12 Gramsci e il folclore (De Martino) - lettura R. Cucciolla
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Proprio negli anni che seguirono la Liberazione, in occasione della mia attività politica in Puglia come segretario della Federazione socialista di Bari e come commissario di quella di Lecce, mi accadde di incontrarmi con un’umanità che fin allora aveva avuto per me un’esistenza sostanzialmente convenzionale, quale potevano offrirmela la letteratura meridionalistica, la tradizionale storiografia etico-politica, e le assai noiose e frigide scritture folkloristiche. Il primo incontro fra la civiltà occidentale e i “primitivi” dell’ecumene si compì attraverso i conquistatori, i commercianti, i missionari, i funzionari coloniali: e non sostanzialmente diverso fu l’incontro fra lo Stato italiano e l’etnos del Mezzogiorno e delle isole, il dolorante mondo dei suoi contadini e dei suoi pastori. Ma io entravo nelle case dei contadini pugliesi come un “compagno”, come un cercatore di uomini e di umane e dimenticate istorie, che al tempo stesso spia e controlla la sua propria umanità, e che vuol rendersi partecipe, insieme agli uomini incontrati, della fondazione di un mondo migliore, in cui migliori saremmo diventati tutti, io che cercavano e loro che trovavo. L’esser fra di noi “compagni”, cioè l’incontrarci per tentare di essere insieme in una stessa storia, costituiva una condizione del tutto nuova rispetto al fine della ricerca etnologica, cioè al fine di rammemorare anche quella loro storia passata che non poteva in modo immediato essere attuale e comune, e che, in ogni caso, era da ricacciare lontano e da sopprimere.
Ernesto De Martino, Gramsci e il folklore, in “Il Calendario del Popolo”, a. VIII, n. 91 (1952) p. 1109 - Durata: 01:56
- Data: Sabato, 14 Gennaio 1978
- Luogo: Bari
- Provincia: Bari
- Regione: Puglia
- Esecutore: Riccardo Cucciolla (Bari, 5 settembre 1924 – Roma, 17 settembre 1999)
- Autore: Giovanni Rinaldi