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Archivio Sonoro

Ex-contadino ed ex-metalmeccanico, quinta elementare. (...) Aldo, snaguigno, sicuro di sé, fiero ed orgoglioso delle sue tradizioni, felice solo quando poteva cantare insieme ai compagni (...) Cantava accompagnandosi con il triangolo tutta la serie dei canti rituali di questua della tradizione orale marchigiana, dalla Pasquella alla Passione al Cantamaggio ma non disdegnava, in ogni occasione, di proporre a gola spiegata la godibilissima Catarinella (...) per la quale era diventato celebre, e ch einterpretava in modo eccezionale, nonostante il tema decisamente licenzioso, con incontenibile gioia e soprattutto estrema eleganza. (...) In coppia con Nardino Beldomenico, costituiva un fenomeno estremamente interessante di revival interno: infatti vneivano chiamati sempre più spesso a feste e rassegne popolari, dove proponevano, con grande successo e simpatia, il loro vasto repertorio di canti e tradizioni popolari

Gastone Pietrucci, Aldo Gobbi, la voce, l'organetto e la memoriaFoglie d'album 2009, per la 24a edizione del Monsano Folk Festival

Nato a Jesi, dove è morto nel 1979. Ha fatto sempre il contadino. prima a San Paolo di Jesi, poi a Santa Maria del Colle, tutte frazioni di Jesi, infine a Monsano. Ha coneguito la terza elementare. In gioventù, "quando era bello", è andato sempre a cantare i i canti rituali di questua della Pasquella e della Passione (anche durante il periodo fascista, nonostante il divieto del regime), accompagnandosi con il triangolo (i timpani, come diceva lui).

Ho fatto inchiesta con lui dal 1976. Era una miniera preziosa di informazioni, di canti, di notizie della nostra tradizione orale. Aveva immediatamente compreso quello che andavo cercando e, sin dal nostro primo incontro, favorito dal figlio Mario, ha collaborato moltissimo. 

E' stato lui, praticamente, il primo a farmi conoscere e amare le nostre tradizioni, la nostra comune cultura popolare.

Gastone Pietrucci, Cultura popolare marchigiana. Canti e testi tradizionali raccolti nella Vallesina, Jesi, 1985, p. 508.


pietrucci
Seguendo esempi e suggestioni intime e familiari – sua madre Adelaide è una delle sue prime informatrici , Gastone Pietrucci si laurea con Gastone Venturelli, nel 1978, con una tesi sulla “letteratura tradizionale orale marchigiana e spoletina”, i cui risultati sono poi confluiti in parte nel volume Cultura popolare marchigiana, “sicuramente la più ampia e organica raccolta di canti popolari che vantino le Marche” (G. Venturelli).
La sua ricerca e studio dei repertori popolari si intreccia, inestricabilmente, con la storia del  gruppo di canto popolare La Macina, da lui fondato nel 1968, ed è sfociata in altre rilevanti iniziative di studio ed animazione, con all’attivo l’organizzazione e la cura di numerose rassegne, tra le quali quella della Pasquella di Montecarotto, della Passione di Polverigi e del Monsano Folk Festival. Un’attività, dunque, interamente svolta in quella zona di confine dove la ricerca illumina e ravviva lo spettacolo, la cui originalità è stata segnalata da un sicuro esperto in materia come Roberto Leydi:

“Tra i numerosi gruppi che, negli ultimi anni, hanno cercato di animare il secondo folk revival italiano… quello marchigiano de La Macina occupa un posto a parte e (a mia conoscenza) unico. E ciò, non tanto e soltanto per la sua longevità, quanto per altre caratteristiche. E tre sopra le altre. In primo luogo il suo radicamento in un territorio, fisico e culturale, delimitato e preciso, cioè le Marche. Un radicamento che si realizza non soltanto nella scelta dello stile e del repertorio…, ma anche nell’impegno ad operare attivamente, continuativamente, direi (ed è, secondo me, un complimento) umilmente entro il suo proprio spazio culturale ed umano, a contatto con quelle comunità cui la musica che La Macina propone appartiene. Certo, il gruppo guidato da Gastone Pietrucci ha acquisito un rilievo e una stima che vanno oltre i confini marchigiani, ma questa proiezione nazionale ed internazionale non ha preso il sopravvento sradicando La Macina dallo spazio entro il quale è nata e ha trovato ragione e materiale per realizzarsi musicalmente… E questa vocazione locale ci propone la seconda caratteristica del lavoro de La Macina: inglobare nel proprio manifestarsi, rispettandoli, cantori e musicisti della tradizione… Porsi, cioè, a confronto con quanti alla tradizione appartengono e la possiedono. E ciò a differenza di altri gruppi che, anche quando citano la fonte delle loro esecuzioni, per attestarne l’autenticità non ci consentono mai di sentire il suono o la voce di questi testimoni resi muti. Vi è poi la terza caratteristica de La Macina, connessa alle altre due: essersi fatta promotrice di vive iniziative nelle quali protagonisti sono i cantori e i musicisti tradizionali e di manifestazioni che hanno concretamente contribuito a rivitalizzare, in contesti non impropri, scadenze rituali che così hanno trovato ragione di conservarsi nonostante le trasformazioni economiche, sociali e culturali che hanno modificato la vita delle Marche”.

