Con la svolta antropologica maturata soprattutto dopo l'arrivo nel gruppo di Paolo Apolito, il Teatrogruppo avviò a partire dal 1974 un'intensa attività di ricerca sul campo che, finalizzata a orientare e nutrire la proposta artistica, si svolse prevalentemente nelle province di Salerno e Avellino, con un'attenzione particolare al Cilento e all'Irpinia ma senza trascurare le diramazioni territoriali dei repertori progressivamente acquisiti anche oltre i confini regionali, come attestato dalla raccolta relativa a Lagonegro.
Ad animare questa attività furono, tra gli altri, Carlo Vassallo, uno dei fondatori del gruppo, e Ciro Caliendo, sopraggiunto proprio in quegli anni (il cui archivio privato sarà presto acquisito e restituito, in questo spazio, a una fruizione pubblica). Tra gli esiti più rilevanti sono senz'altro le indagini condotte nel Cilento, con un'ampia quanto estremamente rara documentazione sui repertori per zampogna e chitarra battente, e le ricerche finalizzate a verificare la persistenza di tradizioni relative ai Carnevali, confluite poi nell'elaborazione artistica del secondo LP. Un'attività di ricerca, peraltro, animata dagli stessi propositi di rinnovamento culturale e sociale che sorreggevano l'attività artistica, e significativamente nata in una reciprocità dialogica e di scambio che superava la distanza tra ricercatori e informatori. Emblematico al riguardo quanto capitato al gruppo a San Marzano sul Sarno, dove era stato chiamato dalla Federbraccianti a tenere una serie di incontri-concerti con i lavoratori agricoli. Durante uno di questi spettacoli, il gruppo intona un canto registrato poco prima nella zona, A miseria d’a casa mia, che viene presto ripreso e rilanciato dai braccianti-spettatori, non solo con le voci ma anche con tamburelli e tammorre, trasformando l'esibizione in una festa collettiva: a rafforzare tale disposizione dialogica, poco dopo, il concerto viene replicato presso la sede del Teatrogruppo - un garage in via Calenda - ma a ruoli rovesciati, con quegli stessi braccianti a riproporre ai componenti del gruppo, ora in veste di spettatori, numerosi canti e musiche poi inseriti stabilmente nel repertorio del Teatrogruppo.
Il fondo, ricco ed articolato, è ancora in corso di catalogazione.