Salvitelle (52)
Tra storie di vita e cunti
Un'eterogenea raccolta di canti, storie, testimonianze, raccolte a Salvitelle, comune della provincia di Salerno, al confine con la Basilicata. La ricercatrice, in un ambiente a lei familiare, ricostruisce, attraverso la testimonianza di un uomo e di una donna, dei quali purtroppo non si conosce l'identità, il ricco patrimonio di cultura orale del paese: tra canti devozionali, cunti, filastrocche e storie di vita si delineano la storia, le tradizioni e le credenze di un'intera comunità. La lunga intervista, raccolta probabilmente poco tempo dopo il terribile terremoto che colpì l'Irpinia il 23 novembre del 1983, ricostruisce, in un racconto intimo e sofferto, i difficili momenti attraversati dalla gente di Salvitelle e descrive le ferite, ancora vive, lasciate nelle vite e tra le strade del paese. Attraverso l'esecuzione di canti e descrizioni minuziose, arricchite di ricordi e storie familiari, gli intervistati presentano l'ingente patrimonio di usanze e culti praticati paese. In particolare, si soffermano sulla devozione verso il santo patrono: la festa in onore di San Sebastiano cade il 20 gennaio, quando si svolgono le liturgie religiose, mentre i riti civili sono stati spostati, per evitare la rigidità del clima, all'ultima domenica di agosto; la statua del santo viene portata in processione per le vie del paese unitamente alla statua di san Giuseppe, precedente protettore, ed i cittadini si contendono all'asta tale privilegio, il cui ricavato viene utilizzato per l'organizzazione dell'anno successivo. In tale occasione si svolgono anche il "torneo di lotta greco-romana" e la tradizionale corsa a piedi nudi "Serra San Giacomo": i partecipanti, rigorosamente nati o residenti a Salvitelle, scendono a piedi nudi tra rovereti e sterpi dalla cima del Monte San Giacomo alla chiesa di San Sebastiano dove baciano per devozione il piede alla statua prima di immergere i propri, inevitabilmente feriti a causa del terreno accidentato, in tinozze di vino risanante. Si parla, inoltre, in un tono intimo e familiare, di ricette, riti ed usanze legati alla magia e alla medicina contadina, tra rimedi erboristici e formule magiche. Un ricco patrimonio di cultura orale, dunque, che si presenta come esito di un'osservazione partecipante, dove la distanza tra ricercatore e testimone si riduce al minimo, in una narrazione corale, probabilmente specchio di una condivisione da parte della studiosa della realtà culturale e dell'esperienza di vita dei suoi interlocutori.
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Descrizione
Un uomo ed una donna condividono con l’intervistatrice i ricordi della terribile notte del 23 novembre del 1980, quando un violento terremoto devastò l’Irpinia. Dalle loro parole si comprende che l’intervista è stata realizzata non molto tempo dopo il disastro.
Data: Non indicata
- Durata 05:04
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voci miste
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Descrizione
Gli intervistati, un uomo e una donna, raccontano gli effetti disastrosi che il terremoto ebbe nella piccola frazione salernitana di Salvitelle. La donna cerca inoltre di spiegare scientificamente il fenomeno sismico attraverso le notizie apprese dai giornali.
Data: Non indicata
- Durata 04:30
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
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- Autore Non indicato
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Descrizione
L'interlocutrice descrive gli effetti disastrosi che il terremoto ebbe sulle abitazioni di Salvitelle, soprattutto nel piccolo centro storico; spiega che molte persone si erano trasferite in campagna, seguendo le sollecitazioni delle autorità, ma lei con la sua famiglia aveva preferito restare in paese, nelle strutture di emergenza costruite per i cittadini.
Data: Non indicata
- Durata 05:19
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
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- Autore Non indicato
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Descrizione
L'intervistato, con interventi di una donna presente alla conversazione, racconta che il centro storico del paese, un borgo rurale, arroccato sulle pendici di un'altura che domina la vallata, fu la zona più danneggiata dal terremoto. Particolarmente in pericolo furono gli antichi palazzi gentilizi, come il Palazzo Bonavoglia, in origine detto Briganti. Fa riferimento anche alla contrada Taverna Barone, storica zona di passaggio per commercianti e mercanti, della quale spiega le origini della denominazione. La comprensione integrale dell'intervista è impedita dall'audio compromesso.
