02 Intervista, parte 2
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Descrizione:
Le persone qui intervistate sono principalmente due: il primo si chiama Zì ‘Ntonio ovvero "zio Antonio" (in ambito popolare è uso comune, anche in segno di rispetto, indicare i vecchi come "zii", classe 1892; anche lui, che non ha mai partecipato in prima persona (vi prendeva parte però il fratello), racconta, aiutato nel ricordo da altre persone presenti, che prima del 1924 si facevano solo la Zeza e le macchiette e non lo ’ntreccio. L’intreccio delle viti rappresenta simbolicamente, a suo avviso, il ballo che è appunto "intrecciato". L’altro intervistato, del quale purtroppo non conosciamo il nome, racconta di aver partecipato in passato alla rappresentazione facendo "la giovane" (si riferisce al personaggio di Rusetta, figlia di Zeza, nella Vecchia Vedova). Secondo lui la rappresentazione si fa da duecento o "minimo centocinquanta anni", e anticamente dicevano che era "un’operetta". Le parole sono da sempre le stesse, quello che hanno tentato di cambiare è la pronuncia, cercando di italianizzare il testo che però a suo avviso "bisogna cantare in dialetto". Accenna quindi a cantare una parte della Vecchia vedova e zitella, la ricorda a memoria, nessuno l’ha mai scritta, si trasmette dai vecchi ai giovani. Racconta che si provava in casa tutte le sere un mese prima della rappresentazione e i vecchi "concertavano", istruendo i più giovani e assegnando le parti. Una volta imparata si poteva uscire per eseguirla nelle piazze dei vari paesi o frazioni dove ci si recava nel periodo di carnevale (S. Giorgio, Casali, S. Clemente, Nocera, ecc.). Le donne non partecipano alla rappresentazione perché il paese è troppo "impiccioso" (nel senso di "difficile" e "pettegolo") e quindi le madri non vogliono che le proprie figlie vi prendano parte. Racconta poi che prima era proibito ricevere offerte in denaro durante il tragitto da loro percorso e nel corso della rappresentazione, si potevano avere solo cibi e bevande. Riferisce a tal proposito che un anno andarono a Nocera per fare la rappresentazione da Gabriele Gambardella, proprietario di una fabbrica, il quale offrì loro "taralli, vino e liquore". Lui ha iniziato a partecipare negli anni ’30.
- Durata: 13:47
- Data: Martedì, 06 Marzo 1973
- Luogo: San Potito
- Provincia: Salerno
- Regione: Campania
- Esecutore: Zì ‘Ntonio: voce, anonimo: voce maschile
- Autore: Paolo Apolito