Nel Sud di Ernesto De Martino-Campania (4)
Il documentario etnografico di ispirazione demartiniana
Nel Sud di Ernesto De Martino è un programma in tre puntate che, realizzato da Luca Pinna con la consulenza scientifica e la presenza in studio di Clara Gallini, intendeva ripercorre la storia del documentario italiano ispirato alle ricerche di Ernesto De Martino. Oltre a sollecitare più volte una stretta collaborazione tra ricerca scientifica e riprese audiovisive, in vista di un’auspicata e mai realizzata "enciclopedia cinematografica", De Martino aveva collaborato direttamente, in qualità di autore dei testi o come consulente scientifico, alla realizzazione di alcune opere divenute dei classici dell’antropologia visuale: Lamento funebre di Michele Gandin del 1953, Magia Lucana di Luigi Di Gianni del 1958, La passione del grano di Lino Del Fra del 1960, La taranta di Gianfranco Mingozzi del 1961 e I maciari e Il ballo delle vedove di Giuseppe Ferrara del 1962.
Con una sorta di epilogo, rappresentato dal lavoro di Michele Gandin e una coda alquanto significativa nel 1978 con Sud e magia di Gianfranco Mingozzi, la fase fondativa del cinema documentario italiano (caratterizzata da un’attenzione pressoché esclusiva per i grandi temi delle ricerche demartiniane come il lamento funebre, i rituali magici e il tarantismo) può essere idealmente circoscritta con due opere (Magia Lucana del 1958 e La madonna del Pollino del 1971) di Luigi Di Gianni che ampliò il suo ambito di ricerche verso tematiche che, non toccate dalle ricerche di De Martino, avrebbero sicuramente incontrato il suo interesse.
Anche per questo nelle tre puntate del programma, a parte Stendalì di Cecilia Mangini e La passione del grano di Lino Del Fra, vengono mandati in onda esclusivamente documentari di Luigi Di Gianni, la cui produzione è assunta come la più rappresentativa di una stagione del cinema italiano segnata indelebilmente dall'influenza di De Martino.
- Genere Audio
- Genere Filmato
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Filmato
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Descrizione
Clara Gallini spiega come, nel ripercorre i rapporti tra De Martino e il documentario etnografico italiano, si voglia sottolineare la profonda influenza esercitata dal ricercatore ben oltre l'ambito strettamente antropologico: coinvolto come consulente scientifico o autore dei testi in alcuni documentari, De Martino finì con l'orientare l'opera di un nutrito gruppo di cineasti che hanno documentato l'esistenza di una cultura propria delle classi subalterne, secondo una linea di pensiero che unisce idealmente Gramsci e Pasolini.
Si introduce Nascita e morte nel meridione, girato da Luigi Di Gianni a San Cataldo nel 1959, che ripercorre, "dalla culla alla bara", le forme di vita di un paese lucano.
Dedicato a un singolare rito agricolo, residuo delle antiche civiltà religiose mediterranee, è invece La passione del grano, opera del 1960 ambientata a San Giorgio Lucano in cui il regista, Lino del Fra, si avvale della consulenza scientifica di De Martino, autore anche dei testi.
La denuncia dei "rapporti di produzione", attualizzata nel rito lucano, lascia il posto alla rappresentazione di diversi legami sociali nel terzo documentario della puntata, Stendalì (Suonano ancora), di Cecilia Mangini che, ancora nel 1959, rintraccia pratiche di lamento funebre a Martano, nella Grecìa salentina. - Durata 39:54
- Data Giovedì, 03 Novembre 1977
- Luogo Roma, San Cataldo, San Giorgio Lucano, Martano
- Autore Luca Pinna
- Genere Filmato
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Filmato
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Descrizione
Nell'introdurre l'argomento della seconda puntata, la festa e i cambiamenti sopraggiunti con la modernizzazione, Clara Gallini richiama la lezione di De Martino per il quale molti riti, apparentemente in bilico tra paganesimo e cristianesimo, sono in realtà espressione peculiare del cattolicesimo meridionale in cui le classi subalterne si appropriano dei simboli della cultura egemone per l'espressione dei propri sentimenti e delle proprie esigenze.
