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Archivio Sonoro

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Programmi di informazione (23)

Le musiche di tradizione nei tg e altri programmi di informazione

Servizi dei telegiornali ed altri programmi di informazione per documentare la considerazione e rappresentazione, su un piano nazionale, delle musiche di tradizione e dei loro contesti sociali e culturali nel corso dei decenni.

  • Genere Audio

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Documento di straordinario valore storico, realizzato il 29 giugno 1962 per generici "servizi di attualità", andati in onda su diversi telegiornali, che rappresentano le prime riprese audiovisive a Galatina durante la festa di San Paolo.

     

  • Durata 01:23
  • Data Venerdì, 29 Giugno 1962
  • Luogo Galatina
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Autore Sconosciuto

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Un servizio del tg2 delle 13, andato in onda il 7 luglio 1980, con riprese, esterne ed interne, alla cappella di San Paolo a Galatina che, realizzate dall'operatore Giuseppe Belviso, sono le ultime, assieme a quelle di Mingozzi del 1982, che riprendono ancora tarantate nel vivo di un rito nel frattempo già profondamente modificato.

     

  • Durata 02:33
  • Data Domenica, 29 Giugno 1980
  • Luogo Galatina
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Autore Giuseppe Belviso

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Ritratto di Mimmo Epifani: l’artista racconta del proprio maestro e dell’apprendimento del mandolino in una barberia; la carriera musicale, dalla passione per lo strumento alla professione di musicista; l’esperienza con il maestro De Simone e il debutto al San Carlo di Napoli; presentazione dei componenti del gruppo Epifani Barbers, rappresentati della "musica della musica dei barbieri".

     

  • Durata 07:03
  • Data Domenica, 11 Ottobre 2009
  • Luogo San Vito dei Normanni
  • Provincia Brindisi
  • Regione Puglia
  • Autore servizio Tg3 Persone

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Monografia sui canti popolari pugliesi tesa a ricostruire similitudini e differenze, sia nei testi che nelle melodie, tra le tradizioni musicali di tre aree geografiche e culturali: Capitanata, Murgia e Salento, con un'attenzione particolare alla sopravvivenza di isole linguistiche derivate da esiti di differenti migrazioni. Realtà come Faeto, ai confini con la Campania, dove una donna interpreta quello che viene presentato come il più antico canto locale in dialetto franco-provenzale, o Chieuti, al limite tra Puglia e Molise, con parlanti arbëreshë. 
    Mario Massaro ripercorre le tematiche ricorrenti dei canti in lingua italo-albanese della terra abbandonata, d'amore, di esaltazione di Skanderbeg e presenta alcune esecuzioni. 
    I paesaggi del Tavoliere scorrono accompagnate da canti sarcastici sul duro lavoro dei braccianti e una ninna nanna cantata da donne di Cerignola, mentre scene di vita a Bari Vecchia fanno da sfondo ai canti ironici sulla figura del barbiere promesso sposo, o sugli incontri degli innamorati al pozzo. 
    A Fasano si canta l’antagonismo tra marinai e contadini, per risalire le colline murgesi e ascoltare un gruppo di ragazzi di Cisternino in abiti tradizionali. Bianca Tragni, studiosa locale, sottolinea la prevalenza, nelle Murge, di canti corali sul lavoro della terra, sulla vita dei pastori o legati a luoghi e vicende della zona, come “la pietra di Garagnone”. 
    Giunti nell’area leccese il maestro Luigi De Luca propone osservazioni sui canoni linguistici, metrici e stilistici dei canti salentini e commenta le stornellate Nno tti pigghià lu vecchiu ca ti mori, Ma la chitarra mia ce viziu tene. In conclusione si riflette sul merito riconosciuto a cultori e appassionati di recuperare il patrimonio linguistico e culturale dell’area grecanica, mentre scorrono immagini girate tra Martano e Calimera. La regia è di Agostino Di Ciaula, la fotografia di Gianfranco Sfondrini.

    Data: 1985

  • Durata 27:29
  • Luogo Puglia
  • Regione Puglia
  • Esecutore il Gruppo di Faeto, Angela Dell’Aquila, pasqua Cuzzupè, i ragazzi di Cisternino, Maria Moramarco, Giovanni Di Ciaula, Giuseppe Marazzia, Antonio greco, i ragazzi di Martano; chitarrista: Luigi Bolognese
  • Autore Agostino Di Ciaula

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Immagini della corsa dei carri trainati da buoi durante i festeggiamenti in onore del patrono san Giorgio martire (protettore di Giorgio Castriota Skanderberg che stanziò a Chieuti, come in altri comuni dell’Italia meridionale, una numerosa comunità arbereshe).

