Carmela Di Febo (20)
Un'eccellente esecutrice di ballate
Carmela Di Febo, nata nel 1936, vive a Borgo Santa Maria, frazione della località di Pineto posta sulla costa teramana. Carmela si è rivelata un’eccellente cantante di ballate e storie; il suo stile esecutivo, di tipo drammatico, è caratterizzato da un’azione sonora di rara espressività. Carmela, vera conoscitrice di ballate in parte moderne, ha utilizzato la propria vocalità nella fase educativa dei figli Manila, Miriam e Marco, attenti fruitori di storie intensamente emotive.
Le registrazioni sono state effettuate nella sua abitazione tra il 1985 ed il 1988 utilizzando nastri analogici.
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Descrizione
La ballata Il marito giustiziere (Nigra 30), meglio conosciuta dagli informatori abruzzesi come La Giulietta o Chi è che bussa alle porte, considerata la larga diffusione in Abruzzo e nelle regioni limitrofe, sembrerebbe propria dell'Italia centrale. I nomi attribuiti dai cantori ai personaggi della storia, come Giulietta e Pasqualino Quiete, sono un'invenzione locale e dimostrano il notevole grado di penetrazione del canto nell'ambiente.
La qualificazione del protagonista in ufficiale di poste fa pensare ad un rifacimento moderno del testo. Le due lezioni raccolte in località di Bisenti e Penne (Bronzini, 1961, K-L) presentano sia gli stessi protagonisti con i medesimi nomi, sia il tema finale del fiore che ci rimanda alla nota ballata Fior di tomba (Nigra, 19).
Le due lezioni rinvenute da Nobilio(1962, n. 246) hanno una struttura testuale analoga. Una variante cantata a Città S. Angelo da M. Recubini, edita da Piovano (1976), riporta la medesima melodia della versione cantata da Carmela Di Febo.
I testi in antologia utilizzano il distico piano-tronco di emistichi settenari variabili e quinari; regolare è l'alternanza delle terminazioni piane e tronche. - Durata 02:19
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
- Regione Abruzzo
- Esecutore Carmela Di Febo: voce
- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
La ballata proposta da Carmela presenta un testo narrativo ridotto con la vicenda inconsueta del bambino di nove mesi che avverte il padre del vino avvelenato. A comparazione si citano le lezioni rinvenute nel 1961 da Lupinetti (1963) nelle località di Montefino e di Elice, la variante ortonese edita da Finamore (ATP,1882, p.84) e la variante registrata da R. Leydi (D.A.T. 1991) nel 1966 in località di Cerqueto di Fano Adriano (Te). Nella versione di Carmela vi è un finale inconsueto in cui il marito, incurante degli avvertimenti del figlio, beve la pozione avvelenata e muore anzichè punire la moglie uccidendola con la spada. Il ritmo è ternario e l'impianto melodico è caratterizzato da un andamento per gradi congiunti, da note ribattute e da piccoli salti intervallari.
La struttura strofica presenta versi formati dal doppio emistichio di decasillabi e ottonari piano-tronchi del tipo a-b che si dilatano nella frase musicale in a-b/ a-b. - Durata 01:15
- Data Giovedì, 21 Novembre 1985
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
- Regione Abruzzo
- Esecutore Carmela Di Febo: voce
- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
La ballata, risultato di una contaminazione, assume una propria autonomia tematica nonostante la presenza di rimandi. L'argomento attiene al tema ricorrente del cavaliere che, incontrata la fanciulla nei pressi di una fontana, la vorrebbe portare al castello per trascorrere una notte insieme. Il tema, riconducibile a La bevanda sonnifera (Nigra, 77), ha un riscontro in questa variante non tanto per la vicenda quanto per i personaggi.
