatura. La strofa mamma mamma... si riferisce alla condizione dei bambini soprattutto durante la raccolta delle olive da delinquente locale dedito allo sfruttamento della prostituzione. 
    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia 1981).

  • Durata 00:35
  • Data Venerdì, 26 Maggio 1978
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Diploma (n. 1906 a Cerignola) bracciante e sindacalista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e sociale (frammento). Vedi brano precedente brano 6.

    mamma mamma 
    mmo m'aviss'addà vedej 
    pe na raganedde 'ngoule 
    a fateghè cume nu mule 

    La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.

  • Durata 00:08
  • Data Lunedì, 25 Aprile 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Savino Totaro (n. 1906 a Cerignola) contadino: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale.

    Chi vuo' venì a fategà vin'a Curnite
    è aria fin'e non si cad' malat'
    quande figliole venn' tutt' zite
    all'ulteme se ne vanne maritato

    Aria aria de stu pagliare bell'
    a fategà ch' stu patrun' ghè nu dann'
    fatiga assai e poch' vol' spenn'
    la ggend' com' nind' se ne vanno.

    Chi vuol venire a lavorare venga a Curnita (una masseria)/ l'aria è buona e non ci si ammala/ quante ragazze vengono tutte libere/ alla fine se ne vanno maritate// Aria di questo bel pagliaio/ lavorare per questo padrone è un danno/ si lavora molto e poco vuole spendere/ la gente se ne va appena può 

    Cfr. Saverio La Sorsa, Tradizioni popolari pugliesi, Bari-Roma, F. Casini e figlio Editori, 1934, vol. III (1937), p. 98 n. 2357; Raffaele Nigro, Tradizioni e canti popolari lucani: il melfese, Bari-Melfi, Interventi Culturali /Arci-Uisp, 1976, p. 134 n. 199. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.

  • Durata 00:41
  • Data Martedì, 21 Agosto 1973
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Vincenzo Debono (n. 1914 a Cerignola) bracciante: voce
  • Autore Franco Coggiola

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale.

    Facce de craparella salvagg' 
    a fategà che stu patrune ghè nu dann' 
    fatj' assai e poco vole spenn' 
    la ggende cume ninde se ne vanne 

    Che vole venì a fategà ven'a Curnì(ta) 
    a fategà che stu patrune ghe nu dann' 
    fatj' assai e poco vole spenn' 
    la ggende cume ninde se ne vanne 

    Facce de craparella salvagg' 
    tena la casetta a la vj de Fogg' 
    quanda passaggjre passene tutt'allogg' 
    tjne la facc'e solde craparelle. 

    Faccia di capretta selvatica/ lavorare per questo padrone è un danno/ si lavora molto e poco vuole spendere/ la gente se ne va subito// Chi vuole lavorare venga a Curnita/ lavorare per questo padrone è un danno/ si lavora molto e poco vuole spendere/ la gente se ne va appena può// Faccia di capretta selvatica/ hai la casetta sulla via di Foggia/ tutti i passeggeri che passano li alloggi/ hai un sacco di soldi craparella.

    Cfr. Saverio La Sorsa, Tradizioni popolari pugliesi, Bari-Roma, F. Casini e figlio Editori, 1934, vol. III (1937), p. 98 n. 2357; Raffaele Nigro, Tradizioni e canti popolari lucani: il melfese, Bari-Melfi, Interventi Culturali /Arci-Uisp, 1976, p. 134 n. 199.

  • Durata 01:06
  • Data Sabato, 26 Giugno 1976
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Angelo Debono (n. 1910 a Cerignola) bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale. Durissima invettiva contro il padrone.

    Patrone te la lasse la cunzegn'
    pigghj' i chigghiuni e ti li mett''n maine
    m'ha’ fatt' mangè lu ppain' di li caine
    m'ha’ fatt' veve l'acque du pantaino
    Oh menenna no
    oinè che bella cosa

    La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.

  • Durata 00:29
  • Data Martedì, 21 Agosto 1973
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Vincenzo Debono (n. 1914 a Cerignola) bracciante: voce
  • Autore Franco Coggiola

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale.


    E cume vogghie fè 
    e ghej la nott' non dorme 
    me coreche u sunn' perse 
    e ghei ch'i scarpe rott' ue menenna mej

    Po' pigghj'e faceve quidd': Calaim'e non meteime! 

    E cume vogghie fèj 
    e la fertuna mej 
    me I'anne carcerate a llu mio bell' 
    ue menenna mej 

    E ue madonn' dureite e ue madonn' durej 
    se nonn'agghj'a quidde vagnoune 
    e ghej non me mareite 
    ghej non me mareite

    Calaim'e non meteime! 

    E ue madonn'e cCriste e ue madonn'e cCriste 
    non vogghie lu cafoune 
    j vogghie l'artist' 
    j vogghie l'artiste

    Calaim'e non meteim'uagnò! 

    E cume vogghie fej e cume vogghie fej 
    e preime 'n galeire 
    e moue a sserv'o rre 
    moue a sserv'o rre

    E ue madonna de l'Addulureite 
    a preime gheve bunn' 
    e moue so scargerreite 
    moue so scargerreite

    Calaim'e non meteim'uagnou! 

    E ue madonn' e de l'Addulurej(te) 
    e scansamille toue 
    da li suldaite 
    uè da li suldaite

    E ue madonn' madonn' de la Salett' 
    la feine de la guerr' 
    e ghej t'aspett' 
    e ghej t'aspett'

    Calaim'e non meteime! 

    E come posso fare/ io la notte non dormo/ mi metto a letto senza sonno/ e con le scarpe rotte ragazza mia// Poi piglia e faceva quello [il soprastante]: Ci pieghiamo e non mietiamo!// E come posso fare/ è la mia sorte/ me l'hanno carcerato/ il mio bello ragazza mia// Oh madonna dorata oh Madonna dorata/ se non posso avere quel ragazzo/ io non mi sposo/ io non mi sposo// Ci pieghiamo e non mietiamo!// Oh madonna e Cristo oh Madonna e Cristo/ non voglio il cafone/ io voglio l'artigiano/ io voglio l'artigiano// Ci pieghiamo e non mietiamo ragazzi!// E come posso fare e come posso fare/ prima in galera/ e ora a servire il re [in guerra] ora a servire il re// Oh Madonna dell'Addolorata/ era meglio prima/ di ora che sono scarcerato/ di ora che sono scarcerato// Ci pieghiamo e non mietiamo ragazzi! // Oh Madonna dell'Addolorata/ evitami tu/ di andar soldato/ di andar soldato// Oh Madonna Madonna della Saletta/ alla fine della guerra/ io ti aspetto/ io ti aspetto// Ci pieghiamo e non mietiamo!