  • Durata 00:49
  • Data Venerdì, 30 Aprile 1971
  • Luogo Chieuti
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Autore servizio Tg

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    La rubrica Cronache italiane documenta il presepe vivente tra i trulli di Alberobello con interviste a figuranti e suonatori di zampogne, sulle note dei canti natalizi tradizionali mentre si allestisce lo spazio della rappresentazione.

  • Durata 05:25
  • Data Lunedì, 25 Dicembre 1972
  • Luogo Alberobello
  • Provincia Bari
  • Regione Puglia
  • Autore servizio Cronache Italiane

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Panoramiche del paese durante il Festival Internazionale del folklore che si tiene ad agosto a Monte Sant'Angelo: gli abitanti del rione più antico, di epoca medioevale, il Rione Junno, indossano gli abiti e replicano le attività produttive dei pacchiani e dei cafoni, ricostruendo la trascorsa vita comunitaria. Filatrici, portatrici d’acqua, e colorati vestiti fioriti coi monili intrecciati sul petto, compongono "quadri viventi" animando le vie cittadine tra i gruppi italiani, greci e jugoslavi che si esibiscono nel corso del festival.

  • Durata 05:42
  • Data Venerdì, 16 Agosto 1968
  • Luogo Monte Sant’Angelo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Autore servizio Cronache Italiane

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Viaggio a Bari e dintorni in occasione della Fiera del Levante; a Castel del Monte incontro con un gruppo folkloristico di Gravina durante le prove dello spettacolo per la partecipazione al Festival Internazionale del costume a Saragozza; esecuzione di una danza, riproduzione di un minuetto del '700, di matrice colta assorbita nel repertorio dei balli popolari.

     

  • Durata 08:25
  • Data Giovedì, 18 Ottobre 1956
  • Luogo Castel del Monte
  • Regione Puglia
  • Autore Mario Massimi, montaggio Ugo Lelli

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Riprese del 1967, andate in onda il 17 gennaio dello stesso anno all'interno di "servizi di attualità", sulla festa di Sant'Antonio Abate a Novoli con la preparazione e l'accensione della focara, un gigantesco falò di arbusti eretto in onore del santo patrono, Sant'Antonio Abate. 
    Un'impressionante architettura lignea la cui preparazione si avvia fin dal mese di dicembre, con la raccolta e il trasporto dei fasci, e la cui accensione avviene all'alba del 7 gennaio.
    Il falò è formato da fascine di tralci di vite (sarmente) recuperati dalla rimonta dei vigneti, le quali vengono accatastate con perfetta maestria e con tecniche tramandate gelosamente di generazione in generazione. In media per costruire un falò da venti metri circa di diametro per altrettanti di altezza occorrono dalle 80.000 alle 90.000 fascine (ogni fascio è composto da circa duecento tralci di vite, i quali sono legati tradizionalmente con del filo di ferro).

  • Durata 05:13
  • Data Sabato, 07 Gennaio 1967
  • Luogo Novoli
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Autore Sconosciuto

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Un servizio, all'interno del programma Giramondo-Cinegiornale dei ragazzi (n. 337 del 18 febbraio 1965) sui preparativi che impegnano l'intera comunità di Novoli nell'allestimento della "focara", un gigantesco falò di arbusti eretto in onore del santo patrono, Sant'Antonio Abate. Un'impressionante architettura lignea la cui preparazione si avvia fin dal mese di dicembre, con la raccolta e il trasporto dei fasci, e la cui accensione avviene all'alba del 7 gennaio.Il falò è formato da fascine di tralci di vite (sarmente) recuperati dalla rimonta dei vigneti, le quali vengono accatastate con perfetta maestria e con tecniche tramandate gelosamente di generazione in generazione. In media per costruire un falò da venti metri circa di diametro per altrettanti di altezza occorrono dalle 80.000 alle 90.000 fascine (ogni fascio è composto da circa duecento tralci di vite, i quali sono legati tradizionalmente con del filo di ferro).