Sono presentate tre opere, frutto del connubio tra la regia di Luigi Di Gianni e la consulenza scientifica di Annabella Rossi: Il culto delle pietre, girato nel 1967 a Raiano, in Abruzzo, La madonna del Pollino, e La Possessione, ambientato a Serradarce nel 1971. La regia di Luigi di Gianni, con commento di Annabella Rossi, ricostruisce la vicenda di Alberto Gonnella e sua zia Giuseppina Gonnella (ex venditrice di pomodori). Alla tragica morte del nipote, un giovane seminarista di ventun’anni ucciso per un tragico incidente dal camion dello zio, Giuseppina è posseduta dal suo spirito per cui diventa una reincarnazione del "glorioso Alberto", oggetto di un culto popolare che richiama migliaia di persone. Alberto/Giuseppina è un essere soprannaturale che riesce a vedere dove gli altri non possono, che guarisce dove la medicina si arresta. Ogni mattina alle otto e trentasei, orario della morte del ragazzo, Zia Giuseppina diventa Alberto, entra in trance ed al risveglio non è più lei nei modi e nella voce, sull'altare la si vede parlare come un grande oratore, con una carica trascinante, ordina di recitare un'Ave Maria per poi benedire i fazzoletti alzati dai fedeli. Chiudono il documentario momenti della vendita di oggetti di culto e dischi con i canti per Alberto, sullo sfondo la folla di pellegrini accorsa dalla guaritrice.Data: 1978
- Durata 1:06:12
- Luogo Roma, Raiano, Monte Pollino, Serradarce
- Autore Luca Pinna
- Genere Filmato
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Filmato
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Descrizione
Clara Gallini presenta l'argomento della terza puntata: la magia e i suoi rapporti con la religione nel Mezzogiorno d'Italia, e introduce tre opere, esito del connubio tra la regia di Luigi Di Gianni e la consulenza scientifica di Annabella Rossi. Il primo documentario proposto è Il male di S. Donato, girato nel 1965 a Montesano del Salento.
Si giunge poi in Campania con La potenza degli spiriti, un lavoro del 1968 ambientato nell'avellinese, che indaga forme di possessione e le relative pratiche di guarigione. In provincia di Avellino, tra le più povere di Italia, era ancora largamente diffuso il ricorso alla magia. Tra i tanti maghi operanti in Irpinia Giuseppe Cipriani di Scampitella che scaccia il maligno e libera l'animo dei posseduti.
Segue L’Attaccatura, girato nel 1971 a Napoli, nei vicoli dei quartieri popolari tra maghi e guaritori.
Tra questi l'obiettivo del regista incontra Maria, nata a Foggia, che dall'età di otto anni pratica gli insegnamenti materni: sono intervistati diversi "pazienti" della donna tra i quali Pasquale, un pescivendolo, la cui pancia si era misteriosamente gonfiata senza che nessun medico sapesse spiegarne la ragione né trovarvi rimedio. Viene ripreso infine il rito della nottata, ovvero un cerimoniale molto complesso che lega una persona ad un'altra, con gesti ed oggetti particolari, nonchè formule magiche. Per eseguire la nottata occorrono oggetti performativi: una testa di pecora o gallina conficcata da tredici chiodi, un fuoco acceso su cui gettare il sale ripetendo formule magiche ed una fettuccia nera, perché la testa dell’animale rappresenta la testa della persona che si vuole legare, i chiodi hanno la funzione di fissare l’idea d’amore, la fettuccia rappresenta la legatura vera e propria. Mentre Maria conficca i chiodi nella testa di una pecora viene chiamato, per ogni chiodo, il nome di chi si vuole legare; mentre vengono recitate le formule gettando sale nel fuoco Maria batte il piede a terra ed indica da chi deve tornare "ai piedi della mamma"; la madre del ragazzo è lì presente e Maria gli chiede di chiamare per nome il figlio mentre lei stringe dei nodi sulla fettuccia e lega la testa di una gallina con le zampe.Data: 1978
- Durata 1:09:15
- Luogo Montesano, Avellino, Napoli
- Regione Campania
- Autore Luca Pinna