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Archivio Sonoro

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Fondo Castigliego (90)

Registrazioni e interviste sulla serenata nel Gargano.

Documenti rilevati a Carpino, tra il novembre 2006 e il giugno 2009 ad eccezione di un'intervista ad Andrea Sacco del 2001, con testimonianze sulle serenate e le occasioni di musica e ballo sociale di una cultura agro-pastorale, raccolte dalle voci di alcuni degli esecutori più autorevoli del luogo. La raccolta contiene interviste sulla cultura locale, sugli usi e costumi del corteggiamento e il ruolo che la musica ricopriva per determinati gruppi sociali (principalmente pastori e contadini). Sono presenti varie registrazioni delle forme di accompagnamento musicale utilizzate nelle serenate e nelle feste per il ballo della tarantella: la rudianellë, la rudianë, il canto alla viestesanë, forme di accompagnamento in maggiore; e la mundanarë, forma di accompagnamento in minore. Inoltre, è documentata un’esecuzione della canzonë, la parte centrale e più articolata della serenata di Carpino, ormai del tutto desueta: questo canto a distesa, con lunghe note tenute e passaggi melismatici, era di solito eseguito da due cantori su accompagnamento della sola chitarra battente, a volte, tuttavia, si introducevano anche passaggi sui bassi della chitarra francese come abbellimento negli interludi strumentali.
Gli strumenti utilizzati nel repertorio carpinese contraddistinguono una sorta di “impronta sonora” del luogo: la chitarra battente di Carpino, strumento principe della tradizione, e la chitarra classica o folk, denominata francese per distinguerla dalla battente. Nelle serenate non erano presenti percussioni, come emerge dalle interviste agli esecutori: il tamburello e le castagnette erano utilizzati esclusivamente nell’accompagnamento alla danza.
La serenata a Carpino, come in altri luoghi del Gargano, aveva una struttura esecutiva ben definita e imprescindibile: doveva iniziare con il permesso, continuare con sonetti d’amore, eseguire la parte centrale della canzonë, le scuse, e infine la buonasera (il saluto finale). Il repertorio offre una serie di testi congeniali ai vari momenti, utilizzati all’uopo dagli esecutori più esperti. Nelle rilevazioni si trovano molteplici esempi di queste parti della serenata d’amore, eseguite e commentate dagli informatori.
A Carpino i testi del repertorio tradizionale sono chiamati sunettë (sonetti), ma non vanno intesi nel senso classico e colto della definizione di sonetto, piuttosto, fanno riferimento allo strambotto, più diffuso nei canti popolari del meridione d’Italia e del Gargano. I sunettë si dividono in due tipologie: sunettë d’amore, utilizzati nelle serenate e sull’accompagnamento al ballo della tarantella, con testi benevoli e amorosi; sunettë di sdegno, denominati anche stramurtë, cantati nelle serenate di scontro portate alle ragazze che rifiutavano le attenzioni di uno spasimante, per riscattare in qualche modo promesse non mantenute e torti subiti, o ancora, utilizzati contro rivali in amore. Nella raccolta si trovano diversi esempi di sonetti di sdegno, molteplici spiegazioni sul loro uso, e la loro funzione in alcuni casi determinante, nelle dispute violente e nella soluzione di conflitti.

 

  • Genere Audio

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