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Portelli, Valnerina Ternana (228)

Un'esperienza di ricerca-intervento attorno all'attività e alle storie di vita dei cantori del Gruppo della Valnerina

I materiali che compongono la serie "Valnerina ternana" sono stati raccolti negli anni Settanta e ruotano attorno all'attività e alle storie di vita dei cantori del Gruppo della Valnerina: Dante Bartolini, Americo Matteucci, Luigi Matteucci, Trento Pitotti, Pompilio Pileri, operai, contadini, antifascisti, riuniti dalla comune esperienza della Resistenza e della militanza nel Partito Comunista Italiano.
Dante Bartolini (1909-1979) ancor prima che come operaio alle Acciaierie di Terni e protagonista delle lotte che vi si svolsero, va ricordato come dirigente di primo piano della guerra partigiana nella Brigata "A. Gramsci" di Terni, col nome di battaglia di "Tito". Americo Matteucci (1919-2005), di Polino, operaio edile, fu sindaco comunista del suo paese per molte legislature; Luigi Matteucci (1925), di Polino, operaio, tra i principali esecutori del repertorio espressivo più antico della zona. Trento Pitotti (1915-1988), originario di Arrone, ha vissuto per diversi anni a Labro (Rieti): operaio, artigiano, manovale e bracciante, partecipa a tutte le lotte operaie del dopoguerra, ed è portatore di un importante repertorio di canti narrativi, canti rituali di questua (passioni, pasquarelle, stornelli per il maggio, canti per la festa di Sant'Antonio), cui si aggiungono numerosi canti della Prima guerra mondiale. Pompilio Pileri (1905-1987), di Polino, pastore, tra i migliori suonatori d'organetto della zona: il suo repertorio, attraverso profondi contatti e analogie con la tradizione espressiva musicale della campagna viterbese e dei Castelli Romani, deriva direttamente dal lavoro svolto (per un approfondimento sulla biografia di questi esecutori si veda A. Portelli, V. Paparelli, La Valnerina ternana. Un'esperienza di ricerca-intervento, Squilibri, Roma 2011).
In totale sono state effettuate registrazioni in 21 località di 7 comuni: Arrone (con le frazioni di Buonacquisto, Caroci, Castel di Lago, Castiglioni, Colle di Maggio, Rosciano, Vallecupa), Ferentillo (con le frazioni di Monterivoso, Fonte della Serpa), Montefranco, Morro (località in provincia di Rieti dove uno degli informatori, da Polino, si era traferito con la famiglia), Collicelli; Labro (località in provincia di Rieti dove uno degli informatori, da Arrone, si era traferito con la famiglia), Polino, Scheggino (in provincia di Perugia, ma attraverso un informatore residente a Terria, comune di Ferentillo), Terni (e Marmore, Papigno, Piediluco).
L'esperienza in Valnerina muove dal presupposto che la ricerca sul campo della musica e della cultura popolare non serva solo a fini di documentazione e di studio, ma sia anche un "intervento" destinato a trasformare la soggettività dei ricercatori, quanto degli interlocutori, e ad influire sul contesto sociale in cui ha luogo l'indagine e da cui scaturiscono le forme espressive, e ciò e ben evidente già nel primo lavoro discografico che da questa ricerca ha avuto origine: La Valnerina Ternana. Una proposta di ricerca-intervento (1972-1975), pubblicato dai Dischi del Sole; senza questa premessa non è possibile accostarsi ai materiali qui presentati e intenderli nella loro pienezza.
La raccolta Valnerina ternana comprende numerose tipologie canore: canti sociali e politici, canti narrativi, parodie, canti a poeta, canti e rappresentazioni rituali. Un discorso a sé merita lo stornello, le cui le principali tipologie sono rappresentate dagli stornelli a saltarello e dagli stornelli di mietitura: la caratteristica principale delle esecuzioni raccolte in questa zona sta nel fatto che, il più delle volte, le differenti tipologie vengono eseguite in maniera alternata e consecutiva, senza soluzione di continuità. Così una serie di stornelli alterna forme accompagnate all'organetto ("a saltarello") e forme a discanto, prive di accompagnamento strumentale. Le forme dello stornello a discanto rientrano a pieno titolo tra gli "elementi propri della 'subarea adriatica'", regione culturale individuata da Roberto Leydi nel 1973, in cui si presentano "tratti strutturali ed esecutivi più prossimi a quelli orientali-meridionali che a quelli settentrionali, […] e soprattutto l'esistenza di un modello di polivocalità del tutto particolare, molto vicina alle forme del discanto medievale" (Canti popolari italiani, Mondadori, Milano 1973, p. 21), come nel caso del canto "a vatoccu", detto localmente anche "a malloppu" o "a patoccu".