    Si cantava sul lavoro, in particolare durante la mietitura del grano. Lo evidenzia il grido del soprastante ('Ci pieghiamo e non mietiamo') incluso da Totaro tra le strofe e memorizzato come parte integrante del canto. La registrazione è stata pubblicata nel disco "Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 01:46
  • Data Domenica, 28 Maggio 1978
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Savino Totaro (n. 1906 a Cerignola) contadino: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Antonio Talia, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sociale e di emigrazione.

    Addej mareite mej 
    a l'Amereche te ne vu scej 
    se tu vu fateghè 
    Mereche è quej e mMereche è ddè 

    U sineche cchiù purche 
    i dett'u passapurte 
    la mamma cchiù cundende 
    ca li dett' l'accunsende 

    Addej mareite mej 
    a l'Amereche te ne vu scej 
    se tu vu fateghè 
    Mereche è quej e mMereche è ddè.

    Addio marito mio/ te ne vuoi andare in America/ se vuoi lavorare/ America è qua America è là// Il sindaco più porco/ gli ha dato il passaporto/ la mamma più contenta/ gli ha dato il permesso... 

    Cfr. Saverio La Sorsa, Tradizioni popolari pugliesi, Bari-Roma, F. Casini e figlio Editori, 1934, vol. II, pp. 228-229 n. 1752. 
    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:28
  • Data Venerdì, 19 Maggio 1978
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppe Diploma (n. 1906 a Cerignola) bracciante e sindacalista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sociale e di emigrazione.

    All'Amereca all'Amereca 
    e lu cafone che la sciammereca 
    e se l'artiste lu ssapeve 
    j all'Amereca non gi eve 

    E la mugliere du 'mericane 
    sceva alla messe che ssette suttane 
    s'inginocchia e prega dDie 
    manne quatrine marite mie 

    E li quatrine ca m'hai mannate 
    me l'aggie mangiate ch'o 'nnamurato 
    me l'aggie mangiate che bbona salute 
    manne quatrine chernute fettute. 

    In America in America/ il cafone con il frak/ e se sapevo [lavorare come] artigiano/ in America non ci andavo// La moglie dell'americano [emigrato]/ andava a messa tutta coperta/ s'inginocchia e prega Dio/ manda quattrini marito mio// I denari che mi hai mandato/ me li sono spesi con l'innamorato/ me li sono spesi con buona salute/ manda quattrini cornuto fottuto

    Di probabile origine campana. Cfr. Saverio La Sorsa, Tradizioni popolari pugliesi, Bari-Roma, F. Casini e figlio Editori, 1934, vol. II, p. 235 n. 1780; A. Virgilo Savona-Michele L. Straniero, Canti dell'emigrazione, Milano, Garzanti, 1976, p. 153. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Lecce, Aramirè, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:27
  • Data Venerdì, 19 Maggio 1978
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Rosa Laguardia (n. 1909 a Cerignola) casalinga: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sociale anticlericale.

    A me me chiammane don Cicce Cappille 
    che j non tenghe tre tirze de cerville 
    a me me chiammano lu prevete guaste 
    so' lli bezzoche che me fanne pazzià

    Vecine o Pregatorie 
    non me facite rjde ah ah ah ah 
    appicc'a luc' elettech' 
    e non pozze cchiù passa 

    E jurn' e verità 
    e jurn' e cumbessà
    non sacce u paravise 
    a quale pizze stà.

    Mi chiamano don Ciccio Cappello/ perché sono senza cervello/ mi chiamano il prete guasto/ sono le bigotte che mi fanno divertire// Vicino al Purgatorio [la chiesa del]/ non mi fate ridere/ si accende la luce elettrica/ e non posso più passare// Giorno di verità/ giorno di confessione/ non so il paradiso/ dov'è

    Canto satirico riguardante un sacerdote cerignolano. Lo schema melodico è di origine napoletana. 
    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:32
  • Data Lunedì, 15 Novembre 1976
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Francesco Borrelli (n.1916 a Cerignola) bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto sociale di carcere di provenienza napoletana.

    U lunodì o trallallà 
    u lunodì o trallallà 
    past'e fasoule ai carcerate ai carcera' 
    e in miezz'o mare ste na fontana 
    do vann'a bevere i carcera' 

    E chi so' sti carcerate 
    so gende de malavite 
    vaglione de primm'uscite 
    ca non curene a libbertà 

    U lunodì o trallallà 
    u lunodi o trallallà 
    past'e patane ai carcerate ai carcera' 
    e in miezz'o mare ste na fontana 
    do vann'a bevere i carcera' 

    E chi so' sti carcerate 
    so gende de malavite 
    uaglione de primm'uscite 
    ca nen curene a libbertà. 

    past'e fasoule: pasta e fagioli; vaglione: ragazzo; past'e patane: pasta e patate 

    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 01:05
  • Data Lunedì, 18 Luglio 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico. Dalla testimonianza di Alfredo Casucci (militante del Circolo giovanile di Giuseppe Di Vittorio, nei primi anni del ‘900): “La canzone di Caserio… e la polizia, di questo, non voleva che si cantasse:

    Il sedici di agosto
    sul fare della mattina
    il boia era [avea] disposto
    l'arrendo [l'orrenda] ghigliottina.
    Mentre Caserio dormiva ancor
    senza pensare al triste orror.

    Benchè che morte sia
    prego questo biglietto

    portatelo a mamma mia.
    So ben sicuro che lei l'avrà
    mi raccomando per carità.

    Spettacolo di gioia
    la Francia oh manifesta
    gridando viva al boia
    che gli troncò la testa.
    Gente vigliacchi e senza cuor
    senza pensare al triste orror

    e poi [si rivolge] alla mamma. Erano quattro strofe. E allora quelli più vecchi di noi, gli anziani: "Badate che andate in galera!".

    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 02:10
  • Data Lunedì, 18 Luglio 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce e chitarra
  • Autore Giovanni Rinaldi, Gabriella Rinaldi, Paola Sobrero, Antonio Talia, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico dedicato a Caserio. Vedi il precedente brano 16.
    La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.

  • Durata 00:48
  • Data Lunedì, 18 Luglio 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce, Alberto Vasciaveo: chitarra
  • Autore Giovanni Rinaldi, Gabriella Rinaldi, Paola Sobrero, Antonio Talia, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico anticlericale.

    La matina di 'llezione 
    steve n'aria acchessì bell' 
    se ne scì nu prevetuzz' 
    che vutè a Pavungell' 

    Se vultè nu sucialiste 
    e ttu cummouv' e pregh'a cCriste 
    alzett' lu bastoune 
    bum bum u cappelloune 

    Madonn'e cche mm'a fatt' 
    Pasquale Ciacioule 

    La mattina delle elezioni/ c'era un'aria così bella/ arrivò un prete / per votare Pavoncelli// Disse un socialista/ 'piangi e prega Cristo'/ alzò il bastone/ [e glielo picchiò] sul cappello// 'Madonna, cosa mi hai fatto/ Pasquale Ciaciola'.

