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Canti del carcere (3)

Storie di passioni e esclusione

Di questo genere di canti non ho trovato molti esempi nell’area salentina presa in esame.
In quelli da me raccolti, da parte dei carcerati non si lamentano motivi di repressione dovuti a lotte politiche o a scioperi. I motivi della loro reclusione sono genericamente di carattere sociale e si riconducono a notevoli condizioni di disagio economico e di vera e propria povertà oltreché a fattori sentimentali. Si intuiscono, ascoltando questi canti, storie di passioni cocenti, di gelosie, di tradimenti. Ma quella che si canta a chiare note è la condizione disumana del carcerato, condizione che il libero non potrà mai neppure sospettare vedendo l’edificio del carcere sulla cui facciata sventolano le bandiere.

  • Genere Audio

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  • Descrizione

    A San Francesco, carcere leccese per antonomasia, così chiamato perché un tempo era monastero dedicato a quel santo, la vita scorre scandita dal sonno e dalla veglia in attesa della morte. A San Francesco, in carcere, sono rinchiuse solo le pecore, al riparo per la loro scempiaggine e dabbenaggine. Le altre bestie non ci sono perché feroci e furbe.

  • Durata 02:36
  • Data Giovedì, 23 Febbraio 1978
  • Luogo Melendugno
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Esecutore Niceta Petrachi detta "La simpatichina": voce
  • Autore Brizio Montinaro

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Il carcere è "un inferno naturale", un inferno in terra dove chi entra, qualsiasi sia il motivo, qualsiasi sia "l’errore", viene dimenticato da tutti e abbandonato persino dalle persone amiche. "Credo che lo stesso mio nome sia cancellato dall’elenco dei viventi" dice un carcerato. In carcere si perde la cognizione del tempo e l’unica realtà è quella della sofferenza per "i ferri e le catene". Il tema della famiglia è ricorrente nelle canzoni del carcere. Ritorna l’immagine di fratelli e sorelle e prepotentemente quella della "mamma". La madre e la propria amante sono spesso le destinatarie della canzone del carcerato il quale piange e canta la propria sorte di sventurato. Nel recluso i legami sociali con il resto dell’umanità si assottigliano fino a sparire del tutto, i sentimenti, al contrario, i grandi sentimenti si rinvigoriscono e diventano ulteriore motivo di tormenti e pene. Le canzoni di carcere sono, proprio per questo, le più disperate e passionali che si conoscano, le più tristi, perché spesso anche senza speranza.

  • Durata 06:10
  • Data Giovedì, 23 Febbraio 1978
  • Luogo Melendugno
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Esecutore Niceta Petrachi detta "La simpatichina": voce
  • Autore Brizio Montinaro