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  • Descrizione

    Introduzione e presentazione di Trento Pitotti, calzolaio di Labro (Ri), originario di Arrone (Tr), uno dei primi contatti di Alessandro Portelli tra i portatori del repertorio della Valnerina ternana. Seppure non sia stato un membro ufficiale del Gruppo della Valnerina ternana ha partecipato attivamente alla realizzazione degli spettacoli e alle esibizioni del gruppo.

  • Durata 01:10
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia RI
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce
  • Autore Alessandro Portelli

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto di questua. Esecuzione di un canto di questua tradizionale per la festa di sant'Antonio Abate (17 gennaio). Il culto di sant'Antonio Abate, protettore degli animali, è ancora oggi assai diffuso nell'Italia mediana, e spesso questo santo viene assimilato - nell'immaginario popolare - al suo omonimo sant'Antonio da Padova (13 giugno), anche noto come sant'Antonio del Giglio.

  • Durata 03:34
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia Rieti
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce
  • Autore Alessandro Portelli

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di cantastorie. Il fegatello. Classico esempio di utilizzo di un brano della tradizione narrativa del repertorio dei cantastorie in funzione di questua: il tema è quello dell'infanticida, che ricorre nella tradizione narrativa (L'infanticida alle tenaglie, Nigra 9; L'infanticida alla forca, Nigra 10) e da fogli volanti (La barbara ostessa). Nello specifico, il brano veniva cantato durante la questua per la Settimana Santa, come spiega l'informatore dopo l'esecuzione, ed è anche diffuso col titolo di Passione nòva.

  • Durata 04:40
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia Rieti
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce
  • Autore Alessandro Portelli

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  • Descrizione

    Passione. "Orologio della passione". Brano cantato durante i riti della Settimana Santa; descrive la passione del Cristo, scandita attraverso il racconto delle ultime ventiquattr'ore della sua vita.

  • Durata 04:28
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia Rieti
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce e fisarmonica
  • Autore Alessandro Portelli

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di cantastorie. Il fegatello. Classico esempio di utilizzo di un brano della tradizione narrativa del repertorio dei cantastorie in funzione di questua: il tema è quello dell'infanticida, che ricorre nella tradizione narrativa (L'infanticida alle tenaglie, Nigra 9; L'infanticida alla forca, Nigra 10) e da fogli volanti (La barbara ostessa). Nello specifico, il brano veniva cantato durante la questua per la Settimana Santa, come spiega l'informatore dopo l'esecuzione, ed è anche diffuso col titolo di Passione nòva.

  • Durata 04:41
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia Rieti
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce e fisarmonica
  • Autore Alessandro Portelli

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Canto di questua. Stornelli tradizionali di questua per il Primo maggio. Brano inciso in La Sabina, canti, balli e riti in una ricerca sul campo di Alessandro Portelli, Dischi del sole, DS 517/19, Milano 1973.

  • Durata 03:54
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia Rieti
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce e fisarmonica
  • Autore Alessandro Portelli

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto di questua. Esecuzione di un canto di questua tradizionale per la festa di sant'Antonio Abate (17 gennaio). Il culto di sant'Antonio Abate, protettore degli animali, è ancora oggi assai diffuso nell’Italia mediana, e spesso questo santo viene assimilato - nell'immaginario popolare - al suo omonimo sant'Antonio da Padova (13 giugno), anche noto come sant'Antonio del Giglio.

  • Durata 06:59
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia Rieti
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce e fisarmonica
  • Autore Alessandro Portelli

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Brano non identificato. Canto di prigionia che descrive la nostalgia del soldato fatto prigioniero sul suolo nemico. Probabilmente, dato il riferimento alla Bosnia, è da attribuire al periodo della Seconda guerra mondiale.

  • Durata 01:32
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia Rieti
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce
  • Autore Alessandro Portelli

  • Genere Audio
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  • Descrizione

    Passione. Il pianto di Maria. Uno dei più antichi brani cantati durante la processione del Venerdì Santo, che descrive il pianto di Maria sotto la croce. Brano inciso in A. Portelli, V. Paparelli, La Valnerina ternana. Un'esperienza di ricerca-intervento, Squilibri, Roma, 2011.

  • Durata 02:08
  • Data Domenica, 28 Giugno 1970
  • Luogo Labro
  • Provincia Rieti
  • Regione Lazio
  • Esecutore Trento Pitotti: voce
  • Autore Alessandro Portelli