Intervista a Carmine Travaglini, maniscalco, che recita alcuni proverbi popolari. Il proverbio racchiude in una massima la profonda saggezza popolare derivante dall'esperienza e dal buon senso.

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La partenza della sposa è il canto a serenata del distacco della donna dalla casa nativa. La struttura poetica presenta distici di versi endecasillabi; la melodia poggia su un ritmo ternario.
Sull’argomento Giuseppe Profeta ha pubblicato nel 1965 Canti nuziali nel folklore italiano, Biblioteca di LARES, vol.XXII, ed. Leo S. Olschki, Firenze; sullo stesso tema C. Di Silvestre, Partenza dillërosë, corredato di CD.

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Preghiera popolare della sera metricamente composta da versi di settenari piano-tronchi con rima baciata. La struttura ritmica è binaria con presenza di terzine; l’accento ritmico tonico è di tipo anapestico.

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Il miracolo della Madonna del Carmine, classificata come orazione moraleggiante, è conosciuta anche come Il giocatore ingrato. L’orazione è qui proposta sotto forma di recita. La struttura metrica si basa sulla successione di versi endecasillabi; il ritmo verbale, di tipo binario, presenta l’accento tonico giambico ad inizio di ciascun verso, poi trocaico.

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La signora Conti propone una serie di indovinelli popolari seguiti da quattro brevi filastrocche: Tirituppe statte cundende, Jeme jeme a spasse, Tumëlienë tumëlienë, Di qua di là da mare. A conclusione recita lo scongiuro contro il dolore delle tonsille detto Stranguajunë. Nella letteratura popolare si collocano anche gli indovinelli che, di origini antiche, con la loro funzione di gioco di società, hanno lo scopo di affinamento dell’intelligenza. Gli scongiuri possono essere considerati una pratica quotidiana: si tratta di antichi rimedi magici che, tramandati oralmente in forma segreta in alcuni momenti dell’anno, come il Natale, avevano la loro efficacia se eseguiti da chi nasceva con il velo (ossia ancora avvolto nel sacco amniotico). Le formule, che venivano recitate e cadenzate come le litanie, presentano elementi tematici in cui si associano il sacro ed il profano rivolgendosi ai santi protettori, alla Madonna nonché ad entità naturali come la luna e le stelle.

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Il canto, conosciuto anche come Lu calasole, veniva eseguito da sole donne durante la mondatura del grano. In questo caso il tema poetico rappresenta l’occasione per esternare e rendere pubblico il proprio sentimento svelando, la cantrice, il nome della persona amata. Il canto veniva eseguito coralmente a due voci per terze parallele. Alla prima voce solista che cantava ciascun verso si affiancava la seconda voce (coro) sul ritornello rinelelle o rinelà (o rindunelle rindulà). Le cantrici ad ogni verso si alternavano nell’eseguire la parte solista. Il testo poetico è costruito su versi di ottonari e novenari piani ed un verso settenario tronco (ritornello).

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Il canto veniva eseguito coralmente in funzione della mietitura che, nelle zone pianeggianti e collinari d’Abruzzo, iniziava proprio a fine luglio. Il testo poetico, in stile narrativo, è qui incompleto. La struttura metrica presenta versi settenari ed endecasillabi; lo stile melodico fa pensare ad una collocazione storica tardo ottocentesca.

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Stornelli amorosi eseguiti di solito coralmente durante la sgranatura del granturco. L'impianto melodico e le frequenti ripetizioni di alcune parole fanno presupporre una contaminazione colta del canto nonostante lo stile esecutivo ampiamente tradizionale.

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Scongiuri contro il mal di pancia, la polmonite (detta la pëndurë) ed il mal di denti.
La traccia termina con il proverbio Cent’anni di malinconia.
Gli scongiuri possono essere considerati pratiche quotidiane: si tratta di antichi rimedi magici che, tramandati oralmente in forma segreta in alcuni momenti dell’anno, come il Natale, avevano la loro efficacia se eseguiti da chi nasceva con il velo (ossia ancora avvolti nel sacco amniotico). Le formule, che venivano recitate e cadenzate come le litanie, presentano elementi tematici in cui si associano il sacro ed il profano rivolgendosi ai santi protettori, alla Madonna nonché ad entità naturali come la luna e le stelle.

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La preghiera contro le strajë va recitata di notte, prima di coricarsi, per scacciare le streghe. Segue una preghiera rivolta a Gesù.

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Questo canto d’amore veniva eseguito coralmente durante le pratiche lavorative che si svolgevano nell’aia. La struttura poetica presenta distici di versi di endecasillabi. La melodia poggia su un ritmo ternario in 6/8.

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Descrizione delle usanze e delle modalità del fidanzamento che avveniva tramite un ambasciatore (lu ruffianë); il corredo e l’elenco della dote; le stare e la processione con la consegna della dote; le nozze e il pranzo; la fuga dei fidanzati in mancanza del consenso dei genitori della sposa; il rientro dei fidanzati dalla fuga.

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I testi poetici delle due filastrocche di seguito recitate Tërëtuppë lu murtarë e Ndiendie ndiendè presentano una struttura strofica di versi di ottonari tronchi. Il ritmo verbale, in forma ternaria, presenta l’accento tonico anapestico.

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Recita dello scongiuro contro la sciatica e descrizione della relativa modalità esecutiva. Gli scongiuri possono essere considerati pratiche quotidiane: si tratta di antichi rimedi magici che, tramandati oralmente in forma segreta in alcuni momenti dell’anno, come il Natale, avevano la loro efficacia se eseguiti da chi nasceva con il velo (ossia ancora avvolti nel sacco amniotico). Le formule, che venivano recitate e cadenzate come le litanie, presentano elementi tematici in cui si associano il sacro ed il profano rivolgendosi ai santi protettori, alla Madonna nonché ad entità naturali come la luna e le stelle.

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Esecuzione di cinque indovinelli popolari con relative risoluzioni; con la loro funzione di gioco di società gli indovinelli hanno lo scopo di affinamento dell'intelligenza.

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Recita dello scongiuro contro il malocchio e descrizione della modalità esecutiva della pratica stessa. Gli scongiuri possono essere considerati pratiche quotidiane: si tratta di antichi rimedi magici che, tramandati oralmente in forma segreta in alcuni momenti dell’anno, come il Natale, avevano la loro efficacia se eseguiti da chi nasceva con il velo (ossia ancora avvolti nel sacco amniotico). Le formule, che venivano recitate e cadenzate come le litanie, presentano elementi tematici in cui si associano il sacro ed il profano rivolgendosi ai santi protettori, alla Madonna nonché ad entità naturali come la luna e le stelle.

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