Sessa Aurunca1 1984 (12)
I canti di questua per Capodanno
Una selezione di brani che offre uno spaccato significativo del repertorio musicale tradizionale di Sessa Aurunca, comune della provincia di Caserta: registrazioni in presa diretta, raccolte sul campo, di alcune performance musicali durante i rituali legati ai festeggiamenti per la festa di San Silvestro, il primo gennaio del 1984.
Non vi sono notizie certe sull'autore di queste registrazioni (negli appunti di Leydi si legge la titolarità di TVC-HIFI STEREO CENTER ROCCO, probabilmente una radio libera o un centro di registrazione dell'epoca).
Dal Natale alla Pasqua, dal Capodanno al Carnevale, non c’è festività che non veda la popolazione di Sessa Aurunca vivere momenti d'intensa partecipazione popolare. E proprio negli ultimi giorni dell'anno, in occasione dei riti legati alla festa di San Silvestro, la tradizione aurunca vive da sempre una tappa fondamentale. Come riconosce Roberto De Simone il Capodanno appare come un vero e proprio rito di passaggio, che vede da parte della comunità la commemorazione della fine dell'anno e l'inizio del nuovo, e con essa l'esorcizzazione del vecchio e la benedizione di ciò che verrà.
In questa sentita tradizione popolare determinante è stata la trasmissione orale, ma anche l'uso di strumenti musicali che servono a dare vita alla celebrazione dell'evento. Strumenti musicali semplici, costruiti artigianalmente dagli stessi esecutori, caratterizzano ancora oggi questa particolare liturgia, impermiata intorno al canto del Buco Buco.
Di quest'ultimo, un canto di strina che viene eseguito da squadre di musicisti, detti bucobuchisti, ritroviamo nella raccolta tre diverse versioni, una esclusivamente strumentale, mentre le altre due presentano una rielaborazione diversa del testo originale. Le squadre, in competizione, sfoggiando divise diverse per essere riconoscibili, costumi che variano, di anno in anno, per ogni squadra impegnata ad offrire le voci migliori, il maggior numero o la migliore qualità possibile degli esecutori, organizzati in una sorta di banda musicale, alla ricerca di un'offerta. Ad accomunarli il canto, nel testo come nella melodia, e lo strumento che dà il nome al rito: il buco buco, strumento principe della liturgia e che conduce il canto. Si tratta di un tamburo a frizione, putipù, che nel casertano ha come denominazione locale quella appunto di buco buco.
Questo membranofono è accompagnato da molti altri strumenti: varie tipologie di idiofoni a raschiamento e a frizione, dal tricchebballacche allo scetavajasse; membranofoni di varie dimensioni, dalla tammorra alla grancassa; ma anche fisarmoniche, piatti, trombe, chitarre, mandolini e molti altri.
La partecipazione è prettamente maschile e vige una sorta di gerarchia e di apprendistato all'interno delle squadre dei bucobuchisti. Interessante è osservare come nell'anno 2008, per la prima volta nella memoria fino a noi giunta di questa tradizione, una donna abbia preso parte ad una delle squadre nel ruolo, centralissimo, di cantante, generando stupore e curiosità all’interno della comunità sessana.
Quella di Sessa Aurunca non è l'unica forma di tale canto ancora eseguita. Il comune consta di un numero molto elevato di frazioni, in alcune delle quali vengono eseguite differenti forme di canti di questua, tra cui il più particolare e conosciuto è il Buco Buco di Corigliano.