Data: Non indicata
- Durata 03:01
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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Descrizione
L'intervistato racconta di alcune storiche famiglie di Salvitelle, del loro potere e della sudditanza del popolo al loro volere. Occorre ricordare che nel primo dopoguerra dominava ancora il latifondo, appannaggio di pochissimi proprietari discendenti da vecchie famiglie della nobiltà locale, con la conseguente notevole diffusione del bracciantato. Il definitivo dissolvimento del latifondo si verificò solo nel secondo dopoguerra, anche sotto la spinta delle lotte contadine con l'occupazione delle terre incolte.
Data: Non indicata
- Durata 04:01
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonimo: voce
- Autore Non indicato
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Descrizione
Viene ricostruita la storia dell’antica dimora gentilizia dei Grassibelli, sul cui portone troneggiano gli stemmi familiari. Tale edificio come molti altri del centro storico, risulta tra i più danneggiati dal terremoto dell'80 ma, come spiegano gli intervistati, sono tutelati dalla legislazione sui beni culturali e quindi, a differenza di molti altri edifici della città, non potranno essere abbattuti nonostante i danni.
Data: Non indicata
- Durata 04:18
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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Descrizione
Presentando le vicende storiche che hanno interessato il territorio di Salvitelle, viene ricostruita la storia dell'antica e ricca famiglia dei Grassibelli, composta da una madre e due figlie, la cui storica dimora è ancora conservata. Raccontano anche della famiglia Mucci, proprietaria di un antico palazzo gentilizio nel centro storico di Salvitelle. Entrambe le famiglie sono ricordate in paese per la particolare crudeltà dimostrata verso i meno abbienti.
Data: Non indicata
- Durata 04:10
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
L'intervistato, con l'aiuto della donna che partecipa con lui all'intervista, spiega alcuni giochi tradizionali di Salvitelle. Descrive quella che lui definisce una prova di forza, una gara che si svolgeva in occasione delle feste tradizionali. Un grosso palo di legno, con un diametro di almeno 15-20 centimetri, veniva accuratamente privato della corteccia e e spalmato a più riprese con sugna, sapone e grasso, fino a renderlo oltremodo scivoloso e unto. A una sua estremità, su apposite asticelle, venivano sospesi i premi riservati al vincitore (abitualmente di genere alimentare), mentre l'altra estremità veniva solidamente infissa in terra. Si trattava di uno spettacolo molto esilarante perché, nonostante i concorrenti si dessero un gran da fare con tutti i sistemi e i mezzi consentiti per arrivare in cima, inesorabilmente ricadevano a terra esausti. Tale gioco è da molti conosciuto con il nome di albero della cuccagna, uno svago che veniva messo in scena solitamente durante il periodo carnevalesco. L'intervistato descrive inoltre un'altra prova di forza, anch'essa tipica dei festeggiamenti del carnevale, che ha come protagonista un gallo: alcuni uomini del paese acquistano un gallo e nel mezzo di un ampio piazzale scavano una buca in cui sotterrano il volatile lasciandogli solo la testa fuori dal terreno. A turno i partecipanti vengono bendati e muniti di una vecchia sciabola affilata o una mazza di legno, devono perdere l'orientamento e camminare alla cieca tentando di tagliare la testa al gallo: vince chi riesce a decapitare il volatile, gesto che simboleggia la morte del Carnevale. È descritto infine un gioco che si svolge con l'ausilio di una moneta da cento lire, del quale però non è possibile comprenderne lo svolgimento a causa dell'audio compromesso della registrazione.