    Canto satirico composto da alcuni aderenti al Circolo Giovanile Socialista intorno al 1910. I1 motivo musicale si basa su di un'aria dell'operetta inglese del 1896 La Geisha (L'Istoria di una Casa da Thè), testo di H. Halle e musica di Sidney Jones. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.
    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:13
  • Data Mercoledì, 14 Aprile 1976
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Alfredo Casucci (n. 1896 a Cerignola) bracciante, operaio e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico (frammento).

    La Russia più potente 
    non ha paur di niente 
    perchè la communità 
    la guerra vincerà

    Strofa, probabilmente non isolata, composta da Balducci sull'aria di Piemontesina bella. 
    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:19
  • Data Lunedì, 18 Luglio 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Michele Balducci (n. 1895 a Cerignola) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Con la falce e col martello 
    noi vinceremo questa guerra 
    con la nostra opinione 
    vogliamo far rivoluzione 

    Con la nostra gloria 
    viva Giuseppe Di Vittorio 
    viva Giuseppe Di Vittorio e abbasso Caradonn' 

    Giovinezza giovinezza 
    il primo maggio di bellezza 
    il socialismo è la salvezza della nostra libertà 
    e per Giuseppe Di Vittorio eia eia alalà

    Canto politico composto sull'aria della canzone fascista Giovinezza. 
    Frequentissimo nel canto popolare l'uso di preesistenti melodie (vedi anche i due canti precedenti br.19br.18) per la creazione di nuovi testi che spesso capovolgono il significato del canto base. 
    Cfr. E. Jona-S. Liberovici, Canti di protesta. Giovinezza, in "Il Contemporaneo", a. III, n. 32 (dic. 1960-genn. 1961); L. Settimelli, L. Falavolti (a cura), Canti socialisti e comunisti, Roma, Savelli, 1973, pp. 79-82; L. Mercuri e C. Tuzzi (a cura) Canti politici italiani 1793-1945, Roma, Editori Riuniti, 1973, p. 270; Sergio Boldini, Il canto popolare strumento di comunicazione e di lotta, Roma, Editrice Sindacale Italiana, 1975, p. 129 n. 2; R. Leydi (a cura) Bergamo e il suo territorio, in Mondo popolare in Lombardia, Milano, Silvana Editoriale d'Arte, 1977, pp. 333-335. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978. Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:40
  • Data Venerdì, 22 Aprile 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Ripalta Buonomo (n. 1906 a Cerignola) casalinga e dirigente UDI: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    I privete so’ ‘na razza de fetint’
    Chi tene ‘a mandenute e chi fa’ ammore
    E chi fa’ ammore

    A mme me l’hanne ditte tutte quande
    U partite comuniste o sci’ ‘nnanz’
    Sta camorr’s’ha dda fenì

    Giovanotti gridiamo tutti 
    noi vogliamo la libertà
    viva i comunisti
    bandiera rossa trionferà

    Canto politico legato alle vicende della scomunica e della sconfitta elettorale del Fronte Democratico Popolare nel 1948. 
    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:26
  • Data Lunedì, 18 Luglio 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anna Di Modugno (n. 1927 a Cerignola) sarta e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Gabriella Rinaldi, Antonio Talia, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico registrato in funzione durante lo svolgimento della manifestazione per il Primo Maggio. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.
    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

    Con gioia noi aspettiamo il Primo Maggio 
    è la riscossa dei lavoratori 
    ed è il più bel mese dei fiori 
    che portano tanta libertà

    Bandiera rossa è un bel colore 
    e più la guardi si commuove il cuore 
    è la bandiera della libertà
    è la salvezza dell'umanità 

    Evviva la festa del Primo Maggio! 

    [o comunisti] E pure i socialisti 
    giustizia noi farem dei sfruttatori 
    laviamo le camice dei fascisti 
    che han ridott' l'Italia tutti traditor 

    C'avevano messa la musserola 
    non si poteva più dire una parola 
    è giunta l'ora della libertà 
    distruggeremo la malvagità

    Che cosa mi diranno o Matteotti 
    che i barbari... furono assassini 
    la civiltà... fu tutto Mussolini 
    che c'ha ridotto in questa povertà

    E arriva un giorno della riscossa 
    tutto saremo con la bandiera rossa 
    è la bandiera d'la libertà 
    è la salvezza dell'umanità

    Viva la libertà! 

    [bandiera rossa] E' un bel colore 
    più la guardi e mi commuove il cuore 
    bandiera rossa della libertà 
    è la salvezza dell'umanità

    che cosa mi diranno o Matteotti 
    … furono assassinati
    la civiltà fascista dei complotti 
    che uccidevan senza aver pietà 

    E da quel giorno lunga vittoria 
    tutto saremo con la bandiera rossa 
    è la bandiera della libertà 
    distruggeremo la malvagità.

  • Durata 01:12
  • Data Domenica, 01 Maggio 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anna Di Modugno (n. 1927 a Cerignola) sarta e militante comunista, Maria Petrolla (n. 1925 a Cerignola) bracciante e militante comunista, Ripalta Loconte, Maria Pugliese, Giuseppina Sardaro: voce
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico, rielaborato nel testo dal portatore.

    Avanti giovani con gran coraggio
    gridiamo viva al Primo Maggio

    Il Primo Maggio dei lavorator
    noi lo festeggiamo con tutt' il cuor

    Avanti giovani alla riscossa 
    bandiera bianca bandiera rossa

    Un pezzettino di quella verde
    per noi la speranza mai si perde

    Avanti giovani con l'allegria
    anche i giovani della polizia
    avanti giovani con l'allegria
    rispettiamo la polizia

    I poliziotti son lavorator
    son lavoratori della polizia
    sono per l'ordine e per la democrazia

    Anche il Papa s'ha fatto un concetto
    il Primo Maggio festa di precetto

    Il Primo Maggio festa di precetto
    e noi lo facciamo con grande effetto

  • Durata 02:00
  • Data Sabato, 28 Maggio 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Savino Totaro (n. 1906 a Cerignola) contadino: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico composto dalle parole di Giuseppe Angione e musicato da Giovanni Rinaldi. Strofe tratte dal lungo poema (ca. 100 strofe di 4 versi) scritto da Giuseppe Angione (n. 1895 a Cerignola) bracciante, militante comunista, e intitolato Gli antifascisti a Cerignola. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978.

    Data: gennaio 1977

  • Durata 03:30
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Filippo Compierchio, Gianni Bufano: chitarra, Lucio Cioffi, Ciro D’Abdon, Giovanni Rinaldi: voce solista, Vittorio Ruocco, Paola Sobrero: seconda voce, Alberto Vasciaveo: violino
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Testo e musica di Giuseppe Angione (n. 1895) bracciante, militante comunista. 
    Manoscritto dell'agosto 1973. Titolo originale Musica e versi veritieri di Giuseppe Angione su Giuseppe Di Vittorio undicenne. La registrazione è stata pubblicata nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” (DS 316/18), Milano 1978; la variazione del titolo in Inno a Di Vittorio è stata proposta da Angione. Testo pubblicato in Giovanni Rinaldi–Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

    Testo Raccolto da G. Rinaldi e A. Vasciaveo a Cerignola nel 1974.