Le tematiche trattate evidenziano l'astuzia femminile che riesce ad evitare l'eventuale pericolo rappresentato dalle insistenze del cavaliere galante. La ballata si conclude con la massima che la fanciulla trasmette al giovane beffato: situazione questa ricorrente anche in L'occasione mancata (Nigra, 71). Il metro utilizza distici di settenari e ottonari tronchi e piani con endecasillabi piani. La struttura ritmica è binaria con note puntate mentre la melodia è tonale in modo maggiore. - Durata 02:32
- Data Giovedì, 21 Novembre 1985
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
- Regione Abruzzo
- Esecutore Carmela Di Febo: voce
- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
Le versioni abruzzesi della ballata La Cecilia, più nota come C’era un giovanotto, Peppino si chiamava, presentano alcune differenze tematiche nella parte iniziale e nel finale in cui Cecilia o cerca la vendetta con la morte del Capitano, o si toglie la vita, o si ritira in un convento. Nella versione di Carmela i temi sono comuni alla ballata raccolta nel territorio di Penne da Nobilio (1962, p. 244) e a quelle dell'aquilano (Q) e del chietino (R, S) edite da Bronzini (1961, p. 507).
Questa versione, di derivazione più moderna, utilizza moduli melodici meridionali propri dei cantastorie. Il testo metricamente è composto da distici di settenari.
- Durata 04:19
- Data Giovedì, 21 Novembre 1985
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
- Regione Abruzzo
- Esecutore Carmela Di Febo: voce
- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
La fantina è un esempio di contaminazione in cui si utilizzano elementi narrativi di ballate provenienti dal Nord. Bronzini (1961, p. 209, XI) cita alcune versioni rinvenute nel territorio pescarese e nel chietino nel '57 mentre Finamore (ATP 1882) riporta due lezioni lancianesi (III, IV) intitolate La fandell’ e Lu Cavalere. Una variante chietina raccolta da P. Salvatore (Casetti-Imbriani, 1871, p. 1) ed una variante cantata nel '72 da M. Franceschelli di Bussi sul Tirino (A. Piovano, 1976, p. 162) hanno prove analoghe a La Bevanda sonnifera. La versione cantata da Carmela Di Febo rappresenta un chiaro esempio di contaminazione del testo suddiviso in due parti: la prima presenta elementi comuni a La bevanda sonnifera (Nigra, 77); la seconda rimanda alle ballate settentrionali La fuga, Il corsaro e Un’eroina (Nigra, 15, 14, 13). Bronzini raccoglie nel '57 nelle località di Ripattoni (Te), Bisenti (Te) e Civitaquana (Pe) (1961, XII, F-F1-G) la medesima versione suddivisa in due parti e diffusa come La ragazza suicida. Il tema conclusivo dei fiori sulla tomba ci rimanda alla ballata Fior di tomba (Nigra, 19). Metricamente il testo nella prima parte presenta distici di ottonari, novenari edendecasillabi piano-tronchi con assonanza sui tronchi; nella seconda distici di settenari piano -tronchi con assonanza nei tronchi. Musicalmente le due parti presentano degli impianti melodici ben distinti sotto il profilo motivico, ritmico (a=binario; b=ternario) ed agogico (a=allegro; b=andante).
- Durata 03:30
- Data Giovedì, 21 Novembre 1985
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
La Lena, diffusa nell’Italia centrale, presenta qui un rifacimento melodico da cantastorie. Raccolta da Nigra come La madre risuscitata (Nigra, 39), La Lenaeseguita da Carmela si accosta per il testo alla variante completa rinvenuta da G. Ferraro (1870) con il titolo La povera Lena. Il metro utilizza versi di distici variabili piano tronchi.
- Durata 05:36
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
L'argomento della monacazione forzata è arcaico ed è attestato già nei repertori moraleggianti del Seicento. Questa ballata è divisibile in tre momenti tematici: la fase epistolare della monachella con il padre, il tentativo della fuga con la relativa apparizione del diavolo, la maledizione finale rivolta alle mura del convento, agli ingegneri ed ai muratori responsabili della costruzione.