Data: Non indicata
- Durata 02:43
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonimi: voci
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Descrizione
Gli intervistati descrivono la corsa a piedi nudi che si svolge l'ultima domenica di agosto a Salvitelle partendo dalla cima della Serra San Giacomo, colle sovrastante alcune centinaia di metri la piccola frazione salernitana, fino alla cappella del santo patrono, San Sebastiano. Partecipano concorrenti di ogni età purché nati o residenti a Salvitelle che, come vuole la tradizione, scendono a piedi nudi per sentieri impervi tra roveti e sterpi. Al termine della corsa dopo aver baciato, per devozione, il piede del simulacro del santo, tutti i partecipanti si lavano i piedi in una tinozza in cui viene versato del vino locale, per disinfettare le ferite procurate dal terreno accidentato. La donna inoltre racconta la storia di un uomo che cercò di affrontare l'impresa indossando le calzature, ma la sua corsa fu interrotta da un tremendo incidente nel quale si ruppe una gamba. La donna interpreta l'accaduto come conseguenza di una mancanza di devozione verso il santo patrono, in onore del quale si svolge tale rito, in ricordo del suo martirio. Storicamente il culto nasce nella ricorrenza di una sfida avvenuta nel 1790 tra i pastori locali e i soldati francesi che svolgevano esercitazioni sul monte San Giacomo.
Data: Non indicata
- Durata 03:01
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
L'informatrice racconta che originariamente era San Giuseppe il santo patrono di Salvitelle, che insieme alla Madonna del Rosario proteggeva la cittadina. Solo in un secondo momento fu sostituito da San Sebastiano e l'ultima settimana di agosto, seconda occorrenza annuale per i festeggiamenti (il 20 gennaio, per la rigidità della stagione, le celebrazioni sono esclusivamente liturgiche) la sua statua viene portata in processione per le vie del paese, unitamente alla statua di San Giuseppe. L'interlocutrice, racconta ancora, con l'aiuto dell'uomo che partecipa con lei all'intervista, la storia della vita e del martirio del santo. Riferisce infine di essere andata a visitare le catacombe di San Sebastiano a Roma e la chiesa intitolata al santo a Vercelli.
Data: Non indicata
- Durata 02:20
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voci
- Autore Non indicato
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Descrizione
L'informatrice spiega che la ricorrenza del santo patrono cade il 20 gennaio. In questa data, a causa anche della rigidità della stagione, la festa si svolge in tono minore enfatizzando esclusivamente gli aspetti religiosi. Nell'ultima domenica di agosto si festeggia nuovamente il Protettore con riti religiosi e civili. La statua del santo viene portata in processione per le vie del paese unitamente alla statua di San Giuseppe, precedente patrono. In tale occasione si svolgono la tradizionale "corsa a piedi nudi" e il "torneo di lotta greco romana".
Data: Non indicata
- Durata 03:15
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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Descrizione
L'ultima domenica di agosto in occasione dei festeggiamenti in onore di San Sebastiano martire, dopo la tradizionale corsa a piedi nudi "Serra S. Giacomo", a Salvitelle va in scena lo storico torneo di lotta greco-romana: partecipano concorrenti di ogni età, purché nati o residenti a Salvitelle, seguendo quindi le stesse regole applicate anche nella corsa. Di questa tradizione non si conoscono le origini anche se, secondo gli stessi intervistati, deriverebbe dal Pentathlon. L'intervistata ricorda inoltre che tali riti sono legati al martirio del santo e ne ricostruisce le tappe fondamentali, ricordando come il suo supplizio avvenne sotto Diocleziano per aver recato più volte soccorso ai cristiani incarcerati e condannati.
Data: Non indicata
- Durata 01:48
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
Racconto agiografico, riferito alla vita del santo patrono, non facilmente ricostruibile a causa dell'audio compromesso.
Data: Non indicata
- Durata 00:35
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
L’intervistata racconta che solitamente la statua del Santo non viene portata in processione se piove, tranne in casi particolari, coprendola con teli per non farla rovinare. Spiega inoltre che la devozione per San Sebastiano è molto sentita a Salvitelle e anche i bambini in fasce vengono presentati al suo cospetto per la benedizione. Ricorda inoltre il rito della vestizione del santo, che prepara la statua con i paramenti festivi prima della processione, rituale che si svolge alla presenza di sole donne, mentre gli uomini ne risultano esclusi.
Data: Non indicata
- Durata 04:33
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonima: voce
- Autore Non indicato
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Descrizione
Viene descritto il percorso della processione sottolineando come, con il tempo, sia andato semplificandosi ed accorciandosi, eliminando anche i tre giri rituali intorno alla cappella prima di entrare. E' intonato un verso di un canto devozionale, che non viene più eseguito, in onore di San Sebastiano, "il canto che non finisce mai", elencando i nomi di alcune delle persone che tradizionalmente lo eseguivano.
