18 Un popolo di formiche (T. Fiore) - lettura R. Cucciolla
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Descrizione:
Se ti viene per caso qualche vecchio intelligente e sentenzioso, ti farà, per ottenere qualcosa, l’indovino, il profeta, il consigliere, il novellatore, il poeta, se pure non si spingerà nelle pratiche più difficili della divinazione del futuro. Sempre ti dirà di guardarti dal prossimo di Dio, e che chi ti ha voluto bene ti andrà in faccia al naso, e questo significa che non bisogna partecipare alla vita politica, non scrivere, non parlare, perché da noi quelli che vi partecipano rovinano sempre sé e le loro famiglie, gli onesti, s’intende; sempre sentenzierà che il mondo oggi è un mondo… chi serpente, chi leone, chi tigre… volpi no; son troppo miti bestiole, pel nostro contadino, per entrare nel ceto civile. Fa poi da indovino alle ragazze di casa dei segreti del loro cuore e cerca di allietarle e interpreta anche i sogni e dà notizia dei morti, e che ha sognato la mamma vestita di velluto tutto infiorato, segno di gloria, che gli portava un regalo di uva nera, segno di lutto, che però io non mangiavo, segno che non ci sarà un altro morto, ma era molto triste e cioè vuole suffragi per la sua anima; e le donne lagrimano mentre quegli suggerisce i numeri pel lotto. Mescolerà anche oscure storie di diavoli coi cavalli di bronzo, dell’uomo dalla barba bianca, di Luciferre e dell’anticristo, figlio della monaca e del monaco segreto, dei sett’anni di buona annata, della fine del mondo, quando la terra sarà bruciata sette palmi, e che Iddio ha creato il povero e il ricco, ed il povero deve campare di sotto al ricco. (...)
Tommaso Fiore, Un popolo di formiche, Laterza, Bari 1951. Il brano è tratto dalla Lettera II a Piero Gobetti. - Durata: 03:46
- Data: Sabato, 14 Gennaio 1978
- Luogo: Bari
- Provincia: Bari
- Regione: Puglia
- Esecutore: Riccardo Cucciolla (Bari, 5 settembre 1924 – Roma, 17 settembre 1999)
- Autore: Giovanni Rinaldi