dario-toccaceli
Dario Toccaceli nasce nel 1943 ad Acquaviva di Cagli da famiglia contadina. Nel 1946 si trasferisce a Roma dove, nei primi anni Sessanta, si diploma in Scienze delle Telecomunicazioni presso l’Istituto G. Galilei.

Per campare, lavora, fino al pensionamento, nel settore delle materie plastiche. Per vivere, invece, si interessa, fin dalla prima giovinezza, di ricerca sul campo della musica popolare, influenzato dalla madre e dai nonni materni, che sono i primi portatori di canti che ha modo di ascoltare, apprezzare e registrare su nastro magnetico usando un piccolo registratore amatoriale. A questo unisce il piacere di esibirsi, accompagnandosi con la chitarra, al FolkStudio di Roma, allora frequentato dalla nuova canzone d’autore italiana e dalla comunità internazionale di cantanti folk, alla quale spesso si unisce.

Negli anni mantiene un rapporto molto stretto con il paese di origine, continuando le ricerche di musica popolare nei centri limitrofi alla zona di Cagli e nelle Marche centrali e meridionali. Da queste ricerche derivano anche i brani pubblicati in Marche 1-Musica Tradizionale del Maceratese, nella collana “I Suoni” della Cetra, diretta da Diego Carpitella. Oltre che nelle Marche, ha realizzato numerose campagne di ricerca in altre regioni italiane, con una presenza più continuativa in Sardegna.

arcangeli
Musicologo e compositore, nato a Foligno nel 1944.
Laureato in Lettere moderne con una tesi di trascrizione e analisi dei Canti popolari di tradizione orale in Umbria (Istituto di Etnologia e Antropologia culturale dell’Università di Perugia, 1968, relatore Tullio Seppilli), ha studiato composizione, musica corale e direzione di coro con Luciano Chailly e Roman Vlad presso il Conservatorio della stessa città, diplomandosi nel 1971. Ha condotto ricerche etnomusicologiche nelle Marche e nel Friuli su commissione dell’AELM (Archivio Etnico Linguistico-Musicale della Discoteca di Stato), e successivamente nel Lazio, occupandosi in particolare dei canti del lavoro monodici e polivocali e della polifonia paraliturgica, anche in collaborazione con Diego Carpitella, Roberto Leydi, Pietro Sassu. Dal 1976 al 1983 ha tenuto seminari di etnomusicologia presso la Facoltà di Lettere di Perugia, seguendo anche la preparazione di diverse tesi di laurea. E’stato per otto anni vice-presidente della SIE, la Società Italiana di Etnomusicologia; è membro del Comitato scientifico degli ‘Archivi Sassu’ di Sassari.

Dal 1971 ha lavorato all’Istituto musicale “Giulio Briccialdi” di Terni, pareggiato dal ’74 ai Conservatori di Stato, dove è stato professore di Storia ed estetica della musica, direttore incaricato dal 1997 al 2007, confermato per il triennio accademico 2007/10 con nomina ministeriale. Fondatore nel 1976 dell’Unione dei musicisti umbri (Umu sintesi); consulente della Regione dell’Umbria negli anni ‘80 per la didattica di base e per le attività musicali; consulente per la ricerca etnomusicale del Ccbc della Provincia di Viterbo dall’83 all’89; direttore artistico di stagioni concertistiche e festival umbri, in particolare per la musica medioevale, rinascimentale/barocca e contemporanea.

È autore di partiture orchestrali, corali e per ensemble, per danza, per il teatro musicale e di prosa, per la radio e la televisione