Gli informatori descrivono la funzione e i contenuti degli sciamboli soffermandosi soprattutto su quelli di sdegno. Recitazione dello sciambolo Jí pass' da qua nant e pass' schiétt.

Informazioni sugli sciamboli e accenni ad altri canti d'amore senza altalena.

Ricostruzione dell'altalena in un vicolo del paese.

Descrizione dell’altalena, della sua costruzione e della posizione in cui fissare la corda. Si accenna anche agli esecutori e ai momenti più ricorrenti del canto.

Nodo della corda, detta zoca, fissata ad un gancio infisso sulla volta su cui si issava l’altalena.

Esecuzione di uno sciambolo a voce alterna maschile (strofa) e femminile (ritornello Te ma na ne na).

Due cantori sull'altalena eseguono un canto.

Due cantori sull'altalena; a lato si vedono un microfono e una sfera microfonica per fare le riprese.

Si spiega il significato di Te ma na ne na e ci si prepara a cantare un canto di sdegno eseguito da due donne.

Esecuzione di un canto di sdegno a due voci femminili.

Descrizione dell'aspetto contestuale degli sciamboli. In particolare si raccontano le occasioni e le funzioni d'uso del canto, soprattutto in relazione all'uccisione del maiale. Per far asciugare l'animale, lo si appendeva con uno strumento in ferro o in legno a forma di arco, detto wammegghjère (divaricatore), che serviva anche a distanziare la fune su cui si issava l'altalena. In questo modo le due persone si potevano sedere comode, spalla contro spalla, su un'asse di legno e con una mano si tenevano alla fune mentre con l'altra orientavano la direzione. Durante i movimenti oscillatori era possibile vedere l'altalena, e si riuniva la gente, sia all'esterno che all'interno dell'abitazione, in quanto lo sciambolo veniva fissato sull'arco della porta d'ingresso.

Sciambolo tra esterno ed interno: due donne cantano sull'altalena fissata sull'uscio di una casa.

Breve accenno al testo dello sciambolo E fàcce de na cecòrj' amar' amare ed esecuzione del canto da parte di due voci femminili.

Conversazione sugli sciamboli.

Esecuzione di uno sciambolo a voce alterna maschile (strofa) e femminile (ritornello Te ma na ne na).

Gli informatori spiegano il ruolo del Te ma na ne, ossia della risposta che coloro che non cantavano davano agli esecutori dei canti; gli informatori decidono quale canto eseguire.

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: la prima canta la strofa e la seconda il ritornello (Te ma na ne na).

Informazioni sui canti e soprattutto sul fatto che i testi degli sciamboli non venivano inventati al momento ma si usavano forme tramandate di generazione in generazione.

Esecuzione di uno sciambolo a voce alterna maschile (strofa) e femminile (ritornello Te ma na ne na).

L'informatore fa una sorta di parafrasi del testo, sottolineandone il contenuto d'amore.

Gli informatori sostengono che quando cantavano due maschi i canti eseguiti erano gli stessi.

Vengono chiesti i nomi agli informatori.

Gli intervistatori invitano un'informatrice molto anziana a cantare.

Gli informatori spiegano perché gli sciamboli venivano cantati solo nel periodo di carnevale.

Gli informatori sostengono che gli sciamboli potevano avere anche funzione di serenata.

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: la prima canta la strofa e la seconda il ritornello (Te ma na ne na).

Gli informatori spiegano il motivo per il quale si cantava con la mano davanti alla bocca: si creava una sorta di risonanza che permetteva alla voce di essere sentita più lontano.

Parafrasi del testo dello sciambolo Oh Dio amato bello du cielo profondo.

Recita dello sciambolo.

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: la prima canta la strofa e la seconda il ritornello (Te ma na ne na).

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: la prima canta la strofa e la seconda il ritornello (Te ma na ne na).

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: la prima canta la strofa (con modalità di canto moderno in quanto la cantante è giovane) e la seconda il ritornello Te ma na ne na (con modalità arcaica perché anziana).

Gli intervistatori chiedono alla giovane cantante, che ha appena eseguito lo sciambolo con un'anziana, il modo di apprendimento del canto e il grado di difficoltà incontrato nell'eseguirlo. L'interprete spiega di averlo appreso dagli anziani ed aggiunge di aver incontrato notevole difficoltà nell'impararlo, sia per il dialetto, in quanto lei è di origini campane, ma soprattutto per l'esecuzione modale arcaica dei canti, molto diversa dagli stili moderni. Nonostante ciò, per la particolare bravura e dovizia della cantante, l'esecuzione risulta essere perfettamente assimilata e ben integrata con l'interpretazione della voce anziana.

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: la prima canta la strofa e la seconda il ritornello (Te ma na ne na).

L'informatrice spiega quando si cantavano gli sciamboli.

Recita dello sciambolo.

Esecuzione di uno sciambolo a una voce femminile: la signora intervistata intona solo le strofe; non vi è risposta al canto perché non vi è un'altra cantante (al momento dell'intervista) che può rispondere al canto.

Si chiede all'informatrice di cantare una ninna nanna.