    Di Peppino Di Vittorio
    gli episodi sono tanti
    mai terminerà la storia
    sono assai e chissà quanti
    Egli fu autodidatta
    imparò da sé le cose
    da una vita assuefatta
    tanto a spine quanto a rose

    L'Internazionale futura umanità

    Io leggev' scorrevolmente
    Di Vittorio sillabava
    io non ci capivo niente
    Di Vittorio a me spiegava
    tutto il buon significato
    di quel bel 'Fra contadin'
    libriccin proprio indicato
    per far sviluppar Peppin

    L'Internazionale futura umanità

    Lesse un altro libro bello
    ch'era la 'Città del Sol'
    di Tommaso Campanella
    questo libro mi consol'
    Descriveva l'avvenire
    d'una nuova società
    né sfruttati e sfruttatori
    né ricchezza e povertà

    L'Internazionale futura umanità

    Tu Peppino Di Vittorio
    non è vero che sei morto
    tu sei vivo e vivi sempre sai perché
    perché il proletariato
    del terracqueo nostro mondo
    pianse e mai si può scordar di te

    L'Internazionale futura umanità

  • Durata 02:57
  • Data Sabato, 05 Novembre 1977
  • Luogo Cerignola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Michele Marinacci: tamburello, Giovanni Rinaldi: voce solista e mandolino, Vittorio Ruocco: chitarra, Paola Sobrero: seconda voce, Alberto Vasciaveo: violino e voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto narrativo e sociale. Memorizzato dalla testimone nel 1938-'39, mentre era ricoverata in ospedale.

  • Durata 03:46
  • Data Domenica, 30 Aprile 1978
  • Luogo Minervino Murge
  • Provincia Barletta-Andria-Trani
  • Regione Puglia
  • Esecutore Grazia Balice (n. 1924) casalinga di Minervino Murge (BAT): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Popolarissima ballata, di cui esistono moltissime lezioni. L'originale Maledizione della madre, databile al 1850, è la storia di una giovane che, per amore, abbandona la casa materna per poi fare una misera fine. Molte versioni hanno come protagonista una ragazza. Successivamente al testo originale fu adattato quello di arruolamento o di emigrazione.

  • Durata 01:29
  • Data Domenica, 30 Aprile 1978
  • Luogo Minervino Murge
  • Provincia Barletta-Andria-Trani
  • Regione Puglia
  • Esecutore Grazia Balice (n. 1924) casalinga di Minervino Murge (BAT): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico comunista (frammento).

    Sì la bandiera di Lenin s'innalzerà
    nel cielo e nella terra

    Questo frammento dimostra la diffusione anche nel sud d'Italia del canto Viva Lenin, testo di Spartacus Picenus (Raffaele Offidani). Ecco il testo completo:

    Fuggite o schiavi la malinconia
    Perché incomincia la felicità
    Sullo sfacelo della borghesia
    Nasce l'aurora della libertà

    Si la bandiera di Lenin s'innalzerà
    E nella terra e nel cielo
    La legge di Lenin trionferà 

    L'imboscato guerrier nazionalista
    Innaffia i suoi tartufi col Bordeaux
    Il povero soldato trincerista
    Son tanti mesi che non si sfamò

    Si grida il soldato si Lenin verrà
    E i vili pescicani
    Colpisce con la spada del destin 

    La pallida figliola della via
    Sui marciapiedi il corpo trascinò
    La vile e lussuriosa borghesia
    Per un tozzo di pane la comprò 

    Si geme l'afflitta si verrà Lenin
    Che mi darà il mio pane
    E punirà l'infamia del destin

    Nei pressi della lurida galera
    Il figlio dell'ergastolano va
    E al soffio della rossa primavera
    Implora che gli renda il suo papà 

    Si grida il bambino si viva Lenin
    Perché Lenin soltanto
    Ritorna l'innocente al suo piccin 

    Venite libertari e socialisti
    Le turbe degli oppressi a liberar
    Il santo gonfalone dei comunisti
    Sventoli vittorioso in ogni mar

    Si grida la folla si Lenin verrà
    Viva Lenin ch'è amore
    Ch'è faro do giustizia e libertà

    Si la bandiera di Lenin s'innalzerà
    Nella terra e nel cielo
    La legge di Lenin trionferà

  • Durata 00:09
  • Data Domenica, 30 Aprile 1978
  • Luogo Minervino Murge
  • Provincia Barletta-Andria-Trani
  • Regione Puglia
  • Esecutore Grazia Balice (n. 1924) casalinga di Minervino Murge (BAT): voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale.

    Padrone mij te voglie arricchì
    cume nu cane voglie fatjà

    M'e fatte veve l'acqua a llu geloun'
    m'e fatt fa' la vit' cum'a nu cane

    Patrone mij t' vurrie fa' capitano
    al posto mio avessi capita' tu

    Questi stornelli sono estremamente diffusi in tutta la tradizione contadina centro-meridionale. Di seguito riportiamo la versione registrata da Franco Coggiola e Azia Ferrari il 20 giugno 1969 a Vercelli: Padrone mio te voglio arrecchire/ come 'no cane voglio fatigare/ quanno vado alla tavula a mangiare/ la vita mia voglio straziare// S'è fattu notte e lu patruni suspira/ dici ch'è stata curta la jurnata/ nun curà tanto lu pane e lu vinu/ conta la cincu rana [grani: moneta spagnola] chi m'hai da dari. 
    Le informatrici sono un gruppo di donne, al lavoro in risaia, provenienti da Sanza (SA). I primi due versi sono eseguiti, in una rielaborazione, da Matteo Salvatore nel disco "Il lamento dei mendicanti", I Dischi del Sole, 1967. Altre numerose versioni sono state raccolte in Lazio (soprattutto in Sabina) e in Abruzzo, ma esistono anche versioni (pubblicate) in Romagna e Marche. Si trova anche in "Italia. Le stagioni degli anni '70", a cura di Sandro Portelli, I Dischi del Sole, 1971. 
    Registrazione pubblicata in Giovanni Rinaldi-Paola Sobrero, La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce, 2004 (Prima ed. Foggia, 1981).

  • Durata 00:20
  • Data Venerdì, 10 Febbraio 1978
  • Luogo Orsara di Puglia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonia Del Priore (n. 1936 a Orsara di Puglia) bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico riferito alla Riforma Fondiaria degli anni '50.

    E l'Ente Riforma c'ha dato la casa
    La pampanelle de la cerase

    Lu 'ì lu 'ì lu 'ì ca mo se ne vene
    U sfatijate 'o paiese se va 'lla Puglie

  • Durata 00:15
  • Data Venerdì, 10 Febbraio 1978
  • Luogo Orsara di Puglia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonia Del Priore (n. 1936 a Orsara di Puglia) bracciante:voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico comunista cantato soprattutto nel periodo delle elezioni del 1948 con lo scontro tra Democrazia Cristiana e Fronte Popolare.

