Fondo Scaldaferri Vaja (96)
Una capillare ricerca su tutto il territorio regionale
Dal 2002 al 2005, Nicola Scaldaferri e Stefano Vaja realizzano un’imponente rilevazione sonora e fotografica che, confluita solo in limitatissima parte nel materiale di corredo al volume Nel paese dei cupa cupa, intendeva documentare lo stato delle musiche di tradizione in regione a cinquant’anni dalla spedizione di De Martino e Carpitella, attraverso indagini capillarmente estese a tutto il territorio regionale: circa 50 ore di registrazioni audio e oltre cinquemila fotografie alle quali si aggiungono oltre 120 ore di riprese audiovisive, realizzate da Elisa Piria e Rossella Schillaci oltre che dallo stesso Scaldaferri.
Grazie alla vasta rete di contatti realizzata in anni di assiduo lavoro sul terreno, si sono preliminarmente individuati luoghi, occasioni, momenti rituali e protagonisti della realtà musicale lucana verso i quali orientare una ricerca che avrebbe confermato quanto era già emerso nel Laboratorio di Etnomusicologia,, vale a dire il carattere ormai anacronistico dello schema fondato sul ciclo della vita che, fondamentale nelle ricerche di De Martino e Carpitella, è stato efficacemente sintetizzato nella formula "dalla culla alla bara", con i due estremi musicali della ninna nanna e del lamento funebre. La ricerca è stata pertanto impostata sullo schema ideale del ciclo dell’anno, legato non più alle attività lavorative di un ormai scomparso mondo campestre, ma al succedersi di eventi festivi e rituali che, dal carnevale alle feste religiose ed arboree, si configuravano come i luoghi più importanti per la forte vitalità e per le forme, talvolta assai massicce, di partecipazione musicale. Dal percorso principale si sono poi distaccate tematiche trasversali che hanno portato l’attenzione anche su altri aspetti, altrettanto importanti, come in particolare il ruolo degli "specialisti", in primo luogo suonatori particolarmente rappresentativi e costruttori di strumenti che, talvolta anche molto giovani, consentivano di precisare meglio la nuova conformazione assunta dalle pratiche musicali nella regione.
La ricerca ha interessato gran parte dei comuni della Basilicata, scelti in ragione della loro rappresentatività territoriale e della loro obiettiva rilevanza: Acerenza, Accettura, Aliano, Anzi, Avigliano, Barile, Brienza, Cersosimo, Corleto Perticara, Ferrandina, Gorgoglione, Grassano, Grottole, Irsina, Matera, Moliterno, Montescaglioso, Pisticci, Rapone, Ripacandida, Rotonda, Ruoti, S. Arcangelo, S. Chirico Nuovo, S. Costantino Albanese, S. Fele, S. Giorgio Lucano, S. Mauro Forte, S. Paolo Albanese, S. Severino Lucano, Sasso di Castalda, Stigliano, Terranova di Pollino, Tolve, Tricarico e Viaggiano.
Un’attenzione particolare è stata rivolta a momenti significativi quali il Carnevale e la festa di S. Antonio Abate di Accettura, S. Mauro Forte e Tricarico; i Riti arborei di Accettura, Gorgoglione e Rotonda; la Settimana Santa di Barile, Ferrandina, Pisticci, S. Arcangelo, S. Chirico Nuovo e S. Costantino Albanese; le processioni religiose di Accettura (S. Giuliano), Cersosimo (S. Vincenzo Ferreri), Gorgoglione (Madonna del Pergamo e S. Antonio di Padova), Matera (Madonna della Bruna), Pisticci (S. Rocco), S. Fele (Madonna di Pierno), S. Paolo Albanese (S. Francesco), S. Severino (Madonna del Pollino), Tolve (S. Rocco) e Viaggiano (Madonna del Sacro Monte), senza trascurare altre tipiche espressioni quali le matinate di Matera, le serenata di nozze a S. Costantino Albanese, il ballo della ‘Uglia a Anzi e il ballo delle cente a Viaggiano.
Aspetti più specifici della ricerca hanno riguardato il censimento dei principali laboratori di costruzione di strumenti tradizionali, tra i quali Giuseppe Scelzo a Brienza, Forastiero e Rossino a Lauria, Carlomagno e Niglio a Matera, Valvano a S. Costantino Albanese, Giammetta a S. Mauro Forte, Salamone a Terranova di Pollino e Minervino a Tricarico. Un’attenzione specifica è stata rivolta a figure di cantori e suonatori riconosciute come assai significative anche da parte delle nuove generazioni, quali Peppino Verzica e Antonio Donnazita di Aliano, i fratelli Antonio e Vincenzo Forastiero dell’area del Sirino, Donato Beneventano a Sasso di Castalda, Anna Arcieri di Stigliano e Paolina Luisi di Tricarico.
Campomaggiore (11)
Illustri interpreti della tradizione lucana registrati in studio
Nel paese dei cupa cupa (29)
I suoni della tradizione lucana a cinquant’anni di distanza dalle spedizioni demartiniane
Nel paese dei cupa cupa- Le foto (26)
Le foto della tradizione lucana a cinquant’anni di distanza dalle spedizioni demartiniane