    Data: 6-7- gennaio 1965

  • Durata 06:57
  • Luogo Novoli
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Autore Sconosciuto

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    La rubrica Cronache italiane dedica un approfondimento ai preparativi per l’allestimento della focara, "tradizione antica di cinque secoli", in occasione della festa di sant’Antonio Abate, santo patrono del fuoco e protettore degli animali, che secondo la tradizione liberò Novoli, con un miracoloso incendio, dall’assedio dei saraceni; al centro del paese si accatasta un cumolo enorme di legna alta sino a trenta metri; la fiera degli animali in attesa della benedizione; immagini della focara pronta per l’accesione. L'indagine sul folclore devozionale nella medesima ricorrenza religiosa riguarderà anche la festa di sant’Antonio Abate a Rutigliano.

  • Durata 02:30
  • Data Martedì, 17 Gennaio 1967
  • Luogo Novoli
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Autore servizio Cronache Italiane

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Un affondo monografico sulle bande musicali in Puglia, sollecitato dalla vastissima la popolarità, in tutta la regione, dei complessi bandistici. Bianca Tragni, studiosa locale, ne ricostruisce le vicende storiche: la formazione dei primi gruppi bandistici risale al primo ‘800, con prodromi già nel ‘700; indicati come “musici per pompe funerarie”, se ne segnala la presenza a Orsara di Puglia, in provincia di Foggia, a Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, per poi affermarsi in modo sempre più consistente in moltissimi paesi della regione. 
    Caratteristica è la natura “popolare”, per l’estrazione sociale dei componenti, per lo più artigiani, bottegai, barbieri, più raramente anche contadini. Le formazioni potevano contare sul sostegno delle autorità comunali (come nel caso dei Decurioni di Gioia Del Colle) e a volte anche dei “padroni” che condividevano le stesse passioni musicali. 
    Le immagini scorrono presentando modelli di divise dei musicisti, quando le pubbliche autorità, civili e militari, nel periodo della dominazione francese definiscono la configurazione giuridica delle bande, stabilendo numero di componenti e divise (a sottolineare l’origine militaresca di guida alle armate). La banda popolare, che perde i tratti militareschi, nasce invece per accompagnare i funerali e poi per festeggiare il santo patrono, la principale ricorrenza festiva del paese. Il pubblico, appartenente al medesimo nucleo sociale del musicante, era reso esperto dai ripetuti ascolti, e quindi in grado di rilevare tutte le sfumature dell’esecuzione. 
    Le numerose interviste che compongono il servizio, a musicisti e avventori, rivelano una profonda conoscenza e un vasto apprezzamento del mondo operistico, come le immagini delle esecuzioni gremite di spettatori. Francesco Lentini, affermato direttore d’orchestra, parla delle ricorrenti strategie messe in atto, nel confronto con le aspettative e i gusti del pubblico: la banda reinterpreta la musica colta, già dalla composizione dell’ organico, secondo il gusto popolare, da qui i “finali travolgenti, i crescendi favolosi e il divismo dei solisti”. Al tentativo di comprendere il particolare radicamento in Puglia del genere bandistico, nella risposta della Tragni, le motivazioni vengono ricondotte alla sensibilità del pubblico, anche per le apprezzate connotazioni patriottiche, e degli esecutori, come all’abilità dei direttori, che si fanno mediatori tra la musica “nobile”, operistica dell’Ottocento, e le esecuzioni di carattere popolare. 
    Il maestro Giovanni Misasi, a lungo direttore di una delle bande più prestigiose, quella di Acquaviva delle Fonti, nata allo scopo di favorire le riunioni dei carbonari del paese e di paesi vicini vietate dallo stato borbonico, spiega che le bande erano composte da artigiani locali e “forestieri”, cioè musicisti di professione. Scorrono immagini di momenti di studio nelle scuole di formazione per strumentisti di banda, come a Terlizzi col maestro Ghisonda, che conducono a parlare dell’ esperienza umana e lavorativa del direttore di banda e dei musicisti, delle continue trasferte e della vita comunitaria. Un intervistato di Acquaviva delle Fonti, esperto in materia, racconta delle rivalità tra bande, in particolare tra quella del suo paese con Gioia del Colle, e dell’ intensa attività degli agenti che propongono le bande e, in generale, dell’indotto generato dalle grandi celebrazioni patronali. 
    Mentre si osservano le strade di Bari percorse dalla marcia dei suonatori in occasione della festa di San Nicola per la benedizione del pane, lo speaker auspica la tutela di una tradizione illustre, quale quella della musica bandistica, e del patrimonio culturale trasmesso, di schietta matrice popolare. La Tragni, in conclusione, parla del suo libro “I nomadi del pentagramma”, riconoscendo tre tipi di bande: da giro, la numerosa banda di tradizione ottocentesca¸ la banda a servizio interno, più esigua numericamente, per funerali e celebrazioni minori; e la bassa banda, per lo più familiare, “che fa chiasso e allegria” in occasioni di ricorrenze festive minori. La regia è di Agostino Di Ciaula, la fotografia di Gianfranco Sfondrini.