Data: Non indicata
- Durata 01:45
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
Canto devozionale in onore si San Sebastiano che racconta la vita ed il martirio del santo. L'esecuzione viene interrotta da cause esterne all'intervista per poi riprendere e concludersi con la spiegazione del testo.
Data: Non indicata
- Durata 05:26
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
Canto devozionale in onore del santo protettore che racconta la storia del suo martirio.
Data: Non indicata
- Durata 01:17
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Canto devozionale in onore di San Sebastiano che narra dell'adorazione del popolo di Salvitelle verso il suo santo protettore. La registrazione comincia a esecuzione già iniziata e non è possibile ricostruire le prime parole del canto.
Data: Non indicata
- Durata 01:43
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Breve canto in latino in onore di San Sebastiano.
Data: Non indicata
- Durata 00:59
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonima: voce femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
L'informatrice esegue alcuni versi di un canto devozionale in onore del Santo Patrono, per poi interrompersi per spiegare che il parroco voleva cambiare l'esecuzione di questo canto, perché considerato "troppo rumoroso". La sua esecuzione presenta un ritmo più veloce rispetto ad altri canti devozionali. Le donne, principali interpreti di questo canto, avevano cercato di opporsi alla decisione del parroco, ma invano.
Data: Non indicata
- Durata 01:56
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Gli intervistati spiegano lo svolgimento della tradizionale asta che ogni anno ha luogo per stabilire chi saranno le quattro persone che porteranno a spalla la statua di San Sebastiano martire, durante la processione in occasione dei festeggiamenti che cadono l'ultima settimana di agosto. L'asta si svolge prima dell'inizio dei festeggiamenti, possono prendervi parte tutti e alla sua conclusione le quattro persone che avranno fatto l'offerta più alta avranno il privilegio di poter trasportare a spalla la statua del santo patrono. Il ricavato dell'asta viene poi interamente devoluto alla parrocchia. Ricordano inoltre come un tempo tale somma veniva messa in palio per il vincitore della corsa a piedi nudi "Serra San Giacomo", ma nessuno mai ritirava il premio per lasciarlo al santo e dunque alla parrocchia; tra le offerte che un tempo si facevano per l’asta, c'erano anche indumenti, proprio perché il ricavato veniva devoluto per opere pie.
Data: Non indicata
- Durata 02:03
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Gli intervistati spiegano il rito di curare le ferite, provocate dalla corsa a piedi nudi £Serra San Giacomo", con l’ausilio del vino. La corsa, che si svolge l’ultima domenica di agosto, parte dalla cima della Serra San Giacomo, colle sovrastante alcune centinaia di metri la piccola frazione salernitana, fino alla cappella di San Sebastiano a Salvitelle. Partecipano concorrenti di ogni età, purché nati o residenti a Salvitelle che, come vuole la tradizione, scendono a piedi nudi per sentieri impervi tra roveti e sterpi. Al termine della corsa tutti i partecipanti si lavano i piedi in una tinozza, in cui viene versato del vino locale, per disinfettare le ferite provocate dal terreno accidentato. La donna inoltre racconta le storie di miracolose guarigioni, avvenute in poco tempo, accadute a parenti ed amici.
Data: Non indicata
- Durata 03:59
- Luogo Salvitelle
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- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Gli intervistati parlano della corsa a piedi nudi che si svolge l’ultima domenica di agosto a Salvitelle partendo dalla cima della Serra San Giacomo, colle sovrastante alcune centinaia di metri la piccola frazione salernitana, fino alla cappella del santo patrono San Sebastiano. Partecipano concorrenti di ogni età purché nati o residenti a Salvitelle che, come vuole la tradizione, scendono a piedi nudi per sentieri impervi tra roveti e sterpi. Al termine della corsa, dopo aver baciato per devozione il piede del simulacro del santo, tutti i partecipanti si lavano i piedi in una tinozza in cui viene versato del vino locale per disinfettare le ferite provocate dal terreno accidentato. La donna spiega che il rito della corsa era in passato molto più sentito dai partecipanti e durante la processione venivano eseguiti diversi canti, oramai in disuso, dei quali recita alcuni versi.