  • Durata 00:24
  • Data Giovedì, 21 Settembre 1978
  • Luogo San Marco in Lamis
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Caterina Schiena: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Miriam Castiglione

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico con un nuovo testo che sostituisce il precedente Faccetta nera.
    E' frequentissimo nel canto popolare l'uso di preesistenti melodie (vedi anche i due canti precedenti) per la creazione di nuovi testi che spesso capovolgono il significato del canto base. Cfr. E. Jona-S. Liberovici, Canti di protesta. Giovinezza, in "Il Contemporaneo", a. III, n. 32 (dic. 1960-genn. 1961); L. Settimelli, L. Falavolti (a cura), Canti socialisti e comunisti, Roma, Savelli, 1973, pp. 79-82; L. Mercuri, C. Tuzzi (a cura), Canti politici italiani 1793-1945, Roma, Editori Riuniti, 1973, p. 270; S. Boldini, Il canto popolare strumento di comunicazione e di lotta, Roma, Editrice Sindacale Italiana, 1975, p. 129 n. 2; R. Leydi (a cura), Bergamo e il suo territorio, in "Mondo popolare in Lombardia", Milano, Silvana Editoriale d'Arte, 1977, pp. 333-335.

  • Durata 00:28
  • Data Giovedì, 21 Settembre 1978
  • Luogo San Marco in Lamis
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Caterina Schiena: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Miriam Castiglione

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico diffuso nel periodo fascista e relativo alla conquista dell'Etiopia e dell'Abissinia.

  • Durata 00:55
  • Data Giovedì, 21 Settembre 1978
  • Luogo San Marco in Lamis
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Caterina Schiena: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Miriam Castiglione

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico.

    Viva Basile
    Deputato di Benevento
    Perché il popolo lo vuole
    Deputato al Parlamento

    Il popolo lo vuole
    Il popolo lo chiama
    Il popolo lo chiama per suo difensor

    Cantata il Primo Maggio 1913 a San Marco La Catola dai componenti della banda di Pietrelcina (Bn) per festeggiare l’elezione a deputato di Luigi Basile. 
    Luigi Basile è un coraggioso avvocato beneventano, che già dal 1893 opera per dare sbocco politico alle istanze socialiste in una provincia nella quale scarseggiavano i fondamentali presupposti per lo sviluppo della "lotta di classe". Non c’erano a quel tempo a Benevento fabbriche e, conseguentemente, una classe operaia tale da intimorire, se organizzata, i potentati locali; nè era possibile attingere consensi dalle masse contadine, costrette a sopravvivere in stato di semi-schiavitù. La violenta repressione sabauda, inoltre, si abbatteva su coloro che professavano idee rivoluzionarie. Basile, anticipando i tempi, comprende che nel Beneventano l’idea socialista non potrà mai attecchire senza il coinvolgimento dei piccoli imprenditori e degli artigiani, anch’essi, come gli operai e i contadini, messi ai margini della società dell’epoca. Nel 1913 l’elezione quale deputato al Parlamento.

  • Durata 00:15
  • Data Giovedì, 13 Luglio 1978
  • Luogo San Marco La Catola
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giuseppina Mattia (nata a San Marco La Catola) sarta: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Salvatore Lembo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto politico.

    Don Dumineche Fioritte
    belle giuvene e deritte
    Don Dumineche Fioritte
    belle giuvene e diritte

    Ch' la calma e ch' la manera
    sventolande la bandiera
    Bin dambu bin dambù

    Domenico Fioritto, la figura politica più importante che abbia mai avuto San Nicandro Garganico. Oltre ad essere stato deputato della Costituente e primo presidente della Provincia di Foggia é stato anche il segretario nazionale del Partito Socialista Italiano.

  • Durata 00:14
  • Data Domenica, 28 Maggio 1978
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina detto Rignanese (n. 1909 a San Nicandro Garganico) bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto politico della tradizione anarchica.

    Vieni o Maggio t’aspettan le genti
    ti salutano i liberi cuori
    dolce Pasqua dei lavoratori
    che risplende alla luce del sol

    Disertate o falange di schiavi
    dai cantieri e dall'arse officine
    su dai monti fino alle marine
    tregua tregua all'eterno sudor

    Innalziamo le mani incallite
    con lo sguardo rivolto all'aurora
    è la forza che dura e lavora
    nei riguardi dell'ozio e dell'or

    Di seguito il testo completo del canto scritto da Pietro Gori sull'aria del Nabucco di Giuseppe Verdi: 

    Vieni o Maggio t'aspettan le genti
    ti salutano i liberi cuori
    dolce Pasqua dei lavoratori
    vieni e splendi alla gloria del sol

    Squilli un inno di alate speranze
    al gran verde che il frutto matura
    a la vasta ideal fioritura
    in cui freme il lucente avvenir

    Disertate o falangi di schiavi
    dai cantieri da l'arse officine
    via dai campi su da le marine
    tregua tregua all'eterno sudor!

    Innalziamo le mani incallite
    e sian fascio di forze fecondo
    noi vogliamo redimere il mondo
    dai tiranni de l'ozio e de l'or

    Giovinezze dolori ideali
    primavere dal fascino arcano
    verde maggio del genere umano
    date ai petti il coraggio e la fè

    Date fiori ai ribelli caduti
    collo sguardo rivolto all'aurora
    al gagliardo che lotta e lavora
    al veggente poeta che muor!

  • Durata 01:09
  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Gravina detto Rignanese (nato a San Nicandro Garganico) bracciante: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico comunista. Autore: Spartacus Picenus (Raffaele Offidani). Anno 1919.

  • Durata 02:20
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto politico delle donne di San Severo. 
    Dalla testimonianza di Mollica Soccorso Foschini: 
    "L'abbiamo inventata il 23 di marzo e l'abbiamo inventata nel carcere. Rubammo un pezzo di gesso dalla scuola, dove andavamo alla scuola, andavamo a un gabinetto che c'era, stava un paravento che si chiudeva e si apriva. Noi mentre che facevamo quel servizio, piglia e facevamo scrivevamo: 'Il 23 di marzo'. Veniva un'altra: 'Che giornata di coraggio', e abbiamo composto la canzone:

    Il 23 di marzo che giornata di coraggio 
    uomini e donne siamo stati torturati 
    Alli dieci in punto eravamo in sezione 
    e gli scelbini salirono per balcone 
    con i mitra ci hanno fatt'alzar le mani 
    noi comunisti siamo stato coraggiosi 

    Siamo forti e lor lo sann 
    e la lotta continuerà
    alla fine bandiera rossa trionferà

    Con i camion pronti avanti alla sezione 
    alla caserma ci hanno portato 
    in fila ci hanno messo come gli schiavi 
    ci hanno imputato per insurrezione armà
    jn fila ci hanno messo come gli schiavi 
    le fotografie ci hanno tirà 
    dopo nove ore che ci hanno insultati 
    di parole siamo stato provvocati 

    Coll'autoblind'e carrarmati 
    ci hanno subito accompagna' 
    alle carceri di Lucera ci hanno porta' 

    A li sette aprile siamo stati chiamati 
    davanti al presidente ci hanno portati 
    Signor presidente noi siamo innucende 
    sono stati i fascisti ad infamar' 
    ... 