    Data: 1985

  • Durata 27:12
  • Luogo Puglia
  • Regione Puglia
  • Autore Agostino Di Ciaula

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Servizio del rotocalco TV7 in occasione della riapertura del santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo; immagini della roccaforte e dei terrazzamenti pazientemente, come il lavoro di formiche, scavati in secoli di fatiche senza tregua per generazioni; scene di vita nel paese; si traccia la storia dei pellegrinaggi al santuario; Antonio Dante Giuffrida, sindaco del paese e medico, racconta il movimento di turismo devozionale che si realizza nel mese di maggio intorno al santuario; i tentativi di contrastare l’indigenza: la lavorazione della canapa, la faticosa realizzazione delle funi, il lavoro dei bambini e degli adulti; il momento della festa, gli ambulanti, la piaga dell’emigrazione. Seguono le interviste rivolte alle nuove generazioni, in particolare agli studenti universitari del paese, e riflessioni sull’espansione degli alloggi per l’emigrazione di ritorno, fino ad all’ora "l’industria invisibile" per le rimesse mensili, le aspettative di crescita nell’industria e nel turismo; in conclusione l’arrivo della processione al monastero.

     

  • Durata 13:16
  • Data Lunedì, 06 Aprile 1964
  • Luogo Monte Sant’Angelo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Autore servizio TV7

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Per il ciclo “Puglia magica” con la regia di Riccardo Sofia, l’episodio “Le rondini del Salento” riallaccia i fili delle etimologie culturali dei paesi ellenofoni della provincia di Lecce con la Grecia.
    Il titolo deve l’ispirazione al brano tradizionale Aremu Rundineddha: dal mare giungono le rondini che volano dalla Grecia, recita il testo interpretato da abitanti di Calimera, incontrati dal regista, che traducono dal griko. Tra i dolmen delle campagne di Melendugno immagini della raccolta delle olive e canti a paravoce, e “La tragedia di Rocca”, messa in scena dal teatro popolare del paese.  Con la regia d’eccezione di Rina Durante, “una specie di sacra rappresentazione su un improvvisato palcoscenico”, recita lo speaker del documentario. Storie ambientate nel periodo dell’invasione turca, testi scritti e tramandati dal ‘600 di generazione in generazione, personaggi animati dagli sforzi di interpreti volontari, che ogni anno, durante le feste del paese, mettono in scena nella piazza principale rappresentazioni gremite di pubblico. 
    Il viaggio nella Grecìa Salentina continua a Calimera dove i ragazzi del posto cantano gli stessi motivi dei ragazzi del Pireo. I più anziani invece, riuniti in un consesso paragonato nel testo di Corrado Sofia ad una moderna agorà, raccontano di un “rito” che si ripete ogni anno: il viaggio di un “araldo” del loro tempo che reca simbolicamente omaggio alla patria culturale greca. 
    Le scene seguenti ritraggono momenti di un lamento funebre, il coro in griko delle prefiche o rèpute, donne che eseguono le lamentazioni, articolano il canto e ne strutturavano la tensione interna con particolari movimenti del corpo, del capo, delle mani che ondeggiano, secondo particolari cadenze, fazzoletti bianchi. Come a chiudere il cerchio del racconto, e a rappresentare la koinè culturale mediterranea evocata nella narrazione, un gruppo di ragazzi sulla spiaggia intorno ai fuochi cantano brani tradizionali in griko.
    La ballata Pugliese della sigla, musicata da Pietro Umiliani, è cantata da Roberto Davini.

