L’attività di ricerca di Valentino Paparelli prende il via dall’incontro con Alessandro Portelli, insieme al quale realizzerà un primo approfondito corpus di registrazioni nella Valnerina ternana. Il forte intreccio tra cultura contadina e operaia che caratterizzava, e caratterizza tuttora, questa parte della valle immediatamente a ridosso del grande polo industriale ternano e i fenomeni connessi di uso delle forme espressive contadine più arcaiche (canti del lavoro, serenate, ottava rima) per dare voce alle nuove esigenze di comunicazione e di lotta della classe operaia, convinsero i due ricercatori ad abbandonare presto l’approccio iniziale alla ricerca per trasformare la ricerca stessa in un progetto di intervento culturale.
L’operazione fu resa possibile, oltre che dalla situazione oggettiva, soprattutto dal coagularsi intorno alla ricerca medesima di un gruppo di informatori (Dante Bartolini, Americo Matteucci, Pompilio Pileri, Trento Pitotti, Luigi Matteucci) fortemente consapevoli della carica alternativa della propria cultura, che dettero vita al Gruppo della Valnerina, uno degli esempi più innovativi di riproposta della musica popolare da parte di gruppi di base in Italia. Questa esperienza è ampiamente documentata nel volume che Paparelli e Portelli hanno pubblicato con Squilibri nel 2011, La Valnerina ternana. Un’esperienza di ricerca-intervento). Nei due CD allegati sono contenute sia le registrazioni originali, sia le riproposte da parte di musicisti professionisti: Giovanna Marini, Lucilla Galeazzi, Canzoniere del Lazio, Almamegretta, ecc.
Valentino Paparelli ha poi continuato l’attività di ricerca sul campo nel resto della regione, focalizzando l’attenzione su alcune aree omogenee, come la Valnerina perugina, la dorsale appenninica umbro-marchigiana, il Narnese-Amerino, la Conca ternana, il lago Trasimeno, portando alla luce personaggi e repertori di assoluto interesse che sono alla base del suo L’Umbria cantata. Musica e rito in una cultura popolare, edito sempre da Squilibri nel 2009, un’opera che con le sue 350 pagine e i 4 CD allegati riconsegna per la prima volta alle comunità locali e agli studiosi un vasto patrimonio musicale e rituale, documentato in tutti i generi e le forme.
Insieme a Piero G. Arcangeli, al quale lo legano l’appartenenza alla stessa scuola, quella di Tullio Seppilli, la collaborazione nell’attività di docenza presso l’Istituto di Etnologia e Antropologia culturale dell’Università di Perugia ed esperienze di ricerca sul campo, ha curato, ancora per Squilibri, la pubblicazione della Raccolta 33 (Musiche tradizionali dell'Umbria) degli Archivi di Etnomusicologia dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con le registrazioni realizzate da Diego Carpitella e Tullio Seppilli nel 1956 ed avviato anche la pubblicazione della raccolta 37, poco prima di morire.