Data: Non indicata
- Durata 02:55
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voci miste
- Autore Non indicato
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Descrizione
L'intervistata descrive la processione che si svolge in occasione dei festeggiamenti per San Sebastiano e spiega come le donne, che durante la processione intonano i canti devozionali, chiudano il corteo processionale. Molte di queste partecipano ogni anno per devozione e penitenza, percorrendo l’intero tragitto scalze. Ricorda inoltre un incidente: una giovane donna, nel tentativo di posare un dono sulla statua del santo, si arrampicò sul baldacchino, durante la processione, causando panico tra i fedeli preoccupati della sorte della sacra icona.
Data: Non indicata
- Durata 07:19
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonima: voce
- Autore Non indicato
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Descrizione
La donna intervistata spiega che la statua del santo da sempre è ricca di doni, collane, bracciali, spille donati dai fedeli e, durante la processione, il baldacchino viene arricchito di fiori e banconote. Il denaro così raccolto verrà devoluto per finanziare i festeggiamenti dell'anno successivo. Riferisce inoltre che a causa di alcuni incidenti il parroco aveva deciso di non raccogliere più il denaro, ma lei stessa come molti altri si oppose perché, nelle sue parole: "è devozione, è fede, è legge". L’audio risulta particolarmente danneggiato, ma probabilmente si continua a discutere sull'opportunità di raccogliere denaro.
Data: Non indicata
- Durata 05:06
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e voce femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Gli intervistati raccontano un'antica leggenda secondo cui la Madonna avrebbe preannunciato al figlio il terremoto del 1980. L'audio risulta particolarmente danneggiato.
Data: Non indicata
- Durata 01:23
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e voce femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Il giorno dell'Ascensione i pastori distribuivano gratuitamente latte ai compaesani al fine di dare la possibilità a tutti di cucinare i tradizionali e famosi maccheroni con il latte, detti anche tagliolini dell'Ascensione: la sera ci si rifornisce di latte di capra appena munto, si porta ad ebollizione con l'aggiunta di zucchero ed sale, si versa la pasta all'uovo; a cottura terminata vengono serviti asciutti aromatizzati con abbondante cannella e poco prezzemolo tritato; c'era la credenza che tenerne per sé quel giorno anche solo una goccia di latte poteva causare la sterilità delle bestie, quindi i produttori non lo lavorano per distribuirlo ai compaesani: "tutti devono averne, è come la palma simbolo della pace per la Madonna".
Data: Non indicata
- Durata 01:46
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e voce femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
La storia di un soldato che, obbligato a partecipare ad una messa, aveva iniziato a sfogliare un mazzo di carte da gioco, durante la funzione religiosa. Un sergente che lo stava osservando fece rapporto dell’accaduto al capitano che decise di punirlo con una penitenza di ben duecento punti di demerito. Il soldato porgendo al capitano il mazzo di carte esclamò: "Questa è la mia difesa. Quando vedo un asso, io vedo il re del cielo e della terra; i due, i due Cristi; tre, le tre persone della Santissima Trinità; quattro, i quattro evangelisti; sei, i giorni della creazione; sette, il settimo giorno si riposò; otto, gli otto giusti; nove, i nove saggi; dieci, i dieci comandamenti, la legge di Dio che Mosè ebbe sul monte Sinai tra lampi e tuoni; poi osservo che nelle carte ci sono i quattro colori e rappresentano le quattro stagioni e ci sono altri quattro re, che sono i quattro re magi che sono andati da Oriente al Sud per adorare il Signore appena nato; poi osservo che nelle carte ci sono altre donne e rappresentano la Vergine Madre con le tre Marie che vanno a visitare il Santo Sepolcro; poi il fante di picche, infame e disonorato esci fuori dagli altri". Il maggiore chiese allora cosa simboleggiasse il fante di picche ed il soldato rispose: "E’ quell’infame e disonorato che mi ha portato qui davanti alla vostra giustizia per farmi castigare. Le carte hanno trecentosessantacinque punti e trecentosessantacinque sono i giorni dell’anno". Elaborazione del testo della fiaba dal titolo Le ccarte de Santu Nastaso, ottantaquattresimo/d racconto, raccolto nella sezione di Storie di Santi in "Fiabe campane. I novantanove racconti delle dieci notti", a cura di Roberto De Simone [Einaudi, 1994, vol. II, pp. 1192-1195].