Nella versione di Carmela, come nei componimenti francesi ed italiani più arcaici, è presente l'apparizione del diavolo che, mandato dal padre, condurrà la monaca all’inferno. - Durata 02:50
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
Questa ballata si discosta da quella piemontese intitolata Il testamento del marchese di Saluzzo (Nigra, 136). Per "tenentino della marina" istintivamente si pensa ad un tenente di mare e quindi appartenente alla Marina Militare. Si presume, invece, che il termine "marina" si riferisse al reggimento di fanteria La Marina situato nel territorio di Nizza e appartenente al Regno di Sardegna. Il metro utilizza il doppio verso endecasillabo piano-tronco con presenza di ottonari, novenari e decasillabi.
- Durata 04:04
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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Descrizione
La ballata, di probabile derivazione da canzonieri militari, presenta temi comuni alla ballata piemontese (Nigra, 17) ed alle varianti abruzzesi edite da Bronzini (1961, p.450) rinvenute a Torricella Peligna (Ch) e a Lettomanoppello (Pe) nel ’53 da A. M. Colella. Il metro utilizzato è il distico piano-tronco di novenari e quinari variabili. La melodia non presenta affinità con quella settentrionale.
- Durata 03:25
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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Descrizione
La ballata è attestata nell'Italia centrale fino alla Romagna e all'Emilia (I tre marinai). Una variante raccolta da N. Jobbi (1991, p.124) in località di Cesacastina (Te) ed una raccolta da E. Nobilio (1962, n.243) nel territorio di Penne dal titolo La donna rapita presentano elementi testuali comuni alla versione di Carmela in cui è omessa la prima parte Marinaio che vai per mare. Il canto si classifica tra le ballate della maledizione in quanto nel finale il marinaio maledice il proprio giuramento.
- Durata 04:05
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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Descrizione
Il tema della ragazza che sostituisce il padre o il fratello sotto le armi (Nigra, 48) è assai diffuso in ambito europeo. La melodia è quella ricorrente nel nord Italia e risale al periodo della Prima guerra mondiale. Il testo, a confronto con le lezioni più arcaiche, omette la parte iniziale in cui la ragazza prende il posto del padre o del fratello.
Questa ballata è conosciuta dagli informatori locali come Me li tagli sti biondi capelli o Perchè piangi bella Emma.
Il metro utilizzato è il distico misto piano-tronco. - Durata 03:04
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
Argomento di questa ballata è la lagnanza di una donna maritata che, ricevuta da un uccellino del bosco una lettera contenente una proposta di matrimonio, risponde dicendo di essere già maritata e pentita. Il canto conclude con l'insegnamento: non serve il pentimento a fatto compiuto. In alcune lezioni la storia assume un taglio risorgimentale: la lettera, consegnata questa volta a Garibaldi, contiene un messaggio di libertà. Insolito è l'impianto melodico di questa versione. Il metro utilizza il distico con emistichi piani di settenari e ottonari.
- Durata 02:54
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
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- Esecutore Carmela Di Febo: voce
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Descrizione
La ballata tratta la fedeltà della donna che viene messa alla prova dall'innamorato al suo ritorno dalla guerra. Il tema della fedeltà, che accomuna molte ballate, avvicina questa variante a La prova (Nigra, 54) e ad altre raccolte nel teramano (Bronzini 1961, p. 266, XIII, variante N), nel pescarese (lezioni O, P, Q, R) e nel chietino (Finamore, 1882, VI). Elemento anomalo che determina un'evidente contaminazione è rappresentato in questa versione dalla monacazione che sostituisce la parte iniziale in cui si invita la ragazza a cantare o a ballare.