    Se ci condannate non ci spaventiamo 
    siamo comunisti e non lo neghiam 
    alla fine bandiera rossa trionferà

    questa è quella che abbiamo inventato nel carcere. L'abbiamo composta noi, andavamo a scuola a scrivere e allora prendevamo dei pezzetti di gesso e chi diceva una parola, chi diceva un'altra e l'hanno organizzata loro sull'aria di Villa Borghese".

  • Durata 02:06
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico della tradizione anarchica.
    Testo originale:

    Schiavo secolar, paria del servaggio, 
    che alla fine ognor ti forza l'oppressor; 
    la sorte lieta sta nel tuo coraggio, 
    non più mendicanti, non più sfruttator! 

    Il pingue fannullon, non vuol capir ragion, 
    gavazza col sudor, frutto del tuo lavor: 
    morte ai ladron! non vogliam più padron, 
    perché non han pietà dell'umanità! 

    Sorgiamo, sorgiam, sorgiamo! 
    Orsù lavorator, che spunta già l'albor, 
    il diritto affermiamo all'esistenza 
    e nell'avvenir il sole risplenderà d'indipendenza! 

    Se uniti noi sarem, da forti pugnerem, 
    la vile tirannia disperderem; 
    corriamo ad espugnare i troni e gli altar 
    pel grande ideal dell'Anarchia! 

    Il politicante che promette ognora 
    è un vile menzogner, mai sazio di poter; 
    leggi sopra leggi ei ti die' finora 
    sol per affamarti e farti massacrar! 

    Giura fede al re, non si cura di te, 
    spergiuro e mentitor è uomo senza onor; 
    ministri e senator, deputati e signor, 
    crudeli son con noi, dell'orgia son gli eroi. 

    Sorgiamo, sorgiam, sorgiamo! 
    Orsù lavorator, che spunta già l'albor, 
    il diritto affermiamo all'esistenza 
    e nell'avvenir il sole risplenderà d'indipendenza! 

    Popolo oppresso da quest'orda infame 
    vano è il tuo ciarlar: impugna, orsù! l'acciar! 
    Vittima sei sempre delle inique brame 
    dei mistificator, che ti dicon malfattor! 

    Non devi più servir, non devi più soffrir! 
    E' questo l'ideal, lo scopo tuo final! 
    Per te sarà l'onor, la gioia, lo splendor, 
    se da oggi in poi combatterai con noi! 

    Sorgiamo, sorgiam, sorgiamo! 
    Orsù lavorator, che spunta già l'albor, 
    il diritto affermiamo all'esistenza 
    e nell'avvenir il sole risplenderà d'indipendenza!

  • Durata 01:06
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico della tradizione anarchica e sindacalista.

    Compagni su sorgiamo 
    sorgiamo uniti tutti in fila schiera 
    che presto sventoliamo
    al gran partito la rossa bandiera 

    Andiamo uniti in calle in calle 
    passiamo monti colline e valle 

    Sorgi e risorgi tu 
    il vero fiore della gioventù 
    la primavera bella di splendor 
    il Primo Maggio dei lavoratori 

    Sende un'iziatura 
    all'oppressore lo daremo guerra 
    perchè c'è di natura 
    e con quei diritto della madre terra 

    E noi faremo rivoluzione 
    diritto e simbolo della ragione 

    Sorgi e risorgi tu 
    il vero fiore della gioventù 
    la primavera bela di splendor 
    il Primo maggio dei lavoratori 

    Sende una favella 
    sento una voce tremola diletto 
    sono i nostri fratelli 
    che nelle tombe gridano vendetta 

    Divendichiamoli che sono morti 
    sorgiamo noi più feroci e forti 

    Sorgi e risorgi tu 
    il vero fiore della gioventù 
    la primavera bella di splendor
    il Primo Maggio dei lavoratori

  • Durata 02:07
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico in forma di contrasto, collocabile nel periodo delle elezioni del 18 aprile 1948, e di propaganda per il Fronte Popolare.

    Due sposi fanno quistione
    Paraponziponzipo
    A ragione dell'opinione
    Paraponziponzipo
    Lui è rosso a tutto spiano
    E lei è democristiana
    E comunist'oilì comunist'oilà

    E dopo il 18 aprile
    Paraponziponzipo
    Questa sposa ha un nuovo stile
    Paraponziponzipo
    Per potersi divendicare
    Lei si è messa a scioperare
    E comunist'oilì comunist'oilà

    E la sera quand'erano a letto
    Paraponziponzipo
    Lei diceva al poveretto
    Paraponziponzipo
    Per De Gasperi hai votato
    E ora sei disoccupato
    E comunist'oilì comunist'oilà

    Il marito democristiano
    Paraponziponzipo
    Allungava un po' la mano
    Paraponziponzipo
    E lei poi con un doppietto
    E l'ha buttato giù dal letto
    E comunist'oilì comunist'oilà

    E tu caro Fernando
    Paraponziponzipo
    Se ti accetti la mia domanda
    Paraponziponzipo
    Ti lo giuro che son pentito
    E voglio entrare nel tuo partito
    E comunist'oilì comunist'oilà

    E primo le ha dato un bacio
    Paraponziponzipo
    Forte forte l'ha abbracciato
    Paraponziponzipo
    Vieni vieni o mio tesoro
    Nella Camera del lavoro
    E comunist'oilì comunist'oilà

    Ora non fanno più quistione
    Paraponziponzipo
    Per la socializzazione
    Paraponziponzipo
    Ora lavorano con gran passione
    Per aumentar la produzione
    E comunist'oilì comunist'oilà

  • Durata 02:29
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista, Teresa Foschini (n. 1929 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico che descrive le violenze seguite alla sconfitta elettorale da parte dei comunisti del Fronte Popolare nelle elezioni del 18 aprile 1948.