Data: Non indicata
- Durata 02:33
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonimo: voce maschile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Leggende miracolose legate alla Madonna delle Grazie, oggetto di devozione per la gente di Salvitelle.
Data: Non indicata
- Durata 01:41
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
La ricercatrice chiede informazioni sul culto di Sant’Antonio da Padova, festeggiato ogni anno a Salvitelle il 13 giugno. L’uomo spiega che le famiglie fanno partecipare alla processione i bambini fin dalla più tenera età e, vestiti con abitini bianchi, vengono portati al cospetto della santa icona per la benedizione, donano un oggetto d’oro, una collanina o un bracciale, in segno di devozione o come voto. La donna spiega che molti, per devozione o per richiedere una grazia, donano al santo, o la figura mariana che più sentono vicino, ricchi doni, un tempo di tipo alimentare: "Tanto pesava la statua del santo, tanto olio gli dava".
Data: Non indicata
- Durata 01:41
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Riti legati al giorno dei morti, durante il quale le campane suonano a lutto per tutta la giornata e vengono fatte donazioni alla parrocchia per le anime dei defunti; in particolare si parla dell'usanza di far portare ai bambini in chiesa un miscuglio composto in parti uguali da "gramigna, mesco e grano" donato ai poveri della comunità.
Data: Non indicata
- Durata 04:50
- Luogo Salvitelle
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- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
Gli intervistati raccontano di quando nel paese erano molto frequenti le scorrerie di quelli che definiscono "briganti", facendo riferimento alla figura di Federico Barbarossa. Occorre ricordare che la fondazione del centro abitato di Salvitelle viene fatta risalire al V-VI secolo d.C. quando, a seguito delle scorrerie barbariche e delle vicende legate alla guerra gotico-bizantina, molte popolazioni del Mezzogiorno lasciarono i loro villaggi per insediarsi in luoghi montani maggiormente protetti. Col passare dei secoli, Salvitelle seguì le vicende di molti altri territori meridionali, entrando sotto l'egida longobarda prima e normanna poi.
Data: Non indicata
- Durata 01:58
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Gli interlocutori raccontano delle scorrerie barbariche del V-VI secolo d.C. per poi parlare di dispute interne in occasione dei festeggiamenti in onore di San Sebastiano. Gran parte dell’intervista è difficilmente comprensibile, in quanto l’audio risulta particolarmente compromesso.
Data: Non indicata
- Durata 05:01
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
L'intervistata ricorda di quando partecipava ai festeggiamenti in onore di San Sebastiano con tutta la famiglia. Racconta che portava le ceste cariche di cibarie da consumare durante la giornata: si usava preparare u’ pizzicocco, "un biscotto grosso come una torta", tipico del periodo pasquale. Si utilizzava lo stesso impasto preparato per fare i taralli, creando forme diverse, coroncine, bambole, e al centro della creazione si metteva un uovo fresco non sgusciato; la ricercatrice condivide i medesimi ricordi legati al dolce. Gli ultimi minuti della registrazione presentano un audio molto compromesso, rendendo difficile la comprensione del parlato.
Data: Non indicata
- Durata 02:49
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonima: voce femminile
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
Gli intervistati raccontano alcune vicende accadute in paese. Purtroppo l'audio della registrazione, compromesso da una forte distorsione, non permette di ricostruire integralmente i racconti.
Data: Non indicata
- Durata 05:27
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Il rito delle croci contro il malocchio, o’scanto: vengono disegnate con le dita delle croci sul capo e il ventre, in particolare dei bambini. La donna racconta che, nonostante un'iniziale reticenza a credere nelle fatture, aveva dovuto rivedere la propria posizione dopo aver conosciuto persone che ne erano state colpite e averle viste curare: coggiri u scantu; infine la storia di un malocchio contro un neonato che si conclude con una prodigiosa guarigione.