In questa raccolta oltre al Buco Buco, fulcro dei festeggiamenti di fine anno ma non unico canto messo in scena, sono documentati altri momenti del rito: nei punti più sfrenati della condivisione comunitaria dei festeggiamenti, venivano eseguiti vari brani della tradizione classica napoletana, versioni riadattate alla musicalità degli strumenti tradizionali dell'area casertana. Tale fusione di repertori diversi si può ancora oggi osservare negli attuali festeggiament
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Descrizione
Testo: Gentilissimi miei signori
noi a voi facciamo inchino
con sincero di vero cuore
e come afflitti pellegrini
con sincero di vero cuoreCoro:
con sincero di vero cuore
e come afflitti pellegrini
A Beetlemme noi siamo stati
la capanna a visitare
con il giudeo di Gerusalemme
più non si riesce a camminare
Coro:
con il giudeo di Gerusalemme
più non si riesce a camminareVisitato abbiam la grotta
dove è nato il divino Agnello
è nato al cuore di mezzanotte
tra il boe e l’asinelloCoro:
è nato al cuore di mezzanotte
tra il boe e l’asinelloCentoquarantaquattromila
di fanciulli già pigliati
furono posti a fila a fila
e come agnelli immacolati
Coro:
furono posti a fila a fila
e come agnelli immacolatiCostantino l’Imperatore
era lebbroso di natura
per guarire suo malore
ora sentitene la curaCoro:
per guarire suo malore
ora sentitene la curaPer guarire il suo malore,
ci vuole il sangue degli innocenti
solo l’acqua battesimale
e solo quella lo potrà salvareCoro:
solo l’acqua battesimale
e solo quella lo potrà salvareMentre Messa lui diceva
poche rape seminava
molte rape raccoglieva
per i soldati da dar a mangiareCoro:
molte rape raccoglieva
per i soldati da dar a mangiareI soldati tutti stupiti
che San Silvestro questo faceva
e per maggiore del loro stupore
furono cotte e già mangiateCoro:
e per maggiore del loro stupore
furono cotte e già mangiateE arrapiteci che sti porte
e se ce le volete aprire
simm gente ca’ crianza
na cos’è nient c’è accuntentamm’Coro:
simm gente ca’ crianza
na cos’è nient c’è accuntentamm’Quanto onore abbiamo avuto
in questa casa siamo venuti
e guardateci e tenitece a mente
ca simm tutta brava genteCoro:
e guardateci e tenitece a mente
ca simm tutta brava genteA padrona ‘e chesta casa
mo ce caccia na bbona spasa,
d’auciat’e susamiegli
e nu bichier ‘e vino bbuonoCoro:
d’auciat’e susamiegli
e nu bichier ‘e vino bbuonoBuco buco ed il violino
con chitarre e mandolino
mamme e figli tutti riuniti
e se ne andarono a MessinaCoro:
mamme e figli tutti riuniti
e se ne andarono a MessinaSiamo stati in una bottega
baccalà senza moneta
e la bocca ancor ci fete
e ci arraggiamo dalla seteCoro:
e la bocca ancor ci fete
e ci arraggiamo dalla seteNoi a Roma siamo stati
a visitare il Santo Padre
e al ritorno che noi faremo
un bel regalo ti porteremoCoro:
e al ritorno che noi faremo
un bel regalo ti porteremoCoro:
d’auciat’e susamiegli
e nu bichier ‘e vino bbuonoE sperlonga, mia sperlonga
e pe’ fino alla Maddalena
e che Dio te la guarda
e questa bella tua moglieraCoro:
e che Dio te la guarda
e questa bella tua moglieraE sperlonga, mia sperlonga
e pe’ fino a Santo Vito
e che Dio te lo guardi
questo bello tuo maritoCoro:
e che Dio te lo guardi
questo bello tuo maritoE sperlonga, mia sperlonga
e pe’ fino a San Giovanni
e che Dio te li guarda
ai vostri figli e a tutti quantiCoro:
e che Dio te li guarda
ai vostri figli e a tutti quantiE cantanno pè tutta Sessa
e cantann la nostra sorte
siamo giunti alla fine dell’anno
e siamo salvi dalla morteCoro:
siamo giunti alla fine dell’anno
e siamo salvi dalla morteOggi è calato l’anno vecchio
e domani è l’anno nuovo
e comma ci simmo arrivati avuanno
ci arriveremo acca a cientanniCoro:
e comma ci simmo arrivati avuanno
ci arriveremo acca a cientannie comma ci simmo arrivati avuanno
ci arriveremo acca a cientanniOi Maronna,
che ‘in Paradiso staje
tenim chesta casa
te voglio bene e vuai
buco buco e San Silvestro
ca nui facimmo festa
e a festa nun se fabuco buco vo cammenà
Uno,
due
tre,
quattro,
cinque,
sei,
sette,
otto,
nove,
dieci!Il Buco Buco di Sessa Aurunca (Caserta) è un canto di strina che viene eseguito il 31 dicembre da squadre di musicisti, detti bucobuchisti, che in competizione tra loro, dal tramonto, girano per il paese alla ricerca di un'offerta ('a 'nferta), un tempo esclusivamente di tipo alimentare, proponendo in cambio il canto beneaugurante.