    Data: 1963

  • Durata 30:22
  • Luogo Salento
  • Regione Puglia
  • Autore Corrado Sofia

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    I componenti del complesso bandistico di Acquaviva delle Fonti (Ba) in viaggio da Cagnano Varano, nel Gargano, a Ferrandina (Ma), seguiti per un giorno ad esempio della vita lavorativa durante la stagione concertistica: interviste ai musicisti mentre allestiscono l’alloggio in improvvisate camerate e cucine da campo, durante il primo giro di annuncio della festa e l’esibizione nella cassa armonica; si sottolinea la centralità della banda, cuore della festa, e l’interesse del pubblico paragonato alla tifoseria calcistica; i musicisti testimoniano, oltre alla passione, la fatica e la necessità di assicurare in estate il guadagno per le famiglie quando il lavoro in paese scarseggia.

  • Durata 13:02
  • Data Lunedì, 27 Maggio 1963
  • Luogo Acquaviva delle Fonti
  • Provincia Bari
  • Regione Puglia
  • Autore servizio TV7

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    A partire dagli anni ’70 la ricerca etnomusicologica raccoglie repertori originari della Murgia, profondamente legati alla terra, frammenti della civiltà contadina: canti di lavoro, narrativi e religiosi; Maria Moramarco di Altamura, dagli stessi anni si dedica al recupero di questo patrimonio sonoro, a partire dalla sua famiglia; poi l’incontro con Marietta Bari, ricchissima fonte di informazioni, cantatrice e costruttrice di cupa cupa: canta una canzone di questua e una tarantella, che si suonavano in occasione del carnevale accompagnata prima dal putipù, poi dal tamburello; la ricercatrice spiega e interpreta il canto a distesa del Garagnone, e si esibisce, nell’aia di una masseria, con la sua formazione di musicisti, Uaragniaun, con cui ripropone i repertori tradizionali.

    Data: febbraio 1967

  • Durata 08:13
  • Luogo Murgia
  • Regione Puglia
  • Autore Geo magazine, servizio di Bruno Testori

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Il servizio prende l’avvio dall’incontro tra gli abitanti di Rutigliano e Noicattaro in occasione della festa di sant’Antonio Abate in una chiesa a metà strada tra i due paesi per venerare un’effige del Santo da secoli oggetto di contesa; una tradizione impone in quei giorni festivi di spegnere tutti i fuochi, sia domestici che per lavoro; contestualmente si organizza la fiera dei fischietti: pupi di terracotta smaltati.

     

  • Durata 01:13
  • Data Martedì, 18 Gennaio 1966
  • Luogo Rutigliano
  • Provincia Bari
  • Regione Puglia
  • Autore servizio Tg

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Servizio di Cronache italiane dedicato alle forme di devozione che celebrano nel sud Italia la ricorrenza di sant’Antonio Abate, dalla focara di Novoli alla sagra dei fischietti a Rutigliano: immagini di venditori, momenti della lavorazione dei pupi in terracotta smaltati, la banda per le strade del paese.

  • Durata 04:27
  • Data Mercoledì, 18 Gennaio 1967
  • Luogo Rutigliano
  • Provincia Bari
  • Regione Puglia
  • Autore servizio Cronache Italiane

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Puntata di Itinerario Quiz: viaggio a premi attraverso l’Italia, presentato da Edoardo Vergara Caffarelli, con testi di Renzo Nissim e la regia di Piero Turchetti. Brevi tappe attraverso la Foresta Umbra, nel Gargano, paesaggi ed emergenze artistiche. A S. Marco in Lamis, sosta del pellegrinaggio verso Monte Sant’Angelo: nello spazio antistante al Convento di San Matteo si esegue, in occasione della presenza della troupe televisiva, "un ballo in costume con musica locale". La tappa successiva è a S.Severo: canti nelle osterie accompagnano giochi di carte. Si arriva infine nell’area della Capitanata, a Foggia, estratto da un’opera lirica di Umberto Giordano.

    Data: gennaio 1962

  • Durata 00:53
  • Luogo S. Marco in Lamis
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Autore testi Renzo Nissim, regia Piero Turchetti

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Puntata di Itinerario Quiz: viaggio a premi attraverso l’Italia, presentato da Edoardo Vergara Caffarelli, con testi di Renzo Nissim e la regia di Piero Turchetti. Brevi tappe attraverso la Foresta Umbra, nel Gargano, paesaggi ed emergenze artistiche. A S. Marco in Lamis, sosta del pellegrinaggio verso Monte Sant’Angelo: nello spazio antistante al Convento di San Matteo si esegue, in occasione della presenza della troupe televisiva, "un ballo in costume con musica locale". La tappa successiva è a S.Severo: canti nelle osterie accompagnano giochi di carte.