Il metro utilizza il distico con emistichi piano tronchi. La melodia si discosta da quella rinvenuta a le Rocche di Civitella (Bronzini, variante N). - Durata 05:20
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
- Regione Abruzzo
- Esecutore Carmela Di Febo: voce
- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
La presenza di questa ballata è attestata nell'Italia centro-settentrionale. Le lezioni abruzzesi hanno alcuni elementi tematici comuni a quella raccolta dal Nigra (1974, n. 99). Differente è il finale, pur sempre tragico, in cui il padre taglia la testa alla figlia macchiando l'intera città del suo sangue. La struttura alquanto artificiosa fa presupporre un'origine cittadina. Il metro utilizza il doppio settenario piano-tronco con assonanza nei tronchi. L'esecuzione presenta un andamento moderato con dolce e pacata emissione vocale.
- Durata 03:27
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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La ballata non presenta elementi comuni nè con La sposa morta nè con La moglie uccisa (Nigra 17-29). E’ tuttavia la storia di una giovane moglie che, a causa della suocera, si ritrova innocentemente vittima del proprio marito.
Il metro utilizza nelle due lezioni il distico di emistichi settenari piani con l’ultimo tronco. - Durata 05:01
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
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Descrizione
Di presumibile origine ottocentesca, la ballata ha una notevole diffusione in Abruzzo e nell’Italia centrale. Il tema è la seduzione nella veste dell’uomo-cacciatore che, incontrata una contadinella, se ne innamora e la vuole sposare.
- Durata 02:52
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
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Descrizione
La ballata, che risale al periodo della Prima guerra mondiale, presenta nelle varie versioni rinvenute in Abruzzo un medesimo impianto melodico ed una struttura strofica del tipo: A b-c sviluppata in: A A A1 b-c; A A A1 b-c A1 b-c; A A a-b a-b.
Il metro utilizza il decasillabo piano-tronco (A A1) e due emistichi di settenari ( b-c ). - Durata 03:09
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
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- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
Si presume un'origine tutta italiana di questa ballata che, diffusa attraverso i fogli volanti ottocenteschi, trova nel testo una relazione sia con la canzone cinquecentesca della Girometta (Leydi, 1978, n. 78) sia con la leggenda meridionale di Cola-Pesce. Le versioni da me raccolte e conosciute in Abruzzo con il titolo Ci eri tre surelle, appartengono secondo la catalogazione del Nigra (Nigra, 66) alla serie lieta delle barcarole italiane che, contrapposte a quelle dolenti delle canzoni francesi in cui si vede annegare il pescatore, terminano o con il matrimonio o con l'incontro amoroso.
I temi sono comuni alle lezioni edite da Bronzini (1961, p. 51-56) raccolte nel teramano, nel pescarese e nell'aquilano. Interessante è il confronto con la variante pennese ( E. Nobilio, 1962, n. 257) che, pur se priva del finale, descrive la parte in cui la fanciulla offre per il ritrovamento dell’anello una veste di trentasei colori cucita da trentasei sarti, un palazzo con trentasei balconi, un letto con trentasei coperte e trentasei cuscini. Una variante analoga edita come Annine è stata raccolta da Finamore (ATP, 1882, p. 90). - Durata 02:22
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
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- Autore Carlo Di Silvestre
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Descrizione
La storia è da attribuire probabilmente al periodo della grande emigrazione nelle Americhe iniziata nella seconda metà dell'Ottocento sino ai primi decenni del Novecento. La vicenda parla di due innamorati di nome Adelina e Alfredo. Un giorno lui decide di partire per l'America promettendo ad Adelina di tornare al più presto ma in realtà vi rimane e vuole rifarsi una nuova vita tradendo così la sua amata. Adelina, venuta a conoscenza del fatto, decide di partire per incontrarlo e, vedendolo con l'amante, pazza di gelosia lo uccide con tre colpi di pistola.
- Durata 04:50
- Data Giovedì, 04 Febbraio 1988
- Luogo Borgo Santa Maria di Pineto
- Provincia Teramo
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