Canto di satira, di festa, di scherno e di osteria. La gioventù moderna.
Dopo una breve presentazione autobiografica, in cui racconta di aver lavorato come contadino e come operaio in fornace, l’informatore esegue uno dei brani del suo repertorio di cantastorie, che è solito cantare al mattino della domenica nella piazza del paese.  

Canto di cantastorie. Anche Marino, ma c’ha un cervello fino.
Esecuzione di un brano composto dall’informatore, preceduta dal racconto dei fatti in occasione dei quali il brano è stato composto.   

Canto di protesta. Cari combattenti statemi a ascolta’.
Brano di protesta composto dall’informatore, che denuncia la condizione dei combattenti e reduci di guerra, dimenticati dallo stato.

Canto di cantastorie. Canto della leva militare. O Gorizia tu sei maledetta.
Dopo una breve intervista sui brani diffusi durante l’esperienza al fronte nella prima guerra mondiale, l’informatore passa ad eseguire uno dei più noti brani di quel repertorio, con alcune varianti melodiche e testuali. In coda all’esecuzione l’informatore ribadisce che il canto faceva parte del repertorio tipicamente eseguito al fronte. 

Canto di cantastorie. Canto della leva militare. Montenero dove sei.
All’esecuzione di uno dei brani del repertorio della prima guerra mondiale, senza soluzione di continuità seguono alcune strofe di O Gorizia tu sei maledetta già eseguita alla traccia precedente.

Canto di protesta. Canto sociale. Cinqu’anni di militare.
Brano di protesta composto dall’informatore, che denuncia la condizione dei combattenti e reduci di guerra, dimenticati dallo stato.

Canto di protesta. Canto sociale. Anca il Cento con la crocetta al petto.
Brano di protesta composto dall’informatore, che denuncia la condizione dei combattenti e reduci di guerra e la loro richiesta di un contributo pensionistico dedicato, ingiustamente attribuito, invece, anche a coloro che non hanno combattuto.

Canto di protesta. Canto sociale. Guarda cosa fa la democrazia.
Brano di satira composto dall’informatore, che ironizza sulla Democrazia Cristiana.

Canto di protesta. Canto sociale. Anche l’abate c’ha da fa’ il contadin.
Brano di satira composto dall’informatore per denunciare le politiche antisindacali della Democrazia Cristiana.

Canto di protesta. Canto sociale. Attenti, popolino, ma il 7 e l’8 maggio.
Brano di satira composto dall’informatore in occasione delle elezioni politiche per convincere gli elettori a votare per il Partito Socialista Italiano e dissuaderli dal dare il voto ad altri partiti.

Canto di satira, di festa, di scherno e di osteria. Moroni Mario va in villeggiatura.
Brano di satira composto dall’informatore, che narra le vicende di un contadino democristiano che invano tenta di trovare ospitalità a Roma presso un sacerdote. Il brano è preceduto da una breve introduzione che ne riassume il contenuto. 

Canto di protesta. Canto sociale. Un cane di un signore si alza la mattina.
Brano di denuncia sociale composto dall’informatore, che ha per oggetto una dura critica della politica del Partito Liberale Italiano.

Canto di protesta. Canto sociale. Saragat in piazza la propaganda fa.
Brano di denuncia sociale, composto dall’informatore, che ha per oggetto una dura critica alle alleanze strette tra il Partito Socialista e la Democrazia Cristiana. 

Intervista.
Dopo una breve presentazione l’informatore passa ad eseguire alcuni brani caratteristici del suo repertorio: si tratta di preghiere e laudi, in latino e in italiano, che esegue in forma di cantilena, non disdegnando toni e contenuti scherzosi.

Recitativo. Orazione. Diasilla.
Dopo una breve introduzione l’informatore passa ad eseguire la Diasilla. Si tratta di un brano assai diffuso su tutto il territorio dell’Italia centrale, che rielabora in maniera satirica il testo latino del Dies irae di Tommaso da Celano. Il titolo latino, frainteso dalla comunità dei parlanti, viene trasformato in un’unica parola priva di significato: diasilla. Dopo averlo recitato l’informatore spiega che è solito eseguire il brano, appreso durante l’infanzia, in occasione delle veglie funebri. Ad una prima esecuzione ne segue una seconda, identica alla precedente. 

Recitativo. Canto narrativo. La Pierina.
La gran storia di Pierina è uno dei più noti brani di cantastorie, diffuso per mezzo di fogli volanti ed attestato sull’intero territorio nazionale. L’origine del canto - che riunisce alcuni motivi caratteristici della tradizione narrativa (l’amante tradito, il cuore mangiato) - è da far risalire al secolo XVIII.  