Data: Non indicata
- Durata 07:27
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
La donna interpreta la convinzione che in passato i bambini nascessero con gli occhi e le mani serrate; veniva messa sul palmo della mano una moneta da cinque lire perché il bambino non riuscisse a serrare completamente il pugno, evitando così di ferirsi con le sue stesse unghie sottili; vi era inoltre la credenza che gli occhi del bambino dovessero rimanere chiusi per alcuni giorni per difenderlo dal malocchio; si racconta che per curare i neonati contro gli orecchioni veniva scritta una frase, uno scongiuro dalla forma magico-rituale, accanto all’orecchio: "San Cosimo e Damiano, io segn’ e tu re[…]".
Data: Non indicata
- Durata 03:15
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
L’intervistata spiega come non si ricorresse alle cure mediche specialistiche con molta frequenza: spesso le famiglie preferivano curare alcune patologie, in particolare le più comuni, con rimedi tramandati in famiglia, generazione dopo generazione; spiega come l’influenza venisse curata semplicemente con coperte di lana e indumenti e cibi molto caldi, che permettessero al malato di sudare molto, facilitando quindi l’abbassamento della tempera corporea; soprattutto nel caso di neonati, si cercava di abbassare la temperatura facendo dormire il bambino tra i corpi dei genitori; altre volte si ricorreva a particolari ricette, per lo più erboristiche, come quella per curare il mal di pancia e la stitichezza, a base di lauro, finocchio, malva e camomilla, mentre un impasto di aglio, menta e lardo aiutava nell’eliminazione dei vermi.
Data: Non indicata
- Durata 05:23
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonima: voce
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Descrizione
Sollecitata dall'intervistatrice, la donna spiega che in occasione dei matrimoni non si svolgevano rituali particolari, ma ricorda che la sposa, giunta in chiesa seguendo un particolare percorso, dovesse poi ritornare alla propria abitazione lungo una strada diversa, come accade per i percorsi processionali.
Data: Non indicata
- Durata 01:32
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
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Descrizione
In paese molte persone ricorrevano a fatture per risolvere incomprensioni e litigi. Gli interlocutori la storia di una famiglia di Salvitelle, colpita da una fattura.
Data: Non indicata
- Durata 01:18
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
L'intervistata racconta la vicenda di un uomo, costretto immobile a letto, a causa di una fattura a morte ricevuta dalla moglie. Quest'ultima, non conoscendo un modo per rimediare, si era dovuta rivolgere ad un'altra donna per essere aiutata: il rituale suggerito richiedeva l'utilizzo di un oggetto di proprietà dell'uomo, un bacile colmo d'acqua, l'asta di una scopa, alcune candele e la recitazione di una particolare preghiera; in passato molti ricorrevano alle fatture per risolvere dispute e problemi e perciò era frequente l'uso di amuleti protettivi; una giovane donna, rimasta incosciente per mesi, riuscì a guarire solo quando la famiglia accettò l'idea, a lungo rifiutata, che fosse stata colpita da una fattura a morte e che quindi si svolgessero i riti necessari alla specifica situazione.
Data: Non indicata
- Durata 05:44
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
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Descrizione
L'intervistata spiega che per colpire una persona con una fattura bisogna somministrargli del cibo o dell’acqua in cui sono state aggiunte tre stizzer’; sottolinea che molti non credono nell’efficacia delle fatture e che lei stessa aveva avuto molti dubbi, ma negli anni si era ricreduta conoscendo diverse persone, anche a lei molto vicine, che erano state colpite da una fattura; sapeva di una "strega", una maga di San Gregorio (Sa) molto nota nella zona per aver eseguito e annullato numerose fatture, a differenza di quanti, per incapacità, creavano situazioni molto pericolose; spiega che vi sono diversi modi per tener lontano le fatture, come mettere sempre una scopa dietro la porta di casa e quando si ha la paura di essere colpiti dal malocchio, si recita uno scongiuro, una formula magico-rituale, che lo scaccia: "Vient’ e sopravient’ che sotto nott’ vien’ o’ vient’".
