Fondo Circolo Gianni Bosio- Umbria (252)
Uno dei più importanti archivi di storia orale e di musiche tradizionali
L'Archivio Sonoro "Franco Coggiola", istituito nel 2001, raccoglie i materiali di ricerca prodotti dal Circolo Gianni Bosio a partire dalla sua fondazione, alla fine degli anni Sessanta, e si arricchisce con le registrazioni e i materiali documentati da singoli ricercatori in ambito etnomusicologico o di storia orale; esso, infatti, non è solamente un luogo di deposito di nastri e memorie: parallelamente all'attività di documentazione, vi si svolge una costante attività di ricerca, in linea con i principi teorici ai quali il Circolo fa riferimento. La ricerca, dunque, è tesa alla riproposta e all'intervento, senza soluzione di continuità rispetto alle passate esperienze già raccolte ed archiviate.
L'archivio possiede un corpus di centinaia di ore di registrazioni sonore che coprono la storia della tecnica della ripresa audio dalla fine degli anni Sessanta ai nostri giorni: dal nastro magnetico al nastro digitale fino alle più recenti memorie solide. Quando l'archivio ha cominciato a descrivere in pubblico il percorso di conoscenza del patrimonio documentale ed il lavoro intrapreso per dotarsi degli strumenti necessari per organizzare e rendere fruibile il proprio materiale, si è raccontato attraverso una metafora che è poi rimasta un piccolo classico negli eventi pubblici di questi anni: "L'archivio è un armadio, un armadio pieno di voci che spingono per uscire e per tornare a essere vita".
Le due direttrici principali lungo le quali si svolge la documentazione riguardano la storia orale e la ricerca etnomusicologica, per lo più compresenti all'interno degli stessi nastri, proprio in virtù della dimensione narrativa dei documenti: così, ad esempio, la storia della trasformazione del tessuto sociale della città di Terni nel corso del secolo appena concluso, e dunque delle lotte sociali che vi ebbero luogo, raccolta nel fondo Alessandro Portelli, serie "Terni e Valnerina ternana", è anche la storia dei canti che testimoniano le lotte sindacali degli operai ternani, e nello stesso tempo è la storia della continuità e dell'evoluzione delle più arcaiche modalità dell'espressività musicale di base. In questa serie archivistica, infatti, trovano spazio, oltre alle interviste che documentano le vicende interne al movimento operaio ternano, anche i più noti brani composti ed eseguiti nel corso di quelle lotte, da Centurini (che rivendica l’orgoglio delle operaie tessili dello jutificio di Centurini, ai primi del secolo), passando per Io dormo tra le pecore e li cani (brano in cui il modulo musicale di un tradizionale stornello a saltarello è utilizzato ai fini di una rivendicazione sociale, per diventare "il più rappresentativo e diffuso esempio del canto contadino di protesta in Valnerina"), fino al Dodici dicembre a mattina (brano composto da Dante Bartolini e reso celebre da Giovanna Marini, che, su una delle più note arie di cantastorie della nostra tradizione, diffonde la memoria dei licenziamenti alle Acciaierie Terni del 1952, collegandoli ad importanti episodi della repressione dei movimenti protestatari a livello locale e nazionale).
I materiali umbri presenti nell'Archivio Sonoro "Franco Coggiola" sono divisi in serie archivistiche all'interno del Fondo Alessandro Portelli: la serie "Terni", che raccoglie i materiali di un'ampia e complessa ricerca sulle fonti orali e la musica tradizionale nella città di Terni, condotta negli anni Settanta e poi di nuovo tra la fine degli anni Novanta e il 2000, e la serie "Valnerina ternana", che raccoglie i materiali musicali tradizionali e protestatari del gruppo dei cantori della Valnerina.
Portelli, Terni (23)
La storia orale di una città operaia nella tumultuosa trasformazione del suo tessuto sociale
Portelli, Valnerina Ternana (228)
Un'esperienza di ricerca-intervento attorno all'attività e alle storie di vita dei cantori del Gruppo della Valnerina