Recitativo. Preghiera. Lo verbo saccio e lo verbo voglio dire.
Esecuzione, a tratti assai incerta, di una orazione sacra. 

Stornello. E con te, bellina, non c’ho mai cantato.
Esecuzione di una serie di stornelli licenziosi sull’aria degli stornelli di mietitura.

Canto di satira, di festa, di scherno e di osteria. Il papa sta su Roma co’la pipa e la corona. Frammento. 

Stornello. Bellina, con te non c’ho mai cantato.
Esecuzione di una serie di stornelli licenziosi sull’aria degli stornelli di mietitura; segue una breve spiegazione.

Stornello. Lo benedico lo fiore di canna.
Stornelli a saltarello, per lo più di corteggiamento e licenziosi, eseguiti da più voci a dispetto, tutti introdotti dal motivo del "fiore".

Canto di questua. Pasquella. Al principio del nostro arrivo.
Esecuzione di una pasquella tradizionale, il canto di questua della notte dell’Epifania. 

Stornello. Quanto suona bene 'st'organino.
Stornelli a saltarello, per lo più di corteggiamento e licenziosi, eseguiti da più voci a dispetto. 

Saltarello. Esecuzione di un saltarello tradizionale suonato con l’armonica a bocca.   

Recitativo. L'interlocutore racconta storie della tradizione orale che gli appartiene. 

Stornello. Che bel sereno e che bello stellato.
Stornelli a serenata eseguiti a saltarello. In coda alla registrazione un frammento di un canto di questua per il maggio.

Ottave. Amici cari se mi ascolterete.
Esecuzione di una storia in ottave, memorizzata, dal repertorio di poeti contadini locali. Prima parte, segue alla traccia successiva.

Ottave. Amici cari se mi ascolterete.
Esecuzione di una storia in ottave, memorizzata, daL repertorio di poeti contadini locali. Seconda parte, segue dalla traccia precedente. In coda alla registrazione l’informatore illustra nel dettaglio le vicende di cronaca cantate in rima; stando al racconto, i fatti narrati si sono svolti a Torri di Murazzano nel secondo dopoguerra e la storia in ottave è stata composta dallo zio del protagonista, poeta contadino. 

Ottave. Chi mi darà la penna e chi l’ingegno.
Esecuzione di una storia in ottave, memorizzata, dal repertorio di poeti contadini locali. La registrazione è incompleta. 

Stornello. Quando mi ritrovo qui presente.
Stornelli a saltarello, per lo più di corteggiamento e occasionali, eseguiti da più voci a dispetto.

Stornello. Quando mi ritrovo qui presente.
Stornelli a saltarello, per lo più stornelli di corteggiamento e occasionali, eseguiti da diverse voci a dispetto.

Canto di questua. Maggio. Maggio spande una bandiera.
Esecuzione di un canto tradizionale di questua per il maggio. 

Stornello. […] cominciamolo il saltarello.
Stornelli a saltarello, per lo più di corteggiamento e occasionali, eseguiti da diverse voci a dispetto.

Ottave. […] quel cavallo che va senza cavezza.
Esecuzione di una storia in ottave, memorizzata, da repertorio di poeti contadini locali. In coda all'esecuzione, oltre ad alcuni versi di saluto, l'informatore attribuisce il brano al poeta Terzoni di San Felice, in provincia di Ancona, e lo data tra il 1925/1926.

Stornello. E la bella se ne va.
Stornelli a saltarello, per lo più di corteggiamento e occasionali, eseguiti a dispetto uomo-donna.

Canto di questua. Maggio. […] il Maggio a cantare. Esecuzione di un canto tradizionale di questua per il maggio.

Stornelli. E giacché s’è ricantato il saltarello. Stornelli a saltarello sul tema del maggio, eseguiti a dispetto uomo-donna.  

Stornelli. Vi do la buonasera se la volete. Stornelli a saltarello sul tema del maggio, eseguiti a dispetto uomo-donna.  

Stornelli. Prima di tutti voglio principiare. Stornelli di saluto, di corteggiamento e licenziosi, eseguiti a dispetto uomo-donna.  

Stornelli. Inutile che ti butti, che ti butti.
Stornelli a saltarello, di saluto, di corteggiamento e licenziosi, eseguiti a dispetto uomo-donna.  

Stornelli. Fiore d’albuccio.
Stornelli a saltarello, di saluto, di corteggiamento e licenziosi, eseguiti a dispetto uomo-donna.  

Stornelli. Maggio. Al principio del nostro arrivo. Stornelli per la questua del maggio, eseguiti a più voci.   

Stornelli. E ma la padrona la ringrazio tanto. Stornelli a saltarello che concludono il canto per la questua del maggio.   

Stornelli. Non è romano e né trasteverino. Esecuzione di una serie di stornelli all’aria romana.