Data: Non indicata
- Durata 03:30
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
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Descrizione
La donna racconta del cognato che, trasferitosi a casa del comare, durante le feste natalizie, a Pasqua ancora non aveva fatto ritorno alla sua abitazione. Un giorno il padrone di casa, stanco della situazione, decise di portarlo in cantina a bere un bicchiere di vino per chiedergli quando avesse intenzione di tornare alla sua abitazione. Ques'ultimo gli rispose: "Il Lunedì di Pasqua, che pure è presto!". Allora il padrone di casa domandò: "Compare, tu sei un bel giovane. Devo farti una fotografia (un ritratto)" e detto questo lo fece sistemare davanti ad una parete e lo disegnò. Prima di salutarsi il compare disse "Sei un bel fotografo, però non mi hai fatto il naso". E lui "Perché se tenevi il naso te ne andavi?".
Data: Non indicata
- Durata 01:36
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonima: voce
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Descrizione
L’intervistato narra brevemente i passi biblici dal libro dell’Esodo, Capitoli 1-14, che descrivono le condizioni dell’oppressione dei Giudei sotto Faraone, la risalita di Mosè come liberatore e le piaghe che Dio portò sull’Egitto per il rifiuto; si sofferma in particolare sulla storia della liberazione degli Israeliti ed il miracolo della separazione delle acque del mar Rosso, che porterà alla sconfitta dell’esercito egiziano. La registrazione s’interrompe prima della fine della narrazione.
Data: Non indicata
- Durata 04:15
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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- Esecutore Anonimo: voce
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Descrizione
Un brigante di San Martino riesce a trovare una scappatoia spirituale alle sue malefatte portando con la violenza un giovane religioso, durante la confessione, ad assolverlo, giustificando le sue colpe, anche molto gravi, perché dettate dalla fame e dal bisogno. Ciò gli garantisce una continua giustificazione a molte altre malefatte.
Data: Non indicata
- Durata 04:44
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
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Descrizione
L’intervistata, dopo aver ripercorso i momenti più significativi della vita e del martirio di San Sebastiano, intona la novena, canto devozionale eseguito durante i festeggiamenti in onore del santo.
Data: Non indicata
- Durata 05:05
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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Descrizione
Gli intervistati condividono con la ricercatrice la terribile esperienza del terremoto e raccontano delle difficoltà che si sono trovati ad affrontare dopo il disastro, come il razionamento dei viveri.
Data: Non indicata
- Durata 03:55
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
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Descrizione
Gli intervistati spiegano le difficoltà affrontate dopo il terremoto del 23 novembre del 1980, in particolare del razionamento dei viveri, specificando le tipologie di cibi distribuiti e la gestione familiare delle razioni.
Data: Non indicata
- Durata 03:20
- Luogo Salvitelle
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Descrizione
L'intervistata spiega che, dopo il terremoto e l'abbandono delle abitazioni, molte famiglie avevano perso quasi tutto quello che possedevano; persino gli abiti e la biancheria quotidiana erano diventati un bene di lusso: dovevano aspettare i camion dei rifornimenti che oltre ai viveri portavano vestiti, scarpe e biancheria ma soprattutto per i bambini i rifornimenti erano davvero insufficienti.
Data: Non indicata
- Durata 04:49
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonima: voce
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Descrizione
Gli intervistati raccontano dei camion dei rifornimenti, provenienti dal Nord, che avevano visto giungere in paese pochi giorni prima dell'intervista; si lamentano dell'operato delle forze dell'ordine che non comprendono le loro reali difficoltà e spesso approfittano della situazione di emergenza; spiegano che tra i beni più necessari c'erano le scarpe, difficili da recuperare per la diffusa richiesta.
Data: Non indicata
- Durata 04:50
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato
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Descrizione
Gli intervistati parlano delle difficoltà quotidiane affrontate dopo essere stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni, distrutte dal sisma; si confrontano sulla necessità di viveri e di vestiti e criticano l'avidità di quanti hanno approfittato dei momenti concitati per accaparrarsi maggiori risorse. La registrazione s'interrompe prima della fine dell'intervista.
Data: Non indicata
- Durata 02:20
- Luogo Salvitelle
- Provincia Salerno
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: voce maschile e femminile
- Autore Non indicato