La strina è, infatti, il canto di questua che accompagna la nascita del nuovo anno, benedicendo la famiglia e di buon auspicio per raccolti abbondanti. Il canto è principalmente corale, ma in alcune versioni, come questa, viene eseguito con l'alternarsi di una voce principale e di un coro a più voci, tutte maschili. Il testo vede il fondersi del racconto dell'avvento di Gesù Cristo con versi beneaugurali ed altri nei quali viene palesata la richiesta di un'offerta. In ogni performance il testo viene rielaborato dal cantore, il quale a seconda dell'occasione modifica l'ordine e il numero delle strofe e, in alcuni casi, anche alcune parole (fenomeno che si può notare confrontando il testo di questa traccia con quello della traccia 06).
Lo strumento principe di questo rito e che conduce il canto è il tamburo a frizione, putipù, conosciuto nel casertano come buco buco, denominazione locale che dà il nome anche al rito e al componimento musicale. Questo membranofono è accompagnato da molti altri strumenti, con i quali va a formare un corpo bandistico. Quest'ultimi includono varie tipologie di idiofoni a raschiamento e a frizione, dal tricchebballacche allo scetavajasse; membranofoni di varie dimensioni, dalla tammorra alla grancassa; ma anche fisarmoniche, piatti, ottoni, cordofoni, strumenti ad ancia e molti altri.
Quella di Sessa Aurunca non è l'unica forma di questo canto ancora eseguita. Il comune consta di un numero molto elevato di frazioni, in alcune delle quali ricorrono differenti forme di canti di questua, il più particolare e conosciuto è il Buco Buco di Corigliano. - Durata 10:03
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, fisarmonica, grancassa, piatti, ottoni, voci maschili
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
Esecuzione di una serie di melodie napoletane, solo strumentali.
- Durata 02:26
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, grancassa, piatti, ottoni, voci maschili
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Audio
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Descrizione
Esecuzione di una melodia napoletana, una marcetta, solo strumentale.
- Durata 02:14
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, grancassa, piatti, ottoni
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Audio
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Descrizione
Quattro diversi componimenti musicali proposti in un'esecuzione continua e strumentale. Soltanto l'ultimo brano presenta l'accompagnamento di un coro di voci maschili. Il primo componimento appartiene al repertorio della musica napoletana classica, dal titolo Comme facette mammeta, composto nel 1906 da Salvatore Gambardella. Il secondo, un classico della tradizione popolare laziale, è La società dei magnaccioni, risalente alla fine dell'Ottocento, inizi Novecento di autore ignoto. Segue 'O surdato 'nnammurato, testo scritto dal poeta Aniello Califano e musicato da Enrico Cannio nel 1915.
- Durata 03:39
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, grancassa, piatti, ottoni, voci maschili
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Audio
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Descrizione
Melodia del famoso brano, di autore ignoto, Addio mia bella addio, conosciuto anche con il titolo L'addio del volontario toscano o La partenza del soldato. Il testo del canto, raccolto sul campo, risulta diverso da quello originale attribuito al poeta Carlo Alberto Bosi, del 1848. La performance vede un coro di voci maschili sulle note eseguite dai tipici strumenti musicali della tradizione di Sessa Aurunca e ricorrenti nelle altre esecuzioni svolte durante le celebrazioni per il Capodanno.
- Durata 01:18
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, grancassa, piatti, ottoni, voci maschili
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
Il Buco Buco è un canto di strina che viene eseguito il 31 dicembre da squadre di musicisti, detti bucobuchisti, che in competizione tra loro, dal tramonto, girano per il paese alla ricerca di un'offerta ('a 'nferta), un tempo esclusivamente di tipo alimentare, proponendo in cambio il canto beneaugurante. La strina è, infatti, il canto di questua che accompagna la nascita del nuovo anno, benedicendo la famiglia e di buon auspicio per raccolti abbondanti. Il testo vede il fondersi del racconto dell'avvento di Gesù Cristo con versi beneaugurali ed altri nei quali viene palesata la richiesta di un'offerta. In ogni performance il testo viene rielaborato dal cantore che, a seconda dell'occasione, modifica l'ordine e il numero delle strofe e, in alcuni casi, anche alcune parole (come si può notare confrontando il testo di questa traccia con quello della traccia 01). Lo strumento principe di questo rito e che conduce il canto è il tamburo a frizione, putipù, conosciuto nel casertano come buco buco, denominazione locale che dà il nome anche al rito e al componimento musicale. Questo membranofono è accompagnato da molti altri strumenti con cui forma un corpo bandistico. Quest'ultimi comprendono varie tipologie di idiofoni a raschiamento e a frizione, dal tricchebballacche allo scetavajasse; membranofoni di varie dimensioni, dalla tammorra alla grancassa; ma anche fisarmoniche, piatti, ottoni, cordofoni, strumenti ad ancia e molti altri. In questa esecuzione, c'è l'alternarsi di una voce principale maschile accompagnata in alcuni versi da un coro di voci, anch'esse maschili. La traccia sonora rileva gli applausi da parte del pubblico durante l'esecuzione, rivelandone la natura di documento sonoro raccolto sul campo.
