Canto sul tamburo con tammorra (tamburo a cornice), castagnette, putipù (tamburo a frizione) e l'alternarsi di due voci maschili. La parte iniziale del verso risulta incomprensibile perciò si riporta nel titolo la prima strofa decifrabile. Uno dei due cantori incita i danzatori con veemenza "Uè uè, jamme belle", in sottofondo le voci festanti dei partecipanti all'esecuzione che spesso intonano insieme al cantore la vocale "a" alla fine del verso sulla cosiddetta "vutata", che chiude ciascun ciclo cantato e danzato.

Acceso dialogo fra alcuni cittadini che si mettono d'accordo sulle modalità esecutive del successivo canto sul tamburo. "Facimme na bella canzone" dice uno e l'altro risponde che per fare una bella "tarantella" deve essere "completa" e la deve cantare uno soltanto. In sottofondo, intanto, parte un canto sul tamburo che però si spegne dopo pochi secondi, il testo non è decifrabile.

Canto sul tamburo con tammorra, castagnette, putipù e l'alternarsi di due voci femminili e diverse voci maschili. La prima parte è cantata da una voce femminile incitata da un partecipante a continuare a cantare. In seguito si susseguono diverse voci maschili e nel finale una nuova cantora ed una voce maschile si alternano secondo una modalità esecutiva molto frequente nello stile di canto sul tamburo dell'agro nocerino-sarnese. Per tutta la durata del brano i danzatori accompagnano l'esecuzione con urla e fischi.

Canto sul tamburo con tammorra, castagnette, putipù e l'alternanza di diverse voci maschili. Più volte si sente la voce di uno dei partecipanti che dice "Vai và" probabillmente per indicare il cantore successivo. Per tutta la durata del brano i danzatori accompagnano l'esecuzione con urla e fischi. Alla fine del brano Roberto De Simone chiede le generalità ad un cantore che risulta essere Alfonso Striano, detto o pulliere (ovvero venditore di polli) originario di Casatori (Sa).

Ballo sul tamburo con tammorra e castagnette. In sottofondo le voci dei partecipanti alle danze che accompagnano la musica con dei fischi.

Ballo sul tamburo con tammorra e castagnette. In sottofondo si sentono le voci dei partecipanti alle danze che accompagnano la musica con dei fischi.

Ballo sul tamburo con tammorra e castagnette. Una danzatrice intervistata da Roberto De Simone usa il termine "tarantella" per indicare il ballo: gli esecutori e i danzatori usano spesso questa accezione per indicare l'ampia famiglia di area prevalentemente meridionale alla quale appartengono anche il canto e ballo sul tamburo; ad un'altra danzatrice (di settantasei anni) viene chiesto se la tarantella si balli a piedi scalzi, lei risponde affermativamente ma non dà conto del perché.

Ballo sul tamburo con tammorra e castagnette. In sottofondo le voci ed i fischi dei partecipanti alle danze.

Frammento di canto sul tamburo con voce maschile, tammorra e castagnette. Si tratta della cosiddetta stroppola o barzelletta frequentemente inserita dai cantori nell’esecuzione dei canti sul tamburo e che hanno spesso allusioni di tipo sessuale. Si tratta di un breve frammento, il testo completo recita: 'O rinale, 'o rinale, ’o tricchitacche int’ ‘a vunnella/’O vutte in aria e ‘o vutte ‘nterra e chille fà Pulecenella.

Esecuzione di un ballo sul tamburo con tammorra e castagnette. Il ritmo si interrompe per poi riprendere in due punti.

Ballo sul tamburo con tammorra e castagnette. In sottofondo le voci ed i fischi dei partecipanti alle danze. Un partecipante inoltre incita la gente a battere le mani per accompagnare l'esecuzione.

Ballo sul tamburo con tammorra e castagnette; si colgono distintamente le voci dei partecipanti alle danze che urlano, ridono e fischiano per tutta la durata della registrazione.

Canto sul tamburo con voce maschile, tammorra, castagnette e scacciapensieri. La parte iniziale del cantato risulta incomprensibile perciò si riporta nel titolo il primo verso decifrabile. I partecipanti all'esecuzione accompagnano il canto con fischi, battiti di mani ed incitamenti ritmici. Alla fine del brano Roberto De Simone chiede le generalità del cantore: si tratta di Salvatore Grimaldi di S. Egidio Del Monte Albino (Sa), già documentato nella raccolta M. Russo, Pagani 1973.