Recita dello sciambolo.

L'informatrice spiega alcuni canti che si cantavano quando erano vivi i genitori.

L'informatrice spiega che gli sciamboli venivano cantati solo nel periodo di carnevale e sempre sull'altalena.

Esecuzione di uno sciambolo a voce alterna maschile (strofa) e femminile (ritornello Te ma na ne na).

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: cantano due giovani ragazze sulle moderne tonalità.

Viene recitato lo sciambolo.

Intervista in una strada del paese: l'informatrice descrive e contestualizza le occasioni e le modalità degli sciamboli tra due fidanzati, canti che si potevano eseguire anche senza l'altalena. In questo caso il ragazzo intonava lo sciambolo nell'angolo della via in cui abitava la ragazza corteggiata.

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: una signora anziana intona la strofa e una ragazza giovane risponde con il ritornello Te ma na ne na.

Esecuzione di uno sciambolo a voce alterna femminile (strofa) e maschile (ritornello Te ma na ne na).

Esecuzione di uno sciambolo a voce alterna maschile (strofa) e femminile (ritornello Te ma na ne na). I cantori, essendo giovani, s'intonano sulle moderne tonalità.

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili: cantano due giovani ragazze sulle moderne tonalità.

Esecuzione a due voci alterne: una maschile (strofa) e una femminile (ritornello Te ma na ne na).

Esecuzione di uno sciambolo a voce alterna maschile (strofa) e femminile (ritornello Te ma na ne na).

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili.

Esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili.

Si ripropone questo sciambolo in una versione diversa rispetto alla precedente: trattandosi di un repertorio di carattere estemporaneo, le due voci femminili che eseguono il canto interpretano i melismi con inflessioni melodiche differenti, sia nella strofa che nel ritornello.

Esecuzione e interruzione del canto perché nasce un'ironica disputa tra i cantori a causa del contenuto del testo di sdegno. Le parole dell'incipit del canto e quelle successive, di tono offensivo, suscitano nell'esecutore maschile una sorta di ripicca personale.

Gli intervistati sostengono che all'epoca degli sciamboli (anni '50 circa) si eseguivano anche le serenate. Quando il padre della ragazza "non aveva piacere" del fidanzato, poteva prenderlo a pietrate o, come dicono nell'intervista, "a cantonate": così è capitato al signor Giovanni Dell'Aquila.

Si parla delle canzoni alla ciuciara, ossia delle canzoni abruzzesi, forse portate in queste zone dalla transumanza, che l'intervistata dice di aver imparato da sua madre. L'informatrice canta prima I n cagne mai l'òr ch' l'argent e in seguito N sèrv che passo e spasso. Quest'ultimo è un canto eseguito da un ragazzo che, tornato dalla guerra, viene a conoscenza da sua cognata che la fidanzata è morta. Il ragazzo, passando sotto la finestra della sua amata defunta, trova tutto chiuso, porte e finestre.

Gli informatori sostengono che un tempo, ai funerali, si usava anche cantare per manifestare il dolore.

Le informatrici eseguono Ninna ninna ninnarella.

Le informatrici eseguono alcune ninne nanne e sostengono che hanno imparato questi canti dalle proprie madri.

Esecuzione di Ninna ninna ninnarella.

Le informatrici eseguono alcune litanie in maniera libera: man mano che le ricordano le cantano.

L'informatrice spiega un canto in cui c'è una ragazza che "vuole" un ragazzo già impegnato, scatenando l'ira della sua fidanzata, che controbatteva con questo canto.

Esecuzione di diverse ninna nanne. Poi l'informatrice, incitata dagli intervistatori ad eseguire ancora sciamboli, li invita a tornare nel periodo di carnevale perché vuol far sentire e vedere gli sciamboli sull'altalena.

Il filmato inizia con una voce fuori campo che introduce il video sugli sciamboli di Volturino. Vengono intervistati due anziani che sostengono che la tradizione degli sciamboli si sta perdendo perché non c'è collaborazione da parte dei giovani alla salvaguardia di questo patrimonio culturale.

Descrizione delle rue (vicoli) del paese che sono trasversali per non essere attraversate dal vento forte. In seguito il prof. Mazziotti descrive la struttura delle case costituite da un sottano dove stavano gli animali e da una parte superiore dove si svolgeva la vita domestica. Vengono descritti anche alcuni oggetti da cucina che venivano (e vengono) usati per impastare il pane, preparare la salsiccia, ecc. e alcuni attrezzi usati in campagna come ad esempio l'aratro.

Le intervistate spiegano cosa sono gli sciamboli e la loro funzione sociale.

Il Maestro Monacchi descrive le tecniche di registrazione usate per questo lavoro di ricerca mentre in sottofondo si sentono alcuni sciamboli.

Dopo l'esecuzione di uno sciambolo a due voci femminili (giovani), vengono intervistati altri due giovani cantori che spiegano come gli sciamboli siano, per noi abituati a melodie moderne, difficili da imparare e da eseguire perché costituiti da armonie e melodie estranee e lontane da quelle della consuetudine d'ascolto (musiche da radio, da tv, ecc.).