- Durata 09:26
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, fisarmonica, voci maschili
- Autore Non indicato
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Descrizione
Esecuzione di una delle più famose canzoni natalizie della tradizione anglosassone, scritta da James Pierpont nel 1857. Solo strumentale, presenta nelle prime battute l'accompagnamento dello scacciapensieri, strumento musicale conosciuto anche con il nome di tromba degli zingari.
- Durata 01:55
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: pianola, scacciapensieri, batteria, ottoni
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
Il Buco Buco è componimento musicale eseguito il 31 dicembre da squadre di musicisti, detti bucobuchisti, che in competizione tra loro, dal tramonto, girano per il paese alla ricerca di un'offerta ('a 'nferta) un tempo esclusivamente di tipo alimentare, proponendo in cambio il canto beneaugurante. Il brano qui riportato vede la sola esecuzione strumentale. Lo strumento principe di questo rito e che conduce il canto è il tamburo a frizione, putipù, che nel casertano ha la denominazione locale di buco buco. L'associazione di una membrana (elemento femminile) a di un bastone (elemento maschile) conferisce allo strumento un carattere ermafrodito, mentre il modo di suonarlo simboleggia l'atto sessuale [P.E. Simeoni, R. Tucci (a cura di), Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari Roma. La collezione distrumenti musicali, Roma, Cataloghi dei musei e gallerie d’Italia, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1991, p. 185], caratteristiche queste che lo legano in modo particolare alla fertilità e alle cerimonie di iniziazione. Per suonare il putipù occorre bagnare continuamente la membrana e la canna. Sostenendo il recipiente, con il braccio sinistro, o poggiandolo sul suolo se di grandi dimensioni, si fa scorrere la mano destra, bagnata o munita in una pezzuola inumidita, lungo la canna, con un movimento continuo alternato verso l'alto e verso il basso. Il suono è generato dalle vibrazioni della membrana trasmesse dalla canna ed amplificate dal risuonatore. Questo membranofono è accompagnato da molti altri strumenti, con i quali va a formare un corpo bandistico: varie tipologie di idiofoni a raschiamento e a frizione, dal tricchebballacche allo scetavajasse; membranofoni di dimensioni diverse, dalla tammorra alla grancassa; ma anche fisarmoniche, ottoni, cordofoni, strumenti ad ancia e molti altri.
- Durata 03:11
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, fisarmonica, grancassa, piatti, ottoni, voci maschili
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
Valzer, solo strumentale, eseguito con strumenti musicali tipici della tradizione di Sessa Aurunca e ricorrenti nelle esecuzioni per il Capodanno.
- Durata 01:38
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, ottoni, grancassa, fisarmonica
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
Esecuzione della famosa canzone, 'O sarracino, di Renato Carosone sul testo di Nicola Salerno del 1958. Con l'accompagnamento di un coro di voci maschili e di strumenti musicali tipici della tradizione di Sessa Aurunca e ricorrenti nelle esecuzioni per il Capodanno.
- Durata 02:22
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, piatti, ottoni
- Autore Non indicato
- Genere Audio
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Descrizione
Due diversi componimenti musicali proposti in un'esecuzione continua e solo strumentale. Il primo è il brano dal titolo Marina, composto da Rocco Granata nel 1959. Il secondo appartiene al repertorio della musica napoletana classica: ’O surdato ‘nnammurato, con parole del poeta Aniello Califano e musica di Enrico Cannio, 1915. Con l'accompagnamento di strumenti musicali tipici della tradizione di Sessa Aurunca e ricorrenti nelle esecuzioni in occasione del Capodanno.
- Durata 04:42
- Data Domenica, 01 Gennaio 1984
- Luogo Sessa Aurunca
- Provincia Caserta
- Regione Campania
- Esecutore Anonimi: putipù, tricchebballacche, grancassa, piatti, ottoni, voci maschili
- Autore Non indicato