    Data: gennaio 1962

  • Durata 00:48
  • Luogo S. Severo
  • Provincia Foggia
  • Regione Puglia
  • Autore testi Renzo Nissim, regia Piero Turchetti

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Immagini della processione dell’Addolorata che si svolge il Venerdì santo a Taranto: il lento avanzare dei perdoni, poste di confratelli delle storiche congregazioni tarantine, incappucciati e scalzi, scandito dalle marce funebri e dal suono secco della troccola che segna la cadenza dei penitenti.

     

  • Durata 01:40
  • Data Sabato, 02 Aprile 1983
  • Luogo Taranto
  • Provincia Taranto
  • Regione Puglia
  • Autore Tg Flash, servizio di Antonio Rossano

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Uno dei quattro episodi del ciclo “Quando la scuola cambia”, con sceneggiatura e regia di Vittorio De Seta, andato in onda sulla seconda frequenza nazionale il 17 aprile del 1979. “Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua” è ambientato a San Marzano, nella provincia di Taranto, e affronta la questione delle minoranze linguistiche nella comunità arbëreshë locale. Inscritta nella realtà di un Sud depresso e abbandonato, nel vuoto di istituzioni e condannato alla piaga dell’analfabetismo anche a causa dell’imposizione da parte delle autorità scolastiche dell’italiano colto e della negazione dei dialetti, si racconta l’esperienza pedagogica d’avanguardia del maestro Carmine De Padova, insegnante nella locale scuola elementare. 
    Il primo incontro del regista, è con una donna, in strada, che racconta in lingua italoalbanese, di essere stata punta, da giovane, da uno scorpione e di aver ballato, per guarire dal morso venefico, la pizzica pizzica. Sul tema del plurilinguismo verte l’intervista al Prof. Tullio De Mauro, che riflette sulla questione della tutela delle minoranze etnico-linguistiche, retaggio dell’ostruzionismo perpetrato dalle autorità scolastiche ai danni delle parlate locali. Problema politico e di politica della cultura, la scelta di prescindere dalla realtà linguistica familiare di provenienza, per l’insegnamento uniformato dell’italiano letterario, e la mortificazione delle parlate minori. Questo il contesto dell’edificante esperienza di insegnante di De Padova, appassionato studioso della cultura arbëreshë e contestualmente della lingua albanese, rinvenendo nella conoscenza dell’ambiente linguistico-culturale di appartenenza, una forma di resistenza all’avanzamento della cultura di massa, trascinato da un’illusoria crescita economica, che costituisce una minaccia alla sopravvivenza delle culture tradizionali. 
    De Padova estende all’intera comunità il suo impegno come educatore partendo dall’idioma, dalla storia e dalla musica del proprio territorio; convoca nella sua abitazione gli abitanti di San Marzano per partecipate lezioni serali in cui tutti si sentono portatori di cultura e attivano scambi di esperienze. Tra le attività didattiche del maestro viene filmata la visita nella casa di un’anziana coppia dove Edoardo Garibaldi racconta dell’esperienza di suonatore di mandolino in un’orchestra, principale strumento della terapia del tarantismo. Sua moglie canta versi tradizionali, e gli allievi di De Padova registrano i repertori, fanno domande, e accompagnano le esecuzioni. L’esperienza pedagogica del maestro di San Marzano ha come scopo, dunque, la fondazione di una nuova conoscenza, attraverso un costante e corale lavoro di osservazione e di raccolta di dati culturali. I momenti dell’apprendimento riproducono modelli di vita comunitaria e la musica sembra essere il mezzo più efficace di crescita culturale e civile della comunità, nell’intento di contrastare l’urgente rischio di spopolamento dei paesi meridionali e l’alienazione urbana: vecchie e nuove generazioni cantano e danzano insieme, come nelle scene finali del documentario, nella tarantella che riunisce tre generazioni del paese.

    Data: 1979

  • Durata 56:11
  • Luogo San Marzano
  • Provincia Taranto
  • Regione Puglia
  • Autore Vittorio De Seta