    Mò ch'è trasciute l'anne nouve
    L'amme cacciate na bella canzoune
    U quanne ca je belle
    E sop'a don Giuannine Castelle

    E magnatille sucatille stu limoune
    E ij lu sacce ca te piece
    C' l'ana fa na menda capece
    Ca lu limoune c' l'ann'a magnè

    Alli ‘lezion’ du quarantott’
    Nu sime jute tand’ fort’
    E p’ la Vergine Mariì
    E c’ha fr’chet’ la Democrazij

    E magnatill’ sucatill’ stu limoun’
    Tu lu sa’ ca te piec’
    E ti hann’a fa ‘na mend’ capece
    Che i comunist’ hann’a cumanda’

    A lu pizz’ d’ la port’ de Fogg’
    Amme scupert’ ‘na vita casin’
    Nu amm’a ji ‘ngoul a mast’ Michel’ Rubbin’
    Colla sua settema società

    Amm'angappeit’ ‘n’ata pecherucce
    Amme pigghiete u maresciall’ Iannucc’
    U ma tand’ ch’è stete bell’
    U sime jut’a pigghià fine a lu macell’

    Nu sime state li perditour’
    Amme caccete u senatour’
    E duje vout’ e chi ‘ngann’ teu
    E nnenn è sciute debbutet’

    Annand’ a cumba’ Foschin’
    E nu ‘m fatt’ ‘na bella fest’
    Amme ‘ngappeit’a Salvatour’ Tembest’
    Ind’u tavout’ l’amm’a f’cca’

    Addrete Sanda Mariì
    Amme menete a don Mattei Nijr’
    E ‘a mugghiere chiagneve fort’
    Non me lu cundannete a mort’

    A lu pundoun’ de la stazioun’
    hanne menete tanda mazzete

    E Gennarin’ tu pecchè si rre’
    I comunist’ vann’ menann’ mazzete
    E chi ‘na mazz’ e chi nu bastoun’
    hann’ menete a Laurioun’

  • Durata 02:52
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di lavoro e canto sociale, definito dalla portatrice un 'canto contro i padroni'. Fa parte delle tante varianti del 'calasole': canti che i braccianti eseguivano alla fine della giornata lavorativa.

  • Durata 00:37
  • Data Domenica, 28 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico comunista di propaganda elettorale.

    È sciute n'ata specie e malatie
    Quelle ci chiama freve do partite
    A chepe jè sbagliete a tutte quande
    U partite comuniste a dda ij annanz'
    E sta camorr'a ddà finì

    Giovinotti gridiamo tutti
    Che vogliamo la libertà
    Evviva i comunisti
    Bandiera rossa trionferà

    Giuvenott' nu 'mm'a esse tutte eguale
    Avimm'a fa u sciopere generale
    Vui vidite a guerr' che c'ha combinate
    Chi è arreccute e chi è mutilate
    E sta camorra a dda finì

    Giovinotti gridiamo tutti
    Che vogliamo la libertà
    Evviva i comunisti
    Bandiera rossa trionferà

    E i prevete so' na mass' d'empustore
    Chi tene a mantenute e chi fa ammore
    O pozz' dice ij ca l'egge vist'
    E i cchù singere sim'ei comunist'
    E sta camorra a ddà finì

    Giovinotti gridiamo tutti
    Che vogliamo la libertà
    Evviva i comunisti
    Bandiera rossa trionferà

  • Durata 01:40
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico delle donne comuniste, di propaganda a favore del Fronte popolare per le imminenti elezioni del 18 aprile 1948.

    Oggi le donne la politica la sanno
    sanno girare tutto li rione
    vann'a trovare i pacchi dove stanno
    (e specialmente….)
    approfittando fino all'elezioni

    Che poi noi dicevamo
    me pare ch'a dda venì Baffoune

    Ogni paese fanno la loro discussione
    cercano pane e pasta fino all'elezione
    ma chi mai potrà pensar per chi dovrà votar
    per il 18 aprile ci sta poco da pensar

    Ci siamo malamente combinato
    cu na famiglia senza comprensione 
    a tutti i partiti si so' segnata
    per evitare ogni discussione

    Me pere ch'a dda venì Baffoune

    Mia moglie è di sinistra
    mia suocera è di destra
    c'ho una sorella monica
    e un'altra ch'è maestra
    chi mai potrà pensar per chi potrà votar
    fino al 18 aprile ci sta tempo da pensar

  • Durata 01:36
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto politico comunista sull’aria della canzonetta fascista Faccetta nera.

    Bandiera è un bel colore
    E più la guardi e più ti commuove il cuore
    È la bandiera della libertà
    È la salvezza dell'umanità

    O socialisti o pure i comunisti
    Giustizia noi faremo agli assassini
    La colpa è stata tutta di Mussolini
    Che c'ha portato a questa povertà

    È giunta l'ora della riscossa
    Gridiamo sempre evviva la bandiera rossa
    È giunta l'ora della libertà
    Distruggeremo la malvagità

    Come Di Vagno e come Matteotti
    Giustizia noi faremo agli assassini
    La colpa è stata tutta di Mussolini
    Che c'ha ridotto in questa povertà

    C'avevano messo la museruola
    Non ci si poteva dir neppur una parola
    È giunta l'ora della libertà
    Distruggeremo la malvagità

  • Durata 01:12
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Maria Grazia Foschini in Vicciantuoni (n. 1921 a San Severo) bracciante e militante comunista, Teresa Foschini (n. 1929 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Uno dei più noti canti politici, meglio conosciuto come Inno dei lavoratori. Composto nel 1886 da Filippo Turati su musica di Amintore Galli.

  • Durata 01:07
  • Data Giovedì, 25 Maggio 1978
  • Luogo San Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Mollica Soccorsa Foschini (n. 1899 a San Severo) bracciante e militante comunista: voce
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero

  • Genere Testo
  • Descrizione

    Canto politico su foglio volante a stampa, raccolto nell’abitazione di Raffaele Mascolo a San Nicandro Garganico il 24 maggio 1977 da Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero e Alberto Vasciaveo.
    Il bracciante Giovanni Mascolo compone e stampa su un foglio volante nel 1909 il canto, sull’aria de La ciociara, stornello romanesco, che descrive lo scontro avvenuto tra i socialisti e i loro avversari, i 'gialloni':

    Signori avete inteso avete visto
    Il 1° Maggio e la festa dei socialisti
    E tutti quei vigliacchi dei gialloni 
    Anch’essi se ne son fatti padroni

    Quest’anno a Sannicandro
    A largo chiesa madre
    È successo è successo
    Una rivoluzione
    Tra socialisti e gialloni
    Sono venuti per insultarci
    E noi l’abbiamo rotto la faccia

    Mentre ci ritirevamo da montevergine
    I gialloni ci aspettavano per insultarci
    L’abbiamo veduti e non gli abbiamo dato retta
    Eravamo ad invitar l’Avv. Fioritto

    Sotto al suo palazzo, ci siamo fermati
    Tutti quanti abbiamo gridati
    Scendete scendete
    Ti vogliamo nei libero cuori
    A festeggiar un’ora con noi
    Non appenna finito gridare
    I gialloni abbiamo visto arrivare

    Tutti sapete chi erano i caporioni
    Michele Mascolo Giuseppe Titto e Tardiolo
    Come arrivarono a noi socialisti
    Gridarono lasciateci passare sangue di Cristo

