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Archivio Sonoro

M. Russo, Pontelandolfo 1974 (3)

La ruzzola del formaggio

Rilevazione sul campo condotta da Marialba Russo (probabilmente accompagnata da altri ricercatori) a Pontelandolfo (Bn), nel febbraio del 1974.
Nella cittadina beneventana dal 17 gennaio fino al martedì grasso si tiene tradizionalmente la ruzzola del formaggio, una una gara di lanci di pezze di formaggio lungo un percorso stabilito: vince chi completa il tragitto con meno lanci e i premi in palio sono le stesse pezze di formaggio lanciate; i due elementi, della sfida e del cibo, connettono la competizione alle caratteristiche dei riti propiziatori  primaverili e di fertilità, tradizionalmente associati al periodo del carnevale (cfr. P. Toschi, Le origini del teatro italiano, Torino 1955).
Le origini della ruzzola del formaggio, che secondo i cittadini di Pontelandolfo si tramanda nel paese da secoli, risalirebbero ad un episodio realmente accaduto in cui un barone del luogo e il suo bracciante Pasquale si sarebbero sfidati con tali modalità per dirimere una controversia nata in seguito ad una scommessa. Le sfide si tengono di solito nel pomeriggio e coinvolgono un numero vario di giocatori (due, quattro oppure sei) che gareggiano solitamente da piazza Roma fino alla cappella di San Rocco. Ad ogni lancio si segna il punto che il formaggio ha raggiunto; i lanci avvengono utilizzando un filo doppio di spago con cui si avvolge la pezza di formaggio (rizavàglia) con un pezzo di legno cilindrico (spròccul) che funge da impugnatura e serve per lanciare la pezza stessa.
I documenti sonori raccolgono due momenti di interviste, prima e durante la ruzzola del formaggio,sulle origini e le regole del gioco, e su altre tradizioni ancora presenti localmente: la festa di San Giocondina nell’ultima settimana di luglio col dramma sacro dedicato alla vita della santa, la "settimana folcloristica" ad agosto che coinvolgeva in particolare il gruppo folcloristico di Pontelandolfo, e alcune tradizioni già scomparse scomparse come i Mesi dell’anno (che si facevano a cavallo) oppure le strofette di "Benvenuto a Marzo", l’ultimo giorno di febbraio.

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  • Genere Audio

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Intervista svolta da un collaboratore della ricercatrice e rivolta a un uomo di settantacinque anni di Pontelandolfo che descrive la ruzzola del formaggio che si svolge in paese durante il carnevale: si lanciano delle pesanti pezze di formaggio (mediamente di sette-otto chili ma fino anche a sedici chili com'era avvenuto, secondo il racconto dell'intervistato, la settimana prima) verso un punto stabilito, vince chi completa il percorso di andata e di ritorno con meno lanci. Se uno vince l'andata e l'altro il ritorno, la partita si ripete. Il premio della vincita consiste nel formaggio stesso.

    Data: febbraio 1974

  • Durata 01:29
  • Luogo Pontelandolfo
  • Provincia Benevento
  • Regione Campania
  • Esecutore Anonimo: voce maschile
  • Autore Marialba Russo

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Lunga intervista rivolta ad alcuni cittadini di Pontelandolfo (il principale interlocutore è Benedetto Baldini, applicato di segreteria al comune) i quali le spiegano dettagliatamente il gioco della ruzzola del formaggio che si tramanda secoli nella cittadina beneventana. Il formaggio utilizzato non è un prodotto locale ma viene importato dall’Argentina. Si formano delle squadre, c’è una fune, zagàglia, che si avvolge intorno al formaggio che poi viene lanciato. C’è un d’arrivo stabilito, sia "sopra" che "sotto": chi completa il percorso con meno colpi è il vincitore che si aggiudica il formaggio da lui stesso lanciato. Ci possono essere però delle persone, chiamate vaccarelle, che pur non partecipando al gioco direttamente parteggiano attivamente per l’uno o per l’altro tanto da dividere il premio, in caso di vincita oppure partecipare alle spese in caso di sconfitta, pagando quindi una quota del formaggio perso. Il gioco si svolge durante tutto il periodo di carnevale, specialmente il mercoledì e la domenica ovvero nei giorni festivi, e solitamente il pomeriggio, raramente la mattina, qualche volta anche la sera fino a tardi. C’è un pezzo di legno che mantiene la forma e che serve a dare più slancio quando si tira la pezza di formaggio. Il giocatore più forte tira le forme più grandi. C’è un "maestro", lo zagagliatore, che dirige il gioco e che mette la fune. In sottofondo nella traccia le voci delle persone che giocano. Purtroppo i partecipanti non erano numerosi come anni prima, anche perché a Pontelandolfo molti erano emigrati: da settemila gli abitanti erano diventati, con l’ultimo censimento effettuato, poco più di quattromila; per un periodo la tradizione si era addirittura interrotta e solo da tre, quattro anni i giovani l’avevano ripresa. Gli interlocutori vantano un costume tradizionale (esposto anche in una mostra in Germania) e un gruppo folcloristico, e riferiscono che, grazie anche ad un sindaco giovane, cercano di rilanciare le proprie tradizioni. Ad agosto una manifestazione richiama anche gente dalla provincia di Campobasso, oppure di Caserta: una rassegna di "voci nuove", una delle più grandi della provincia beneventana; ad agosto la "settimana folcloristica" si apre con un raduno di gruppi musicali, come quello di Pontelandolfo che fa sempre da "padrone di casa". C’è anche un ballo tradizionale, una tarantella pontelandolfese, ammirata da tutti e poi i canti tipici. In passato tutti vestivano con costumi tradizionali del luogo, soprattutto la domenica quando ci si recava a messa venendo dalle campagne. Vengono quindi descritti dettagliatamente i vestiti tipici pontelandolfesi sia maschili che femminili. Dopo aver fatto il gioco del formaggio ci si riuniva nelle case per ballare la tarantella. Il gioco è stato esportato anche dagli emigrati in America, in particolare nel Connecticut, dove c'è una comunità originaria di Pontelandolfo. C’è poi la festa di Santa Giocondina che si tiene l’ultima settimana di luglio e durante la quale si rappresenta un dramma sacro sulla vita della santa. L’audio dell’intervista è a questo punto molto disturbato. C’è un momento in cui si sentono in primo piano le voci dei giocatori durante la ruzzola, mentre l’intervistato continua a spiegare le regole. Il medesimo gioco è stato rilevato anche in Emilia, in Abruzzo e in Puglia. Anticamente a Pontelandolfo si realizzavano anche i Mesi dell’anno a cavallo, mentre la Zeza non si è mai messa in scena. L'ultimo giorno di febbraio invece venivano pubblicamente declamate una serie di strofette chiamate il Benvenuto a Marzo. Nelle zone circostanti, a Santa Croce del Sannio, il martedì si tiene invece la rappresentazione del "capitano di sopra" e del "capitano di sotto" (si veda M. Russo, Santa Croce del Sannio 1974).

    Data: febbraio 1974

  • Durata 28:27
  • Luogo Pontelandolfo
  • Provincia Benevento
  • Regione Campania
  • Esecutore Benedetto Baldini: voce, anonimi: voci maschili
  • Autore Marialba Russo