Edoardo Winspeare (3)
La ricerca delle proprie radici di uno spirito cosmopolita
Nato in Austria, a Klagenfurt nel 1965, Winspeare è esponente di una nobile famiglia di origini inglesi, trasferitasi secoli addietro nei feudi di Depressa, minuscolo paese del Capo di Leuca: coerentemente al suo essere “un miscuglio di nazionalità”, ha seguito un percorso di formazione cosmopolita studiando Lettere a Firenze, fotografia a New York e montaggio, regia, tecnica della ripresa e del suono a Monaco di Baviera.
Rimasto molto legato al Salento, la terra dove cercare le proprie radici, alla fine degli anni ’80 comincia a studiare la tradizione culturale salentina: del 1989 è il primo documentario, San Paolo e la tarantola, durante la cui preparazione ha modo di conoscere alcuni dei grandi esponenti della musica popolare, come in particolare Luigi Stifani di Nardò e gli Ucci, Aloisio e Bandello, di Cutrofiano.
Per il giovane regista la storia culturale del Salento non è però solo un fondamentale motivo di ispirazione per il proprio lavoro ma anche una risorsa, sulla quale far leva per recuperare la coscienza perduta di una propria identità culturale, e veicolo di promozione della propria terra.
A quegli anni risale l’incontro con quanti lo accompagneranno poi nella sua fortunata immersione nella storia del tarantismo: Giuseppe Mighali detto “Pino Zimba”, proveniente da una grande famiglia di musicisti tradizionali di Aradeo, Lamberto Probo di Tricase, Donatello Pisanello, polistumentista di Taviano che aveva a lungo militato in Radici, una delle formazioni storiche del folk-revival salentino, e Gigi Toma, cofondatore con Pisanello di un altro gruppo della riproposta salentinia, Alla Bua.
Del 1995 è Pizzicata, il lungometraggio d’esordio in una produzione che, a parte Il miracolo del 2003 ambientato a Taranto, rimane legata al Salento, centrale anche in Sangue vivo del 2000 e ancora presente in Galantuomini del 2008.
- Genere Audio
- Genere Filmato
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Filmato
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Descrizione
"Una dichiarazione d'amore" nei confronti di un Salento a tratti mitizzato che ha segnato un punto di svolta fondamentale nel movimento di riproposta della musica salentina.
Nel 1943, alla vigilia dello sbarco alleato nell'Italia del sud, il pilota Tony Marciano, abbattuto dalla contraerea tedesca sopra il Salento, trova ricovero nella famiglia dell'agricoltore Carmine Pantaleo. Qui riscopre le proprie radici, s'innamora di Cosima, una delle tre figlie di Carmine, scatenando la gelosia del suo promesso sposo, il ricco Pasquale che, scoperta la sua vera identità, lo uccide.
Cosima, impazzita per il dolore, diventa una tarantata: il film si apre e si chiude con la folle danza delle tarantate davanti alla cappella di San Paolo a Galatina, emblematico suggello di un'opera che, esaltandone le valenze simboliche, ripercorre i momenti che cadenzavano la vita di una piccola comunità contadina: il lavoro in campagna, la messa domenicale, la festa del Santo patrono, la convivialità nelle masserie nonché, trattandosi del Salento, gli esorcismi musicali.
Oltre a servirsi di attori non professionisti – a parte Cosimo Cinieri - Winspeare, chiama a raccolta tutti i musicisti che aveva incontrato nella sua appassionata ricerca delle proprie radici in terra salentina: Uccio Bandello, Uccio Aloisi, Luigi Stifani, Luigi Cecere, Pino Zimba, Bruno Spennato, Tiziana Valentini, Donatello Pisanello, Luigi Chiriatti, Roberto Raheli, Franco Tommasi, Alessandro Girasoli, Aldo Nichil, Cinzia Marzo, Lamberto Probo e tanti altri protagonisti della rinascita della musica popolare salentina che dal film ha tratto un decisivo slancio verso una più consapevole affermazione.
Con la fotografia di Paolo Carnera e le musiche di Jérôme Harley, il primo lungometraggio di Winspeare è stato pubblicato in dvd da Anima Mundi con un documentario "extra" sulla genesi e la lavorazione del film e numerose immagini inedite.Data: 1995
- Durata 01:30:23
- Luogo Capo di Leuca
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Autore Edoardo Winspeare
- Genere Filmato
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Filmato
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Descrizione
Giorgia Cerere, cosceneggiatice di Sangue Vivo, racconta la scrittura del soggetto “come una danza frenetica al ritmo della pizzica, quando non si sa se il cuore reggerà fino alla fine. […] Da lì nacque l'idea che la pizzica dovesse essere il ritmo interno del film. Da lì e da un incontro di pochi minuti con Pino Zimba”, che interpreta uno dei due fratelli protagonisti del secondo lungometraggio di Edoardo Winspeare, ambientato, e interamente girato, nei paesi del Capo di Leuca.
L’intreccio si svolge intorno alle storie di Pino, contrabbandiere, e Donatello, musicista, tormentati dalla tragica morte del padre per un incidente di cui nessuno sembra avere la colpa, ma che apre tra di loro una ferita e un conflitto insanabili. Il passato che ritorna, col lascito di rimorsi e incomprensioni, e un presente spietato, che denuncia la piaga della criminalità locale, trovano soluzione nel tempo incalzante della pizzica che attraversa le vite dei personaggi messi in scena da attori non professionisti, in molti casi per la prima volta davanti alla macchina da presa, ma capaci di restituire con talento personalità contrastanti e profondamente umane, con l’uso esclusivo del dialetto salentino.
Tra loro i componenti del gruppo Officina Zoè (Lamberto Probo, Cinzia Marzo, Donatello Pisanello), che firma le composizioni originali della travolgente colonna sonora, affermandosi come propulsore del movimento di riscoperta del “ritmo meridiano”.
La fotografia di Paolo Carnera crea immagini ruvide e poetiche, che tengono la narrazione sospesa, tra realismo e sortilegio.Data: 2000
- Durata 01:35:19
- Luogo Capo di Leuca
- Provincia Lecce
- Regione Puglia
- Autore Edoardo Winspeare