    Aprite le righe dobbiamo passare
    Se non le aprite vi ammazziamo
    O minchioni o minchioni
    Voi forse non lo capite
    Facciamo per abbattere il vostro partito
    Siamo pretetti dai Signori
    Non abbiamo paura delle prigioni

    La rivoluzione fu alla sei di sera
    Primo colpo si ruppe la bandiera
    Appena l’hanno veduto a terra spezzata
    I gialloni si son messi tutti a scappare

    Tutti quelli che erano restati
    Di rivoltella erano armati
    I socialisti, i socialisti
    Nessun erano armati
    Fecero la rivoluzione colle bottigliate
    Il guardia campestre Filiullo
    Fece il guappo colla rivoltella

    Signore sapete che avuto delle belle
    Tombola Giuseppe Titto e Filicello
    Piangevano e pregavano Gesù Cristo
    Non ci date più ci facciamo socialisti

    Siamo venuti per insultare
    Tutti a noi ce li vogliono dare
    Poveri noi, poveri noi
    Malidetto i capi gialloni
    Che ci hanno mandato alla rivoluzione
    I nostri capi che ci hanno mandato
    Dalla rivoluzione se ne sono scappato

    Per i capi gialloni fu una bella grazia
    Si chiudettero nella cantina di Orazio
    La disgrazia fu del tenente
    Avette un colpo in testa per senza niente

    Se non era per i gialloni
    Non succedeva la rivoluzione
    O gialloni o gialloni
    I vostri capi che vi hanno imparato
    Vi danno un bello insegnamento
    Ammazzare i fratelli per senza niente.

    S. Nicandro Garganico
    Giovanni Mascolo

  • Data Martedì, 24 Maggio 1977
  • Luogo San Nicandro Garganico
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Giovanni Mascolo (n. a San Nicandro G.) bracciante e militante anarchico: autore del testo
  • Autore Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo

  • Genere Testo
  • Descrizione

    Ricostruzione (del 1978) di Giuseppe Di Benedetto da testimonianze orali raccolte a Lucera. Il canto si riferisce alla rivolta popolare del 23 aprile 1917.
    Il 23 aprile 1917, infatti, una sommossa di popolane portò alla caduta del governo cittadino. Le donne, a centinaia, invasero palazzo Mozzagrugno per protestare conto l’introduzione di una tessera che restringeva a poche centinaia di grammi la razione di pane e di farina. Contro questa imposizione, dettata dalle ristrettezze determinate dalla Prima guerra mondiale, le donne allestirono il moto di protesta spontanea. Un centinaio le donne arrestate e messe sotto processo. Un evento rimasto nella memoria orale collettiva di intere generazioni dei lucerini. Il sindaco dell’epoca - che le cronache giornalistiche ricordano essere stato leggermente ferito al capo - secondo voci popolari, fu costretto addirittura a rifugiarsi in un armadietto per sfuggire all’ira delle popolane, come recitano le strofe in dialetto lucerino del testo riprodotto più avanti. L’episodio non è stato mai affrontato con uno studio apposito sulle fonti storiche dell’epoca. Ecco il testo:

    U pane ch'i tessere
    Ne puteve esse
    I femmene ustenate
    U munucipie hanne sfasciate

    U ventitre d'aprele
    È succisse 'na ruine
    I femmene ustenate
    U munucipie hanne sfasciate

    U sineche de Lucere
    S'è chiuse 'nd'o stepone
    Ha parlate o telefone
    E venete u battaglione
    E 'n ce ha fatte 'mpressione
    E venete a cavallerie
    Ce ha fatte cumpagnie

    U pane ch'i tessere
    Ne puteve esse
    I femmene ustenate
    U munucipie hanne sfasciate

     

    Data: 1978

  • Luogo Lucera
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Autore Giuseppe Di Benedetto

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi.

  • Durata 00:48
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi.

  • Durata 00:41
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale.
    Intervista a Enrico Rossetti, operaio di Foggia, impiegato al Campo Sportivo. Commenti sulla manifestazione e sulla condizione sociale dei lavoratori.

  • Durata 01:46
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Enrico Rossetti operaio di Foggia
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, grida.

  • Durata 01:01
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanacci, grida ritmate.

  • Durata 01:30
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanelli, voci maschili “Lavoro!”, “I padroni sono tutti cornuti”, “Vogliamo il pane e il lavoro, per sempre”, “U sanne e nun u vonne capì”, “Va fa ‘n mocche ei murt ca tenene”.

  • Durata 02:10
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, gruppo operai della Frigodaunia: “Frigodaunia Frigodaunia”.

  • Durata 00:39
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanacci, “Il posto di lavoro non si tocca”, “Frigodaunia Frigodaunia”.

  • Durata 01:37
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanelli.

  • Durata 01:33
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Voci da altoparlanti e megafoni, rumore motori dei camion, “Scuola, lavoro, società/ si vince solo con l’unità”, fischi, tamburi in sottofondo, voci femminili “E ora, e ora, potere a chi lavora”, “Ministri carogne tornate nelle fogne”, “A fatica ci sta e nun c’a vonne dà”, “Operai studenti uniti nella lotta… contro i figli di mignotta!”, “Acqua terra occupazione”, “Nu amma magnà e i solde addò stanne?!”, “Lotta dura senza paura”.

  • Durata 04:28
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, mazze, “Lotta dura senza paura”, campanacci.

  • Durata 02:44
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, mazze, “Frigodaunia”.

  • Durata 00:35
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Voci femminili “Lotta dura senza paura”, “Frigodaunia”, “Aeritalia”, tamburi, “A fatica ce sta e nun c’a vonne dà”, “E ora, e ora, potere a chi lavora”, “Operai studenti uniti nella lotta”, “Ministri carogne tornate nelle fogne”, “Uno due tre e quattr u firmate stu cundratt/ cinque sei sette ott’ qua succede un quarandott”.

  • Durata 02:22
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore non identificati
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanacci, “Lotta dura senza paura”, “Lotta lotta lotta/ contro i figli di mignotta”, “Il posto di lavoro non si tocca”.

  • Durata 02:16
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanacci, “Lotta dura senza paura”, “Frigodaunia”.

  • Durata 01:26
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, “Il posto di lavoro non si tocca”.

  • Durata 01:18
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, “Ministri carogne tornate nelle fogne”, “Bisaglia… boia!/ Andreotti… boia!”, “Il posto di lavoro non si tocca”, “Frigodaunia”.

  • Durata 01:25
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Manifestazione sindacale provinciale (a Foggia) per lo sciopero generale indetto da CGIL-CISL e UIL. Paesaggio sonoro del corteo dei manifestanti dal punto di concentramento (piazzale Stazione ferroviaria) fino al raggiungimento della piazza scelta per il comizio finale. Tamburi, campanelli, “Il posto di lavoro non si tocca”.

  • Durata 02:49
  • Data Mercoledì, 23 Marzo 1977
  • Luogo Foggia
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi
  • Autore Paola Sobrero